Una LETTURA DOMENICALE per riprendere fiato e darci un sentore di serenità, in questi giorni così tragici che tanto ci hanno scosso tutti.
Chicco e Nefertiti … I gatti di PaolaO
domenica 27 febbraio 2011
Se l’abito non fa il monaco ancora di più non determina le caratteristiche di un essere vivente.
La nostra piccola storia riguarda due magnifici esemplari di gatti siamesi Chicco e Nefertiti la cui progenie ha allietato per anni tante famiglie.
Chicco esemplare elegante e possente di maschio, arrivò a casa alla fine dell’estate, sicuramente a seguito di un abbandono estivo.
La sua permanenza sul davanzale della cucina per avere cibo, fu così insistente che alla fine gli sportelli delle finestre si aprirono definitivamente e Lui, gatto sovrano, entrò in famiglia.
Stupendo e maestoso, ma così buono e morbido che il nome che venne naturale fu Chicco, armonica musica per un piccolo tesoro; il che non riuscì a valorizzare la sua immagine maestosa, ma il suo carattere tenero e affettuoso.
Libero di girare nella valle e tornare per riposare, sul divano, sulle sedie, sui tappeti e, dopo un buon pasto, fare gobbe a suon di fusa tuonanti e mettersi a pancia in su, per chiedere grattini e carezze. Passò con noi i primi 4 o 5 anni senza che capitasse nulla di particolare; a noi noto riguardo alle sue scorribande nel quartiere, che ovviamente ce lo rimandava spesso a casa pieno di ferite: conseguenza di lotte fra maschi liberi.
Finchè un giorno, al ritorno dal lavoro, mentre una delle componenti della famiglia, Paola per precisione, scendeva dalla macchina e Chicco come sempre l’accoglieva, facendole strada verso le scale di casa, si fermò un signore giovane e ben vestito che, con aria intimidita, chiedeva se la signora sapesse a chi apparteneva quel gatto siamese e ancora se sapesse se il gatto fosse castrato.
E’ mio! E’ nostro! Rispose Paola con un certo cipiglio, quasi a mettere le mani avanti rispetto a richieste o notizie imprevedibili.
Fu subito dopo l’aspetto gentile ed educato dell’interlocutore, che le fece prendere tempo per apparire tranquilla e rispondere, trattenendo una sorta di risentimento a nome di Chicco, come non fosse assolutamente legittimo chiedere notizie della sua virilità. A posteriori sorrise da sola ritenendo che il risentimento che aveva provato dipendeva dall’avere interpretato l’orgoglio di Chicco maschio ambìto e potente.
Comunque incoraggiato dal tono oramai disteso di Paola l’uomo rivelatosi praticamente un vicino di casa, Salvo per gli amici, ovvero Salvatore, passò a spiegare la vera ragione della sua curiosità.
Possessore o custode , come piace di più definire quelli che ospitano quattro zampe nelle loro case, di Nefertiti nobile, già dal nome, gatta siamese, Salvo cercava per lei un compagno degno, per fare i gattini. Una ricerca che gli aveva fatto scoprire come praticamente tutti i maschi siamesi e in senso più ampio di razza fossero tenuti segregati in casa, comunque castrati per “difenderli” da furti e pericoli. Insomma vincoli per il loro bene. Triste destino dei nobili, spesso anche fra gli umani.
Fatta una breve riflessione, per Paola, la richiesta poteva essere esaudita forse anche con gioia per Chicco. Si trattava di vedere come organizzarsi, in quanto Chicco avrebbe dovuto stare a casa con Nefertiti per qualche giorno. Ovviamente essendo Lui a recarsi a casa di Lei.
Paola però con superficialità e un tot di distrazione non aveva fatto i conti con l’autentica “padrona”, custode della libertà e dignità di Chicco: ovvero la mamma di Paola. Lei quando seppe della richiesta proposta disse con decisione e quasi offesa : Ah no !! Il mio gatto non va a casa di uno sconosciuto privandolo della sua libertà.
Per strapparle l’indispensabile consenso fu necessario parlare, argomentare, sostenendo che Chicco sarebbe stato contento di incontrare Nefertiti. Era una gatta bellissima, una vera principessa come il suo nome suggeriva, avendola vista nel frattempo. Dialoghi che ascoltati da estranei sembravano davvero riferirsi a eredi e figli nobili.
Alla fine la mamma di Paola diede, brontolando, il suo consenso, ma precisando che rimaneva della sua idea e la cosa non le piaceva.
Comunque Chicco e Nefertiti si piacquero molto e vederli più tardi dopo il fatto, che avvenne più di una volta negli anni, accoccolati sul divano di Salvo, si può sostenere che fu una vera emozione. Non parliamo poi dei gattini che Nefertiti, come ogni gatta curava, nutriva e ne lisciava il pelo con la sua linguetta in gran attività.
Paola, Caterina e la mamma, godettero più tardi di un figlio delizioso di Chicco e Nefertiti dai tratti gentili e flessuosi ereditati dalla madre. Leo fu il suo nome quasi per riparare all’errore precedente, ammesso che fosse stato un errore, per sottolineare e concretizzare la regalità della stirpe.
Voi direte ma che vi importa tutte queste storie per un nome. A noi certo nulla ma alle volte ci venne il dubbio che Chicco fosse seccato, magari solo qualche volta, di un nome che non gli portava il rispetto dovuto, soprattutto degli umani ovviamente.
Non a caso nel dubbio e memori del caso, dopo alcuni anni al nostro nuovo ultimo ospite del davanzale di cucina, abbiamo dato un nome di certo adeguato : Aristotele. Si tratta di un vero filosofo di taglia extra large, bianco e con la schiena e il capoccione grigio tigrato.
Sta sul davanzale senza farsi assolutamente toccare. Aspetta il cibo pretendendolo con lo sguardo direi che, una volta dispensato, viene mangiato con un occhio attento sempre a non essere disturbato. Questo fino a che la sua fame non abbia trovato una risposta.
La cosa affascinante è che su quel davanzale si sono negli anni dati il cambio diversi felini liberi come: Garibaldi, Silvestro, Miele etc.Ma Aristotele viene fatto salire da Alilù, una gattina tutta bianca, pur sempre furastica che lo bazzica e ci sta a lungo su quella finestra, da molto prima di lui, da quando ci arrivò con suo fratello Giuditto. Ma questa è un’altra storia che vi racconterò dopo.
Stavolta l’amore è libero e nessuno l’ha pensato. Alilù ama Aristotele perché fa salire solo lui e lo fa mangiare mentre digrigna a chiunque altro. Data l’età gattini non ce ne saranno, ma loro dividono il davanzale, il cibo e la compagnia e non se ne curano, mentre noi li osserviamo affascinati.
Paola O.
Pardon, Giulio, era il tuo commento provocatorio, non l’articolo. Scusa.
Caro Lorenzo, Ma non è il mio articolo che dovete commentare , non credo sia il caso di battibeccarci per dei gatti .Il mio è solamente una riflessione personale.Ognuno faccia come vuole, ma non mi si venga a dire che ho torto , di fronte a comportamenti ridicoli di certe persone per i gatti.
Caro Giulio, il tuo articolo, come riconosci anche tu, è solo provocatorio e non merita commenti.
Aldilà del racconto ben strutturato nella sua prosa, mi voglio soffermare sul comportamento di molte persone che abitano vicino a me, e che hanno gatti per casa.A me pare che si valichi la famosa linea tra -animale e persona-So già che qualcuno prenderà l’accetta per tagliare la testa al Maledetto toscano.Il gatto è un felino e mi pare di ricordare che catturava i topi.Oggi, i Vostri gatti, se vedono un topo scappano, ma non solo,non saprebbero cosa farne.Il loro cibo di oggi sono: scatolette di carne, bocconcini di pesce,chicchetti, e porcate varie.Qualsiasi negozio per animali è un supermercato , ci trovi di tutto, anche gli abitini , scarpette, copertine etc.etc. A me vengono i brividi a vedere gente che spende tanti soldi pensando che ci sono bambini che muoino di fame.Poi, andate a vedere le malattie trasmissibili all’uomo:rogna, toxpiplasmosi, dermatiti, e lungo sarebbe l’elenco.Teneteli pure in casa i vostri gatti,ma avete sentito come puzza la pipì del gatto? Sento il coro di protesta :- Ma che dici, ha la sua casettina per i bisognini, lo teniamo pulito.- Che bello avere in casa, magari con bambini piccoli, un angolino profumato, vi immaginate i microbi?E come mi garbano tutti quei peli per la casa che s’attaccano alla giacca , ai pantaloni, e che ti fanno starnutire perchè magari sei allergico.Mi fermo qui, anche se si potrebbe continuare a fare cento esempi.Ma riconosco che vi ho fatto arrabbiare abbastanza;sparate pure .Ho preparato comunque le mie artiglierie .Daltronde sono rimasto attinente al tema :-ho parlato di gatti. Il solito maledetto toscano
Caro Giuliano io sono un’altra eccezione.Ho avuto per oltre diciassette anni una gattina “la Teresa” e ti assicuro che ero io il suo punto di riferimento nella casa.Mi parlava…aveva alcuni tipi di miagolio ben definiti …”voglio uscire”…..ho fame”…”.prendimi in braccio”. Si metteva davanti alla portafinestra del giardino e guardava la maniglia e poi me con la testina sulle 23 come per dire “hai capito o no che voglio uscire?” ,aprivo la porta e lei ringraziava con un “miao” secco, cortissimo, quasi tronco , che usava appunto quando assentiva o voleva ringraziare. Non era castrata, ha partorito due volte e sempre con me al suo fianco . Quando era il momento mi chiamava, andavamo nel suo stanzino dove abitualmente dormiva e naturalmente faceva nascere i suoi meravigliosi cuccioli.Un giorno ,era vicina a compiere diciotto anni, la vidi in giardino come tramortita , mi guardava con gli occhi spalancati ma non riusciva neppure a miagolare, la presi tra le braccia e lei si lasciò andare come se dormisse. La portai dal veterinario e mi disse che stava entrando in coma, bastò l’iniezione sedativa, quella che praticano prima della letale,per ucciderla. L’ho sepolta in una parte lontana del giardino ed ho pianto. Non ho mai più voluto gatti miei ,troppa sofferenza vederli morire. Ho però sempre qualche gattina o gattino che mi viene a trovare e come vedi anche se sono un maschio ….i gatti hanno un debole per me.
Anche i miei gatti preferiscono me. Bella la storia.
Colpo di scena! Il peggior rivale in amore degli uomini non è il palestrato di turno o il collega di lavoro più giovane e bello, ma il gatto di casa.
Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Behavioural Processes, chi possiede un gatto dovrebbe, infatti, tener presente che i piccoli felini domestici non solo preferiscono avere interazioni con le presenze femminili della casa, ma sono pure in grado di manipolarle a puntino, usando tecniche simili a quelle che userebbe un neonato con la propria mamma.
E’ stato analizzato il comportamento nelle varie occasioni quotidiane d’interazione con i padroni di soli 41 gatti, ma la verifica statistica di questi primi risultati parla già chiaro: se vale il vecchio detto che il cane è il miglior amico dell’uomo, il gatto lo è senz’altro della donna.
L’indagine ha rilevato che tra gatti e proprietari s’instaurano sempre forti legami e scambi interattivi in cui ciascuno influenza le azioni e i comportamenti dell’altro, ma l’aspetto senz’altro più è proprio questa particolare predilezione che i gatti hanno per le loro proprietarie”. E’ stato notato che questi animali domestici tendono a cercare l’interazione con le donne di casa più spesso che con gli uomini e, viceversa, che le donne tendono a stabilire relazioni più intense con il loro gatto di quanto non facciano gli uomini”.
Vuoi vedere che aveva ragione il 66enne milanese arrivato perfino davanti al tribunale dell’Aidaa (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente) per dire che tra la moglie e il gatto di casa c’era in atto un complotto ai suoi danni per mortificarlo ed estrometterlo dal talamo nuziale?
La mia Cettina sarà un’eccezione “mi preferisce”!! E ringrazia per l’articolo!