Questa volta vi viene proposto qualcosa di diverso: una storia, presa dal web, ma il finale non soddisfa. Resta sospeso, non chiaro, forse si vorrebbe sapere di più.
Allora facciamola finire diversamente, come la completereste? Avete voglia di provarci?
Ancora: chi era la donna? e secondo voi chi e’ l’uomo, il mercante?

IL MERCANTE DI SOGNI. preso dal web


C’era una volta, in un paese lontano, un uomo.
Nessuno ricordava il suo vero nome e da quanto tempo vivesse in quel paese.
Abitava in una casupola quasi diroccata in  periferia, circondata da un giardino incolto e abbandonato.
Non aveva amici, l’unico essere che divideva con lui la vita, era un vecchio cane meticcio dal pelo fulvo e crespo.
Trascorrevano la giornata all’angolo di una via sotto un porticato: l’uomo seduto su una vecchia sedia di legno e il cane accovacciato ai suoi piedi.
Aveva un aspetto dimesso ma dignitoso, portava vecchi pantaloni di velluto e una giacca sportiva con tante tasche, aveva il volto scavato e magro e dei grandi occhi neri, una capigliatura fluente e scura. Trascorreva intere giornate senza parlare, rimaneva lì fermo con lo sguardo fisso in un punto lontano come rapito da immagini che solo lui riusciva a vedere.
Fumava una vecchia pipa che conservava in una tasca della giacca, la teneva spesso in bocca spenta e per vuotarla del tabacco usato, la batteva sul muro, faceva questo sempre allo stesso modo: tre colpi leggeri e l’ultimo più forte.
Aveva gli occhi da gitano, occhi simili a braci che scavano dentro l’anima fino a carpire i desideri  più reconditi.
Questa era la merce che lui vendeva…sogni…
Uomini e donne si rivolgevano a lui per sentirsi narrare i propri desideri, lui non li disattendeva: con voce flessuosa e suadente li raccontava… ed ecco che  sogni e proiezioni  divenivano vivi, reali e palpitanti.
Immagini di boschi incantati dove dispettosi folletti si rincorrevano nascondendosi in piccoli anfratti, mari burrascosi dove onde impetuose si infrangevano su piccoli pescherecci, giochi amorosi di giovani cuori che scoprivano l’amore, viaggi in terre inesplorate e sconosciute… prendevano forma sotto quel porticato anche se per pochi attimi.
Ecco che un giorno andò da lui una donna.
Non era di quel paese e aveva viaggiato a lungo, era stanca e chiese all’uomo di sedere sulla sua sedia, il mercante si alzò e la donna sedette emettendo un lieve sospiro, cominciò a guardarsi intorno come per orientarsi, infine abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio.
Rimase così per qualche istante poi volse lo sguardo al mercante e disse: ”Ho saputo che tu riesci a realizzare  i desideri a chi te lo chiede, mi hanno raccontato di aver visto immagini di folletti dispettosi rincorrersi in questo porticato, violente mareggiate crearsi dal nulla e giovani cuori vivere l’amore tanto anelato, io sono qui per chiederti di realizzare il  mio sogno: ecco sono pronta a pagare quello che mi chiederai, purché tu riesca a realizzarlo adesso…  qui…
Il mercante ascoltava pensieroso, si accovacciò accanto  alla donna prendendole la mano,  poi, guardandola negli occhi, cominciò a parlare di una terra lontana…
e fu così che… :
l’orizzonte si tinse di rosso e un raggio di sole illuminò il porticato creando giochi di luce e di ombra, apparve un mare azzurro e spumeggiante che si infrangeva sulla scogliera, le case bianche brillavano sotto la luce del sole e nell’aria il profumo di zagara giungeva fino in riva al mare.
Pescatori coi volti scavati dal vento, riparavano reti nel piccolo porticciolo, dove i pescherecci erano pronti a salpare  per la pesca notturna, giovani  scugnizzi  si rincorrevano  per  i  vicoli  dove  il  sole  riusciva  a malapena a filtrare, donne vestite di nero  sedute sull’uscio  ricamavano corredi che forse non avrebbero mai utilizzato, la campana  della piccola chiesa barocca scandiva il tempo che, lentamente, passava. La terra prendeva colore dalla semina e campi verdi si succedevano a quelli gialli macchiati di rosso, per poi tingersi di rosa e di bianco.
In cima ad un piccolo monte, posto a sud del paese, c’era un piccolo cimitero, lì anime pie e dannate riposavano assieme, scaldate dallo stesso sole e cullate dalla stessa luna.
Le lapidi guardavano tutte verso il mare, erano protese verso di esso, come in un estremo gesto di rincorsa alla vita.


Appena fuori dal paese, dietro una curva, c’era una piccola casa.
Era bianca come le altre, circondata da alberi di castagno che, per il vento che si alzava dal mare, si dondolavano mormorando dolcemente.
Forse le fronde cantavano vecchie canzoni marinare portate  dal vento o dolci ninne nanne sussurrate alla luce della luna,
erano lì da tanto tempo quegli alberi, erano, ormai, parte della casa stessa.
La donna, alla visione della casa, sussultò e strinse ancora più forte la mano del mercante.
“ Voglio vedere chi vive in quella casa.. ti prego…” gli disse.
Ed ecco apparire la vecchia cucina col grande camino, la  tavola  era  già apparecchiata, una giovane donna era affaccendata davanti ai fornelli, mentre, un uomo, dal volto aperto ed abbronzato, suonava un vecchio motivo con la fisarmonica.
La musica usciva dalle finestre raggiungendo la valle  e perdendosi in essa.
Due bimbi, giocavano  su di un vecchio tappeto rosso con delle costruzioni di legno, ridevano e scherzavano, c’era una atmosfera dolce, impregnata d’amore.
La luce filtrava all’interno da grandi finestre che si affacciavano sul piccolo golfo, la brezza muoveva le tende che si tendevano spiegandosi nel vento, sul davanzale una pianta di glicine era in fiore, i suoi grappoli fioriti si dondolavano allegramente.
La giovane donna portò a tavola una grande pentola fumante, sedettero tutti, pronti a gustare quel cibo frutto di lavoro e  di sacrificio…
Il sogno svanì improvvisamente, nel porticato la luce era flebile, i profili del mercante e della donna si stagliavano sulle pareti di mattoni, lei teneva le braccia conserte in grembo, il suo sguardo era luminoso, perso nel sogno appena svanito, il mercante la osservava poi, accendendosi la pipa, disse: “Qui mi debbo fermare, non posso carpire sogni che non ti appartengono, tu hai voluto rivedere la casa dove sei stata felice, ora sai che altre persone sono felici come lo sei stata tu e che la vita scorre in quel paese come allora.
Probabilmente hai voluto riassaporare il tuo passato, o meglio ancora,il passato che ti ha resa serena, soddisfatta di te stessa.
Ricordati comunque, che non è  nel passato che troverai la forza di vivere, ma nell’accettare il tuo presente, i fatti e le persone  che giorno per giorno  incontrerai nel  tuo cammino.”
La donna allungò una mano nella quale teneva delle monete, il mercante la guardò, si alzò sorridendo, senza dire altro le voltò le spalle prendendo la strada che lo avrebbe portato a
casa sua, dove anche lui, avrebbe trascorso la notte sognando…  anelando  chimere, giocando con visioni e fantasie proprie, per tornare sotto il porticato l’indomani, quando, come tutte le mattine, l’orizzonte si  sarebbe tinto nuovamente di rosso.

Roberta

A VOI IL COMPITO DI TROVARE UN ALTRO FINALE A QUESTA STORIA, DI COMPLETARLA SE VI VA.

10 Commenti a “IL MERCANTE DI SOGNI. preso dal web”

  1. Mariuccia scrive:

    Quante volte, schiavi dei ricordi, ci chiudiamo in una sorta di anestesia sentimentale, per difesa, per non soffrire più. E ci si lascia vivere dal tempo, con occhi che non sanno più vedere. Poi un giorno, ti accorgi di quanto può essere ancora bello, osservare un’alba, un mare in tempesta, sentire un profumo…è la vita che ti riprende, che ti fa guardare avanti con rinnovata fiducia. E lasci i ricordi alle spalle, facendo tesoro di quelli migliori, per poter procedere con rinnovata fiducia nel futuro…

  2. Giuseppe3.ca scrive:

    Chi è il Mercante dei Sogni? E` il tempo passato che conserva la memoria del nostro vissuto. Illusioni, speranze, desideri non realizzati che ritornano in mente per essere valutati alla luce dell’esperienza maturata, con una coscienza ormai adulta che consente di confrontare la realtà della vita trascorsa e incancellabile con quella che sarebbe potuta essere, cioè con i nostri sogni rimasti nel cassetto. La conclusione è che nulla può essere cambiato quindi l’accettazione incondizionata di ciò che è stato è obbligata. Non è conveniente guardarci indietro e alimentare rimpianti ma è più realistico e razionale guardare avanti e vivere, giorno per giorno, le gioie che la vita ancora può darci.

  3. alba morsilli scrive:

    ho letto fino in fondo anche se il racconto non mi piaceva, volevo vedere dove arrivava.
    è stato un vivere di illussioni, di un passato che turba il presente perchè la donna non si è mai staccata del tutto dal suo passato remoto.
    chiè l’uomo dei sogni ?
    è la sua coscenza,che le fa rivedere come un film tutto ciò che ha lasciato dietro le spalle.
    il mio pensiero è non tornare mai indietro quello che è stato è stato,raccogli le tue stracce evai per una strada sempre dritta senza voltarti

  4. giuseppe24.to scrive:

    la donna non voleva la realixxazione di un sogno un sogno oramai svanito, ma voleva sapere solo sapere . quel sapere che avrebbe fatto tacere quel suo cuore infranto ! infranto dai ricordi ! il suo cuore palpitava, e vedendo attraverso gli occhi ed il racconto dell’uomo , la sua casa quella casa che oramai non le apparteneva piu’.se in quella casa avesse avuto gioie non lo so’come non so se avesse avuto dolori !!ma era la sua vecchia casa !! la sua casa ! un sogno !! solo un sogno !anche l’uomo, un uomo che faceva rivivere i sogni , asua volta sognava ! questo racconto non ha dell’incredibile ! , dal momento che pure io sogno ed a volte i miei sogni sembrano reali. a volte mi chiedo … dormo o sono sveglio ? vedo figure che non esistono e sento rumori che non esistono !forse saro’ un visionario , forse la mia mente e’ malata ?
    sta di fatto che quando sono solo , sento rumori , cadono oggetti , vedo figure evanescienti passare rapidamente e svanire ! ectoplasma ? non lo so . forse per davvero sono un po’ matto !!

  5. nikodireggio scrive:

    buongiorno forse in questa storia è succeso che lei probalmente ha vissuto un passato felice ma che per vicessitudini ora non è piu felice e quindi si voleva rifuggiare nei sogni…………..ma realtà e sogno non sono la stessa cosa

  6. francesca (franci) scrive:

    Il Mercante è la consapevolezza che ha la donna di ciò che ora è la realtà. Il Mercante è il suo passato, quel passato col quale lei non ha mai avuto il coraggio di confrontarsi, quel passato che dentro di sè non è mai riuscita a chiudere perchè ancora troppo coinvolta all’interno di un sentimento che l’aveva fatta soffrire, ma un sentimento che non vuole morire e che lei si trascina appresso nella speranza di un sogno che possa tornare ad avverarsi. Alla fine, dopo aver troppo sofferto e perso ogni speranza, con coraggio affronta il suo passato ed elaborando dentro di sè la consapevolezza che il sogno non potrà più tornare, decide di superare tutto ritornando a vivere una vita fatta del presente e del futuro costruito giorno per giorno.

  7. giulian.rm scrive:

    Si vive nel sogno quello che desideriamo che sia allo stesso tempo quello che temiamo.
    Il sogno rappresenta sempre un desiderio inconscio.
    La donna voleva “rivivere” dei momenti della sua vita.
    Il mercante potrebbe rappresentare una figura paterna, che di solito è una persona di bell’aspetto, spesso con una posizione di potere…
    Sarebbe troppo bello avere la possibilità di dare o ricevere un sogno, ce ne sarebbero tanti, in particolare più amore nel mondo, meno egoismo e più sorrisi nel cuore.

  8. alfred-lollis scrive:

    Commenti abilitati

    Lei, l’uomo lo va a cercare. Parte da lontano, affronta un viaggio. È consapevole di ciò che fa per cui è consapevole che sta cercando qualcosa anche se non sa ancora cosa.
    È cosciente del fatto che ha un terribile bisogno di sapere senza il quale la sua vita non sarà completa e va d’all’uomo che lei sa essere a conoscenza delle cose che lei sta cercando.
    È l’amico. L’amico sincero.
    Quell’amico che non ha mai avuto ed al quale non ha mai saputo e voluto chiedere aiuto.
    Ora si vuole riappropriare della sua vita e per farlo ha imparato ad essere umile e chiedre l’aiuto al solo che sa che glielo può dare.

  9. marisa8.bs scrive:

    vivere di sogni,anchio tante volte sono tentata di cercare i mie sogni lontani qualcuno esaurito,tanti purtroppo no ,con difficolta cerco di stare nel presente,anche se il presente ,è sinonimo di tante difficolta, e ci vuole tanto coraggio.allora ben vengano i sogni se ti aiutano a vivere ,

  10. lorenzo.rm scrive:

    Da un incontro fortuito una lezione di vita. I ricordi, per quanto belli, rimangono nel loro mondo fantastico. La vita impone di continuare. Così è per l’uomo- maestro. Così sarà per la donna, se ne ha appreso il significato profondo. Il tutto, però, con una consapevolezza più diretta, nell’incanto di una poesia realizzata.

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