Oggi 23 maggio 2009 ricorre il 17° anniversario della strage di Capaci, dove un uomo coraggioso Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo e la loro scorta furono assassinati dalla mafia. Poco dopo anche il giudice Borsellino in via d’Amelio subì la stessa sorte.

Una nave stamani è partita da Napoli alla volta di Palermo, due grosse gigantografie di Falcone e Borsellino issate a poppa,sopra qualche politico , per il solito rituale della commemorazione .

Commemorare è sterile se non è accompagnato da una reale volontà di risoluzione del problema.

Falcone e Borsellino erano uomini semplici,veri che al sorpruso e alla violenza hanno contrapposto l’esempio; sapevano di rischiare ed avevano anche paura(Falcone lavorava sempre ascoltando la Messa da requiem di Verdi), ma non si sono mai piegati, hanno trovato il coraggio di continuare il loro cammino senza incertezze nella lotta alla mafia .” Un uomo o è un uomo o non lo è”amava dire.

Oggi, apprendo dal Tg. che è stato estradato dagli Stati Uniti il boss Gambino dopo 22 anni di reclusione , Falcone, 28 anni fa, aveva firmato un mandato di cattura nei suoi confronti per associazione per delinquere(non esisteva allora il reato associazione mafiosa)finalizzata alla commissione di reati di indole mafiosa e per traffico di stupefacenti.

E mi viene impossibile da credere che tipi come Gambino, Reina, Provenzano e altri siano capaci di sviluppare logiche sopraffine. No !! Per me loro sono solo i “macellai”, semplici esecutori, troppo ignoranti e rozzi, poi del resto per ammazzare queste doti sono più che sufficienti!.

Altri, cervelloni,colti sono “i pupari”(burattinai, coloro che nel teatrino dell’opera dei pupi muovono i fili, da dietro, ai pupi).I legami tra Cosa Nostra e la politica (ovviamente non l’intero mondo politico)sono rapporti organici, si elimina chi crea e costituisce un problema reale; l’omicidio serve quindi come messaggio per intimidire chiunque altro avesse in mente di adottare comportamenti simili.

Leggendo le cronache del tempo viene da chiedersi, come mai nonostante le ammissioni dei pentiti nei processi, i riscontri delle intercettazioni telefoniche, sul banco degli imputati i veri cervelli che tirano le fila di cosa nostra, i cosiddetti colletti bianchi cioè i soliti ignoti, non siedono mai nelle aule bunker dei tribunali antimafia ma bensì siedono in altri luoghi?Imperversano nel mondo della politica e nell’alta finanza,gestiscono i centri di potere nei comuni del sud , in Puglia, in Calabria, in Sicilia e Campania come una piovra e con il placet della politica entrano nella torta dei grandi affari: smercio della droga, malaffare, corruzione, gestione appalti pubblici,tangenti.

 

Con l’era dell’informatica, delle interconnessioni tra anagrafe-angrafe tributaria- catasto immobiliare- movimenti bancari sarebbe un gioco da ragazzi scoprire gli altarini e fare verifiche immediate; si trovano nulla tenenti al sud con capitali stratosferici intestati a loro nome, accertarne la provenienza e in mancanza di chiarimenti sottoporre a sequestro sarebbe una risposta concreta di volontà.Come altr segno di buona volontà sarebbe impiegare l’esercito non per reprimere l’extracomunitario che fugge dalla fame, dalla miseria, dalle guerre,ma per combattere la mafia, la ndrangheta, la camorra, la sacra corona unita. Ed ecco che commemorare è sterile ,ripeto ancora una volta, a cosa serve se l’immobilismo delle istituzioni non riscatta il sangue innocente versato da umili e valorosi servitori dello stato che sacrificando la vita speravano in un mondo migliore?

Le loro idee camminano con le gambe delle giovani generazioni e con coloro che non dimenticano, che vogliono e sperano in un mondo migliore, un mondo possibile. Un pensiero, un grazie e una promessa vanno a tutti i valorosi combattenti senza armi che hanno affrontato la mafia.

‘’Li onoriamo e li ammiriamo” Falcone e Borsellino, “come autentici eroi di quella causa della legalità, della convivenza civile, della difesa dello Stato democratico con la quale si erano identificati e come costruttori di un più valido presidio giuridico e istituzionale di fronte alle sfide della criminalità organizzata’’.

Giovanni, Paolo e tutti gli altri “giusti”, purtroppo quaggiù non è cambiato molto !

 

Semplice                                  23maggio2009

 

 

6 Commenti a “UOMINI COME VORREMMO E DOVREMMO ESSERE”

  1. paolacon scrive:

    Lorenzo in realtà quel qualcuno che disse la frase che citi è Galileo Galilei nella “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht
    -Nel momento in cui Galileo accetta di smentire le proprie idee, per paura delle torture, un suo allievo deluso esclama: “Disgraziato il paese che non ha eroi!”, mentre Galileo risponde: “Felice il paese, che non ha bisogno di eroi!”-
    Il senso è che se un paese non ha bisogno di eroi o di martiri, significa che è un buon paese, governato bene.

  2. popof scrive:

    Peppino Impastato oggi potrebbe avrebbe circa i nostri anni, la mamma per 24 anni ha chiesto giustizia e verità.
    Da Radio aut dileggiava Tano Seduto Badalamenti. Il 9 maggio del 1978 veniva suicidato: quel giorno ricordo, leggevo la notizia mentre un treno mi riportava in caserma.
    Ieri ricorreva l’anniversario della strage di Capaci e ieri sera un recital ha commemorato tutti i martiri, Impastato, Rostagno, Falcone, Borsellino, gli uomini e donne delle loro scorte, la giovane coppia di via dei Georgofili a Firenze, e tutti i morti ammazzati di cui non ricordo i nomi.
    Ricordare per la ri(e)mozione delle nostra storia. E un pensiero a tutti i feriti nelle stragi, che non sappiamo quanto e come sono feriti: una gamba, un braccio, un occhio, una carrozzina…

    Una considerazione mi ha colpito più di altre negli ultimi anni, quella fatta da Radio 24, la Radio del Sole 24 ore, che ha più volte denunciato le garanzie che la lusinga mafiosa sembra dare:
    rapidità del processo,
    certezza della pena,
    esecuzione della condanna.

    Contro una barbarie di tale portata uno stato di diritto ha le armi spuntate e al tempo stesso non può, non deve cedere alle sirene giustizialiste fai da te.
    E’ una lotta generazionale che va portata avanti, l’instillare il senso civico del diritto, diritto che si esercita con tanta più forza se si ha presente di averlo conquistato, se non lo si vive come qualcosa di trovato li perché lasciato da chissà chi.
    Semplice, grazie per la fatica fatta nel richiamarci tutti alla realtà.

  3. lorenzo.RM scrive:

    Semplice, sei stata semplicemente “perfetta”, scusa il bisticcio. Di fronte a certe persone, a certi esempi di eroismo, di lealtà al Paese, non possiamo che tacere con rispetto e commozione. Rimangono i fatti e, in proposito, i ragionamenti di Semplice imporrebbero risposte precise. Perché, perché? Una volta qualcuno, mon mi ricordo chi, disse: “Beato quel paese che non ha bisogno di martiri”. Noi i martiri continuiamo ad averli, Ma quello che più mi spaventa è ancora la gara fra chi dice “l’avevamo detto” e chi si nasconde come lo struzzo. Per battaglie di questo tipo non basta nemmeno la volontà anche se fosse notevolissima. Ma sembra che manchi anche quella.

  4. luciano3.RM scrive:

    Condivido totalmente
    Il sacrificio voluto dei due giudici,mi fa ricordare che alcuni politici remavano contro l’indagini che i giudici conducevano contro la mafia e non solo, dopo che sono stati uccisi, sono stati dichiarati eroi da tutti anche chi prima accusava il magistrato siciliano Giovanni Falcone e ora fa il moralizzatore,oggi a distanza di diciasette anni, i governi succeduti di tutti i colori politici non sono riusciti a far luce su questo triste e sanguinoso fatto, sarebbe ora di fare chiarezza su chi furono i veri mandanti di quell’assassinio e degli agenti di scorta.

  5. flavio.46 scrive:

    Cara Semplice, cosa dire?
    Applaudo te per quello che hai raccontato, ma applaudo soprattutto coloro che hanno sacrificato la vita per la comunità che non può essere limitata alla sola Sicilia considerato che oggi sembra che ilmalaffare di natura nafiosa stia attecchendo un poco dappertutto.
    Credo però, che non si possa sconfiggere solamento con la presenza di giudici; servono soprattutto quelli ma senza la presenza dello stato non potranno ottenere mai risultati concreti, a mio avviso serve maggiore presenza dello Stato.
    Una presenza che deve riguardare tutti i settori, bisogna creare posti di lavoro, riformare la scuola che deve formare oltre che istruire, ma soprattutto incrementare la funzio ni di controllo, sia per la sicurezza che per la gestione della cosa pubblica.
    Ma il discorso si fa troppo lungo ed è universalmente conosciuto.

  6. annamaria scrive:

    Cara Semplice,vorrei aggiungere che in Sicilia si é creata una drammatica carenza di pubblici ministeri. Il recente tentativo di dare un bonus a chi vuole andare a lavorare nell’isola sembra non sia servito a nulla. I magistrati non hanno nessuna voglia di andare a lavorare in Sicilia
    Inoltre, le condizioni in cui si deve lavorare sono pessime. In vari uffici dell’isola praticamente non é più possibile svolgere il proprio lavoro. “Nelle zone in cui e’ forte il crimine organizzato si devono chiudere gli uffici perché’ ci sono troppo pochi pubblici ministeri”, Ultimamente si sono liberati 55 posti in Sicilia, ma per occuparli si sono presentati solo 4 candidati. Tre per Palermo e uno per la città di Catania , mentre per le altre città della Sicilia non si é fatto avanti nessuno.
    “É chiaro che agire contro la mafia ora diventerà’ un problema”, ha affermato il PM Antonio Ingroia di Palermo. Secondo Ingroia “alcuni anni fa il ministero ha introdotto varie riforme che hanno danneggiato gravemente i pubblici ministeri. I giovani non vogliono o non possono più venire in Sicilia. Anche i tagli alle risorse creano problemi quotidianamente, spesso non c’è nemmeno un fax o una fotocopiatrice”.
    La Sicilia né stata per decenni nella morsa della mafia.. Cosi come hai ricordato tu, i giudici istruttori sono stati assassinati dalla mafia. come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1992. Dopo gli arresti dei famigerati Riina , Provenzano e Lo Piccolo , la cupola della mafia siciliana é stata smantellata, ma il potere della mafia nell’isola non é stato affatto neutralizzato. Un pensiero a questi “EROI “ è d’obbligo da parte di tutti noi!
    Annamaria-Eldyna

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