Da un po’ di tempo a questa parte ricevo i commenti misteriosi di un “Pasquino” redivivo.
Sono romana e ben a conoscenza di chi è e che cosa ha rapresentato Pasquino, ma un altro romano, Giuliano, si è incuriosito, ha fatto una ricerca e ci spiega chi è questa statua parlante.
(dal film “Nell’anno del Signore”: Pasquino)
Avete mai visto una statua parlante? Immagino di sì…ma solo al cinema. Questa invece è una statua vera, in marmo e pietra. Si tratta del busto di Pasquino, nella piazzetta che porta il suo nome. Anticamente, nella Roma di Rugantino e dei Papi machiavellici, le cospirazioni partivano da qui. Bastava, infatti, appendere al collo della statua qualche lamentela in rima e il gioco era fatto: lo scritto diventava più famoso di una hit del momento. In pratica era l’inizio della satira quando ancora alla televisione non si pensava proprio.
Questa statua in parte tronca e spezzata, priva di gambe, di braccia e di naso, si trova, dal 1501, in un piccolo slargo alle spalle di piazza Navona.
Una delle ipotesi è che la scultura nella sua connotazione originaria sembra fosse una delle statue che costituivano la decorazione dello Stadio di Domiziano (ora Piazza Navona), dove, infatti, è stata rinvenuta durante i lavori di pavimentazione della zona a inizio ‘500. Quanto al personaggio raffigurato, alcuni sostengono che sia un gladiatore, altri Aiace, Marte, Menelao che sorregge Patroclo morente. Quest’ultima ipotesi è la più probabile perché è una scultura ripetuta dagli antichi e ispirata a un celebre avvenimento descritto nell’Iliade, quello della morte di Patroclo il cui cadavere è posto in salvo da Menelao.
Chi era Pasquino?
Il popolo romano, per la stragrande maggioranza analfabeta, non è stato certo l’autore materiale delle pasquinate, spesso scritte in latino o in versi poetici anche di raffinata fattura.
Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome di Pasquino: chi dice che fosse il nome di un maestro, chi di un sarto, chi di un fabbro, chi di un calzolaio. Non lo sapremo mai con certezza, ma in fondo poco importa. Pasquino è l’anima di Roma, lo spirito, il sale e l’aceto del popolo romano. Pasquino esisteva ancor prima di esistere come statua parlante: esisteva nell’arguzia, nell’ironia, nella satira, nello sfottò, del popolo romano.
Antesignano della libertà di stampa è la voce beffarda di questo popolo, la sua velenosa rivincita sulle angherie e sulle miserie cui il potere papalino lo costringe.
Pasquino rischia ma consapevole della propria impotenza e non volendo rassegnarsi a essa, usa la sola arma che. possiede: l’ironia, la beffa il ridicolo.
Della parola che punge, che ferisce, che ammonisce, che sghignazza, che diffama e dissacra, che calunnia, che mette in piazza i segreti, che ridicolizzano i potenti e i loro vizi. Insomma, Pasquino, per quattro secoli, è la “stampa d’opposizione” del papato.
Ma come mai nessun Papa ha mai osato eliminare Pasquino? Semplice: Pasquino è in simbiosi col potere temporale dei papi, è complementare l’uno all’altro: come potrebbe, un papa, disfarsi dell’emblema del popolo romano?A quanto è dato sapere uno ci provò: Adriano VI, il papa inglese, che non tollerava la voce critica di un informe tronco di marmo. Ordinò che la statua fosse gettata nel Tevere, polverizzata, distrutta. Uno dei suoi consiglieri lo distolse, per fortuna, da tale decisione dicendogli che se avesse annegato Pasquino, questi si sarebbero fatti sentire ancora più forte.
Perciò ci fu una tacita tolleranza; il popolo, sfogandosi in questo modo, tutto sommato innocuo, non ne avrebbe pensati altri più pericolosi.
La sorte di Pasquino è talmente legata al papato che quando Roma diventa “piemontese” tace.
Per sempre.
Quando i bersaglieri entrano a Porta Pia, Pasquino perde il suo antagonista: il Papa Re e ciò che dice dopo il 1870, non fa più storia.
I “Piemontèis né” non possono capire.
Le cronache riportano una sola pasquinata durante il ventennio fascista per la visita di Hitler alla città:
“Povera Roma mia de travertino!
T’hanno vestita tutta de cartone
pè fatte rimirà da ‘n’imbianchino…”
In un celebre sonetto di Trilussa, un cane, passando sotto la statua di Pasquino lo apostrofava:
Povero mutilato dar destino; come te sei ridotto!
E Pasquino rispondeva con la sua celebre arguzia, che, seppure ridotto, a un “corpo senza gambe e senza braccia”non aveva pronunciato l’ultima parola.
Dopo tanto tempo, dal sonetto di Trilussa, si può dire che Pasquino ha davvero mantenuto la parola:
guide turistiche, blog, siti Internet, giornali, libri, celebrano e preservano dal tempo la parola arguta della celebre statua parlante, ora comparsa anche nel blog Parliamone, un moderno Pasquino che non si sa chi sia.
Il sonetto di Trilussa:.
Povero mutilato dar destino;
come te sei ridotto!
diceva un cane che passava sotto
ar torso de Pasquino.
Te n’hanno date de sassate in faccia!
Hai perso l’occhi, er naso… e che te resta?
Un avanzo de testa
Su un torso senza gambe e senza braccia!
Nun te se vede che la bocca sola.
Con una smorfia quasi strafottente…
Pasquino borbottò: Segno evidente
Che nun ho detto l’urtima parola!
Di Statue parlanti, il cosiddetto “Congresso degli Arguti“, oltre a quella di Pasquino ce ne sono altre cinque sparse per il centro di Roma:
Marforio, (decora il cortile di Palazzo Nuovo, un’ala dei Musei Capitolini.)
Considerato la “spalla” di Pasquino, poiché in alcune delle satire le due statue dialogavano* fra loro: una faceva domande riguardo ai problemi sociali, alla politica, ecc.., e l’altra dava risposte argute, una sorta di botta e risposta su problemi sociali e politici.
Facchino, è una piccola fontana che rappresenta una figura maschile. Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse pasquinate, violente e spesso irriverenti satire indirizzate a colpire anche pesantemente e sempre in modo anonimo i personaggi pubblici più in vista a Roma.
Abate Luigi,
FUI DELL’ANTICA ROMA UN CITTADINO
ORA ABATE LUIGI OGNUN MI CHIAMA
CONQUISTAI CON MARFORIO E CON PASQUINO
NELLE SATIRE URBANE ETERNA FAMA
EBBI OFFESE, DISGRAZIE E SEPOLTURA
MA QUI VITA NOVELLA E ALFIN SICURA
Questo breve epitaffio si legge sulla base che sostiene l'”Abate Luigi”, in piazza Vidoni, non lontano da piazza Navona, sul muro sinistro della chiesa di S. Andrea della Valle.
Babuino, (cioè babbuino) è una figura distesa davanti alla chiesa di S. Attanasio dei Greci, nella centrale via del Babuino.
Funge da elemento decorativo per una fontana semplicissima, una volta usata per abbeverare i cavalli.
Fino a qualche anno fa il muro alle spalle del Babuino era perennemente coperto da graffiti, conseguenza dell’essere una “statua parlante”; oggi (ripulito il muro) sembra preferire la meditazione.
Madama Lucrezia, e l’unica femminile, si trova in un angolo di Palazzetto Venezia, in piazza San Marco. Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse pasquinate.
Il Belli nel 1832 dedicò loro un celebre sonetto:
Una casata
Cristoggesummaria, cc’antro accidente !
Sete una gran famijja de bbruttoni.
E nnun méttete in pena ch’io cojjoni ,
Perché pparleno tutti istessamente.
Dar gruggno de tu’ padre a li meloni,
Cuelli mosini , nun ce curre ggnente:
E ar vedé mmamma tua, strilla la ggente:
«Monaccallà, ssò ffatti li bbottoni ?»
Tu, senza naso, pari er Babbuino :
Tu’ fratello è er ritratto de Marforio ,
E cquell’antro è un po’ ppeggio dé Pasquino .
Tu e Mmadama Lugrezzia , a sti prodiggi,
V’amanca de fà cchirico Grigorio,
Pe mmette ar mucchio l’Abbate Luiggi .
Non credete che un Pasquino oggi avrebbe ben più problemi di quanti non ne abbia avuti nella Roma papalina?
Sono sicuro che Pasquino potrebbe essere stato anche uno del clero: cardinale, prete ecc. Magari contrario al sistema di governo a lui non favorevole.
Chiedo scusa se il mio commento non è trasmesso intero, infatti nel mio condominio c’è stata un’interruzione della corrente. “Statue di sale” che al primo temporale si dileguano, senza lasciare traccia , come alcuni, o tanti , nostri politici . Quindi meglio statue intelligenti, che uomini così!
Giusto , Pasquino, rimani statua, non trasformarti in uomo, ma conserva tutto il cervello e lo spirito ironico che ti distingue!!!!Tanti uomini si trasformano in statue per non prendere mai posizione, per non avere responsabilità e , spesso , per ipocrisia!
Signor Guglielmo ca. Io non l’ho con nessuno, forse mi sono spiegato male. Il Signor Pasquino è libero di scrivere quello che vuole. La mia, è una richiesta che viene da alcuni anni e, nulla a che fare con la satira del Signore che Lei cita. Per quanto riguarda la mia penna, credo che abbia incontrato sempre simpatia e apprezzamento di tante persone di Eldy. E, Mai, mi sono permesso di “offendere” qualcuno, ci mancherebbe. Basta andare a ritroso dei miei articoli, fra l’altro, tutti tesi a far conoscere la mia terra. Pertanto, se Qualcuno si è offeso per il mio breve commento, chiedo umilmente scusa .
Giulio Salvadori, ma perchè questa ostinazione come tanti alla identità di Pasquino, non vedo che problema le dia, che cosa cambia se viene a conoscenza del suo nome?. Pasquino usa una satira fatta con garbo, senza offese,rispetta tutti e tutto.Lei è un uomo che ama la democrazia, nei sui scritti la si nota questa tendenza, usi una penna delicata qualche volta,lei usa penne dure…e qualche volta le si è seccato l’inchiostro. Salvadori Giulio, una identità non cambia la (vita) a nessuno….e speciamente in Eldy,una risata fa bene al cuore e allo spirito. Giulio Salvadori la mia non è polemica, e non voglio polemica,è solo una considerazione, la saluto e buona giornata
Condivido il pensiero lasciato da Alba, Franco e Giulio, trovo inopportuna e fuori luogo questa satira, a volte sfottò, nei blog di Eldy da parte di utenti che non s’identificano. Questo comportamento allontana gli utenti a postare il loro commento, temendo di non poter avere un confronto chiaro e costruttivo con gli altri, come già successo a chi ha voluto lasciare un pensiero discordante.
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Trasformarmi in uomo signora Edis.Maria?
No grazie,mi troverei subito nelle numerose difficoltà che l’uomo vive nella società di oggi.
Guardi quante serciate ho ricevuto qui:er nicche,la maschera,la trasparenza e che so un delatore?
Uomo no grazie!
Ora mi portano a restaurare,colpa delle serciate ricevute,restyling lo chiamano oggi.
Ecco un’altra cosa che non mi piace tutti stì paroloni esteri qui nel paese di Dante : “De vulgari eloquentia” e “Convivio”.
Usate la lingua Italiana e la grande risorsa dei dialetti tutti dal Nord al Sud.
Prima a Roma comandava il Papa re,ora sento dire che è commissariata da Francia e Germania,hanno pure dettato l’agenda economica,ma il Cesare non si ribella?
Altre statue vicine dicheno che il Cesare é come un pugile suonato che non riesce nemmeno più a capire da dove arrivano i colpi ed attende solamente il suono della campana che segni la fine dell’incontro.
Di questo parlate altro che di nicche e nomi niscosti!
Uomo no grazie,gentile signora Edis.Maria.
Eccoli me son venuti a pija l’ommini del restauro una cosa le chiedo cara signora mi resti amica almeno lei.
Non intendo risollevare una mia -presa di posizione- riguardo ai Nik, o come cavolo si chiamano.Dall’inizio , e ormai è qualche anno che sono in Eldy, mi sono sempre firmato -Giulio Salvatori- il maledetto toscano. Non mi sono mai nascosto neanche quando ho usato la penna dura.Ognuno è libero di comportarsi come vuole, ma vi rendete conto di quanto è bella la -TRASPARENZA ? –
appunto allora risate a pioggia così si risparmia in farmacia ciao
Commenti abilitati ok ma perchè non dire chi è embe povero re e povero anche il cavallo o visto un re si be
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PATTI ITALIA – LIBIA
E’ pure Sirte, presa,
ora morto Gheddafi,
finisce pur l’attesa
per saper quanti scafi
di poveri migranti
hann’affondato. Quanti?
ACCORDInfami
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Caicco signor Muccioli,come la barca turca(kayik),ma mi chiami pure come vuole.
Il più vero, il più grande successo che ogni essere umano possa raggiungere su questa terra è il piacere di vivere, in armonia con se stesso ed in pace con il mondo intero.
Si tratta di una difficile conquista, e certamente di questi tempi c’è ben poco da stare allegri, lo sappiamo benissimo. Se però le dicessero che ridere protegge il cuore e allunga la vita, potrebbe bastare per fare uno sforzo e trovare almeno un motivo per fare una bella risata?
Ossequi a lei e tutto questo “simpatico e vario mondo di Eldy”.
Pasquino,ogni volta che lei fa qualche suo (verso)fatto con arguzia e anche mistero…non sapendo la sua verà identità rende ancara più curiose le sue battute. Pasquino… la satira fatta con garbo, e sana satira,continui appena può,a regalarci i suoi (versi),li aspetto con simpatia. La saluto.
Caro Cicco in Eldy nessuno è “altisonante” a meno che non ti riferissi a te e non è neppur necessario essere “morti” per essere tutti uguali.
Nessuno poi pensa lontanamente di abolire la satira , anzi ben venga, ma come dice giustamente Albe Morsilli (nome e cognome),la satira si deve fare “senza maschera” , senza i sotterfugi di una nik anonima. La satira “anonima” è scorretta ,vigliacca e controproducente.
Oddio, ho conquistato una statua e che statua!!! Ti ringrazio, ma se è possible trasformati in un uomo!! Non giudicatemi troppo sfacciata , vi prego!! E se scoprissimo , un giorno, che tutti i dialoghi erano monologhi? Un po’ di spirito, un po’ di allegria fa bene al cuore e alla mente!!!Grazie Pasquino
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Un grazie particolare alla signora
Edis punto Maria
Per la sua gentilezza
e simpatia.
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Ci sono personaggi “altisonanti” che reagiscono stizziti, vorrebbero solo pensieri forbiti non oltrepassando alcun limite, saltano di palo in frasca pur di dimostrare di avere ragione!
Mi sovviene la poesia: “A’ livella” del grande Totò che dovrebbe essere presa ad esempio. Da tutti!
Oggi la satira è in prognosi riservata, in coma farmacologico, tenuta in vita da pochi.
Benvenuto Pasquino!
L’articolo di Giuliano mi ha fatto andare in Wikipedia a leggere tutta la storia di pasquino e il ritrovamento della sua statua.
Oggi nel 2011 con i mezzi che abbiamo penso che il pasquino non serve piùsono i nostri blog dove siamo liberi di scrivere quello che pensiamoe con i nostri nomi e cognomi.
Inizialmente leggevo con piacere le pasquinate di quel signore che scrive in eldy ma con il tempo è bello che si toglie la maschera e si presenti a tutti
Non mi è mai piaciuto parlare dietro una grata
Il pregio della satira è il riuscire a strappare una risata anche su un argomento serio o tragico. Ecco perchè fin dalla’antica Grecia gli scrittori di satira erano apprezzati , o almeno tollerati,anche dai Potenti. La verità si può dire anche in modo ” piacevole” senza sollevare mugugni o risentimenti. Certo il nostro Pasquino.Eldy , non usa la ” metrica” perfetta , come dice Franco Muzzioli,ma la metrica ormai in poesia è solo più personale, come vediamo in quasi tutti i poeti che scrivono in Eldy.E dai!!!! qualche sorriso non guasta mai!!!!!!!
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Pasquino vedi? La cosa è naturale
anche una statua può incutere paura,
e ciò che dice la chiamano sciagura:
basta che dici che hanno agito male.
Al popolo interessano ‘ste cose,
se dette a modo e sol se son vere.
Chi è che ruba là, voglion sapere
…se non le dici tu….restano ascose.
Perciò continua ancora con le rime,
raccontaci le “storie ” dei potenti,
racconta, ci farai tutti contenti,
e rideremo in faccia a chi ci opprime.
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Dario Fo, Crozza, Saviano, i fratelli Guzzanti, Serena Dandini, Vergassola, e prima di loro Sordi, Montesano, Manfredi, Totò….
Non erano tutti “Pasquini” questi?
Ed i guitti della commedia dell’arte al seguito di saltimbanchi potevano permettersi di far ridere i potenti nelle loro stesse regge.
Le “pasquinate” hanno il pregio di portare a chiunque quelle notizie che forse rimarebbero riservate a pochi
e danno a tutti la possibilità di rispondere nel modo che è ad ognuno congeniale, per cui :
ben vengano le Pasquinate.
Ce n’è veramente bisogno.
rispettiamo il segreto,ma dai pasquino urgono le tue satire siano sempre piu pungenti………
Veltroni a parte…….in un contesto come Eldy c’è proprio bisogno di mascherarsi dietro il nome di una “vecchia statua” e menar sentenzine a volte graffianti ?
Non abbiamo pericolose dittature in Eldy …io ne sono la riprova ….dico sempre quello che penso …ma a differenza di “pasquino” ..firmo con il vero nome e cognome quello che scrivo.
I “pasquini” in tempo di pace e nell’ambito di un democratico consesso come questo, sono dei paviducci che danno la pacca e nascondono il dito.
E chi l’ha detto che “i piemontèis nè” non capiscono? Forse quelli del 1870. Ce ne fossero di “Pasquino” oggi, ma in tutta Italia ci vorrebbero, a ridicolizzare, con giusta ironia beffarda, le nefandezze da soprusi e vizi del potere.
Grazie Giuliano per questa interessante ricerca. Credo che la inserirò tra le mie opere d’arte, ne ha tutto il diritto. Ricordami che quando tornerò a Roma mi ci devi portare a vederle queste statue parlanti.
E adesso aspettiamo tutti l’oracolo di Eldy: il commento del Pasquino vivente.
grande Pasquino,quello de allora e pure quello de mo.A Pasqui’,faje vede’ chi sei,daje che famo tutti er tifo pe te,na vorta hai provato a spodesta’ er papa,si te riesce de spodesta’er cavaliere stavorta te fanno santo. Ciao pasqui’. Grandi grandi complimenti a Giuliano
po’ esse
perkè veltrone ce bazzica pure noi
Non sarà mica Veltroni ,questo nostro “pasquino” eldyano…che per dire qualcosa ha dovuto servirsi del romanesco e di una metrica un pò rabberciatina. Questi politici un pò demodè son capaci di tutto. Paola è rimasta basita!!!!!!!
E va bene. Azzardo una risposta alla domanda finale: avrebbe più problemi un Pasquino attuale di quanti ne abbia avuti il Pasquino papalino? Credo proprio di no. Prima di tutto non avrebbe bisogno di esprimere di soppiatto una richiesta o una denuncia. Non avrebbe neppure bisogno di nascondere la sua identità. Potrebbe collegarsi in rete o partecipare ai tanti programmi radio e tv. Insomma, vivrebbe una vita molto più comoda e agevole. E, se gli andasse bene, potrebbe anche diventare capo dello stato o presidente del consiglio.
La satira ha sempre permesso,senza incorrere in sanzioni, al popolo sottomesso di esprimersi contro i Potenti, e ai Potenti di conoscere il parere del popolo senza usare repressioni.Non conoscevo del tutto la storia di Pasquino se non mi avesse sollecitato il Pasquino-Eldy con le sue satire puntuali , giuste ed esilaranti. Veramente ironico, pronto in ogni situazione a dare un parere scaltro ed efficace. Ti prego, Paola, non rivelare chi sia , tra di noi, colui che , nei tempi passati,, dava voce ad ogni cittadino scontento ed aveva solo questa possibilità di protesta.Era questa la vera ” FAMA” del personaggio, che , dopo più di un secolo , è ancora amato e ricordato come colui che dava sfogo ai soprusi.Voglio ricordarlo come un personaggio speciale, quasi fatato. Ho paura , però, che sia egli stesso a voler rivelarsi!!!!
Lieta: acqua, acqua, acquazzone, non ti immagini nemmeno… chi sia
quando l’ho saputo sono rimasta basita…
ma sssssss… segreto…
sto pasquino forse giuliano, scherzone ne inventa de tutti colori dietro il suo savoir faire, ahahahah ciao