Due botti. Due spari? Forse ragazzi che giocano con i petardi?

Esco coi cani. Ancora due botti. Avranno paura i miei compagni? No, andiamo.

Cento metri e siamo in campagna, il canale di fianco alla stradina scorre silenzioso portando acqua ai campi.

Le edere hanno mantenuto il loro posto intorno ai tronchi di robinia, avanzano i rovi e un caprifoglio comincia a spandere il suo profumo.

Quanti fiori selvaggi dai nomi a me sconosciuti, conosco solo i colori: giallo, turchese, bianco, rosso e il verde del mais che ogni due giorni raddoppia in altezza.

Due botti ancora. Sarà che stanno macellando mucche e maiali?

Illy, uno dei due cani, finalmente liberi dal guinzaglio, al rumore degli spari si ferma e torna a casa.

L’altro, giovane e con qualche gene da caccia, corre contento a tuffarsi in acqua. Andiamo verso le cascine, le mucche sono tutte nelle stalle e i botti, a coppie, continuano.

Poi incontro uno dei miei vicini di casa con i suoi cani.

Mi dice di aver incontrato Illy lungo la strada. Rispondo che sa dove andare, ha avuto paura degli spari.

Così mi informa che sono le guardie venatorie del corpo forestale della provincia che sparano ai piccioni che invadono le zone intorno alle stalle sino a spingervisi dentro, portando malattie alle mucche.

Azione preventiva per il bene della salute pubblica.

Stamattina girando in campagna ogni tanto ho incontrato ciuffi di piume. Le carcasse dei piccioni abbattuti no. Di sicuro altri animali hanno approfittato dell’improvvisa abbondanza di cibo.

Non gli scoiattoli o le anatre. Di sicuro il banchetto l’han fatto le cornacchie e le pantegane.

Come mai mi chiedo così tanti piccioni e colombacci? Abbondanza di cibo prima di tutto, poi la progressiva diminuzione della presenza dell’uomo sostituito dalle innocue macchine.

Eppure colombi e piccioni sono stati portatori di buone notizie: Mosè sull’arca lesse la fine del diluvio nel becco di un piccione; uccelli annunciarono a Colombo la vicinanza della terra. Anche la nascita di Roma è legata ad un volo di uccelli.

Oggi ci danno fastidio, sono un pericolo, tranne raccoglierne il guano in isole lontane per ricavarne profumi.

A ognuno le proprie considerazioni, lasciatemi un commento se trovate somiglianze con il vostro quotidiano vivere.

Ricordate sui muri “W VERDI” significava “W Vittorio Emanuele Re D’Italia”. Manzoni scrisse i Promessi Sposi indietro nel tempo di qualche secolo per non subire la censura austriaca.

 

 

P.S. : oggi insieme ai piccioni sono volati via anche gli uccelli insettivori, mosche e zanzare ci han preso d’assalto.

 

Popof                                  26maggio2009

 

 

 

2 Commenti a “BUM BUM BUM (scritto da Popof e inserito nel blog da Semplice)”

  1. lorenzo.RM scrive:

    Un chiaro e bel pezzo di letteratura. Se c’era qualche allegoria non l’ho vista di primo acchitto. Non è evidente come invece la vede paolacon, a meno che non si voglia ritenere che nell’articolo ci sia un tacito invito ad un ritorno alla natura. Pensa come sarebbero felici i sottosviluppati di tutto il mondo.

  2. paolacon scrive:

    buona quest’allegoria Popof, anche troppo chiara; chissà se poi un giorno non ci finiremo noi a fare i “piccioni”

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