Torniamo ad un soggetto che mi sta a cuore, accogliendo l’invito ad ampliare e collegare tra loro gli argomenti trattati.
Dunque: destino o caso? Messaggio in bottiglia o strada tracciata?

Una amica eldyana di vecchia data, Emma-Brescianella, mi ha suggerito di leggere un interessante articolo  sulla smart-serendipity applicata ad internet.

Ma di che si tratta innanzi tutto?

Intanto chiariamo il significato della parola “serendipity”: che vuol dire?
Tradotto in italiano con serendipità, significa: “il trovare una cosa non cercata e imprevista, mentre se ne cerca un’altra”. Come dire il caso, una piacevole sorpresa, il piacere di trovare qualcosa senza averlo cercato. Un ricercatore biomedico americano definisce la serendipity: “cercare un ago nel pagliaio e trovare la figlia del fattore”

Da dove viene questa strana parola?

Deve l’origine ad una fiaba persiana del secolo quindicesimo… ripresa poi dallo scrittore inglese del 1700, Horace Walpole, che creò il neologismo.

In questa fiaba si racconta di tre principi di Serendip (l’antica Ceylon, attualmente Sri Lanka) obbligati dal padre ad un lungo viaggio di conoscenza in giro per il mondo. Ed i tre principi, per caso o per accortezza, scoprirono continuamente cose che non stavano cercando e che si rivelarono estremamente positive per loro.

Ecco il concetto base della serendipità, che è dovuta al caso certamente, ma ci vuole lo spirito acuto dell’osservatore, a saper poi utilizzare quello che ha trovato, a riconoscerne la funzionalità.

La scoperta dell’America è un eclatante caso di serendipità: cercando le Indie attraverso una via più breve, per risparmiare lunghi viaggi, da buon genovese, Cristoforo Colombo trovò ben altro.

Fleming

 Ma sono davvero tante le scoperte scientifiche dovute ad un caso di serendipity, come sono  anche tanti  gli osservatori passati accanto a fenomeni  di fondamentale importanza senza comprenderne il signficato o saperne rilevare il calibro.

Anche la “scoperta” della penicillina da parte di Fleming è serendipità e chi non ricorda la famosa mela che cadde sulla testa di Newton, facendogli enunciare la legge sulla gravità universale?

Se è pur vero ciò che suggeriva Pasteur e cioè che: la sorte favorisce le menti preparate, si devono alla serendipità importanti scoperte scientifiche come: i raggi X, l’insulina, il web, il teflon, i neuroni specchio… il forno a microonde e molte altre (a voi di approfondire se vi va)

La serendipity attualmente è un’attitudine della ricerca sempre più praticata con consapevolezza.

Ed ora passiamo al nostro cercare sul web. Chi di noi, mentre cercava “qualcosa”, non ha poi incontrato “qualcos’altro” magari molto più interessante? Parlando con i nostri amici Eldyani spesso si discute proprio di questo.

Per la sua stessa  natura Internet si presta molto e la Rete è un grande motore di serendipità. “Gli intrecci connettivi, la possibilità di esplorare gli ipertesti, i rimandi dei link, gli indirizzi specifici e le curiosità aggiunte, aumentano la possibilità di scoperte e conoscenze nuove”. E così, cercando a caso, per una curiosa “congiunzione astrale” troviamo proprio quello che si stava cercando.

Ma “la personalizzazione progressiva dei servizi, da Google a Facebook, rischia di farci chiudere in una “bolla” di relazioni e curiosità abituali, che ci impedisce di scoprire punti di vista nuovi e inattesi”. E chi conosce i social network sa che questo è un rischio reale.  Ci si può facilmente isolare.

Un’alternativa innovativa potrebbe essere, come si legge sull’articolo di giornale suggeritomi, proprio CircleMe che ci potrebbe aiutare  a scoprire nuove persone che condividano i nostri stessi interessi. CircleMe è una piattaforma che permette di tener traccia di quello che ci appassiona, (i like) di condividerlo con altri, e di scoprirne di nuovi.

Facendo… “cultura insieme. Aiutando la fortuna a farci trovare suggerimenti inattesi, seguendo un percorso intelligente” da cui: smartserendipity o serendipità-intelligente.

Si trovano nuove informazioni, non solo in base ai suggerimenti della rete di persone di cui ci si fida, ma anche scoprendo nuove persone, con le quali potenzialmente sviluppare una relazione, perché gradiscono gli stessi libri, film, luoghi e pagine web. «Si tratta di fare cultura insieme. Aiutando la fortuna a farci trovare suggerimenti inattesi, seguendo un percorso intelligente».

La smart-serendipity è forse un concetto nuovo. Ma serve a ritrovare lo spirito originario della Rete. (pca)

15 Commenti a “SMART-SERENDIPITY la serendipità-intelligente nel Web”

  1. giulian.rm scrive:

    Nella biblioteca del mio quartiere lo scaffale delle novità è sempre rifornito di tutti i bestseller ma non mi attirano molto quei titoloni. Così spesso qualche scoperta la faccio per serendipità, vagando tra gli scaffali a vista.

  2. franco muzzioli scrive:

    Molto interessante il “Sè universale” , non lo avevo mai sentito e mi sono ovviamente andato a documentare. Il “soffio vitale”(sanscirto) mi piace persino più del Dio monoteista, lo trovo più attinente e vicino a tutte le cose.
    Intanto ringrazio Spitz ,che ha colto il senso di questo blog…”fare cultura”!
    Mi intriga invece il “pilotare” i nostri desideri verso la realizzazione ,anche perchè personalmente mi è capitato svariate volte che questo sia accaduto. Sarà stata una fortunata coincidenza, sarà stata una fantastica illusione, ma vi garantisco che qualcosa di imprevedibile ,forse irrazionale, ma nato in maniera assolutamente fortuita mi è successo.

  3. Spielman von Zuhoerer scrive:

    Signor Lorenzo prima bisognerebbe stabilire se… esiste il colpo di fulmine.
    Come l’araba fenice…che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa… scusate la citazione…non so se sia corretta!

    Se il “serendipity”, signor Franco potesse essere pilotato, non sarebbe più “serendipity” non le pare?
    Per il desiderio le posso rispondere così:
    Ogni desiderio è una preghiera al Sé universale, ma ci sono altri fattori che determinano se il suo desiderio si realizzerà, o no non è così semplice come si possa pensare.
    Lei potrebbe desiderare di non avere pioggia in un giorno importante, ma un altro potrebbe desiderare di avere una pioggia torrenziale in quel giorno in modo che egli possa evitare di annaffiare le sue piante. Non siamo soli nell’universo e il Sé universale deve tener conto dei desideri di tutte le persone.
    Una buona serata a tutti.
    Spitz

  4. paolacon scrive:

    Io vi rispondo a tutti e due, Lorenzo e Franco e la risposta per me è NO:
    Ma allora che Casualità sarebbe se fosse una Serendipity pilotata?

  5. franco muzzioli scrive:

    Bella domanda Lorenzo…..io credo di sì.
    E volevo chiedere a Spitz, che vedo preparatissimo……non è che il forte desiderio che una cosa accada sia tale che poi questa avvenga davvero?
    Il “serendipity” può essere “pilotato”?

  6. Lorenzo.rm scrive:

    Mi domando: anche il colpo di fulmine può essere considerato un caso fortunato di “serenddipity?

  7. Spielman von Zuhoerer scrive:

    Gentilissima signora Paola, ha fatto bene a precisare che le scoperte scientifiche-serendipity sono tutto fuorché casuali: molti hanno veduto cadere delle mele per terra, ma solo Newton ha scoperto la legge di gravità. Queste scoperte ben poco hanno a che vedere con la casualità caso perché la fortuna favorisce solo una mente preparata.
    Questo può essere associato alla serendipità:
    Leggendo degli articoletti. Niente di eccezionale o difficile. Ma mi sono piaciuti, anche perché li ho subito associati l’un l’altro. Uno s’intitola “divertimento” ( D. Galateria, in Venerdì di Repubblica). Si cita Pascal per il quale divertirsi significa “di – vergere”, distrarsi nel senso di volgere lo sguardo altrove. Se fissiamo il nostro pensiero sulla condizione umana mortale e non accettata, senza reagire, si rischia di cadere nella depressione. Quindi si devono “attraversare mari, innamorarsi, ballare … “ Anche un re, se non si diverte, è infelice. Nel ‘600 Madame de Langueville si annoia: “Che volete, sospira, non mi piacciono i libri, i ricami, le passeggiate; sono divertimenti troppo … innocenti”
    “Divertimento” è anche il titolo di un citato romanzo di Cortezar. Parla di artisti denominatisi “vivi come puoi”, che in un appartamento a Buenos Aires” si dedicano a una brillante conversazione ricca di giochi di parole”

    L’altro è un breve intervento di U. Galimberti sul modo di vivere le varie fasce di età. Il filosofo è ormai 65enne. Dice che inoltrandosi nella mezz’ età si viene colti da un sottile senso di noia. Si scopre che ogni cosa non è altro se non un’altra formulazione di qualcosa già vista o già sentita. Ci si disaffeziona al tempo, a tal punto che non se ne rimpiange troppo la fine. Ci si accorge che la propria saggezza consiste in esperienze personali, intrasmissibili ai giovani che devono farsene di proprie. Casomai chiedono di essere ascoltati con attenzione.
    Si finisce per ritirarsi nella propria interiorità, in un mondo percepito sempre più uniforme. Infine comprendi che il mondo è stato solo una tua personale visone e interpretazione, e non sei mai uscito dal tuo io. Ma sei ancora pieno di curiosità. Quindi, esci da te stesso e prova a scoprire i mondi altrui che prima non ti destavano curiosità.
    L’amore, che ora non ha altri scopi se non di essere vissuto per se stesso, potrebbe salvarti. E poi, affrettati a scoprire quello che sei , e sei stato , veramente, al di là di ciò che hai effettivamente compiuto, e di come sei apparso agli altri, nel bene e nel male.
    Gli amori giovanili sono ormai un ricordo. Bruciano senza concederci di conoscere alcunché.

    Un amore, un qualsiasi amore, anche effimero, può essere , se non “stato nascente” un elemento di rottura con l’usuale e d’ampliamento di angusti orizzonti. Un’amicizia fondata sulla scambio confidenziale reca conforto e sostegno,; una conversazione capace di rinnovarsi creando sempre sorpresa, solleva dalla palude delle trite parole ripetute.

    Sono sovente eventi fortunati elargiti dalla sorte, a volte fortuiti, per serendipità.

  8. edis.maria scrive:

    Cercando notizie sull’argomento in questione ho scoperto una realtà che non conoscevo proprio nella mia città.

    SERENDIPITY
    [pubblicato il 7.12.2006]
    Serendipity è una parola inglese che indica la fortuna che arriva inaspettata; il termine Serendipity fu coniato da Horace Walpole nel 1754 sulla base di una leggenda intitolata “I Tre Principi del Serendip”, l’antico nome dello Sri Lanka. Walpole scriveva: “Quando le loro Altezze viaggiavano scoprivano continuamente per caso o per sagagia, cose che non stavano assolutamente cercando”. (fonte inserto “Tutto Scienze” de La Stampa anni ’90). Altri significati: la felice casualità; il dono di trovare cose “belle e buone” anche senza averle mai cercate e la capacità di trasformare in “belle e buone” le cose che non lo sono; chi o che cosa fa scoprire cose che non si stavano cercando, fa sì che le cose vadano a posto, insegna ad amare e ad accettare la vita. Se verrete a trovarci in ludoteca vi racconteremo la “nostra” favola “I Tre Principi di Serendipity”.
    La ludoteca Serendipity è situata sul territorio della Circoscrizione 2 (Mirafiori Nord – Santa Rita) ed offre i suoi percorsi a tutte le scuole della Città di Torino e di fuori Torino che ne facciano richiesta. L’attività sarà svolta al mattino in quanto al pomeriggio la ludoteca è aperta all’utenza libera.
    All’interno della struttura si trovano spazi attrezzati per il gioco libero e organizzato, dove ogni bambino può soddisfare le sue esigenze di gioco, consolidando vecchie amicizie o scoprendone di nuove. Inoltre si offre all’insegnante la possibilità di osservare i suoi alunni in un ambiente inconsueto che offre stimoli ed opportunità diverse e non sempre proponibili e disponibili nell’ambiente scolastico. Le insegnanti che lo richiedano, sia che appartengano a scuole della città o di altre località, potranno usufruire di “Una giornata di gioco”; saranno a loro disposizione sia i locali interni sia il giardino attrezzato, per organizzare il pranzo al sacco

  9. Ivanhoe del fiume scrive:

    Commenti abilitati
    Interessantissimo l’articolo, stimolatore… di neuroni.
    Oserei dire : ummmmmmmmmmm libidinoso! è come cercare una donna e … trovare l’amore. Al di la della battuta, nella serendipità, a mio parere, giocano molteplici fattori, semplici, elementari, ma …carichi di fortuita genialità.
    COLLAGE ON LINE: Serendipity (Lab according us)
    Ambiente sociocognitivo dove interagiscono menti non solo molto preparate ma anche un pò avventurose, capaci di cimentarsi con ciò che è inedito, che vogliono pensare e fare qualcosa di completamente diverso da quello che si fa da altre parti o che loro stesse erano abituate a pensare e a fare nel corso di esperienze precedenti.
    —————
    Serendipity (T.Merton Socologo)
    Il modello della serendipity nella ricerca scientifica consiste nell’osservazione di un dato imprevisto, anomalo e strategico che fornisce occasione allo sviluppo di una nuova teoria o all’ampliamento di una teoria già esistente.
    Prima di tutto, il dato è imprevisto. Una ricerca diretta alla verifica di una ipotesi dà luogo ad un sottoprodotto fortuito.
    ————
    Gli psicologi associazionisti si caratterizzano in quanto nel loro metodo pongono l’accento sui fenomeni psichici più semplici e controllabili, da cui i più complessi vengono fatti derivare per combinazione e per associazione.
    La teoria sulla creatività di Mednick (1962),
    Per Mednick, proprio nella capacità associativa delle idee risiederebbe la caratteristica del pensiero creativo.
    Secondo questa ottica vi sono tre situazioni che favoriscono l’insorgere del pensiero creativo:
    – Serendipity: è una modalità nella quale le combinazioni avvengono in modo fortuito, è la presenza casuale in un ambiente di stimoli appropriati ad evocare nuove associazioni: “così due idee che non hanno legami possono essere messe inseme.
    – Somiglianza: è quando due elementi evocano delle similarità nelle loro proprietà e negli ‘stimoli che generano.
    – Mediazione: degli elementi lontani tra loro sono avvicinati da uno o più elementi intermedi: “per esempio puoi mettere insieme le idee X e Z, che di solito non avrebbero nulla in comune, per mezzo dell’idea Y che è associata ad ognuna delle altre due.
    ——————
    Basta dare la definizione del termine che subito si capisce come la Rete, per sua natura, sia un ambiente perfetto perchè l’effetto Serendipity si manifesti, tanto da esserne diventato una peculiarità.
    Serendipity cosa c’entra coi brand?
    Un consumatore apre il suo motore di ricerca ed immette il nome del prodotto che è interessato ad acquistare o più semplicemente, non avendo ancora le idee chiare, la categoria di prodotto cui è interessato.
    Cosa gli apparirà tra i risultati? Il consumatore non lo sa ma in base alle soluzioni presentate e all’ordine in cui gli compariranno nella SERP del motore di ricerca, effettuerà la sua scelta ed inizierà un percorso casuale attraverso i link che collegano i nodi della Rete.
    La Rete è disordine: l’ingente mole di informazioni pubblicata online, quotidianamente in aggiornamento, scoraggia qualsiasi tentativo di organizzazione e permette al Web di mantenere la sua natura incontrollabile.
    L’effetto Serendipity può essere innescato da una ricerca dell’utente, le informazioni trovate arrivano da un numero esponenzialmente più alto di persone e soprattutto sono rintracciabili per link, collegamenti che permettono di approfondire l’argomento.
    La Serendipity è un’opportunità.
    I marketers devono essere consapevoli di queste continue mutevoli alternative che si presentano all’utente e cercare, per quanto possibile, di gestirle (controllarle è impossibile e soprattutto controproducente).
    La Serendipty offre quindi alle marche, inaspettatamente da quanto i marketers più retrogradi possono pensare, un’incredibile opportunità di crescita.
    —————–
    Mark Zuckerberg, Person of the year 2010 del TIME (26 anni creatore di facebook)
    DIGITAL SERENDIPITY
    Uno dei passaggi piu’ interessanti dell’intervista a MZ riguarda la sua visione delle Serendipity (def. ‘trovare in modo inatteso anche se non fortuito ciò che non si sta cercando, ma che spesso si rivela essere molto importante’).
    MZ dice: ‘e’ bello trovarsi in un ristorante di una citta’ che non e’ la nostra e incontrare per caso qualcuno che conosciamo’ . Questo naturalmente accade molto raramente ma quando accade e’ quasi un evento magico, proprio perche’ molto raro. Il fatto e’ che noi perdiamo il 99% di queste occasioni. Pensiamo ad esempio a quante volte siamo in un ristorante e la persona che conosciamo siede magari ad un tavolo in un’altra stanza, oppure se n’e’ andato via 10 minuti prima, oppure ha scelto proprio il ristorante accanto
    ——————
    Serendipity in Bratislava:
    A volte chi cerca trova. Altre volte puo’ anche capitare che chi non cerca trova lo stesso. Dopo due giorni a Bratislava ho imparato due cose fondamentali: mai voltare le spalle alla vita. Ogni lasciato e’ perso, e cio’ che si perde lungo la strada quasi mai si ritrova sulla stessa strada. Tutti i viaggi che ho fatto in passato mi hanno un po’ cambiato. Siamo appena alla terza tappa (Monaco, Budapest, Bratislava) di questo viaggio InterRail in giro per l’Europa. In una settimana ci e’ successo di tutto, le cose piu’ belle quasi sempre le piu’ inaspettate. Bratislava mi ha insegnato che nella vita ci vuole sempre un pizzico di serendipity.
    ——————
    Una vita senza ricerca non è degna d’essere vissuta” diceva Socrate. Ma la bellezza sta nel fatto che ciò che si cerca è perlopiù ignoto. E quando scopri qualcosa di incredibile che non avevi immaginato né calcolato sul tuo percorso, c’è quella vocina dentro che ti dice, complice, “Hai visto? Non me la sono fatta scappare”. È il sentimento comune di chi vive la propria vita con presenza, che coglie le possibilità infinite e meravigliose che ci sono offerte senza accecarsi su se stesso o su un obiettivo opaco.
    PFM Serendipity – 07 La Quiete Che Verrà
    http://youtu.be/IYlbBvzSDGU
    L’uomo del possibile pensa che la realtà presente non sia la sola, ne cerca un’altra.

  10. alfred-sandro.ge scrive:

    serendipity…….
    lo si può applicare anche alle persone?
    Una persona conosciuta in un contesto nel quale difficilmente ti saresti trovato.
    Un caso fortuito……..
    ho scoperto l’esistenza di un cugino perchè ha scordato la tessera sanitaria in farmacia e la farmacista la voleva restituire a me avendo visto lo stesso cognome.

  11. francesca (franci) scrive:

    Io che sono un’inguaribile romantica, avrei abbinato il termine “serendipity” esclusivamente al bellissimo film dall’omonimo titolo che ho visto una decina d’anni fa, credo, e che mi ha emozionato fino alle lacrime. Come si suol dire, “quando l’amore diventa magia” e io aggiungo, quasi al limite del miracoloso. Un evento di fortuna inaspettata è la serendipità, e come diceva Comroe: “serendipità è come cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino”.

  12. paolacon scrive:

    Faccio cadere un’altra “mela”, amplio e riporto qui il riassunto della “storia dei tre principi di Serendippo”

    Riassunto della novella dei “Tre principi di Serendippo”
    Fu anticamente nelle parti orientali, nel paese di Serendippo, un grande e potente re, nominato Giaffer, il quale ritrovandosi tre figliuoli maschi, coltissimi perché educati dai più grandi saggi del tempo, ma privi però di un’esperienza altrettanto importante di vita vissuta, decise, per provare, oltre alla loro saggezza, anche le loro attitudini pratiche, di cacciarli dal regno: “Deliberò, per farli compiutamente perfetti, che andassero a vedere del mondo, per apparare da diversi costumi e maniere di molte nationi con l’esperienza quello che colla lettione de’ libri, e disciplina de’ precettori s’erano di già fatti padroni”.
    Durante il loro viaggio i tre fanno diverse scoperte, grazie al caso e alla loro sagacia, di cose che non stavano cercando.
    Da poco giunti nel Paese di Bahrām, “potente imperadore”, i principi si imbattono in un cammelliere, disperato perché ha perduto il proprio animale. I tre pur non avendolo visto, dicono al poveretto di averlo incontrato “nel cammino, buon pezzo a dietro”. Per assicurare il cammelliere gli forniscono tre elementi: il cammello perduto è cieco da un occhio, “gli manca uno dente in bocca” ed è zoppo. Il buon uomo, ripercorre a ritroso la strada ma non riesce a ritrovare l’animale.
    Il giorno seguente, ritornato sui suoi passi, incontra di nuovo i tre giovani e li accusa di averlo ingannato. Per dimostrare di non aver mentito i tre principi aggiungono altri tre elementi.
    Dicono: il cammello aveva una soma, carica da un lato di miele e dall’altro di burro, portava una donna, e questa era incinta. Di fronte a questi particolari, il cammelliere dà per certo che i tre abbiano incontrato il suo animale ma, vista la ricerca infruttuosa, li accusa di avergli rubato il cammello.
    I nobili singalesi, imprigionati nelle segrete dell’imperatore Bahrām, affermano di aver inventato tutto per burlarsi del cammelliere ma le apparenze li inchiodano e sono così condannati a morte perché ladri. Fortunatamente un altro cammelliere, trovato il cammello e avendolo riconosciuto, lo riconduce al legittimo proprietario. Dimostrata in tal modo la propria innocenza, i tre vengono liberati non senza una adeguata spiegazione di come abbiano fatto a descrivere l’animale, senza averlo mai visto.
    I tre rivelano che ciascun particolare del cammello è stato immaginato, grazie alla capacità di osservazione e alla sagacia. Che fosse cieco da un occhio era dimostrato dal fatto che, pur essendo l’erba migliore da un lato della strada, era stata brucata quella del lato opposto, quello che poteva essere visto dall’unico occhio buono dell’animale. Che fosse privo di un dente lo dimostrava l’erba mal tagliata che si poteva osservare lungo la via. Che fosse zoppo, poi, lo svelavano senza ombra di dubbio le impronte lasciate dall’animale sulla sabbia. Sulla spiegazione del carico i tre dissero di aver dedotto che il cammello portasse da un lato miele e dall’altro burro perché lungo la strada da una parte si accalcavano le formiche (amanti del grasso) e dall’altro le mosche (amanti del miele); aveva sul dorso una donna perché in una sosta il passeggero si era fermato ai lati della strada a urinare, e questa urina era stata odorata da uno dei principi per curiosità, venendo egli “assalito da una concupiscenza carnale” che può venire solo da urine di donna, aveva dedotto che il passeggero doveva essere di sesso femminile. Infine la donna doveva essere gravida, perché poco innanzi alle orme dei piedi c’erano quelle delle mani, usate dalla donna per rialzarsi a fatica visto “il carico del corpo”.
    Le spiegazioni dei tre principi stupiscono a tal punto Bahrām, che decide di fare dei tre giovani sconosciuti i propri consiglieri. I tre principi in incognito offrono così i loro servigi all’imperatore, salvandogli anche la vita, risolvendo situazioni difficili o prevedendo il futuro.
    Queste, quindi, furono le circostanze immediate dell’invenzione della parola serendipity: un episodio della storia di tre principi di Serendip in cui essi mostravano la loro capacità di osservazione e trovavano alcuni indizi che non stavano cercando.

  13. franco muzzioli scrive:

    Non conoscevo il termine “serendipity” cone “filosofia del trovare” ,credevo fosse solo il titolo di un film visto recentemente su Sky.
    Il Web è un mare dove vai per cercare una cosa e come novello Colombo trovi mille Americhe.
    Ci sono tanti blog come il citato CircleMe….vedi Giornalettisno o AgoraVox e tanti altri più specifici ….c’è l’imbarazzo della scelta.
    Ma con un pò di polemica (che mi contraddistingue e che penso non sia mai sterile) credo che il nostro piccolo lago , questo salotto buono di Eldy ,possa essere fuorviero di tante possibilità di “serendipity”.
    La redattrice posta un articolo e di quel tema si parla, se però questo blog non lo si considera come un aula di 3° media ,dove se vai fuori tema prendi un’insufficenza , ma un salotto dove si parla liberamente e dove appunto discorrendo (con ragionamenti ponderati e scritti) , si possono trovare altre argomentazioni e la possibilità di apprendere , conoscere e dissertare su tante cose….possono nascere tante idee nuove.
    Vorrei dire che le “chat” sono un’altra cosa, la scrittura (domanda-risposta) è immediata , fatta spesso di soli saluti o piccole frasi di convivenza minima o di vita giornaliera(ha un’altra funzione ed un suo preciso scopo sociale).
    La mela che cade e fa nascere la teoria della gravitazione universale (Newton mi scusi per l’eccesso di paragone), può benissimo essere confrontata ad una idea , ad una frase, ad un concetto espresso in un conciliabolo salottiero.
    L’idea…il caso fortunato …questa “serendipità” può nascondersi dietro l’angolo o anche solo nelle amene chiacchiere di un blog per anziani …..e come dice Angelo…..basta saper cogliere l’occasione per afferrarla.

  14. ANGELOM scrive:

    Il significato di questa parola “smart serendipity”, più comunemente letta come “mutamento” ci porta al senso della sorpresa. Quante volte cerchiamo un oggetto e inaspettatamente, magari in fondo in un cassetto ne troviamo un altro, considerato ormai perduto. Questo può accadere anche a noi frequentatori del web, magari cliccando in un determinato momento, specie quando il programma si è chiuso inaspettatamente: e.mail, testi, immagini sono stipati come dati nella memoria del computer. Molte volte si fanno scoperte inaspettate. che si sono affidate al caso per comunicare con estranei. Il limite tra l’errore, lo sbaglio e il colpo di genio è la soglia da cui farsi ispirare. Questo mutamento inaspettato può avvenire in ogni campo, culturale, artistico, tecnico, scientifico, ecc., bisogna saper cogliere l’occasione per afferrarlo.

  15. Lorenzo.rm scrive:

    Ma davvero bello questo articolo. Piacevolissimo. Anche nel suo caso si può dire che trattasi di “serendipity”.

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE