Marc Chagall, il cui vero nome era Moïshe Zakharovich Shagalov, nacque a Liosno, nell’odierna Bielorussia, il 7 Luglio 1887, primo di sette figli, in una famiglia ebraica, molto unita.
Dal 1906 al 1908 studia pittura a Vitebsk, poi alla Scuola delle Belle Arti di Pietroburgo.
Per vivere a Pietroburgo, gli ebrei dovevano essere muniti di un permesso di soggiorno e Chagall, per mantenersi, era costretto a lavori di ogni genere, finendo perfino in prigione.
Nel 1910, grazie ad un viaggio finanziato da un mecenate, si trasferisce a Parigi, dove conosce nuove correnti pittoriche e di pensiero, interessandosi particolarmente al Fauvismo e al Cubismo. Negli ambienti artistici d’avanguardia frequenta pittori ed intellettuali, tra gli altri Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Cardas e Léger.
Lo stile di Chagall è già indirizzato alla scomposizione delle immagini, realizzata in chiave onirica e fantastica, tenendo conto degli insegnamenti del fauvismo e del cubismo.
Nel 1915 Chagall ritorna in Russia e si sposa.
Negli anni della guerra rappresenta la dura cronaca del presente trasfigurandola in un sogno, sovrapponendo fantasie popolari, violinisti solitari e figure volanti.
In patria la sua arte è molto apprezzata, tanto che ottiene l’incarico di realizzare le decorazioni per il Teatro Ebraico Statale “Kamerny”, ma presto il suo dissenso con il comunismo lo porterà a Berlino, per proseguire l’anno dopo per Parigi.
Tra i soggetti più ricorrenti nei quadri di Chagall figurano il mondo della nascita, le nozze nel villaggio, la vita dei contadini, i rabbini e le feste ebraiche, usando colori intensi e cupi, per creare atmosfere inquietanti.
A Parigi Chagall rientra nel giro degli artisti e lavorerà intensamente, allestendo diverse mostre. Nel frattempo, il nazismo prende il potere in Germania e tutte le opere di Chagall vengono confiscate.
Nel 1941 accoglie l’invito del Museo d’Arte Moderna di New York e parte per l’America.
La morte della moglie nel 1944 sconvolge Chagall che abbandonerà i pennelli per molti mesi.
Al termine della guerra ritornerà a Parigi. Nel 962 disegnerà le vetrate per la sinagoga dello Hassadah Medical Center di Gerusalemme e nel 1964 una grande vetrata a New York.
Riceverà molti premi e riconoscimenti per la sua arte.
La sua opera, intrisa di spiritualismo che rivela una matrice insieme russa ed ebraica, costituisce l’espressione visiva di un ricchissimo mondo interiore, un fantasmagorico universo di emozioni, un caleidoscopio d’immagini reali e fantastiche.
Il suo linguaggio, atemporale, eterno come l’animo dell’uomo e la poesia dello spirito, riesce, più di ogni altro, a raccontare i sogni e a dare un volto alla speranza.
L’artista sembra porsi come osservatore del mondo, d’un mondo riccamente colorato, visto attraverso delle vetrate.
Egli riesce ad esprimere i suoi sentimenti con colori vivissimi e pieni di leggerezza.
Chagall morirà il 28 Marzo 1985 a Saint Paul de Vence.
giovanna 3.rm 31maggio 2009
Cara Franci, ti ringrazio per il tuo apprezzamento.
Interessante articolo il tuo Giovanna. Sono un’amante e studiosa dell’arte dal Medioevo al Rinascimento all’Impressionismo, anche se non amo particolarmente lo stile cubista ma quello di Chagall e’ dolcemente fantasioso e teneramente espressivo.
Sono proprio felice di notare questo bell’approccio con l’arte e sono grato a Voi che mi date la possibilità di riprendere, sia pure con uno spirito meno critico di qualche anno fa, lo studio della pittura.
Con Chagall poi ho sempre avuto un rapporto particolare e non perchè era legato da amicizia con Modigliani o perchè fu oggetto delle persezuzioni razziali naziste, ma perchè rimase sempre fedele a una “visione immaginosa, patetica e ironicamente dolorosa della fisionomia e del gesto umano” che sembra sia stata una costante dei pittori di razza ebraica. Questo gli consentiva una possibilità di evasione proprio attraverso l’ironia e il sogno.
Grazie. Voi, come Chagall, mi fate sognare.
Giovanna, brava. Le vetrine colorate e i soggetti di Chagall ci portano in un mondo incantato.