C’è una stagione più propizia dell’estate per fare festa?
Si approfitta del bel tempo, ogni occasione è buona nel rispetto dei costumi, delle tradizioni e, seguendo spesso rituali antichissimi, si festeggia qualunque cosa.
Feste nazionali, feste di indipendenza, di liberazione, feste religiose, sagre.
4th a NYcity

 

BBQ 4th-of-July
Mi vengono in mente feste nazionali famose come quella degli Stati Uniti del 4 luglio, giorno dell’indipendenza, con la consuetudine di fare una barbecue e giochi collettivi in ogni famiglia o quella del 14 luglio, la presa della Bastiglia, in Francia, con i balli popolari in piazza e la notte illuminata da sorprendenti spettacoli pirotecnici, pieni di luci e colori.
Feste religiose dove le tradizioni si incrociano con il folclore, come nella festa di San Firmino a Pamplona, in Spagna, il 9 luglio. E la folle corsa dei tori per le strade della città. 

eiffel

bal populaire
Oppure il 28 luglio in Perùfesta della Patria” e della liberazione dal dominio spagnolo.

Ma sono tante, tantissime anche in Italia.
In Sicilia, a Palermo c’è “U fistinu”di Santa Rosalia per ricordare la liberazione della città dalla peste del 1624.
In Sardegna, a Sedilo, si celebra il 6 e 7 luglio, Ardia di Santu Antinu: una folle corsa a cavallo su e giù per il colle attorno al Santuario di San Costantino (Sant’Antinu), per ricordare la vittoria di San Costantino Imperatore a Ponte Milvio, avvenuta 1700 anni fa.
siena
O in Toscana a Siena il Palio di luglio, dedicato alla Madonna di Provenzano e che si corre tutti gli anni il 2 luglio fin dal 1656.
Vi ho accennato tutte queste feste e ricorrenze per farvi venire la voglia di raccontare le vostre: quelle sagre, solennità o tradizioni che si celebrano nella vostra città o nel paese vicino o in quello di origine della vostra famiglia.
Impareremo tutti qualcosa di bello e nuovo o antico e chissà che non si venga a partecipare anche noi…

 

… ECCO I VOSTRI RACCONTI …

 

PALIO DEGLI ZOCCOLI:    sandra .vi
E’ una rievocazione storica, che si svolge a Desio cittadina a pochi km da Milano, della battaglia combattuta nel 1277 fra i Torriani, signori di quelle zone, e i Visconti, che trovarono nella vittoria la possibilità d’allargare i possedimenti.
Nelle cronache di epoca medievale il nome di Desio viene menzionato per questo scontro .In seguito ad un proclama dei Torriani che proibiva a tutti indistintamente di calzare gli zoccoli di legno, unica calzatura, obbligando cosi tutti ad andare a piedi nudi anche col gelo. Motivo: il rumore faceva fuggire la selvaggina dai boschi, riserva di caccia degli uomini del governo e dei Signori e loro quotidiano passatempo. Questo proclama fece esplodere il malanimo della popolazione di quel tempo, che si ribellò e tenne gli zoccoli ai piedi nonostante la proibizione.
I Visconti corsero in aiuto del popolo, vinsero e divennero i nuovi signori fino a Milano, togliendo il divieto a calzare gli zoccoli.
Il Palio nella versione attuale si svolge dal 1989 nella metà del mese di giugno, e vi partecipano 11 contrade che rappresentano le corporazioni che esistevano nel borgo, formando un corteo di 500 persone in costume d’epoca che sfilano per le vie principali fino al piazzale della Cattedrale. Seguono varie cerimonie ufficiali, nomina dei maestri di contrada, promessa dei contradaioli, con la benedizione delle contrade.
Con la lettura del proclama del palio si dà inizio alla disputa del palio.
Sono 2 atleti per contrada calzanti zoccoli senza calze, vince chi impiega il minor tempo per percorrere il percorso prestabilito.
Alla sera si ha la proclamazione della Contrada Vincitrice, e una festa veramente sentita alla quale tutti partecipano
Per qualche ora almeno è bello tuffarsi e rivivere il nostro passato

palio degli zoccoli Desio

 

 

CAMOGLI (CASA DELLE MOGLI):    alba morsilli
Camogli (casa delle mogli) cittadina del levante Ligure famosa per la sua scuola di formazione nautica, dove tanti capitani di bordo vi sono nati, e quando passavano con le navi davanti a Camogli suonavano le sirene, per un saluto. Seconda domenica di maggio, nella scenografia naturale pittoresca ed esclusiva di Piazza Colombo, al porticciolo, si svolge infatti la Sagra del Pesce. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco con il patrocinio del Comune, è ormai nota in tutta Italia ed all’estero ed attira un notevolissimo numero di persone. Nata come gesto spontaneo di alcuni camogliesi che decisero, nel 1952, di regalare ai residenti ed ai visitatori una frittura di pesce, questa simpatica tradizione si è trasformata in un importante momento di comunicazione e di proiezione dell’immagine a vocazione turistica della Città. Simbolo della Sagra è la padella nella quale viene fritto il pesce da distribuire, grazie all’impegno dei molti volontari che offrono il loro apporto alla buona riuscita della manifestazione. Manifestazione legata alla plurisecolare festività di San Fortunato, patrono dei pescatori: la sera della vigilia, dopo la celebrazione religiosa, con la processione dell’Arca di San Fortunato alla quale partecipa la Banda “Città di Camogli”, ha luogo sulla spiaggia l’incendio dei falò, vere e proprie sculture in legno costruite dai camogliesi dei quartieri Porto e Pinetto che ogni anno, con fantasia, inventano nuove forme.
voglio aggiungere l’avvistamento ai cetacei a Portofino(il suo nome deriva porto dei delfini)conosciutissima cittadina, ma il suo segreto è il mare che non lontano dalla costa si vedono fare i salti dei delfini,poi adesso si sono attrezzati con motonavi e vi portano all’avvistamento dei cetacei che loro felici corrono dietro le navi-
Tanto è vero che a bordo hanno diviso la nave come fosse un orologio e il capitano da un megafono grida “delfini alle 12 tutti corrono a prua, delfini a ore 14 tutti vanni su un lato ”
nel parapiglia c’è anche da ridere per gli scontri tra noi, ma è bello vederli in liberta questi magnifici esemplari, dimenticavo una biologa del wwf ci spiega la storia del delfino

 

camogli

 

camogli sagra del pesce

SAN GIUSEPPE A SPEZIA:    Giulian.rm
“Sarò breve e circonciso” come disse il rabbino….
Anche perché i ricordi sono molto lontani e, forse, troppo presto lasciai la mia città natale.
Il 19 marzo, San Giuseppe è la festa patronale della città della Spezia.
La festa ha una durata di tre giorni nel corso dei quali le bancarelle tipiche di ambulanti e artigiani affollano la città. Manifestazione con origini antichissime che risalgono al 1500, Da non perdere, per chi si trovasse da quelle parti, è la visita all’Arsenale Militare Marittimo che in quell’occasione apre le porte ai cittadini e ai turisti.
Due sono le cose che mi sono rimaste impresse: durante i festeggiamenti gli abitanti dei paesini di campagna “scendevano” tenendo in mano le scarpe, per non rovinarle, e le indossavano appena arrivati in città. Noi, “discoli cittadini”, eravamo soliti apostrofarli con questa frase:
“dans la man kan s sperdan… ” (diamoci la mano, altrimenti ci perdiamo).
L’altra cosa erano le collane di nocciole (non le noccioline) obbligo indossarle e, almeno noi ragazzi, si rompeva il guscio con i denti e si mangiava il seme.
Queste collane, dette anche reste, dicevano che portassero fortuna.

CATTAININ:   cactus
Giulian tranquillo… il monumento funebre della Cattainin è sempre dove tu hai detto e invito coloro che si recassero a Genova a visitarlo… ed anche a fare un giro nel cimitero di Staglieno (possibilmente con una guida) per ammirare tanti altri capolavori dedicati a personaggi più o meno conosciuti.

caterina campodonico

Feste degli altri…recita il titolo ma soprattutto, a Roma, c’è:
LA FESTA DE “NOANTRI”: pasquino
Si svolge ogni anno nel mese di luglio in Trastevere, nell’ambito delle celebrazioni in onore della Madonna del Carmine. Le origini della festa sono avvolte dalla leggenda:
alcuni pescatori romani, era il 1505, pescarono con le loro reti una Madonna di legno dentro una cassa adagiata sul fondo del Tevere. La pesca miracolosa fu interpretata come un segno e i pescatori si affrettarono a portare la bellissima statua nella chiesa di sant’Agata, luogo dove ancora oggi dimora. Da quel giorno, il sabato successivo alla festa del Carmelo, il 16 luglio, quella statua parte in processione dal Tevere fino alla chiesa di San Crisogeno per poi tornare a Sant’agata otto giorni dopo. “Lì mejo fusti” del rione del tempo si contendevano il privilegio di portare il massiccio tronco o lo stendardo che quanto a pesantezza, non era da meno. Per alleviare la fatica, “stì fustacci” si fermavano spesso lungo il percorso, sotto lo sguardo ammirato delle ragazze del rione, per bere un goccio, di vino naturalmente, tanto che in genere giungevano a destinazione praticamente ubriachi.
Il Belli: ” Ner portà bene lo stendardo e er tronco lì se vedeva l’omo”.
Dai primi anni venti, alla commemorazione religiosa, oltre ai tradizionali venditori di mostaccioli, fusaje, cocomero e grattachecche, alle bancarelle e alle tavolate con il vino dei castelli, e l’immancabile “porchetta d’Ariccia” seguivano anche spettacoli teatrali e musicali, per finire con uno spettacolo di fuochi d’artificio.
Nel tempo la festa si è trasformata, perdendo così il suo carattere popolare, conservando solo il suo forte sentimento religioso.
Ora a Trastevere c’è, vita notturna con la Movida romana, e a piazza Santa Maria in Trastevere è uno dei luoghi principali. Sui gradoni di pietra che circondano la fontana al centro della piazza, si siedono giovani e meno giovani provenienti dall’Italia e dal mondo.Sì i tempi sono cambiati anche perché ora sono le ragazze, specialmente straniere, che “ammirano, li fustacci”!
Non fatemi dire de più!
Serenata trasteverina di Alvaro Amici
Bella regazza che cjai cent’amanti
affaccete ‘n tantino a la loggetta
se semo riuniti tutti quanti
te vojo fa sentì sta canzonetta.
Paraponzipò, paraponzipò, Paraponzipò, paraponzipò.
C’è Peppino, c’è Ninetto, ce sta Pippo l’avvocato
c’è Giggeto ce sta er mago, viè a vedè che bisca c’è
Vieni giù bell’angioletto, te li conti co le mano,
c’è persino er sacrestano, semo centoventitre
Paraponzipò, paraponzipò,
Paraponzipò, paraponzipò
Co tutti noi cjai fatto ‘n po’ l’amore
a tutti cjai giurato amore eterno
nissuno t’ha saputo legge er core
sol’io te l’ho esplorato ‘n po’ all’interno.
Paraponzipò, paraponzipò, Paraponzipò, paraponzipò

Baci e pizzichi de Nino, l’abbracciate de Pippetto
l’attastate de Cencetto te le sei scordate già.
Io t’ho visto pure un neo, in un sito ‘n po’ niscosto
ma nun vojo dì in che posto pe’ nun fatte svergognà’.
Paraponzipò, paraponzipò,
Paraponzipò, paraponzipò

De te sapemo tutti quarche cosa,
che cjai li nastrì alle mutande
le giarrettiere so’ color de rosa
e in mezzo c’è ‘na rosa così grande.
Paraponzipò, paraponzipò, Paraponzipò, paraponzipò

Le carezze che cjai fatto, li bacetti che cjai dato
quante vorte cjai abbracciato nun se ponno più contà’.

 

festa de “Noantri”

festa de “Noantri”

festa de “Noantri”

 

FUGA DEL BOVE MONTEFALCO:   lucia1.tr
In poche righe voglio parlarvi di una rievocazione storica del mio paese Montefalco.
Uno dei momenti salienti della “ Fuga del Bove” è il Corteo Storico, nella cui spettacolarità, rivivono le atmosfere dell’epoca rinascimentale, le sue luci, le sue ombre, i fervori, i fermenti della Città di Montefalco, che in quel momento della storia, toccò i vertici del suo fulgore artistico, culturale, sociale. Il Corteo accompagnato da rutilare di bandiere, rullo di tamburi e squillare di chiarine fa il suo ingresso nella Piazza del Certame, dove i 4 quartieri gareggeranno fra loro. Si rivive a Montefalco l’epoca aristocratica e rigida dei Papi, dei Principi, dei condottieri, con una precisa ricerca del costume e la fedele ricostruzione delle situazioni . Si respira l’aria serena della vita dei campi, delle leggende, delle superstizioni, dei musicanti, dei saltimbanchi e giocolieri. In questa serata magica il passato si fonde con il presente e la Storia diventa quasi una favola.

Fuga del Bove a Montefalco

Fuga del Bove a Montefalco

 

 

3 Commenti a “Feste degli altri, ma soprattutto le nostre…RACCONTATE DA VOI”

  1. sandra .vi scrive:

    Paola ,sei veramente unica ,la tua ricerca per completare i nostri racconti… basta dirti grazie …basta guardare come li vivacizzi………

  2. alba morsilli scrive:

    Paola ma tu sei andata in una bottega di rilegatura?
    Impagini i nostri commenti come facessi un libro nuovo con una bellissima copertina dove metti tuttele foto, mi piace molto lo scritto colorato da tono all’articolo,tu ci lavori tanto ma noi siamo fieri di te Brava e grazie del tempo che dedichi al blog

  3. giulian.rm scrive:

    Complimenti Paola, l’aspetto della pagina e’ notevole.
    Le immagini sono il frutto di un paziente ed accurato lavoro di ricerca,grazie.

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE