L’indifferenza è il male di questo secolo?
Direi che piano piano, col passare degli anni e nel mondo occidentale, siamo diventati ogni giorno un po’più indifferenti, apatici, insensibili, distaccati forse è questa la parola: distaccati. Non tutti naturalmente, ma la percentuale è molto alta.
Pensiamo soprattutto a noi ed al nostro orticello, il resto ci riguarda poco.
Ho trovato sul Web questa storia significativa che vi trascrivo, una favola in pratica, e poi mi è tornata alla mente una “poesia” che è stata attribuita a Bertoltd Brecht ma che è parte di una serie di orazioni di un teologo protestante tedesco, Martin Niemöller, arrestato e poi internato, su diretto ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone,  per 8 lunghi anni a Dachau e che, una volta sopravvissuto, si dedicò a predicare sul pericolo dell’apatia di fronte ai primi passi dei regimi totalitari.

Mi piace condividere tutto questo con voi e sentire i vostri pareri.

 

IL TOPINO CURIOSO NELLA FATTORIA
Un topo stava guardando attraverso una fessura nella parete, spiando quello che il contadino e sua moglie stavano facendo. Avevano appena ricevuto un pacco e lo stavano scartando tutti contenti.
“Sicuramente conterrà del cibo” pensò il topo.
Ma quando il pacco fu aperto il piccolo roditore rimase senza fiato. Quella che il contadino teneva in mano non era roba da mangiare, era una trappola per topi!
Spaventato, il topo cominciò a correre per la fattoria gridando:
“State attenti! C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”.

 

La gallina, che stava scavando per terra alla ricerca di semi e vermetti, alzò la testa e disse:
“Mi scusi, signor Topo, capisco che questo può costituire per lei un grande problema, ma una trappola per topi non mi riguarda assolutamente. Sinceramente non mi sento coinvolta nella sua paura”. E, detto questo, si rimise al lavoro per procurarsi il pranzo.
Il topo continuò a correre gridando:
“State tutti attenti! C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!”.

Casualmente incontrò il maiale che gli disse con aria accattivante:
“Sono veramenrte dispiaciuto per lei, signor Topo, veramente dispiaciuto, mi creda. Ma non c’è assolutamente nulla che io possa fare”.
Il topo aveva già ripreso a correre verso la stalla dove una placida mucca ruminava, sonnecchiando, il suo fieno.
“Una trappola per topi? – gli disse – E lei crede che costituisca per me un grave pericolo?”
Fece una risata e riprese a mangiare tranquillamente.
Il topo, triste e sconsolato, ritornò alla sua tana preparandosi a dover affrontare la trappola tutto da solo.
Quella notte, in tutta la casa si sentì un fortissmo rumore, proprio il suono della trappola che aveva catturato la sua preda. La moglie del contadino schizzò fuori dal letto per vedere cosa c’era nella trappola ma, a causa dell’oscurità, non si accorse che nella trappola era stato preso un grosso serpente velenoso. Il serpente la morse.
Subito il contadino, svegliato dalle urla di lei, la caricò sulla macchina e la portò all’ospedale dove venne sottoposta alle prime cure. Quando ritornò a casa, qualche giorno dopo, stava meglio ma aveva la febbre alta. Ora tutti sanno che quando uno ha la febbre non c’è niente di meglio che un buon brodo di gallina. E così il contadino andò nel pollaio e uccise la gallina, trasformandola nell’ingrediente principale del suo brodo.
La donna non si ristabiliva e la notizia del suo stato si diffuse presso i parenti che la vennerro a trovare e a farle compagnia.
Allora il contadino pensò che, per dare da mangiare a tutti, avrebbe fatto meglio a macellare il suo maiale. E così fece.
Finalmente la donna guarì e il marito, pieno di gioia, organizzò una grande festa a base di vino novello e bistecche cotte sul barbecue. Inutile dire quale animale fornì la materia prima.

Morale: la prossima volta che voi sentirete qualcuno che si trova davanti ad un problema e penserete che in fin dei conti la cosa non vi riguarda, ricordatevi che quando c’è una trappola per topi in casa tutta la fattoria è in pericolo. (anonimo dal web)

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“Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te”
(Ernest Hemingway).
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Prima vennero per i comunisti
ed io non alzai la voce perché non ero un comunista.
Poi vennero per i socialdemocratici
ed io non alzai la voce perché non ero un socialdemocratico.
Poi vennero per gli ebrei
ed io non alzai la voce perché non ero un ebreo.
Poi vennero per me
e allora non era rimasto nessuno ad alzare la voce per me. 

(da vari discorsi sull’atteggiamento lassista nei confronti dei nazisti  Martin Niemöller 1892–1984)
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31 Commenti a “Siamo davvero sempre più indifferenti?”

  1. gianna scrive:

    Commenti abilitati

    l’indifferenza, l’egoismo, il menefreghismo, verso altri e sempre stata una piaga sociale,tante cose vere sono state dette da altri commenti, egoisti si nasce e poi si rimane indifferenti a tutto, nessuna cura può guarire l’egoismo e la cecita’ degli “uomini” siamo tutti coinvolti in questa piaga sociale..

  2. enrico6.bg scrive:

    Commenti abilitati Buona sera a tutti, non mi definisco un oratore e uno esperto come tutti voi,io seguo il mio impulso e seguo i miei progetti che mi aiutano a stare bene. Percepisco dalla gente, che vivono in questa società,ogni giorno noto una grande indefferenza totale,nessuno si fa carico dei problemi degli altri,anzi c’è una versione che se incontriamo uno ostacolo lungo il nostro percorso, lo evitiamo anche se è un essere umano. Ecco dalle miei esperienze lavorative c’è in tutti noi tanta indefferenza,a volte derivante alla violenza per comportamenti stupidi. A me mi fa paura, l’indifferenza da isolamento, viviamo in contesto sociale perbene,ma ci comportiamo come animali affamati di soldi e di arroganza,quindi l’indifferenza è ormai un pregio, che prima dopo dovremmo pagare. Grazie di avermi dato la possibilità di dare un mio contributo,di esprinere il mio parere ,ciao

  3. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Dopo il nostro excussus sociopolitico, non possiamo dimenticarci dell’indifferenza in amore, tema caro a tante donne forse per questo (a parte Alba con Gransci ) non si sono stati commenti femminili. Le donne a mio modesto parere sanno essere più altruiste, meno indifferenti nei confronti del prossimo dei figli dei mariti. Sanno amare in modo diverso,totale,rimangono più coinvolte,sanno essere più solidali, hanno una sensibilità più accentuata, sanno essere più pratiche più razionali. Magari disdegnano la politica le questioni sociali tout court.Ma,sanno dare un aiuto più tangibile e concreto a chi ne ha veramente bisogno.Vivono piu intensamente le questioni di cuore sia in modo personale che generale.
    ________________________________________________________________

    Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza. L’odio è spesso una variante impazzita dell’amore. L’indifferenza invece riduce a nulla l’altro, non lo vedi neppure, non esiste più. E nessuno ha il diritto di ridurre a nulla un uomo. L’indifferenza avvelena la terra, ruba vita agli altri, uccide e lascia morire; è la linfa segreta del male. (Ermes Ronchi)

    Il principio d’indifferenza è stato elaborato dall’economista J.M.Keynes e può essere sintetizzato così: se non abbiamo valide ragioni per supporre che qualcosa sia vero o falso, possiamo assegnare pari probabilità ad entrambe . Questo principio ha trovato applicazione in diversi campi, oltre l’economia, la scienza, la statistica, la filosofia ed anche la psicologia.Vediamo se è possibile applicarlo anche nel campo delle problematiche affettive.Una persona non sa se credere o meno al proprio partner e non ha valide informazioni per propendere per un ipotesi o un altra. Può essere una promessa di matrimonio, una dichiarazione d’amore, il dichiarare di non aver tradito o qualsiasi altra problematica. Può essere vero quello che afferma; può essere falso. E’ identico al lancio di una monetina: le probabilità sono pari.
    Ma quali sono le possibile conseguenze.
    Supponiamo che accettiate per vero quanto vi viene dichiarato. Se l’altro è nel falso, non guadagnate nulla, ma se è nel vero godrete appieno della serenità e della felicità che derivano dall’aver dato fiducia.
    Supponiamo che rigettiate quanto vi viene dichiarato. Se l’altra persona è nel falso non perdete nulla. Ma se l’altro è nel vero, avete perso una possibilità di essere sereni felici col vostro partner.
    Ritengo che bisogna sempre valutare qual è la posta in gioco. Più essa è alta più vale la pena scommettere sul fatto chele dichiarazioni dell’altro siano veritiere.
    Commenta Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

    http://youtu.be/jVm-MvbLwS8

    http://youtu.be/AdSTt0Hxx1Q

  4. Volpino scrive:

    Caro Caicco.
    l’indifferenza l’arma più dolorosa e offensiva, è vero che l’indifferenza è il modo migliore per manifestare disprezzo,tagliente come una lama di coltello affilatissimo. Essa con il suo silenzio (di quella famiglia) tavolta ingannatore riesce a farti del male,a piegare anche le resistenze più forti. L’indifferenza uccide gli animi coraggiosi,l’indifferenza riesce a far arrendere anche chi non smette mai di lottare,non è difficile essere indifferenti verso qualcuno ma ci vuole coraggio specialmente se si è coscenti che chi la riceve non la merata. Cordiali saluti.

  5. caicco scrive:

    PIACENZA – Una coppia di trentenni originaria di Crotone, da anni senza lavoro e in giro per l’Italia, vivendo in auto e chiedendo cibo alla Caritas, tre mesi fa hanno dato alla luce una coppia di gemelli e da qualche settimana si sono stanziati a Piacenza. Insieme vivono all’interno di una Fiat station wagon, ma la vicenda è stata scoperta dalla sezione Minori della Questura di Piacenza che, insieme al servizio tutela minori dei servizi sociali del Comune emiliano, in breve hanno trovato una soluzione, collocando la mamma e le piccine in una struttura protetta. Il padre, invece, dovrà trovarsi una sistemazione.

    La coppia inizialmente ha temuto di subire provvedimenti a loro carico, ma viste le condizioni di buona salute delle due neonate entrambi i genitori mantengono la patria potestà.

    QUANTE PERSONE SARANNO PASSATE DAVANTI A QUELLA MACCHINA?
    QUANTE PERSONE CONOSCEVANO QUESTA STORIA?
    Perché’ nella societa’, oggi, c’e questo senso di isolamento, di solitudine, qualcosa di molto toccante, come possono uomini e donne ritrovarsi cosi’ lontani da queste situazioni?

  6. franco muzzioli scrive:

    Come ha ragione Alba! …”L’indifferenza” è figlia dell’egoismo.
    Ma chi ha insegnato l’egoismo a figli e nipoti? Una società edonistica (costituita anche da noi!) fatta di consumo, di “tutto e subito” , di debiti infiniti per comperare ogni cosa. Una società dove al centro c’è solo “l’io” consumatore, “l’io” che desidera e che non sa rinunciare… Non sanno rinunciare alle vacanze …e se c’è un vecchio tra i piedi o lo ignorano o lo “mettono in collegio”. Non sanno rinunciare ai vestiti griffati ….e fanno debiti. I Genitori e i nonni sono una “fonte di reddito” supplettiva oppure badanti e baby sitter a costo zero.
    Ma il nodo sta venendo al pettine …le scorte faticosamente messe da parte in tempi in cui si sapevano fare i sacrifici stanno finendo….allora ci si accorge che l’indifferenza figlia dell’egoismo è difficilmente praticabile .
    Quando si comincia a non arrivare alla terza settimana del mese …quando si perde il posto di lavoro ….quando si capisce che è necessario ritornare a vecchi principi…a fare sacrifici…a spendere solo per il necessario ….a valorizzare gli insegnamenti dei vecchi ..ed il loro fattivo apporto….allora ….i figli e i nipoti….forse avranno imparata la lezione se all’indifferenza sostituiranno la partecipazione , la costruttiva rinuncia , la riscoperta dei valori della famiglia. Se non lo faranno , come ha detto Monti , saranno veramente una generazione perduta.

  7. alba morsilli scrive:

    i vostri commenti sembrano dei teoremi, molti belli a leggere ma solo a leggere, in pratica l’indifferenza è in famiglia dove dovrebbe essere il nucleo della società,
    La famiglia in questi anni si è sfasciata,e non si ha tempo per insegnare ai nostri figli che cosa sia l’amore per il prossimo,
    esiste solo il mio io, che è egoismo e di conseguenza indifferenza verso anche quelli che ti hanno dato la vita.
    Abbiamo appena passato il grande caldo el’anziano è stato indifferente a tutti, per primi alla sua famiglia, a questo modo come è possibile che le istituzioni che voi tanto parlate
    possono pensare a noi, ma se in un palazzo non ci conosciamo neppure tra inquilini,sai è morto il tale dell’8 lo conoscevi?
    la risposta è no. Più ci penso e più ne sono convinta è stato a portarci a questa indifferenza il benessere che avevamo, nel dopo guerra che eravano tutti allo stesso livello vi era molta umanità tra noi, allora un pò l’educazione e un pò Dio denaro ecco l’indifferenza tra i popoli

  8. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    “L’indifferenza”, il saggio di Adriano Zamperini dedicato alla desensibilizzazione del nostro tempo
    Quando la politica non decide e dà l’impressione che nulla potrà mai cambiare perché il conflitto tra le parti mette in ombra il bene comune, quando la scuola, sfiduciata, rinuncia non solo all’educazione ma anche all’istruzione perché troppi sono gli studenti che non capiscono il senso di quello che leggono, quando le imprese e le organizzazioni lavorative e burocratiche danno l’impressione di non amare la novità e di preferire la routine, il freddo ingranaggio ben sincronizzato con i movimenti che scandiscono un tempo senza passioni, quando i morti sul lavoro sono consuetudine quotidiana che più non scuote le coscienze e non promuove interventi, quando i vecchi, i malati di mente e quelli terminali sono solo un problema che non suscita neppure commozione, quando lo straniero è solo un estraneo con cui è meglio non avere a che fare, quando persino i giovani devono inghiottire una pillola di ecstasy per provare, almeno al sabato sera, una qualche emozione, allora siamo all’ indifferenza, vera patologia del nostro tempo, che Adriano Zamperini, nel suo bel libro dedicato a questo non-sentimento, descrive come distacco emozionale tra sé e gli altri, mancanza di interesse per il mondo, alimentata dal desiderio di non essere coinvolti in alcun modo, né in amore né in lotta, né in cooperazione né in competizione, in una società popolata da passanti distratti e noncuranti, affetti dall’indifferenza dell’uomo verso l’uomo, dove ciascuno passa vicino al suo prossimo come si passa vicino al muro.[…]
    Per leggere tutta la recensione
    http://www.sispa.it/recensione_lindifferenza.php

    QUANTO…SIAMO INDIFFERENTI?
    Il decalogo dell’indifferente. di Fernanda Zanier
    http://www.centropsicologiator.....te-di.html

  9. alfred-sandro.ge scrive:

    chi è l’indifferente?
    che pensa l’indifferente?
    perchè è indifferente e sovente si vanta di esserlo?
    perchè l’indifferente biasima chi non lo è?
    chi è l’indifferente?
    l’indifferente è colui che non ha fiducia nelle istituzioni.
    perchè una persona non ha fiducia nelle istituzioni?
    perchè spesso le persone che fanno parte delle istituzioni sono disoneste. si servono della loro posizione per i loro interessi personali e queste persone che a vario titolo hanno avuto bisogno delle istituzioni si sono sentite tradite.
    che pensa l’indifferente?
    l’indifferente pensa che sia scontato che sia cosi perchè altri gli hanno detto che è sempre stato così: in parte è vero. in un passato non molto lontano le istituzioni (autorità, esercito, giustizia, istruzione) erano al servizio dei potenti.
    perchè è indifferente?
    perchè con la sua indifferenza vuole dimostrare la sua non appartenenza alla politica considerata cosa sporca. LUI, ONESTO, NON POTREBBE MAI FARE POLITICA PERCHE’ IL FARE POLITICA EQUIVALE A ESSERE DISONESTI.
    perchè l’indifferente biasima chi non lo è?
    perchè a suo giudizio l’interessarsi delle cose, della cosa pubblica, dei problemi delle persone è una cosa che non lo riguarda: ci sono i politici per quello, le istituzioni, non spetta a lui.
    spesso il fare politica viene abbinato e confuso col fare sindacato: l’indiffernte spesso non ha neppure sindacato.
    l’indiffernte sovente non conosce neppure il concetto di democrazia.
    per l’indifferente sinistra, destra, centro sono termini astrusi.
    per l’indifferente la notizia della chiusura di uno stabilimento è la dimostrazione e la conferma “che intanto non ci si può fare niente e che loro fanno quello che vogliono per cui è inutile protestare”

    ricordo confusamente questa frase che mi colpì moltissimo da ragazzo e che mi pare fosse stata pronuciata da Pietro Calamandrei:
    NON DIRE CHE NON TI IMPORTA, CHE NON TI RIGUARDA!
    PENSA! TUTTO CIO’ E’ ACCADUTO (stava riferndosi al ventennio fasciscta) PERCHE’ ALLA GENTE NON IMPORTAVA!

  10. franco muzzioli scrive:

    A parte Paola che ha saggiamente proposta questa “favola morale” , e Alba che ha messo integralmente un passo delle lettere di Gramsci , non ho visto nessuna donna fare commenti. Fabula docet?
    Non sono per le quote rosa perchè la donna essendo “uguale” all’uomo può addirittura rovesciare le percentuali…..allora ?

  11. pasquino scrive:

    Scritto da Alberto Moravia nel 1929 dal titolo appunto Gli indifferenti.
    Nel romanzo viene compiuta un’analisi e una rappresentazione negativa dell’ambiente “borghese”,
    fino a trarne una visione esistenzialistica, contraddistinta dall’appunto dalla connotazione:
    “indifferenza”.
    Tale indifferenza si traduce in inerzia morale, incapacità a vivere la vita, superficialità con cui la società borghese si pone di fronte ai problemi dell’esistenza, ai valori più profondi e genuini dell’uomo, ai problemi materiali degli altri, alla povertà, solitudine, impotenza…
    Beh che dire dal 1929 a ora potremo descrivere lo stesso quadro … e gridare contro l’ingiustizia di questo falso ordine sociale.
    Diceva un caro amico, Fra Dionisio, (frate cercatore ):
    L’indifferenza è solo una giustificazione… alla nostra coscienza.

    Credo che, anche, questa vostra partecipazione, confrontandovi nel blog serva a non rimanere nella dilagante indifferenza.

  12. lorenzo.rm scrive:

    Noto che il discorso sta diventando un contraddittorio sul dover essere più che un’analisi sull’essere, come veniva richiesto nella presentazione dell’indagine. Se questo è, dobbiamo cospargerci tutti il capo di cenere perché il disinteresse. l’indifferenza, sta nelle menti di tutti. Un po’ anche per colpa di chi ci ha governato, certo. Ma noi c’eravamo.

  13. franco muzzioli scrive:

    Che questo sia un blog per anziani lo si vede dai commenti.
    Sia ben chiaro non mi “tiro fuori” , anzi credo proprio di essere uno dei “più senior”.
    Ma non voglio rimanere comodamente seduto sul divano , non voglio essere “indifferente” ai problemi che mi circondano , non posso…..perchè non ero sulla Luna quando i politici negli anni 80 – 90 hanno alzato in maniera vertiginosa il debito pubblico, non posso perchè ho dei nipoti che mi presentano il conto, non posso perchè sono orgoglioso e non accetto l’indifferenza di una pretesa coscienza individuale.
    Si può essere “partigiani” ,come diceva Gramsci …e come penserà Alba, anche a settant’anni.
    Non voglio accettare l’insipienza della Chiesa, delle istituzioni, della politica …mi indigno….altro che indifferenza ….mi indigno e mi inc…..arrabbio .
    Sono ancora capace di urlare il mio sdegno e non mi vergogno di alzare la voce.

  14. GuglielmoCa scrive:

    L’indifferenza è un sintomo molto importante di una società come quella attuale che vede il decadimento dei valori. La nostra società “democratica” in cui tutto è permesso basta si tratti di far quattrini,apparire,essere qualcuno è diventata cinica. Oggi siamo distanti dalla guerra,dove il pericolo costante a accomunato tante persone,facendole vivere insieme soffrire insieme.Chi è nato nel dopo la guerra è stato cresciuto a raggiungere certi abbiettivi,aiutato anche da nuovi mestieri,nuove opportunità.Si premiava il merito,l’onesta,il far bene il proprio lavoro.Oggi le cose sono cambiate i figli hanno tutto senza aver fatto uno sforzo,il benessere è aumentato ma piano piano i valori sono cambiati e la gente è diventata indifferente,brutta cosa.Gli insuccessi degli altri si vedono come incapacità,la povertà e notata e non si fa niente per cambiarla e si dà a volte qualche spicciolo al povero solo per scaricare la coscenza, invece di dirgli come mai e lì con la mono tesa. La Chiesa continua a lancire messaggi, ma lontana dalla modernità, e la gente più istruita, si è allontanata dalla nostra nazione. Forse a fatto bene a pensare in maniera più illuministica e laica, ma certo si è allontanata anche dai precetti di solidarietà.Non si vede la (trappola per topi nella nostra casa), si cerca la non partecipazione si mette la mono agli occhi alla solidarietà,
    forse è più comodo stare seduti sul divano comodamente…si fa un sms 1-2 euro senza dispendio di energia…ma la trappola è li…nella tua casa sempre.

  15. spielman von zuhoerer scrive:

    Signor Marc52, comprendo molto bene la sua indignazione ma non posso intervenire su questioni politiche/elettorali Italiane. Spero che comprenda il perché.
    Posso cercare di fare un esempio sul “popolo sovrano”, e chiedo scusa se vado fuori tema.
    Negli U.S.A. il presidente è eletto dal popolo in nome della democrazia, democrazia, per altro, capace di raccogliere l’infinita varietà di opinioni presenti in una società multiculturale come quella americana in soli due partiti; il presidente agisce indipendentemente dal volere del popolo e la sua elezione, sebbene sia aperta a tutti i cittadini, è spesso guidata da poche famiglie di leader economici o di partito, che portano alla Casa Bianca i propri giovani rampolli.
    Ringrazio i signori Franco e Giulian.r.m per le repliche al mio commento e aggiungo che l’indifferenza in nessun caso è positiva, che si tratti di superficialità o che si tratti di non impegno politico e o sociale.
    A mio parere l’indifferenza non è la morte del pensiero, perché l’indifferenza è uno stato di equilibrio. Non stiamo scegliendo di non agire, pur sapendo. Quando qualcosa c’è indifferente, non ci fa né caldo ne freddo. L’indifferenza è solo uno stato di comune superficialità.
    Signor Giulian.rm non c’è dentro solo lei mi faccia posto perché ci sono pure io.
    Un saluto a tutti con l’augurio di una buona serata.
    Spitz

  16. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Gentile Sig. Spitz, molto bello ed interessante la sua analisi politico/sociale. Mi trova in accordo, che bisogna reinventare e pianificare un’economia capitalistico cosi sprecona( orami siamo saturi). Sulla prima parte del suo commento mi sento un po scettico. Veda… a parole , il popolo è sovrano, poi in effetti con la nostra legge elettorale di fatto non lo siamo. Sono quarant’anni che voto per cambiare le cose, a tutt’oggi non ho visto nessun cambiamento sostanziale, anche con i vari susseguirsi di schieramenti politici. Siamo indignati di fatto tutti per la corruzione dilagante, per gli scandali quotidiani, per i loro privilegi intoccabili, ma, a rotazione, se chi ci governa confà con la nostra convinzione politica, sorvoliamo con indifferenza. Una parte significativa di popolazione indigesta alla politica rimane Indifferente(soprattutto i meno ambienti) perché sono talmente presi dai pesanti e reali problemi quotidiani che sentire discutere i nostri politici del sesso degli angeli diventando loro stessi indifferenti ai problemi reali del paese, li fa inc….. indignare con indifferenza. Insomma un cane che si morde la coda.
    Distinti Saluti.

  17. giulian.rm scrive:

    Caro Spitz, meglio qualcosa che niente, ma andare in piazza indignandosi credo sia proprio troppo poco perché qualifichi quest’atteggiamento come qualcosa che esprima una non indifferenza. Se esiste una cultura dell’indifferenza, questa sarà causata da qualcosa. Esistono secondo me due grandi categorie d’indifferenza: quella di pensiero e basta e quella di azione. Pochi quelli che seguono la prima, numerosi i secondi. Questa differenza mette in luce tutta l’ipocrisia della nostra struttura sociale tanto da poterla additare, l’ipocrisia intendo, come una delle cause dell’esistenza un così alto livello d’indifferenza. Se penso a una persona che è aggredita per strada sotto gli sguardi indifferenti della gente, potrei introdurre, oltre all’ipocrisia, anche la paura.
    In ogni caso non sarà facile sradicare questa cultura dell’indifferenza.
    Detto inter nos, anche se non mi reputo un ipocrita, mi sa che ci sono dentro anch’io!!
    La saluto con stima.
    giuliano

  18. franco muzzioli scrive:

    Come si fa a non rispondere a Spitz.
    Io prendo coscienza di me stesso ok! Ma se sono disoccupato, se non arrivo alla fine del mese ,che tipo di “salvezza”(se non quella eterna!?!?) mi posso creare?
    Non è forse meglio non delegare gli altri a far politica per noi ed invece come dice Gramsci partecipare con convinzione, con determinazione e se necessario con rabbia…..ed indignazione?
    Sono d’accordo con te nell’essere”indifferenti” ai “falsi bisogni” ….raro caso in cui l’indifferenza è positiva.

  19. spielman von zuhoerer scrive:

    Buona sera a tutti, ho letto con molta attenzione e interesse il Post, e vorrei andare oltre, anche per rispondere e proseguire alcuni vostri commenti.
    Proviamo a ragionare sull’attualità. In tutto il mondo c’è una parte di popolazione che si ritiene indignata della classe dirigente politica/economica, i cosiddetti “indignati” appunto. Non entro nel merito delle loro proteste, mi soffermo sul significato della parola “indignato”, ossia un senso di disprezzo ispirato da cose indegne. Ciò significa, in pratica, che c’è una sostanziosa parte della popolazione mondiale che giudica indegno e suscettibile di disprezzo il comportamento politico-economico degli ultimi anni nelle democrazie in cui viviamo. Questo è un comportamento contrario all’indifferenza, è l’atteggiamento di chi si accorge che le cose non vanno e si schiera.
    Il resto della popolazione mondiale cosa fa? Parte di essi potrebbe non essere d’accordo con gli indignati e ritenere che le istituzioni democratiche stiano facendo comunque del loro meglio per superare questa fase di transizione che può essere considerata come dipendente da cause contingenti come il riassestamento degli equilibri economici derivante dall’affermarsi di nuove realtà economiche come la Cina e l’India per esempio. E gli altri, cosa fanno? Non s’indignano, non difendono il comportamento dei governi: sono indifferenti.
    Forse quando è stato pensato il concetto di democrazia, ci si è dimenticati di una clausola, la democrazia è il governo del popolo, ma quando questo si mostra indifferente come fa a governare se stesso? Oppure dando per assunto che è impossibile pretendere che ogni singolo cittadino di una democrazia si sente impegnato attivamente nella politica, ci si potrebbe chiedere qual è il limite d’indifferenza sopportabile perché una democrazia possa considerarsi tale?
    Tornando agli indignati forse dovrebbero indignarsi con i cosiddetti “falsi bisogni” che hanno contribuito a portarci in questa situazione di disagio economico.
    In questo senso, l’indifferenza verso i falsi bisogni, creati a uso e consumo del consumismo, potrebbe essere un’arma per ricondurre la nostra vita sociale in una dimensione più etica, perché per il futuro si pronostica la necessità di economizzare le risorse. La popolazione mondiale aumenta le risorse no.
    La dove Gramsci proclama il dovere morale di prendere parte attivamente alla vita politica prendendo posizione, i cinici invece affermano che l’uomo ha sempre a disposizione ciò per cui essere felice. Non ha bisogno di impegnarsi nella politica. Gli uomini devono prendere pienamente coscienza di essere individui e che ogni salvezza non può che venire da se stessi.
    Scusate la lunghezza e saluti a tutti.
    Spitz

  20. franco muzzioli scrive:

    Scusate se prendo ancora un poco la scena ,ma ci sono “indifferenze” che mi sconvolgono:
    I signori Riva sono stati “indifferenti” al fatto che l’ILVA ,di loro proprietà, abbia inquinato la citta di Taranto ed abbia ucciso chi lavorava .
    I proprietari della ThyssenKrupp di Torino sono stati “indifferenti” alla sicurezza del loro stabilimento e per questo sono morti operai innocenti.
    I proprietari della ETERNIT a suo tempo, sono stati “indifferenti” al fatto che per la lavorazione dei loro manufatti si liberasse nell’aria l’amianto ..che ha causato migliaia di morti.
    Molte imprese di costruzioni sono “indifferenti” alla sicurezza prevista per legge ed a causa di questa elusione muoiono oltre 200 operai l’anno.
    Questi sono pochi esempi ,ma potrei citarne centinaia…..questa è l'”indifferenza” che dobbiamo combattere con tutte le nostre forze e con la massima indignazione.

  21. franco muzzioli scrive:

    Caro Pasquino molti di noi hanno accennato all’indifferenza socio/politica ,che da un punto di vista esistenziale e globale è certamente la più grave. Poi esistono le indifferenze patologiche, gli egocentrismi spinti ,i zoosadismi …che non ti consentono di provare sentimenti per le problematiche e le sofferenze degli altri….ma queste ,da un punto di vista sociale, sono senz’altro meno importanti e ricadano nell’ambito delle malattie del singolo individuo.Nella normalità ,l’indifferenza assoluta, non può esistere ..come tu dici….ma può essereci appunto un estraneamento sociale …per tutte le ragioni elencate ed è questa “indifferenza” la più pericolosa per la società.

  22. franco muzzioli scrive:

    Oriana Fallaci e Antonio Gramsci insegnano … stigmatizzando “l’indifferenza” soprattutto quella delle classi sociali medie e della borghesia (come ha fatto anche Moravia col romanzo “gli indifferenti” ambientato durante il fascismo)
    L’indifferenza, il qualunquismo, il perseguimento del proprio “particulare”, la non partecipazione al voto, la delega ad altri di una scelta politica hanno fatto nascere il fascismo ed il nazismo…e soprattutto in periodi di crisi quando la possibilità di un populismo incontrollato può creare forme di governo autoritario e non democratico….. guai ad essere “indifferenti”!

  23. Lorenzo.rm scrive:

    Grande Oriana, come sempre. E bellissimo il pezzo di Antonio Gramsci ricordato da Alba Morsilli. C’è tutta un’aneddptica in merito alla opportunità, quasi alla necessità, di farci i c…zi nostri. E l’indifferenza impera dovunque. Questo è. Risalire la china del disinteresse è duro, posto che si voglia davvero farlo e non ci si fermi alla ipocrita affermazione di volerlo fare ma è molto difficile, quasi impossibile. Nel suo piccolo ognuno dovrà fare qualche passo e cercare di coinvolgere i suoi vicini, a partire dai familiari. Poi ci sono le organizzazioni internazionali, le istituzioni, i governi, i partiti, e vi pare poco?

  24. marc52 scrive:

    “E’ un peccato il non fare niente col pretesto che non possiamo fare tutto.”
    Winston Churchill

    http://youtu.be/GlJ9kSEO7NU

  25. paolacon scrive:

    Riporto le parole di Oriana Fallaci molto pertinenti all’argomento
    “Vi sono dei momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre” (Oriana Fallaci da “la rabbia e l’orgoglio”)

  26. Volpino scrive:

    Perchè viviamo in una società piena di egoisti,ogni individuo pensa solo ed esclusivamente a se stesso e alla sua incolumità psicofisica fregandosene di tutto e di tutti,ogni individuo ama se stesso e basta.I ricchi aiutano i poveri?si tende la mano a chi ti chiede un’aiuto,no c’è indiferenza totale.Vi ricordate quella ragazza che fu uccisa con un pugno,nessuno interveni,lei per terra nessuno si fermò addirittura uno passò sopra il suo corpo con indifferenza totale. Il mondo è stremato da questa indifferenza, e l’uomo impassibile continua ad inquinarlo,con la sofferenza la violenza. L’indifferenza uccide il mondo e l’uomo.

  27. pasquino scrive:

    Citazione di George Bernard:
    Indifferente è chi non prova emozioni, chi rimane impassibile a tutto ciò che accade, chi non comprende, felicità ne tristezza.
    Chi non sa ne amare nè odiare, chi non ha cuore nè anima..Ma esiste una persona che davvero può essere considerata totalmente indifferente? Ci sono persone che si sono costruite una corazza contro i sentimenti troppo elevati e forse per non soffrire cercano di rimanere indifferenti, anche se in realtà dei sentimenti li provano ugualmente, perchè l’indifferenza vera è propria, il vero significato del termine, non è di questo mondo, credo solo nell’apparente indifferenza, ci si impone di esserlo, non siamo capaci di non provare emozioni, altrimenti non potremmo essere chiamati umani!

    PS: Io credo invece che esistano persone capaci di provare
    totale indifferenza per qualsiasi cosa o essere umano!
    Sbaglio o sono nel giusto?

  28. giulian.rm scrive:

    La nostra indifferenza verso gli altri deriva, a mio giudizio, dalla nostra incapacità di accettarci per quello che siamo, per le nostre piccolezze, per i nostri difetti e dalla conseguente nostra incapacità di proporci agli altri in tal modo… Forse che l’indifferenza non è quel tipo di comunicazione che dice: “non esisti”?
    Credo che tutto dipenda dalla sensibilità di una persona, dall’importanza che questa attribuisce agli altri e a se stessa, dalla rilevanza che dà all’indifferenza di qualcuno.

  29. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Indifferenza = razzismo sociale ed individuale, egoismo dell’animo, mancanza di solidarietà sociale. Non essere capaci di calarsi nei panni altrui. Guardare solo al propri interessi. Antica nefandezza del genere umano contemplata anche nel Vangelo. Contento io contenti tutti. Oggi massificata e aumentata dal consumismo e dalla crisi economica.Dove sono finiti i quartieri di popolani dove ci si aiutava a vicenda dove il tuo problema era anche il nostro. Molto spesso vi è meno indifferenza più solidarietà tra due poveri che tra un ricco ed un povero o tra due ricchi _________________________________________

    http://youtu.be/PMNdX3effXQ

    Melodie Beattie va per la maggiore in USA. Il suo manuale di autoapprendimento “E liberati dagli altri” ha venduto più di 5 milioni di copie.
    Il titolo non lascia spazio ad equivoci. Infatti, tra un consiglio e una raccomandazione avverte: “Il modo più sicuro per impazzire è farsi coinvolgere negli affari altrui, e il modo più sicuro di essere sani e felici è farsi gli affari propri”
    Il mondo è davvero mutato o siamo noi patetici nostalgici del celebre “I care” (mi importa, mi sta a cuore) che don Milani attaccava alle pareti della sua scuola-canonica?
    E un altro prete, dei nostri tempi, don Gallo scrive “L’indifferenza è l’ottavo vizio capitale”
    Il contrario di “indifferenza” è “responsabilità”, che letteralmente significa “rispondere in maniera abile, appropriata, opportuna”.
    G. B. Shaw aggiungeva: “Il peggior peccato contro i nostri simili non è l’odio, ma l’indifferenza; questa è l’essenza della disumanità”. D’accordo A. Gramsci che scriveva “Vivo, sono partigiano e non sopporto gli indifferenti”[…]
    Testo da Vittorio Moccia –Peacelink, 29 luglio.
    I nomi: Violetta e Cristina Ebrehmovic
    Da:digilander.libero.it/scuolaacolori/intercultura/…/indifferenza.htm
    http://youtu.be/MNTad2BSiZ0

  30. alba morsilli scrive:

    Antonio Gramsci – Indifferenti

    “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

    L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

    11 febbrio 1917

  31. franco muzzioli scrive:

    Splendita “favola” degna di un moderno Esopo.
    Sì in qualche modo siamo tutti coinvolti nelle “cose” del mondo.
    Le guerre in medio oriente …in fondo non ci riguardano …e “non sappiamo” che un missile con testata nucleare lanciato da quelle parti può raggiungere l’Italia.
    Se c’è la guerra civile in Libia, Tunisia, Egitto, Siria …a noi che ce ne cale…sono altre razze …altre religioni. …poi ci troviamo le coste piene di profughi.
    Solo se ci rifugiamo in un eremo sulle montagne possiamo ignorare il resto del mondo…ma anche lì la siccità seccherà gli alberi…gli uragani sconvolgeranno i boschi …per l’assurda cecità degli “altri uomini”.
    Siamo tutti…proprio tutti coinvolti.

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