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Il 10 dicembre 2008 la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, ha compiuto sessanta anni.

Non so se tutti noi conosciamo questo importante processo della storia dell’Umanità. In ogni caso, vale la pena rivisitarla insieme per soffermarci e commentarla.

La storia dei diritti non ha un punto finale, un risultato definitivo; è un processo a tappe, mai definitivamente garantite, per comprendere, riconoscere che cosa significa umanità e dignità umana.

La ricostruzione storica si sofferma su idee e norme giuridiche che si sono affermate nel tempo e pone una forte enfasi su due momenti cruciali in cui i diritti umani si sono affacciati alla storia: la metà circa del Settecento e la metà del Novecento. Sono le epoche in cui le diverse Dichiarazioni dei diritti sono diventate un momento centrale della Storia.

La dichiarazione del 1948 è stato il primo documento a sancire universalmente i diritti che spettano all’essere umano: alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della persona. E’ stato, anche, un punto d’arrivo di un dibattito filosofico che ha visto impegnati filosofi quali John Locke, J.Jacques Russeau, Immanuele Kant, fino a Jacques Maritain che partecipò di persona alla stesura della Dichiarazione.

E’ la base di molte conquiste civili della seconda metà del XX secolo ed ha costituito l’orizzonte della Carta dei Diritti fondamentali dell’ Unione Europea confluita, poi, nel 2004, nella Costituzione Europea. I trenta articoli di cui si compone sanciscono questi diritti: gli articoli 3-11 i diritti individuali (art. 3 “”ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona””), gli articoli 22-27 i diritti economici, sociali, culturali (art. 22 “”ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale””; art. 26 “”ogni individuo ha diritto all’istruzione, indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali””).

La Dichiarazione dei Diritti Umani è un codice etico d’importanza storica fondamentale; si fonda sul principio della dignità della persona, a prescindere dalla razza e dal censo, e sul principio di uguaglianza ontologica che afferma che ogni essere umano ha eguale dignità.

La radice ed il fondamento dei diritti dell’Uomo sono, infatti, da ricercare nella dignità, che appartiene ad ogni essere umano, al di là della stessa volontà degli uomini, delle realtà nazionali, dei pubblici poteri, che hanno bensì il compito di riconoscerli, rispettarli, tutelarli e promuoverli.

I diritti umani sono universali. Essi appartengono all’Uomo in quanto persona, ad ogni persona ed a tutte le persone, uomini e donne, ricchi e poveri, sani e ammalati. Ogni uomo, così come ogni popolo, deve godere dell’uguaglianza fondamentale; questa uguaglianza, in termini laici, è il fondamento del diritto di tutti alla partecipazione al processo di pieno sviluppo e, quindi, della pace.

La Dichiarazione ha costituito un ottimo punto di partenza; ma il cammino si è poi rivelato irto di ostacoli quando le legislazioni nazionali sono state sollecitate a tradurre in norme concrete le idee della Dichiarazione.

In un mondo più complesso e più connesso (la connessione è un parametro funzionale della globalizzazione in quanto coinvolge uomini, affari e norme), i diritti umani stentano ad adeguarsi ai corsi della globalizzazione ed a trovare risposte valide alle nuove problematiche del XXI secolo. Ancora oggi, in ogni angolo del pianeta, si assiste impotenti a continue infrazioni della Dichiarazione (diritti strappati alle popolazioni più povere e di basso rango sociale, ma anche violazione dei diritti nelle nazioni più potenti).

Due avvenimenti storici odierni mi hanno spinto a “rileggere” la Dichiarazione ed a soffermarmi in riflessione: le esternazioni del Colonnello Gheddafi, in visita in Italia, e le elezioni in corso in Iran.

Non intendo far commenti su tali avvenimenti per non creare malintesi, ma vi invito tutti a pensarci ed a riflettere. Se sarà il caso, potremo riparlarne.

La ricorrenza del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo è stato un forte richiamo a porre questi diritti al centro dei programmi politici e delle strategie di sviluppo della cooperazione internazionale. Di qui il rinnovato impegno da parte di tutti: non solo delle Istituzioni, ma anche delle Associazioni e dei singoli individui.

Noi di Eldy, amici, potremmo prenderci impegni in tal senso perché, se fatti in con testualità, possiamo annullare il brutto effetto dell’individualismo,

Qualche giorno fa, l’amico LORENZO R.M. con un suo commento ad un mio lavoretto annotava che “Eldy si avvia a possedere, con un riferimento generale, una serie di materiali interessanti ed importanti che costituiranno man mano un patrimonio assai utile per tutti gli amici”. Commento intelligente e centrato. Questo significa che tutti gli amici Eldyani, che giornalmente si danno da fare per esprimere opinioni, riflessioni, su argomenti di varia natura, sempre validi, dovrebbero volere e potere dare qualcosa di più a favore di tutti gli altri. Esaltiamo, integriamo, se necessario, ciò che di valido ci viene proposto, a beneficio di tutta una schiera che, vedo, sta crescendo di giorno in giorno. Il seme interrato da Lorenzo, io per primo proverò ad innaffiarlo per farlo diventare pianta e farla crescere sana e rigogliosa.

Per quanto ho scritto prima, se tutti siamo consapevoli del valore costitutivo della “persona”, impegniamoci a difenderne i diritti con la consapevolezza che la pace a livello internazionale si costruisce sul concreto riconoscimento dei diritti di ciascun individuo, indipendentemente dalla sua appartenenza etnica o dalla sua fede. Dobbiamo, vogliamo contribuire, interpretando il senso della storia, a realizzare la pace e la comprensione tra i Popoli.

 franco3.br                16giugno2009

 

Un Commento a “LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO (scritto da Franco3. br e inserito da Semplice)”

  1. lorenzo.RM scrive:

    Francesco, la tua opera didattica continua con grande impegno, intelligenza e sensibilità. Ti dobbiamo ringraziare tutti. Un abbraccio affettuoso.

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