Roma 16 ottobre 1943 il rastrellamento degli ebrei ebbe inizio
alle ore 5.30
1022 il numero dei deportati solo nel Ghetto
200 i bambini coinvolti
16 i sopravvissuti ai lager (di cui solo una donna: Settimia Spizzichino)
OGGI SONO 70 ANNI
“Fummo ammassati davanti a S. Angelo in Pescheria: I camion grigi arrivavano, i tedeschi caricavano a spintoni o col calcio del fucile uomini, donne, bambini … e anche vecchi e malati, e ripartivano. Quando toccò a noi mi accorsi che il camion imboccava il Lungotevere in direzione di Regina Coeli… Ma il camion andò avanti fino al Collegio Militare. Ci portarono in una grande aula: restammo lì per molte ore. Che cosa mi passava per la testa in quei momenti non riesco a ricordarlo con precisione; che cosa pensassero i miei compagni di sventura emergeva dalle loro confuse domande, spiegazioni, preghiere. Ci avrebbero portato a lavorare? E dove? Ci avrebbero internato in un campo di concentramento? “Campo di concentramento” allora non aveva il significato terribile che ha oggi. Era un posto dove ti portavano ad aspettare la fine della guerra; dove probabilmente avremmo sofferto freddo e fame, ma niente ci preparava a quello che sarebbe stato il Lager”, ha scritto Settimia Spizzichino nel suo libro “Gli anni rubati”.
Altri due libri per non dimenticare
Giacomo Debenedetti – 16 ottobre 1943
Fausto Coen – 16 ottobre 1943 La grande razzia degli ebrei di Roma.
Da Giacomo Debenedetti un piccolo brano
“I tedeschi bussarono, poi non avendo ricevuto risposta sfondarono le porte. Dietro le quali, impietriti come se posassero per il più spaventosamente surreale dei gruppi di famiglia, stavano in esterrefatta attesa gli abitatori, con gli occhi da ipnotizzati e il cuore fermo in gola”.
Alessandro,hai scritto nell’animo di ognuno di noi picconate giuste…grazie. Non so se avete sentito parlare dell’-armadio della vergogna- Si trovava in un sperduto corridoio negli archivi di Roma, girato contro il muro. Lì vi erano documenti dell’Eccidio di Sant’Anna di Stazzema .560 vittime. Ho detto questo perchè, in riferimento ai Vs commenti, troppi silenzi hanno offuscato la verità e la partecipazione di immonde persone. Credo che molte colpe le abbia anche la Chiesa di quel tempo.Che non si cancelli la memoria.La Scuola sia l’ORTO dei sani frutti
A completamento di quanto ha già scritto Alba riporto qui l’articolo apparso oggi sul Corriere della Sera.
Occorrerà – scrive Pierluigi Battista sul Corriere della sera – ricordare questa data, il 16 ottobre del 1943, come una data fondamentale della nostra Nazione, il giorno in cui venne sfregiata Roma, il giorno in cui l`Italia è entrata come complice nelle pratiche di sterminio del popolo ebraico. Il giorno della vergogna assoluta e irrimediabile.
“Quel giorno – continua Battista – 1.021 ebrei (altri 500 circa saranno catturati nei mesi successivi) vennero presi e portati nei campi della morte: ne tornarono solo 16. Un orrore che, come ha amaramente ricordato ieri il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, si realizzò «grazie all`indifferenza di troppi». Troppi romani, troppi italiani fecero finta di niente, prima e dopo la razzia del 16 ottobre.
“Il significato epocale di quella deportazione, il fatto che in una «normale» giornata di guerra i nazisti occupanti, con l`ausilio di spie, solerti funzionari italiani, antisemiti inveterati che potevano mostrare con particolare zelo il loro odio verso gli ebrei, andarono casa per casa per catturare cittadini romani e italiani di religione ebraica da trasferire nei campi della morte, questo significato è rimasto oscurato per tanti anni, anche dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la Liberazione dell`Italia”….
la storia vera vive finche noi vecchi viviamo,i giovani che non sanno che cosa è la guerra se no per sentito dire, non possono capire il dramma che menti distorte hanno portato l’umanitàin ginocchio.
Molti di noi anche i 70enni non sanno che cosa sia la guerra, come vedete ci stiamo allontanando e come sempre la memoria piano piano dimentica.
Nelle scuole non se ne parla e non si studia, i più ormai sono morti, rimangono solo la testimonianze scrittee non tutti leggono queste cose.
Il mondo è cambiato fino al punto che qualcuno ha messo in dubio
che potessero eserci dei campi di concentramento.
Questo è il modo di ragionare di molti giovani.
Forse noi abbiamo la colpa di averli fatti nascere nel benessere, non volevamo che loro avessero da soffrire come abbiamo fatto noi,ed questo dare loro molto è stato anche un errore di noi genitori,in conclusione tutto corre veloce in questi tempi ele notizie da un giorno a l’altro sono vecchie potete immaginare parlare della guerra a ragazzi che hanno vissuto nel benessere
Ricordi indelebili, vergogna da iscrivere ad un’umanità crudele e agghiacciante, un desiderio profondo e condiviso che non ci siano più avvenimenti di questo genere. Mai più, mai più, mai più.
E qualcuno ancora si ostina a negare. Chiamarli belve è un’offesa (per le belve). Povera, povera gente, mai si potrà dimenticare: quelle persone sono tutti nostri Figli, nostri Padri, nostri Fratelli.
Un ricordo…………..( molto emblematico );ero allora negli anni 70 un convinto e fervente attivista politico; conobbi tra le mie contrapposizioni politiche, un personaggio che doveva subire le nostre manifestazioni in piazza perchè aveva il negozio di tessuti proprio li in piazza: sarà stato il caso o l’inteligenza di CESARE SPIZZICHINO che mi prese a benvolere e diventammo amici, lui signore adulto e signore di animo e io giovane e carico di sogni.
Tutte le settimane andavamo a pesca nel tevere e rimanevamo a chiacchierare di politica anche essendo di idee molto diverse.
Una sua frase mi è rimasta scolpita nella mente:(Alessandro! viviamo in un mondo pieno di contraddizione e ricordati ogni uomo ha il suo prezzo )questa frase mi ritorna continuamente, e da allora ho cercato di ragionare con la mia testa.
Questo era CESARE SPIZZICHINO CHE RAGIONAVA e faceva ragionare.
Può sembrare un commento fuori tema, ma leggo, leggo, leggo,tanti ragionamenti tante comprensioni ma le cose non cambiano anzi peggiorano; le grandi conquiste sono avvenute mettendo le gambe e la faccia ad analisi e ragionamenti, invece dei bla bla bla.
alessandro. che si scusa del commento da contraltare.
PS.scusa anche alla moderatrice
Settanta anni fa quell’osceno sabato romano, vergogna di noi tutti, anche se non c’eravamo. Perché certe colpe dei padri ricadano sui figli. E l’indifferenza in mezzo a cui i nazisti rastrellarono quel sabato più di mille persone appartenenti alla comunità ebraica per deportarle ad Auschwitz andrà prima o poi spiegata. O almeno indagata, compresa. Perché è l’indifferenza di sempre, è il “non mi riguarda”, è il tenere le mani in tasca pensando che questi fatti appartengono al passato.
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UN FUORI TEMA ODIERNO. OGGI 16 OTTOBRE 2013, 70 ANNI FA, IL RASTRELLAMENTO NEL GHETTO DI ROMA.STORIA TRISTEMENTE CARA AI ROMANI, MA CHE COLPISCE TUTTE LE COSCENZE CIVILI DEL MONDO. UN RICORDO LEGATO ANCH’ESSO AL POST DI FRANCO SEMPRE BAMBINI, DONNE, VECCHI, UOMINI, CONDANNATI, MORTI INNOCENTI, SOLTANTO PER APPARTENERE AD UN ALTRO CREDO
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È il 16 ottobre del 1943, il “sabato nero” del ghetto di Roma. Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d’Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina. Dopo sei giorni arriveranno al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dalla Polonia. Nessuno dei duecento bambini è mai tornato…
PRESO IN RETE
Una Storia Romana http://youtu.be/UFHlYAIOqkA
LA STORIA DEGLI EBREI A ROMA E DEL SUO GHETTO
Il Ghetto di Roma http://youtu.be/SDXf1r3cyJU