Girando in web ho visto questa foto e un sussulto al mio cuore è stato tutt’uno, quante volte ho pensato a quel treno, non per fare dei viaggi,lui mi ha scaldato,mi ha protetto, è vero noi bambini davamo l’assalto a quel treno come poi più tardi ho visto fare al cinema dai Gangster, ma era diversa la motivazione loro per avidità, noi per freddo.
Si quel treno vecchio a carbone che sbuffava per tutta la città, noi bambini lo aspettavamo,  era pieno di carbone cookie, lo portava alla fabbrica del gas, si il gas prima del metano si faceva con il carbone dove operai erano addetti agli alti forni.
Ritornando indietro con la memoria, ricordo che ero l’unica femmina a rischiare si salire sul treno in corsa con un grosso sacco dove mettevo la refurtiva( cioè il carbone)
Eravamo come le lepri se venivamo scoperti, ma questo secondo chi era alla giuda del treno, molto spesso il macchinista invece di mettere carbone nella caldaia del treno  lo buttava per terra, così i più piccoli potevano riempirsi il sacco.
Si ci hanno messo anche il vigile motorizzato a guardia di noi, ma lui chiudeva tutti e due gli occhi, su dieci vagoni anche se ne prendevamo un po’  che male facevamo?
Un giorno, nella garitta del vagone, mi son trovata una paura che non ho mai dimenticato, ero con il carico di carbone ed  era pesante avevo riempito tutto il sacco erano 50 kg, salta un uomo che mi vuole prendere il sacco, non si accontentava della metà  lo voleva tutto ed io per non prendere botte come mi aveva minacciato glielo diedi.
Ricordo che anche se mi aveva fatto del male quando sentii dire che era rimasto sotto il treno mi dispiacque veramente.
Lì dovevamo essere lesti, agili, attenti e solo dei bambini potevano fare quello.
La stufa che era una latta della salsa (ve la ricordate quella da 5 kg) era rossa dal calore del carbone e noi, in questa stagione delle castagne, con una padella bucata, dopo tanta fatica ci sfamavamo e ci si riscaldava con il carbone del treno. 

7 Commenti a “Il treno del calore vita vissuta di Alba Morsilli”

  1. elisabetta8mi scrive:

    alba ho letto e riletto ,la tua storia del treno che mi ha molto colpita…sembra incredibile ma purtroppo è vera,noi a milano non avevamo il treno ma i vecchi camion sgangherati che scaricavano il carbone attraverso le finestre chiamate carbonaie…anche noi si cercava di raccattare dei pezzetti di carbone x la stufa di casa,la cosi’ detta stufa economica,dove le mamme cercavano di fare un qualcosa di caldo,non mi vergognio nel dire che ho sofferto la fame e che mettevo il cartone dentro alle scarpe x erano bucate le suole e che si doveva fare spessoin quanto si bagniava e si ribucava,sono stati tempi duri ma non abbiamo mollato anzi posso dire come te alba ..c’i’ anno temprati,sono storie vissute

  2. marc52 scrive:

    Alba, molto toccante il tuo racconto da… “monellaccia,” “maschiaccio,” per essere l’unica femminuccia all’assalto al treno, per poter “rubacchiare” un pò di carbone per scaldare la propria casa. Erano indubbiamente, tempi duri, per tanti bambini, e per tante famiglie. Io sono nato al tempo del boom economico,(i miei nonni stavano bene con la campagna). Però, posso capire cosa volesse dire esser vissuti in periodi di poco o nulla per poter vivere una vita dignitosa. A differenza di oggi però… vi era più solidarietà, ci si aiutava l’un l’altro, i problemi del vicino diventavano anche i tuoi problemi. Il poco si condivideva (il tipico detto fatto proprio da ex regimi totalitari di destra e di sinistra):”Si stava meglio quando si stava peggio”. Alba, i tuoi racconti di vita vissuta sono molto vivi, toccano il cuore. Sono di una dignità disarmante. Devi essere fiera di te stessa, devi sentirti appagata, serena, di quello che hai saputo è… voluto fare. Di quello che le avversità della vita ti ha concesso di poter fare. Della tua intelligenza, della tua curiosità di conoscere, sapere, di raccontare. Molto spesso, bisogna nascere nel posto giusto, al momento giusto. La vita sa essere cattiva! Nulla ti da, tutto ti toglie, dice un antico adagio. A te… ha dato le cose che contano di più.

  3. edis.maria scrive:

    Anche io ricordo i treni a carbone , sbuffanti e che riempivano sedili ed abiti di polverina nera!Per 3 anni sono partita da Susa, cittadina in cui abitavo, per recarmi a Torino, dove frequentavo le scuola superiori.Lentissimi ci impiegavano due ore e più! Eravammo studenti, operai e impiegati tutti insonnoliti e un po’ annoiati:. Gli studenti (pochi) ripassavano le lezioni, altri chiacchieravano o tentavano i primi approcci amorosi! Nel pomeriggio, verso le ore 16 eravamo di ritorno a casa , stanchi e pronti per riprendere , il giornp dopo la solita trafila! eppure ricordo con nostalgia quei tempi!

  4. sandra .vi scrive:

    Quando ho Letto per la prima volta questo racconto di ALBA ,Ho pensato a un brutto sogno ,mi sembrava un racconto di Dickens nn era possibile che dei bambini si esponesero a tali pericoli per dei pezzetti di carbone.Mi son resa conto che era la pura verita’ ,un nodo mi ha stretto la gola ,la mia vita era stata molto diversa ,nn mi era mancato niente ed ora mi accorgo di provare un senso di disagio,ALBA cara come vorrei che quelle differenze nn ci fossero mai state

  5. Lorenzo.rm scrive:

    Grande Alba. Ti abbraccio.

  6. franco muzzioli scrive:

    Leggo con rispetto e un pizzico di senso di colpa questi ricordi di Alba , che immagino si siano svolti durante la guerra o nell’immediato dopo guerra. Allora ero nella villa dei nonni e non mi mancava nulla neppure il calore senza fatica di capienti stufe.
    Vorrei non tornassero più queste differenze tra individui , nascita e fortuna , non dovrebbero essere i fattori preponderanti nella vita.

  7. alessandro31.rm scrive:

    Cara Alba, i nostri ricordi sembrano come le favole ( un prodotto della fantasia ) invece è vita vissuta e sofferta. Ci sono state tante sofferenze, ma la sofferenza se non la provi non la capisci, come non si capisce la fame o il freddo di ogni essere.
    Mentre tu riscrivendole provi le stesse sensazioni, io leggendole non posso provarle, perche sono solo tue…….comunque raccontamele perche a me piace leggele assomigliano tanto alle mie pur non essendo le stesse.

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