- Europa
Europa sì o Europa no; che ne dite?
Come dice Cactus nella sua premessa, si avvicinano le elezioni europee… Bene, lui ci espone il suo punto di vista e non credo che tutti siano d’accordo. A voi questo spazio per esprimere liberamente i vostri pareri. Io, come spesso faccio, non lo dico, per non influenzarvi. Buona lettura e buona riflessione. Parliamone. (pca)
Si stanno avvicinando le tanto attese (?) elezioni europee e le Segreterie dei vari partiti, con un bel corollario di uomini politici più o meno noti, stanno entrando in fibrillazione.
Ma per cosa?
Chiedo scusa a tutti voi per la mia profonda ignoranza su questo tema, ma ripeto: per cosa?
Perché si fanno queste elezioni? Normalmente le elezioni si fanno per eleggere delle persone che si facciano carico di guidare un Paese nel rispetto della Democrazia… e la scrivo in maiuscolo perché ancora io credo in questa parola.
Quindi le elezioni europee servono perché un gruppo di Eletti si prenda a cuore l’insieme dei Paesi che formano l’Unione Europea per portarli verso un futuro migliore. E fino a questo punto nulla da eccepire.
L’Unione Europea? Ma esiste? Spiegatemi, perché io vedo soltanto un elenco di Paesi preoccupati di pensare esclusivamente ai propri interessi nazionali.
Avevo sempre pensato che la parola “unione” identificasse un insieme di cose o persone teso a rendere più forte il singolo componente facente parte di una coalizione… e mi spiego con alcuni esempi:
Un fascio di sottili verghe offre più resistenza rispetto a una singola (favola di Esopo); un team di ricercatori può arrivare prima ad ottenere risultati concreti (equipe medica della Cattolica di Roma nella cura del diabete); un gruppo di stati che si confederano unendo le forze per arrivare a un miglioramento della vita dei cittadini (Stati Uniti d’America)…ecc. ecc.
Se ne può dedurre che l’Unione Europea abbia pensato e fatto questo o (almeno) lo ricerchi.
Premetto che sono un fautore di questa unione, perché penso che servirebbe a dare una stabilità economica e politica ai Paesi che ne fanno parte… praticamente tutta l’Europa occidentale con l’esclusione dei pochi che ancora ne sono fuori. Ma un’unione non significa soltanto avere una moneta comune, l’eliminazione delle frontiere e dei dazi doganali, norme comunitarie (che non sempre vengono rispettate) e così via.
Ma una vera “Unione” si raggiunge:
Quando si arriva ad avere un Parlamento europeo che legiferi in nome di tutti i Paesi membri, dai quali non deve arrivare nessun veto.
Quando si ha un solo esercito, che purtroppo serve.
Quando si abbandonano gli interessi personali di quel dato Paese per privilegiare quelli comuni, a prescindere dall’ importanza che esso riveste nell’ambito comunitario.
Quando si obbligano i Paesi membri ad osservare le leggi emanate, aiutandoli in caso di difficoltà ma pronti a colpire se queste leggi vengono evase.
Naturalmente non intendo dire che un Paese membro non sia libero di promulgare leggi proprie, ma queste leggi non dovrebbero essere in contrasto con quelle promulgate dall’Europa. Caso mai, tese a un loro miglioramento.
Queste sono solo alcune delle cose che mi rendono perplesso quando penso a queste prossime elezioni. Ci si litiga da decenni ormai su importanti decisioni non prese… e temo che così sarà per altri decenni! Credo che si potrà parlare di “Unione Europea” solo quando i vari rappresentanti dei Paesi membri capiranno il significato di questa parola!
Ci sono troppi meschini interessi da parte dei politici che noi, popolo europeo, dovremmo, tra un mese, mandare su quei banchi a rappresentarci.
Stiamo già assistendo ai vari balletti dei partiti pro e contro l’euro, ai quali poco importa se ciò che dicono abbia un senso. A queste persone molte volte importa solo cavalcare l’onda del dissenso o, al contrario, quella che per loro identifica, a torto o a ragione, la maggioranza.
Ecco… tra poco ci recheremo come tanti bravi scolaretti a fare il nostro compito con diligenza e serietà. Temo che la diligenza e serietà ci sarà soltanto da parte nostra.
Che tristezza!
Scritto da paolacon
AGORÀ
si è pensato solamente ad un Europa delle banke,ci sono delle nazioni che aderiscono ma non hanno l’€uro, non è stata fatta una politica comunitaria x il lavoro,così molte aziende usano lavoratori rumeni o delocalizzano,restando sempre in Europa,è come una casa che si è costruito prima il tetto e poi le fondamenta,tenete presente che la BCE è una banca privata,non possono le nazioni dipendere da una banca privata,noi non possiamo + stampare moneta e quindi siamo alla mercè dell’UE, solo uscendo possiamo tornare sovrani, non c’è nessun catastrofismo,ma l’€uro ci ha portato a pagare 1Kg di pane a 9.000 £ al kg ed 1 lt di latte a £3.000-Gli stipendi son rimasti al palo e si è perso potere d’acquisto-Basta €
E se spargessimo un po’ di ottimismo? E se si riuscisse a cambiare l’Europa pian pianino, migliorando i rapporti tra gli Stati ,aiutandosi a superare la crisi? Lasciamo da parte il pessimismo e votiamo secondo coscienza ,onestà e …… aspettiamo!
Una sola cosa è certa,la confusione che si è creata in tutti noi, L’Europa doveva essere un trampolino x tutte le Nazione ma cosi’ nn è stato,sembra che noi siamo stati messi in castigo dietro alla lavagna,la Germania fa la maestrina e decide x tutti,il problema è che siamo arrivati alle nuove elezioni e io sono nel pallone,,,ma nn si torna indietro sarebbe doppio guaio,Chi ha idee chiare le metta giu’,,,le contestazione a questo punto nn servono,servono idee,,,,,,,,
Certo che l’anti europeismo è serpeggiane. Un po’ tutti a criticare, a mettere degli out out; si parla di un Europa dove la Germania la fa da padrona. Pare che i confini non esistano, o che esistano solo nelle menti dei banchieri e di quanti vogliono trarne beneficio. La grande assente è la coscienza europea.
Credo nei cambiamenti a lungo termine, credo nei giovani, credo che con questa crisi con l’Europa non siamo caduti in un baratro peggiore, credo nell’euro.
Non credo in un certo conservatorismo , agli opportunismi di parte.
Leggendo attentamente i vostri commenti un po’ di ragione ne esce da ognuno di essi.Siamo in un momento molto delicato e purtroppo difficilissimo.CREDO pero’ che l’uscire dall’Euro adesso non giovi cero alla gente comune che vedrebbe improvvisamente raddoppiati i prezzi.Sono contrarissima a chi dici nn voto ,cosa cambia ?Cambia molto ,Ha perfettammente ragione Nembo ,hai un mano un arma micidiale “la matita” usa il cervello e adoperala.
Ho letto un articolo su: “The New Times” del Marzo del 2013, è passato un anno e più si avvicinano le elezioni Europee del 25 Aprile, nonostante siano aumentati gli euroscettici, in tutta Europa, io credo molto nell’ Europa unita. Leggendo l’articolo in questione dice: Per coinvolgere davvero i cittadini l’integrazione europea non dovrebbe basarsi sulla narrativa della ricostruzione del dopoguerra, ma sul cosmopolitismo e la diversità dell’Europa dell’inizio del ventesimo secolo. Alla fine la Grecia non è fallita e l’Europa ha iniziato a respirare un po’ meglio. Ma non per molto. Gli irriducibili elettori italiani che hanno votato un miliardario eccentrico e un comico ci hanno subito rammentato quanto sia profondamente in crisi il continente. Nel frattempo, la Francia è praticamente sola in Mali, e il Regno Unito parla apertamente di abbandonare la nave europea. Questa non è solo una crisi della valuta europea, ma della sua stessa anima. Se è mai esistita un’immagine prevalente di Europa unita, sta andando letteralmente in pezzi per mancanza di supporto da parte dei molti popoli che la compongono. Ciascuno di essi nutre risentimento o sospetto nei confronti dei suoi partner. Ma tutti soffrono del medesimo limite: pochi loro cittadini si reputano prima di tutto europei. Per alcuni aspetti molto importanti, l’Europa del 1913 era di gran lunga più cosmopolita ed europea dell’Europa odierna. Le idee e le nazionalità si amalgamavano, confluivano in un focolaio di creatività.la guerra del 1945 azzero l’idea di cosmopolitismo. le macerie del 1945. L’impellente obbligo di ricostruire, accentuato dalla guerra fredda, unì l’Europa occidentale e collocò la Germania occidentale al centro di questo contesto. Gli europei fecero progressi in un mercato sempre più comune. Ma l’elemento unificante non era l’ottimismo: a spronare gli europei occidentali a ricomporre le loro differenze a mano a mano che si andavano palesando fu piuttosto la paura. La paura di un’altra guerra tra di loro o dell’espansione sovietica.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Europa occidentale si è allargata a est ed è parsa avvicinarsi serenamente alla Fine della Storia — con pace, benessere, sicurezza sociale, democrazia e l’euro, una moneta unica per tutti, da Helsinki in Finlandia a Siviglia in Spagna. Per i suoi oltre 400 milioni di abitanti l’Europa è diventata un parco a tema, un museo, un supermercato, il continente di Easy Jet: efficiente, dinamico, aperto a tutti con poca spesa. Adesso però l’Europa esige sacrifici e solidarietà, e si scopre in declino. Ovunque vanno guadagnando terreno populisti e nazionalisti. Si scopre che gestire l’austerity e combattere il debito non serve affatto a unire l’Europa. Forse i leader europei avrebbero dovuto svegliarsi prima, quando l’entusiasmo per l’unione dette qualche segno di cedimento già prima della crisi. Nel 2005 gli elettori francesi e olandesi bloccarono qualsiasi passo avanti in direzione di una Costituzione europea.Le loro culture, le hanno globalizzate. Altrettanto dicasi delle nuove generazioni: se si esclude l’euro che hanno in tasca, i giovani europei non avvertono una presenza quotidiana dell’Europa. Gli opinionisti, gli economisti e i politici in genere concordano sul fatto che il continente potrebbe trarre grandi vantaggi da una maggiore unione politica, dato che la globalizzazione favorisce i blocchi continentali. Ma le nazioni e i popoli europei dovrebbero rinunciare a vaste aree di sovranità, e nulla finora li ha preparati a farlo. Con le attuali tendenze, se agli europei fosse chiesto di fare uno sforzo in più per unirsi di più, rifiuterebbero. Per questo motivo, l’Europa deve trovare una nuova idea, una nuova visione, un pezzo grosso di artiglieria per il proprio futuro. I ben noti nobili ideali non basteranno. Ormai, i diritti umani, il pluralismo, la libertà di pensiero, la socialdemocrazia del libero mercato sono già tutti contemplati dalle costituzioni delle varie nazioni. I cittadini non hanno bisogno che sia l’Unione europea ad assicurare loro tutto ciò. Come allacciare dunque nuovi legami sentimentali in Europa? Forse la risposta sta nel concepire un’Europa in carne e ossa, tangibile, fatta di colori, odori, folclore, forza poetica e varietà. L’obiettivo ultimo non si basa su concetti familiari – una lingua comune o una storia comune o un’ascendenza comune – quanto sul loro contrario: una comprensione e un punto di riferimento culturale sovranazionali, fondamentalmente continentali. Kundera diceva che in Europa c’è il “massimo di diversità nel minimo spazio”, concetto forse altrettanto forte ed efficace di “liberté, egalité, fraternité” o di “all men are created equal”. Un’ideale costitutivo di questo tipo è imprescindibile per un’unione politica continentale. Potrebbe essere ottenuto tramite un corso di educazione civica europea in ogni scuola; con una maggiore enfasi sull’apprendimento delle lingue straniere; con programmi più ampi di scambio (per fasce di età e classi); con un miglioramento della mobilità; con l’unificazione dei sistemi sanitari e pensionistici europei; con l’elezione di rappresentanti europei direttamente responsabili nei confronti dei loro elettori; con un trattamento più uniforme dei lavoratori ospiti e degli immigrati. Ecco, ora c’è veramente qualcosa su cui riflettere. François Hollande, Angela Merkel e soprattutto David Cameron: tenete a mente i “traghettatori”. Incoraggiate la creazione di un unico spazio pubblico e culturale europeo. Dateci una visione per i popoli d’Europa: fateli sognare di poter diventare un popolo solo e lasciatevi alle spalle tutti i dubbi. Se aspirate sinceramente a un’Europa politica, allora assumetevene la responsabilità con coraggio e con una visione che trascenda le prossime elezioni e il prossimo scossone economico che si incontrerà lungo il cammino. Questo secondo un analisi degli americani!
Loro, come detto da tanti altri, hanno alle spalle una guerra civile, 200 anni è più, di storia, ed… un inizio con una storia individuale fatta da persone di diverse etnie Europee.
( PRESO IN RETE Traduzione di Anna Bissanti)
Ci avviciniamo alle ultime due settimane di monotona campagna elettorale per le elezioni del parlamento Europeo
Solite promesse di quel deputato di questo o quel partito.
Sicuramente ancora una volta a vincere sarà il partito degli astenuti, che si dividerà con i soliti menefreghisti e gli astenuti “ideologici” per contestazione.
Lo scontento è chiaramente figlio della crisi economica dove l’Europa ha sbagliato non ha fatto l’Europa.
Per prima cosa non sono stati in grado di gestire l’euro ogni nazione ha pensato solo a se stessa c’è chi si arrichito come la Germania chi è andato a fondo come l’Italia.
ormai siamo in una catena che non conviene uscire dall’euro anche se certi parlamentari ne fanno propaganda
Uscire significa rinegoziare trattati intenazionali con condizioni sfavorevoli
Essere extra comunitari vuol dire importare prodotti a prezzi alti (pagati in euro o dollari) avere i dazi alle frontiere ecc..
I politici dovrebbero contribuire alla semplificazione buracratiche e per questo motivo invito al voto chi si astiene
Niente contro l’Unione, Gioggio del Colle, caro Franco, ed è questo che mi ha raffreddato.
L’Europa, in verità, non è mai esistita se non come consiglio di amministrazione di affaristi ed imbroglioni senza distinzione di colore o partito. Le sue istituzioni spettrali, a cominciare del parlamento, sono senza competenze decisionali (Per il nostro paese cosa hanno fatto?)ed assolvono all’unico compito di praticare manovre diversive mentre finanzieri e speculatori assaltano il fortino per appropriarsi del bottino. l’Europa cosi come è strutturata è una signora desovranizzata che ci sta scavando la fossa, nessuna politica estera, nessuna prospettiva geopolitica, nessun consenso, nessuna capacità di proporre cambiamenti, ma solo critica al nostro paese, e lo steso si è sempre piegato!!!Prossimamente non saremo più padroni nemmeno in casa nostra, poichè le politiche finanziarie saranno delineate e approvate preventivamente da Bruxelles. Lo stesso deciderà come risanare i conti pubblici del nostro stato, seguendo naturalmente una pianificazione con interessi da strozzinaggio che sempre noi pagheremo, perciò dovremo cedere un’altra fetta di sovranità nazionale alla vampiresca cordata di finanzieri europei…a sua volta asserviti alla più potente finanza USA. Come ho letto nel post, si vedono i vari balletti di politici e partiti e tutti questi che andranno in parlamento europeo (oltre ad essere una schiera di trombati) poco importa esserci a rappresentare l’Italia e diffendere la stessa. Complimenti a tutti i paladini che hanno reso il loro servizio nella comunità europea e, ai prossimi che continueranno ad impantanarsi esmpre di più in questa crisi senza mai valorizzare una nuova politica vera comunitaria. Vorrei tanto svegliarmi …e scoprire che non siamo più sottomessi e che gli Italiani tutti gli Italiani, hanno ritrovato quegli ideali e quei valori fortissimi di un tempo, simboli di abnegazione e sacrificio, sia per la propria vita che per quella degli altri.Vorrei apprendere di essere certo che il nostro popolo si sta battendo ancora per il lavoro (che ora non c’è)per una gemonia politica concettuale, vorrei che tutti gli Italiani tornassero a credere nelal politica e nelle loro idee riprendendosi dall’impressionante smarrimento politico e culturale, altresi vorrei che tutti gli Italiani si emozionassero, come me, nel vedere sventolare la nostra bandiera e, non solo quando gioca l’Italia. E, vorrei tando dare un bel calcio al fondo schiena a tutti quei politici “ominicchi” che, per opportunismo ed egoismo personale, sono scesi sempre a compromessi facendosi scudo di questa società trasformista, cinica, e priva di dignità. Questi purtroppo , sono i miei sogni,ma se si avverassero probabilmente staremo tutti meglio. Per chi va a votare l’arma micidiale si chiama “matita”
Caro Lorenzo ,che cosa ha detto contro l’Unione il nostro Giorgio nazionale?
Mi pare che da un punto di vista governativo l’Europa rimanga una meta imprescindibile
Poi se vogliamo dare retta agli euroscettici e agli sfascisti di ogni tipo ,l’unica soluzione è uscire e tornare alla lira con svalutazioni a due cifre , situazione buona solo per i grandi industriali che esportano e catastrofica per i comuni mortali , o torniano all’Italia dei campanili con le mura , i dazi e l’antica miseria contadina .
Abbiamo tolto la speranza anche ai giovani ,col marcio che ogni giorno salta fuori da tutti i pori, portandoli ad applaudire idee folli di personaggi ambigui e populisti.
Torniamo a rileggerci Giuseppe Mazzini e crediamo alle sue utopie vecchie di quasi duecento anni….. ma migliori di ciò che ci viene offerto ora .
Grazie, Cactus. Il tuo articolo funge da apripista corretto e serio su ciò che è e non è l’Europa. Personalmente sono fra i sostenitori tiepidi e non so se andrò a votare. Una cosa che potrebbe farmi propendere per il sì è la curiosità per il semestre di presidenza italiana. Ma gli ultimi cmportamenti del Presidente Napolitano e del nostro governo mi hanno molto raffreddato nell’entusiasmo. Non ci saranno presumibilmente molti cambiamenti nella politica UE. Grazie ancora,comunque, Cactus.
Sono d’accordo con quello che ha scritto Cactus , ma l’Europa non è l’America, nata da una guarra civile che ha , in qualche modo, unificata la nazione con identica lingua ,regole quasi simili per ogni stato ed ovviamente , stessa storia.
L’Europa ha molte lingue , tutte difficilmente sostituibili, i vari Stati hanno storie diversissime , alcuni giovani come l’Italia che ha solo 153 anni. Vi sono monarchie , democrazie di vario tipo , quindi è difficile pensare di unificare facilmente una simile moltitudine di Nazioni . Hanno iniziato nel modo più semplice, unificando la moneta e dandosi regole commerciali ed amministrative. Dovrà essere stabilita una lingua comune , o seconda lingua, perchè nessuno, noi per primi, sarà disponibile a rinunciare alla propria.
Pensate che Mazzini fondò nel 1834 la Giovane Europa , in Svizzera ,che è l’unica che ora non fa parte dell’Unione, per dire quante contraddizioni, difficoltà e perchè no , utopie , devono essere superate per completare questo cammino.
Penso che proprio per questo è importante andare a votare per fare un successivo piccolo passo verso una Europa unita.
Fra qualche generazione , quando i nostri figli o i nostri nipoti ,parleranno correttamente l’inglese come seconda lingua, avranno lavorato a Londra, Parigi o Berlino (tanto per citare) , avranno forse la compagna o il compagno di una diversa nazione , quando inizierà una storia comune …allora si avvereranno ,pian piano , tutte le auspicate considerazioni di Cactus.
Discorso difficile e complesso:
L’Europa da sempre è stata considerta un continente e come tale considerta nell’immaginario collettivo un po’ come uno stato unico
alla stregua dell’Asia, dell’Africa, dell’America.
Si, è vero, fisicamente sono continenti distinti, configurabili separatamente ma…. al loro interno?
I loro interni, il loro insieme non è affatto omogeneo come lo si vede sulle carte geografiche che tutti abbiamo visto appese a scuola dietro le spalle dell’insgnante.
QUESTA È L’AMERICA, QUESTA L’ASIA, QUESTA è L’AFRICA E QUESTA CH VEDETE È L’UROPA!
Questi stati che compongono quell’Europa si sono fatti guerre fino a non molti anni fa.
Sono, siamo, Stati con costumi diversi, culture diverse, climi diversi. Sono cose che ciascuno di noi ha assimilato nel tempo.
Ci vediamo con sospetto con i tedeschi a causa della guerra, ci consideriamo cugini coi francesi perchè confinanti, non sappiamo nient dei belgi , degli olandesi………
Le loro feste non sono le nostre feste, i loro cibi non sono i nostri cibi……..
Eppure, nonostante questo, qualcuno ha deciso che dovremo essere tutti eguali: perchè?
A chi serve? Chi ne trae vantaggio?
È stata fatta la moneta unica, sono stata abolite le frontiere, le merci e le persone possono circolare liberamente ma chi ne trae beneficio?
da wikipedia:
L’euro, valuta comune di diciotto stati membri dell’Unione europea, fu introdotto per la prima volta nel 1999 (come unità di conto virtuale); la sua introduzione sotto forma di denaro contante avvenne per la prima volta nel 2002, in dodici degli allora quindici stati dell’Unione. Negli anni successivi la valuta è stata progressivamente adottata da altri stati membri, portando all’attuale situazione in cui diciotto dei ventotto stati UE (la cosiddetta Zona euro) riconoscono l’euro come propria valuta legale.
Con la formazione dell’Europa unita e l’introduzione dell’euro avremmo dovuto trarne vantaggi tutti quanti.
Oggi assistiamo al fallimento di quelle politiche:
Comprate italiano!
Inostri prodotti sono migliori.
la la manodopera costa meno!
Ma davvero, e lo sto chiedendo ai POLITICI di tutti gli stati, tutto questo lo avete fatto per il mio bene????