Anche il tour de France esce dai confini in un afflato europeo, quest’anno inizia in Inghilterra…..chissà che cosa ne penserebbe Bartali ?….Che il 18 luglio compierebbe cent’anni !!!!
Lo ricorda Paolo Conte……..” quanta strada nei miei sandali , quanta ne avrà fatta Bartali, quel naso triste come una salita , quegli occhi allegri da italiano in gita “…..
Vinse quel Tour del 1948, l’anno dell’attentato a Togliatti e si dice che fu proprio la sua vittoria ad evitare una guerra civile.
Come scrive Leonardo Coen, non era solo un caparbio ciclista …quello del: “tutto sbagliato, tutto da rifare”, era un uomo meraviglioso che nel 1946, vinse il giro della Ricostruzione, tra macerie morali e materiali.
“Pochissimi sapevano che aveva vinto sfide molto più pericolose. Con i nazisti e i repubblichini. La Resistenza pedalata di Gino Bartali era stata sempre sul filo del rasoio: – staffetta – della rete messa in piedi dal rabbino Nathan Cassuto e dal cardinale Elia Angelo Della Costa.
Sotto il sellino e nel telaio della sua bici, Bartali celava foto e documenti contraffatti. Furono 800 le persone salvate in questo modo; moltissimi ebrei, ma anche antifascisti, soldati alleati e partigiani. Lui non se ne fece mai vanto. Tenne per se il segreto “Certe cose si fanno e non si dicono” rispose a suo figlio Andrea che gli aveva chiesto perché era stato zitto in tutti questi anni. Eroe silenzioso, per Yad Vashem merita il sacrario della Memoria di Gerusalemme, che un anno fa lo ha eletto – Giusto tra i Giusti delle Nazioni –
Auguri caro Gino, vai ancora sulla tua pesante bicicletta tra le nuvole nel paradiso delle brave persone, noi che abbiamo gioito delle tue vittorie … cerchiamo di scorgerti tra le luce del tramonto per salutarti con la mano.
…..se tu vuoi andare vai ….e vai….che io sto qui e aspetto Bartali …tra i francesi che si incazzano …..e i giornali che svolazzano……la…la….la http://www.youtube.com/watch?v=irRvBhUA7DA
che una guerra civile possa essere fermata dalla vittoria di una corsa ciclistica mi sembra offensiva per l’intelligenza di coloro che quella storia l’hanno vissuta e per gli Italiani di oggi ai quali la si vorrebbe far credere!
“Fanatico o seminfermo di mente, ma soprattutto “atto isolato” come si affrettò a sostenere il ministero dell’Interno? Certo quel gesto era covato e cresciuto nel clima acutissimo della campagna elettorale del 18 aprile, dello scontro frontale di tre mesi prima. Senza contare che l’anno precedente il Pci, come il Psi, era stato escluso dal governo in un clima internazionale di aperta rottura tra Est ed Ovest, e in Sicilia c’erano stati l’attentato mafioso a Girolamo Li Causi e la strage di Portella della Ginestra. Disse qualcuno (e divenne quasi senso comune) che la immediatamente successiva vittoria di Gino Bartali al Tour di Francia “salvò la democrazia in Italia” stemperando quei momenti di paura. Pura banalizzazione degli eventi. Ed anche un modo per appannare il ruolo che, proprio in quei momenti, ebbe lo stesso Togliatti: mentre lo stavano caricando sull’ambulanza aveva sussurrato a Longo e Secchia: “State calmi, non perdete la testa”. Parlava con grande fatica, ma anche con grande lucidità raccomandando di mantenere i nervi saldi.”
Per correttezza storica vorrei precisare ad Alfred/Sandro che sì Togliatti svegliatosi dall’anestesia ,invitò alla calma , ma se non ci fosse stato De Gasperi , Scelba , il “niet” di Stalin e ……la vittoria di Bartali al Tour de France …la nostra piccola guerra civile non ci sarebbe costata “solo” 30 morti e 800 feriti.
Scusate se mi ripropongo commentando…Volevo dirvi questo, ai frequentatori del blog. Venerdi prossimo la rai1 in prima serata, ripropone un film su la vita di Gino Bartali, vale la pena gardarlo è già stato dato qualche tempo fa, per chi non a potuto vederlo,è una occasine, per conoscere la vita di questo grande campione. Ultima cosa. Se venite a Firenze dico se.. visitare la città unica nel suo genere va fatto. Andate anche al Ponte a Ema dove è nato Bartali non è distante dalla città in poco tempo ci si arriva. Visitate il Museo che la famiglia Bartali a donato alla città merita visitarlo. Grazie per l’attenzione per il vostro interesse per Bartali che è ancora vivo nei ricordi di tanti.
É bello ricordare i grandi campioni dello sport e in particolare un campione come Gino Bartali, simbolo nello sport ciclistico e figura di grande carisma nella vita.
Fin da ragazzo sono stato appassionato di ciclismo e da sempre tifoso di Gino Bartali. Ricordo la gara Sassari-Cagliari, una ‘classica’ degli anni ’50 in Sardegna. Proprio in quella del 1951 Gino Bartali andò in fuga con un giovane neo-professionista, Renzo Soldani, gli insegnò la tecnica dei ‘cambi’ per mantenere la velocità e il distacco dagli inseguitori, lo portò fino al traguardo ma l’ingrato giovane ciclista non gli diede l’onore della vittoria e lo battè nella volata all’arrivo. Gino è rimasto sempre il campione che ricordiamo, il giovane Soldani si è perso nel gruppo.
Grazie Paola e Franco, bellissima pagina.
Coppi e Bartali sono stati dei grandi campioni,gente che amava veramente lo sport,Bartali è stato un partigiano silenzioso,ha dato il suo contributo alla Patria rischiando come tutti gli altri Partigiani senza scalpore ma con onore,grazie Bartali,,,,,
Non fu merito di gino se la guerra civile fu evitata ma il merito fu di Togliatti stesso che dal letto dell, ospedale lanciò un appello a tutti gli italiani diffuso alla radio, affinchè deponesserol le armi. E cosi fu.
Indimenticabile figure quella di GINO BARTOLI ,grande nella sua semlice bonta/,letteralmente volava sulla sua bicicletta e scuotendo quel suo testone “Gli e’ tutto da rifare ‘era la sua frase preferita .Noi in famiglia seguendo l;esempio di papa eravamo tutti suoi fanatici sostenitori ,e se il giro passava dalle nostre parti ,eravamo senz’altro presenti a vederli passare.Certo dobbiamo alla sua vittoria del Tour ,se l’attentato a Palmiro Togliatti nn fini in una tragedia ,Un grazie aFranco per avercelo ricordato.e a Paola per averlo postato.
Una ventata di gioventù, tutti seguivamo il giro e il tifo era tanto, chi aveva la radio la metteva sulla finestra e noi seduti per terra si seguiva il giro.
Poi il tifo per Coppi e Bartali, la bici ti faceva sognare era l’unico mezzo di trasporto popolare.
Due grandi rivali ma due aniconi, Coppi e Bartali.
Nel periodo del giro noi bambini con i gessi si disegnava le strade per terra, con le varie tappe, le gritte erano i ciclisti e la loro foto ritagliata la mettavamo dentro alla gritte.
Ero una Bartaliana sfegatata senza sapere nulla della sua vita oggi grazie a te amiro sempre di più l’uomo e il suo cuore
Io lo conosco solo per sentito dire dal mio Papa’il nome di Gino Bartali, ricordo che era un grande del ciclismo, volava nella sue bicicletta, che era il nostro campione del ciclismo Italiano,grazie Gino ancora oggi ti ricordano, con piacere i grandi sportivi.grazie Franco del tuo racconto..ciao….
…Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri di italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora le girano
e tu mi fai- dobbiamo andare al cine
e vai al cine, vacci tu…
(Tratto da Bartali di Paolo Conte)
Erano gli anni cinquanta nel bar che si chiamava CO-BA che stava per indicare il nome di Coppi e Bartali. Era frequentato da tifosi dei due campioni, questo bar si trovava non molto lontano da casa mia, in via Pisana vicinissimo alla Porta s San Frediano, quartiere situato in Oltrarno un quartiere storico della città. Andavo per un gelato, e sentivo le discussioni infinite su Bartali e Coppi. Si radunavano sul marciapiede facevano un bel gruppetto di persone e con parole molto molto accese si scambiavano pareri su questi due campioni, lascio a voi…che paroline si scambiavano non certamente simpatiche specialmente quando si svolgeva il Giro d’Italia oppure quello di Francia. Della generosità di Bartali lo si sapeva…come si comportava in corsa con i compagni di squadra, era un campione anche nel rapporto con i compagni. Lo ricordo quando si faceva il giro della Toscana gara unica, vinta più volte da Bartali e con enormi distacchi. Siamo venuti a conoscenza dopo anni di ciò che ha fatto per salvare vite umane dalle deportazioni, si veramente un uomo giusto. Finisco col dire Muzzioli grazie per aver ricordato questo grande campione e come toscano era doveroso fare un piccolo commento.
Non scherziamo: io ero e sono per Fausto Coppi. Ma del grande Ginettaccio, l’Uomo del “Gli è tutto da rifare”, provo una gramde gratitudine, per quello che era e nessuno sapeva. Grazie, Gino e grazie, Franco.
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che una guerra civile possa essere fermata dalla vittoria di una corsa ciclistica mi sembra offensiva per l’intelligenza di coloro che quella storia l’hanno vissuta e per gli Italiani di oggi ai quali la si vorrebbe far credere!
“Fanatico o seminfermo di mente, ma soprattutto “atto isolato” come si affrettò a sostenere il ministero dell’Interno? Certo quel gesto era covato e cresciuto nel clima acutissimo della campagna elettorale del 18 aprile, dello scontro frontale di tre mesi prima. Senza contare che l’anno precedente il Pci, come il Psi, era stato escluso dal governo in un clima internazionale di aperta rottura tra Est ed Ovest, e in Sicilia c’erano stati l’attentato mafioso a Girolamo Li Causi e la strage di Portella della Ginestra. Disse qualcuno (e divenne quasi senso comune) che la immediatamente successiva vittoria di Gino Bartali al Tour di Francia “salvò la democrazia in Italia” stemperando quei momenti di paura. Pura banalizzazione degli eventi. Ed anche un modo per appannare il ruolo che, proprio in quei momenti, ebbe lo stesso Togliatti: mentre lo stavano caricando sull’ambulanza aveva sussurrato a Longo e Secchia: “State calmi, non perdete la testa”. Parlava con grande fatica, ma anche con grande lucidità raccomandando di mantenere i nervi saldi.”
da :
http://www.libertaegiustizia.i.....attentato/
Per correttezza storica vorrei precisare ad Alfred/Sandro che sì Togliatti svegliatosi dall’anestesia ,invitò alla calma , ma se non ci fosse stato De Gasperi , Scelba , il “niet” di Stalin e ……la vittoria di Bartali al Tour de France …la nostra piccola guerra civile non ci sarebbe costata “solo” 30 morti e 800 feriti.
Scusate se mi ripropongo commentando…Volevo dirvi questo, ai frequentatori del blog. Venerdi prossimo la rai1 in prima serata, ripropone un film su la vita di Gino Bartali, vale la pena gardarlo è già stato dato qualche tempo fa, per chi non a potuto vederlo,è una occasine, per conoscere la vita di questo grande campione. Ultima cosa. Se venite a Firenze dico se.. visitare la città unica nel suo genere va fatto. Andate anche al Ponte a Ema dove è nato Bartali non è distante dalla città in poco tempo ci si arriva. Visitate il Museo che la famiglia Bartali a donato alla città merita visitarlo. Grazie per l’attenzione per il vostro interesse per Bartali che è ancora vivo nei ricordi di tanti.
I grandi campioni come Bartali che hanno tenuto alto il prestigio dello sport e l’orgoglio della nostra Italia non si devono dimenticare mai. R.I.P.
Una parte del testo lo ha scritto gugli
GRANDE CAMPIONE!!!!! CANTATO DA UN GRANDE AUTORE
Paolo Conte – Bartali
http://youtu.be/6_rias09Nto?list=RD6_rias09Nto
É bello ricordare i grandi campioni dello sport e in particolare un campione come Gino Bartali, simbolo nello sport ciclistico e figura di grande carisma nella vita.
Fin da ragazzo sono stato appassionato di ciclismo e da sempre tifoso di Gino Bartali. Ricordo la gara Sassari-Cagliari, una ‘classica’ degli anni ’50 in Sardegna. Proprio in quella del 1951 Gino Bartali andò in fuga con un giovane neo-professionista, Renzo Soldani, gli insegnò la tecnica dei ‘cambi’ per mantenere la velocità e il distacco dagli inseguitori, lo portò fino al traguardo ma l’ingrato giovane ciclista non gli diede l’onore della vittoria e lo battè nella volata all’arrivo. Gino è rimasto sempre il campione che ricordiamo, il giovane Soldani si è perso nel gruppo.
Grazie Paola e Franco, bellissima pagina.
Coppi e Bartali sono stati dei grandi campioni,gente che amava veramente lo sport,Bartali è stato un partigiano silenzioso,ha dato il suo contributo alla Patria rischiando come tutti gli altri Partigiani senza scalpore ma con onore,grazie Bartali,,,,,
Non fu merito di gino se la guerra civile fu evitata ma il merito fu di Togliatti stesso che dal letto dell, ospedale lanciò un appello a tutti gli italiani diffuso alla radio, affinchè deponesserol le armi. E cosi fu.
Indimenticabile figure quella di GINO BARTOLI ,grande nella sua semlice bonta/,letteralmente volava sulla sua bicicletta e scuotendo quel suo testone “Gli e’ tutto da rifare ‘era la sua frase preferita .Noi in famiglia seguendo l;esempio di papa eravamo tutti suoi fanatici sostenitori ,e se il giro passava dalle nostre parti ,eravamo senz’altro presenti a vederli passare.Certo dobbiamo alla sua vittoria del Tour ,se l’attentato a Palmiro Togliatti nn fini in una tragedia ,Un grazie aFranco per avercelo ricordato.e a Paola per averlo postato.
Una ventata di gioventù, tutti seguivamo il giro e il tifo era tanto, chi aveva la radio la metteva sulla finestra e noi seduti per terra si seguiva il giro.
Poi il tifo per Coppi e Bartali, la bici ti faceva sognare era l’unico mezzo di trasporto popolare.
Due grandi rivali ma due aniconi, Coppi e Bartali.
Nel periodo del giro noi bambini con i gessi si disegnava le strade per terra, con le varie tappe, le gritte erano i ciclisti e la loro foto ritagliata la mettavamo dentro alla gritte.
Ero una Bartaliana sfegatata senza sapere nulla della sua vita oggi grazie a te amiro sempre di più l’uomo e il suo cuore
Io lo conosco solo per sentito dire dal mio Papa’il nome di Gino Bartali, ricordo che era un grande del ciclismo, volava nella sue bicicletta, che era il nostro campione del ciclismo Italiano,grazie Gino ancora oggi ti ricordano, con piacere i grandi sportivi.grazie Franco del tuo racconto..ciao….
…Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri di italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora le girano
e tu mi fai- dobbiamo andare al cine
e vai al cine, vacci tu…
(Tratto da Bartali di Paolo Conte)
Erano gli anni cinquanta nel bar che si chiamava CO-BA che stava per indicare il nome di Coppi e Bartali. Era frequentato da tifosi dei due campioni, questo bar si trovava non molto lontano da casa mia, in via Pisana vicinissimo alla Porta s San Frediano, quartiere situato in Oltrarno un quartiere storico della città. Andavo per un gelato, e sentivo le discussioni infinite su Bartali e Coppi. Si radunavano sul marciapiede facevano un bel gruppetto di persone e con parole molto molto accese si scambiavano pareri su questi due campioni, lascio a voi…che paroline si scambiavano non certamente simpatiche specialmente quando si svolgeva il Giro d’Italia oppure quello di Francia. Della generosità di Bartali lo si sapeva…come si comportava in corsa con i compagni di squadra, era un campione anche nel rapporto con i compagni. Lo ricordo quando si faceva il giro della Toscana gara unica, vinta più volte da Bartali e con enormi distacchi. Siamo venuti a conoscenza dopo anni di ciò che ha fatto per salvare vite umane dalle deportazioni, si veramente un uomo giusto. Finisco col dire Muzzioli grazie per aver ricordato questo grande campione e come toscano era doveroso fare un piccolo commento.
Non scherziamo: io ero e sono per Fausto Coppi. Ma del grande Ginettaccio, l’Uomo del “Gli è tutto da rifare”, provo una gramde gratitudine, per quello che era e nessuno sapeva. Grazie, Gino e grazie, Franco.