Con l’estate si parla anche di vecchi e di panchine… non solo di vacanze e viaggi.
Vivere con lentezza, trovare il tempo di soffermarsi a pensare, seduti su una panchina.
Per un giovane la lentezza è un momento di relax, un piccolo regalo.
Per una persona anziana la lentezza è un handicap, una disabilità, un ingombro alla libertà, limita.
Che pensa un anziano seduto in un parco su una panchina? Medita? Si lascia vivere e prende le cose come vengono?
O invece è solo arrabbiato con la vita?
Spesso i pensieri non devono aver fretta, vanno centellinati ed assaporati, sono ricordi che passano. Ma il tempo è tanto a volte, forse troppo per un vecchio e fa caldo.
Torna al solito parco, solo.
vecchio su panchina Dipinto di Peter Gallen
Sceglie un angolo consueto, un’abitudine che abbia il sapore di casa e l’anziano si siede all’ombra, al solito posto, e considera con lentezza.
Bene, Franco Muzzioli ci invita a riflettere; ci provoca un po’ com’è sua abitudine… ma ci stimola a parlare. (pca)
Ed ora ecco la riflessione di Franco
In altro sito, si è parlato giustamente dei cani e del loro abbandono estivo, ma girando per giardini pubblici e parchi, è facile vedere un vecchio seduto su di una panchina, appoggiato al bastone, che si deterge il sudore con un fazzoletto antico e cerca di raccogliere tutta la frescura che l’albero, sotto il quale si è seduto, gli può dare.
Ha lo sguardo rassegnato, forse stanco, guarda nella sua mesta solitudine i pochi bambini che giocano a palla e cerca ogni tanto di abbozzare un sorriso, nella speranza che qualcuno lo veda e possa scambiare con lui qualche confortevole parola.
Mostrare sensibilità ed interesse verso gli animali ci fa sentire più buoni, ma con la consapevolezza che in fondo si tratta di cani e di gatti.
Il vecchio, lasciato solo nell’afa estiva, perché è ovvio che si deve andare al mare, penso sia un’altra cosa.
Nella scala dei valori non ci dovrebbero essere dubbi, ma non ci stupiamo se i supermercati, con aria condizionata, sono pieni di anziani che si litigano le rare panchine e gironzolano vani, tra vetrine di negozi nei quali non entreranno mai.
Sono in fondo vecchi, a loro non interessano più le spiagge affollate o le faticose montagne, “stanno bene a casa loro”, non importa se sono senza condizionatore e se l’unico amico è una televisione accesa.
Loro, la vita, l’hanno già vissuta !
Come al solito cerco con le mie parole di graffiare, di mettere la coscienza (la mia compresa), alla prova.
È facile vedere il mondo dalla parte del bello ……
ogni tanto val la pena infilare le mani nei nostri egoismi ed in quelli dei nostri figli, ricordando a tutti che se non si muore giovani, inevitabilmente si diventa vecchi!!!!!!!!!!!!!!
Nel luglio e nell’agosto dell’anno scorso soggiornai, dopo un intervento ad un rene, in una struttura di riabilitazione, dove molte persone anziane erano “ parcheggiate “ per alcune settimane estive. Alle 6 e 30 venivano fatte alzare dal letto, perchè il personale doveva rimettere in ordine, e spostate, dopo una sosta in bagno, su carrozzelle e sistemate lungo un corridoio l’una di fianco all’altra. Rimanevano lì fino alle 12 e 30, ora in cui venivano spostate nella sala da pranzo. Nel frattempo si erano addormentate piegate sulla carrozzella, o chiamavano l’infermiera chiedendo di tornare a letto, o volevano acqua , non avevano neanche il campanello e dovevano gridare per farsi sentire! Molte erano lucide, altre no! Qualche volta i parenti si facevano vedere ,ma preferivano non sapere troppo. Io spesso portavo loro l’acqua, chiamavo l’infermiera che sempre mi rispondeva : “ Quella si lamenta sempre, sta benissimo, vuole solo tornare a letto!” Ho passato momenti di disperazione nel vedere vecchietti trattati come fossero già cadaveri, non considerati da nessuno!Ancora adesso non faccio altro che raccontare a tutti questa esperienza, anche ai medici che ora mi curano, e chiamo “ quel posto” un LAGER! Dico sempre il nome di questa struttura e la sconsiglio a tutti!Quando chiesi di essere dimessa, la direzione fu ben contenta, perchè ero una che , essendo ricoverata per la riabilitazione, non rientrava nelle regole descritte, ma osservava e protestava! Questa è vita vissuta i cui ricordi non mi lasceranno mai! FIGLI non ricoverate mai i vostri genitori in queste strutture, o siate molto accurati nell’ osservare e credere ai vecchietti che spesso non si confidano per non sentirsi ancora rimproverati! L’angoscia mi attanaglia solo al pensiero di quei due mesi!
VECCHIO? Poeta: Charles Bukowski
in agosto avrò 73 anni,
quasi ora di fare le valigie
per un salto nel vuoto
ma due cose
mi trattengono:
non ho ancora scritto
abbastanza poesie
e poi il vecchio
che abita nella casa
di fianco alla mia.
vivo e vegeto,
a 96 anni.
picchia sulla finestra
col bastone
e manda baci
a mia moglie.
capisce tutto,
schiena dritta,
passo svelto,
guarda troppa tivù
ma noi
allora?
ogni tanto vado a trovarlo,
ciacola
ma non dice cazzate,
tende a ripetersi
un poco
ma vale quasi la pena
di riascoltarlo.
ero da lui
un giorno e ha detto:
‘sai, presto
tirerò le cuoia…’
‘mah,’ho detto io, ‘non ne sono
così sicuro…’
‘io sì,’ ha detto,
‘perciò, che ne diresti
di fare un cambio con casa mia?’
‘certo la tua è carina.’
‘ma non so se puoi darmi
quello che voglio in cambio…’
‘dipende, mettimi alla prova.’
‘bè,’ ha detto, ‘vorrei un nuovo
paio di testicoli.’
Quando morirà il vicino
sarà difficile riempire
il gran vuoto che lascia.
mi sono
spiegato?
UNA CONDIZIONE OPPOSTA, VICINA… A TANTI ANZIANI IERI COME OGGI
Umberto D – Dignidad y humanidad (vittorio De Sica)
Cara Enrica quando si parla di cose così importanti è necessario generalizzare ….poi ci sono i vissuti, le tragedie della vita che spessono vengono vissute come colpe, l’essenziale è essere in pace con la propria coscienza …e voler bene più che si può!
In questo racconto si parla di persone anziane lasciate sole a se stesse, dimenticate.
E’ sicuramente una realtà, mi permetto però di dissentire, ci sono anziani e anziani, diventando anziani non si acquisiscono dei diritti a prescindere.
C’è un proverbio che dice: Si raccoglie quel che si semina….
Io ho accudito i miei genitori, per causa di forza maggiore ho dovuto ricoverare mio papà in una casa di riposo, erano ammalati tutti e due e lavorando non riuscivo a seguirli come si sarebbe dovuto.
Il giorno che ho firmato il contratto, mi tremavano le mani e sono stata male, mio padre è morto tre mesi dopo, tutti i giorni uscivo dal lavoro e andavo da lui, poi tornavo a casa da mia mamma con un carcinoma al seno e i miei figli, ero rimasta vedova da pochi mesi.
Molte volte si fa come si può e non come si vorrebbe.
Avevo una zia acquisita, sorella di mia suocera, nubile e senza figli, c’ero solo io, al suo capezzale, andavo a trovarla quando potevo, certo non avevo un giorno fisso, ma quando si è aggravata hanno chiamato me, non i nipoti diretti,che non si sono mai fatti vivi, solo dopo la morte per avere notizie testamentarie. E poi c’è una persona, che non riesco nemmeno a guardare, per quanto male, mi ha fatto nel tempo, mi reco in struttura, perchè, anche in questo caso chiamano me, io vado sbrigo quel che DEVO, ma non mi fa alcuna pena, il suo sguardo perso, è il conto che paga per la sua intolleranza continua e prolungata non solo nei miei confronti ma nei confronti di tutti. Si riteneva il meglio, può darsi pure che lo fosse, questo non le consentiva di umiliare gli altri.
So di essere fuori dal vostro schema ma questa è la mia realtà
Franco, hai scritto un articolo molto bello e profondo. Gli anziani ,non come noi che usiamo il pc.e se vogliamo uscire a pranzo ci andiamo, ma gli anziani veri, quelli che riescono a malapena a uscire di casa , dirigersi al parco e sedere su una panchina. Guardarsi in giro e vedere la nostalgia del passato nei loro occhi. Mai che un ragazzo accompagni queste persone degne d’ogni rispetto. Tante volte lasciate sole in balia di loro stessi se non per i pasti che la Caritas porta. I parenti non hanno tempo di occuparsi devono prepararsi per il mare o la montagna o anche se ci fossero; il lavoro gli impegna troppo e le case di riposo sono stracolme. Attraversare le strade per loro è difficile , alle volte anche la vista fa scherzi sebbene abbiano gli occhiali, forse nei loro occhi non vedono striscie bianche , ma erba dove i più hanno sempre lavorato, fino a che la vecchiaia gli ha travolti lasciandoli soli a pensare su una panchina.
Ho asscoltato la canzone ,e’ veramente molto bella ,ma lascia un nodo in gola.Si Franco e’ la vera tragedia di questa stagione ,le famiglie pensano alle vacanze .mari ,monti nn c’e’ posto pe chi ha fatto tanti sacrifici per loro oramai e’ un peso e come un pacco lo si lascia in deposito da qualche parte se e;’ fortunato o in casa abbandonato.Ecco il suo rifugio l’ombra di una panchina amica,quanta tristezza ….eppure basterebbe una parola ,per vederli sorridere …qualcuno li ha considerati ancora una persona.
Caro Franco parlr chiaro non vuol dire trasmettere tristezza, anzi all’incontrario dare forza a chi manca.
C’è anziano e anziano quello che si deprime quello che fa il galletto tra le signore, c’è il malato immaginario, e quello ipocondriaco.
Poi esiste veramente l’anziano con grave patologie ed è qui che entra in gioco il tuo articolo, lasciati come deposito nelli ospedali, pensi che non sarebbe felice sedersi in una banchina, guardarsi attorno poter camminare. Ecco che anche lui sarebbe felice, mentre ora sta sempre con gli occhi fissi alla porta per vedere se arriva qualcuno dei suoi. Ma loro sono in vacanza
Questo è il mondo dei crudeli di chi sul cuore a il pelo
Franco,questo argomanto direi che ora è il momento piu’giusto, visto periodo vacanze ferie in arrivo, chiedo scusa del mio modo di pensare quelle panchine mi fanno tristezza, ma saranno occupate da persone anziane che posso prendere un po di fresco sotto una pianta e le mani che sembrano pregare chissa’ cosa pensaranno in quel momento,i suoi pensieri scorrono nel suo vissuto di vita passata ai loro grandi sacrifici che oggi sentono l’abbandono forse dai loro cari, oggi sono seduti in una panchina con lo sguardo nel vuoto, e sempre piu’ soli la solitudine che cresce, oppure parcheggiati nelle strutture pubbliche ho nelle case di riposo, vengono parcheggiati,questo argomento e davvero importante, parliamone e che le nostre strutture pubbliche,, diano una mano di sollievo a chi non puo’avere una vecchiaia di lusso, l’importante nn dimendicarli come dei pacchi postali,scusate ma anche questo succede!!
ci sono bimbi che giocano,
loro non hanno freddo,
corrono dietro ai passeri affamati,
ai colombi che fanno il girotondo ,
io li guardo ho freddo ,
vorrei correre con loro,
forse se corressi mi scalderei,
le mamme in piedi parlottano,
la vecchina seduta sulla panchina dorme ,
è da ieri sera che è li,
ha la testa china,
le mani in grembo,
sembra una madonna che prega,
immobile,
Ecco, per lei il grande freddo è finito,
guardando i bimbi che giocano e gli uccellini che mangiano
seduta sulla panchina dei giardini.
sorride.
Mi ha commosso il commento di Alba !
Scusa, ma quanta tristezza nelle tue parole, quanta rassegnazione , quante giustificazioni per un mondo che ignora chi ha dato tanto a tutti.
Essere qui , in questa “classe” di anziani ,che hanno sopportato tanto e che comunque sono contenti, mi inorgoglisce. Siete tutti belle e grandi persone.
Mi auguro che certi commenti li leggano anche i nostri giovani , per capire quanto possono ancora imparare.
é vero ‘abbandono degli animali’ è sinonimo di cattiva ignoranza, loro poverini dipendano da noi.
Ma noi anziani non siamo cani e gatti, abbiamo la capacità di reagire.
Gli anziani di oggi sono molto diversi dei nostri vecchi, sanno usare il pc e qui ne abbiamo l’esempio nella nostra chat, tutti hanno il telefonino e magari anche di ultima generazione.
Perciò tutto questo apre la mente anche se sei solo non sei depresso.
Certo noi anziani siamo serviti ai nostri cari in questo momento di crisi, ci hanno svuotato il portafoglio, però siamo sinceri con noi stessi anche se ti invitano a una vacanza con loro diciamo “NO”
Noi stiamo bene a casa nostra, le nostre abitudini altrove non le troviamo.
Ormai le cittànon si svuotano più, i vari comuni organizano tante manifestazioni.
Poi vi sono tanti numeri tel.a disposizione dell’anziano l’auser ha il tel amico, sia per compagnia e piccole commisioni.
Basta solo informarsi e non piangersi adosso.
Pio se sei solo e non hai voglia di cucinare molte le trattorie che con 10 euro mangi un pasto completo e buono, si sono anche organizate per il servizio a domicilio.
Come vedete usare il cervello e non piangersi adosso si può passare anche l’astate su una banchina ma con un altro spirito
Molti hanno lodato la struggente canzone del poeta cantante Baglioni…per correttezza devo dire che è tutto merito di Paola ,che ha dimostrato una sensibilità particolare sia nello scegliere la musica che le fotografie.
Caro Lorenzo da persona buona quale si tu ,tendi a guardare con riguardo il parentado del vecchio ….e può essere che sia misogeno ….che non voglia nessuno e che si accontenti della compagnia di un cane o di un gatto. Ma l’Auser parla di 500 mila anziani abbandonati in estate ..ed è un dato arguito…che senz’altro sarà molto più importante.
Credo che il vecchi difficilmente siano soli …quasi sempre esiste un figlio o un nipote o un parente …..ma si sa hanno altre necessità , altre urgenze , altre “vacanze”!!!!!
franco questa volta voglio congratularmi con te ai preso un argomento serio io credo che anchio comincio far parte dela categoria anziani certo la solitudine ti ucide so cosa vuol dire essere soli x fortuna ho ancora la moglie vicino che mi conforta x me non ce una panchina nel parco la disabilita ti porta ala malinconia e anche a non aver voglia piu di uscire non ce posto x noi sotto quel albero in un parco nessuno ti acompagna ti resta la solitudine
Eh già, Franco. Ci sono pure gli anziani soli. Che non hanno affetti e compagnia. Che siedono sconsolati in una panchina di un giardinetto. Con gli occhi fissi nel vuoto. E forse (forse) non hanno né figli, né nipoti, né parenti. Non frequentano associazioni, centri anziani, ecc., non hanno hobby. Io, chissà perché, ho sempre avuto paura della solitudine e dell’egoismo che è insito in essa. Sono stato sempre un animale sociale. E’ questo il primo consiglio che darei all’anziano dei giardinetti (l’anziana sta naturalmente a casa perché lei ha sempre da fare, malgrado l’età): di aprirsi lui al prossimo per trovare simpatia e solidarietà. Anche un animale può essergli utile per fargli compagnia.
Franco vedo che anche tu hai messo il dito nella piaga,era propio di questo che ho accennato nel bosco,mi auguro che in tanti possano riflettere profondamente.In questa societa’ dove tutto corre velocemente nn vi è posto x pensare anche ai vecchi e queste dolce persone nn chiedono nulla se nn una parola e un sorriso,vi è tanta sofferenza,solitudine ma tanta dignita’in queste persone sole e a volte anche dimenticate o pacheggiate negli ospedali nei periodi estivi x giustamente come tu dici le famiglie devono andare al mare e i vecchi sono d’inpiccio.Grazie Franco,era un argomento da prendere in mano e parlarne con amore e sensibilita’come tu hai fatto,il cd mi ha commossa ha veramente cintrato il problema,,,,,
Scrivi un commento nota: I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE
Nel luglio e nell’agosto dell’anno scorso soggiornai, dopo un intervento ad un rene, in una struttura di riabilitazione, dove molte persone anziane erano “ parcheggiate “ per alcune settimane estive. Alle 6 e 30 venivano fatte alzare dal letto, perchè il personale doveva rimettere in ordine, e spostate, dopo una sosta in bagno, su carrozzelle e sistemate lungo un corridoio l’una di fianco all’altra. Rimanevano lì fino alle 12 e 30, ora in cui venivano spostate nella sala da pranzo. Nel frattempo si erano addormentate piegate sulla carrozzella, o chiamavano l’infermiera chiedendo di tornare a letto, o volevano acqua , non avevano neanche il campanello e dovevano gridare per farsi sentire! Molte erano lucide, altre no! Qualche volta i parenti si facevano vedere ,ma preferivano non sapere troppo. Io spesso portavo loro l’acqua, chiamavo l’infermiera che sempre mi rispondeva : “ Quella si lamenta sempre, sta benissimo, vuole solo tornare a letto!” Ho passato momenti di disperazione nel vedere vecchietti trattati come fossero già cadaveri, non considerati da nessuno!Ancora adesso non faccio altro che raccontare a tutti questa esperienza, anche ai medici che ora mi curano, e chiamo “ quel posto” un LAGER! Dico sempre il nome di questa struttura e la sconsiglio a tutti!Quando chiesi di essere dimessa, la direzione fu ben contenta, perchè ero una che , essendo ricoverata per la riabilitazione, non rientrava nelle regole descritte, ma osservava e protestava! Questa è vita vissuta i cui ricordi non mi lasceranno mai! FIGLI non ricoverate mai i vostri genitori in queste strutture, o siate molto accurati nell’ osservare e credere ai vecchietti che spesso non si confidano per non sentirsi ancora rimproverati! L’angoscia mi attanaglia solo al pensiero di quei due mesi!
VECCHIO? Poeta: Charles Bukowski
in agosto avrò 73 anni,
quasi ora di fare le valigie
per un salto nel vuoto
ma due cose
mi trattengono:
non ho ancora scritto
abbastanza poesie
e poi il vecchio
che abita nella casa
di fianco alla mia.
vivo e vegeto,
a 96 anni.
picchia sulla finestra
col bastone
e manda baci
a mia moglie.
capisce tutto,
schiena dritta,
passo svelto,
guarda troppa tivù
ma noi
allora?
ogni tanto vado a trovarlo,
ciacola
ma non dice cazzate,
tende a ripetersi
un poco
ma vale quasi la pena
di riascoltarlo.
ero da lui
un giorno e ha detto:
‘sai, presto
tirerò le cuoia…’
‘mah,’ho detto io, ‘non ne sono
così sicuro…’
‘io sì,’ ha detto,
‘perciò, che ne diresti
di fare un cambio con casa mia?’
‘certo la tua è carina.’
‘ma non so se puoi darmi
quello che voglio in cambio…’
‘dipende, mettimi alla prova.’
‘bè,’ ha detto, ‘vorrei un nuovo
paio di testicoli.’
Quando morirà il vicino
sarà difficile riempire
il gran vuoto che lascia.
mi sono
spiegato?
UNA CONDIZIONE OPPOSTA, VICINA… A TANTI ANZIANI IERI COME OGGI
Umberto D – Dignidad y humanidad (vittorio De Sica)
http://youtu.be/Vk1ImmKfrXw
Cara Enrica quando si parla di cose così importanti è necessario generalizzare ….poi ci sono i vissuti, le tragedie della vita che spessono vengono vissute come colpe, l’essenziale è essere in pace con la propria coscienza …e voler bene più che si può!
In questo racconto si parla di persone anziane lasciate sole a se stesse, dimenticate.
E’ sicuramente una realtà, mi permetto però di dissentire, ci sono anziani e anziani, diventando anziani non si acquisiscono dei diritti a prescindere.
C’è un proverbio che dice: Si raccoglie quel che si semina….
Io ho accudito i miei genitori, per causa di forza maggiore ho dovuto ricoverare mio papà in una casa di riposo, erano ammalati tutti e due e lavorando non riuscivo a seguirli come si sarebbe dovuto.
Il giorno che ho firmato il contratto, mi tremavano le mani e sono stata male, mio padre è morto tre mesi dopo, tutti i giorni uscivo dal lavoro e andavo da lui, poi tornavo a casa da mia mamma con un carcinoma al seno e i miei figli, ero rimasta vedova da pochi mesi.
Molte volte si fa come si può e non come si vorrebbe.
Avevo una zia acquisita, sorella di mia suocera, nubile e senza figli, c’ero solo io, al suo capezzale, andavo a trovarla quando potevo, certo non avevo un giorno fisso, ma quando si è aggravata hanno chiamato me, non i nipoti diretti,che non si sono mai fatti vivi, solo dopo la morte per avere notizie testamentarie. E poi c’è una persona, che non riesco nemmeno a guardare, per quanto male, mi ha fatto nel tempo, mi reco in struttura, perchè, anche in questo caso chiamano me, io vado sbrigo quel che DEVO, ma non mi fa alcuna pena, il suo sguardo perso, è il conto che paga per la sua intolleranza continua e prolungata non solo nei miei confronti ma nei confronti di tutti. Si riteneva il meglio, può darsi pure che lo fosse, questo non le consentiva di umiliare gli altri.
So di essere fuori dal vostro schema ma questa è la mia realtà
Franco, hai scritto un articolo molto bello e profondo. Gli anziani ,non come noi che usiamo il pc.e se vogliamo uscire a pranzo ci andiamo, ma gli anziani veri, quelli che riescono a malapena a uscire di casa , dirigersi al parco e sedere su una panchina. Guardarsi in giro e vedere la nostalgia del passato nei loro occhi. Mai che un ragazzo accompagni queste persone degne d’ogni rispetto. Tante volte lasciate sole in balia di loro stessi se non per i pasti che la Caritas porta. I parenti non hanno tempo di occuparsi devono prepararsi per il mare o la montagna o anche se ci fossero; il lavoro gli impegna troppo e le case di riposo sono stracolme. Attraversare le strade per loro è difficile , alle volte anche la vista fa scherzi sebbene abbiano gli occhiali, forse nei loro occhi non vedono striscie bianche , ma erba dove i più hanno sempre lavorato, fino a che la vecchiaia gli ha travolti lasciandoli soli a pensare su una panchina.
Ho asscoltato la canzone ,e’ veramente molto bella ,ma lascia un nodo in gola.Si Franco e’ la vera tragedia di questa stagione ,le famiglie pensano alle vacanze .mari ,monti nn c’e’ posto pe chi ha fatto tanti sacrifici per loro oramai e’ un peso e come un pacco lo si lascia in deposito da qualche parte se e;’ fortunato o in casa abbandonato.Ecco il suo rifugio l’ombra di una panchina amica,quanta tristezza ….eppure basterebbe una parola ,per vederli sorridere …qualcuno li ha considerati ancora una persona.
Caro Franco parlr chiaro non vuol dire trasmettere tristezza, anzi all’incontrario dare forza a chi manca.
C’è anziano e anziano quello che si deprime quello che fa il galletto tra le signore, c’è il malato immaginario, e quello ipocondriaco.
Poi esiste veramente l’anziano con grave patologie ed è qui che entra in gioco il tuo articolo, lasciati come deposito nelli ospedali, pensi che non sarebbe felice sedersi in una banchina, guardarsi attorno poter camminare. Ecco che anche lui sarebbe felice, mentre ora sta sempre con gli occhi fissi alla porta per vedere se arriva qualcuno dei suoi. Ma loro sono in vacanza
Questo è il mondo dei crudeli di chi sul cuore a il pelo
Franco,questo argomanto direi che ora è il momento piu’giusto, visto periodo vacanze ferie in arrivo, chiedo scusa del mio modo di pensare quelle panchine mi fanno tristezza, ma saranno occupate da persone anziane che posso prendere un po di fresco sotto una pianta e le mani che sembrano pregare chissa’ cosa pensaranno in quel momento,i suoi pensieri scorrono nel suo vissuto di vita passata ai loro grandi sacrifici che oggi sentono l’abbandono forse dai loro cari, oggi sono seduti in una panchina con lo sguardo nel vuoto, e sempre piu’ soli la solitudine che cresce, oppure parcheggiati nelle strutture pubbliche ho nelle case di riposo, vengono parcheggiati,questo argomento e davvero importante, parliamone e che le nostre strutture pubbliche,, diano una mano di sollievo a chi non puo’avere una vecchiaia di lusso, l’importante nn dimendicarli come dei pacchi postali,scusate ma anche questo succede!!
commento con questa vecchia poesia:
ai giardini
ci sono bimbi che giocano,
loro non hanno freddo,
corrono dietro ai passeri affamati,
ai colombi che fanno il girotondo ,
io li guardo ho freddo ,
vorrei correre con loro,
forse se corressi mi scalderei,
le mamme in piedi parlottano,
la vecchina seduta sulla panchina dorme ,
è da ieri sera che è li,
ha la testa china,
le mani in grembo,
sembra una madonna che prega,
immobile,
Ecco, per lei il grande freddo è finito,
guardando i bimbi che giocano e gli uccellini che mangiano
seduta sulla panchina dei giardini.
sorride.
Mi ha commosso il commento di Alba !
Scusa, ma quanta tristezza nelle tue parole, quanta rassegnazione , quante giustificazioni per un mondo che ignora chi ha dato tanto a tutti.
Essere qui , in questa “classe” di anziani ,che hanno sopportato tanto e che comunque sono contenti, mi inorgoglisce. Siete tutti belle e grandi persone.
Mi auguro che certi commenti li leggano anche i nostri giovani , per capire quanto possono ancora imparare.
é vero ‘abbandono degli animali’ è sinonimo di cattiva ignoranza, loro poverini dipendano da noi.
Ma noi anziani non siamo cani e gatti, abbiamo la capacità di reagire.
Gli anziani di oggi sono molto diversi dei nostri vecchi, sanno usare il pc e qui ne abbiamo l’esempio nella nostra chat, tutti hanno il telefonino e magari anche di ultima generazione.
Perciò tutto questo apre la mente anche se sei solo non sei depresso.
Certo noi anziani siamo serviti ai nostri cari in questo momento di crisi, ci hanno svuotato il portafoglio, però siamo sinceri con noi stessi anche se ti invitano a una vacanza con loro diciamo “NO”
Noi stiamo bene a casa nostra, le nostre abitudini altrove non le troviamo.
Ormai le cittànon si svuotano più, i vari comuni organizano tante manifestazioni.
Poi vi sono tanti numeri tel.a disposizione dell’anziano l’auser ha il tel amico, sia per compagnia e piccole commisioni.
Basta solo informarsi e non piangersi adosso.
Pio se sei solo e non hai voglia di cucinare molte le trattorie che con 10 euro mangi un pasto completo e buono, si sono anche organizate per il servizio a domicilio.
Come vedete usare il cervello e non piangersi adosso si può passare anche l’astate su una banchina ma con un altro spirito
Molti hanno lodato la struggente canzone del poeta cantante Baglioni…per correttezza devo dire che è tutto merito di Paola ,che ha dimostrato una sensibilità particolare sia nello scegliere la musica che le fotografie.
Caro Lorenzo da persona buona quale si tu ,tendi a guardare con riguardo il parentado del vecchio ….e può essere che sia misogeno ….che non voglia nessuno e che si accontenti della compagnia di un cane o di un gatto. Ma l’Auser parla di 500 mila anziani abbandonati in estate ..ed è un dato arguito…che senz’altro sarà molto più importante.
Credo che il vecchi difficilmente siano soli …quasi sempre esiste un figlio o un nipote o un parente …..ma si sa hanno altre necessità , altre urgenze , altre “vacanze”!!!!!
franco questa volta voglio congratularmi con te ai preso un argomento serio io credo che anchio comincio far parte dela categoria anziani certo la solitudine ti ucide so cosa vuol dire essere soli x fortuna ho ancora la moglie vicino che mi conforta x me non ce una panchina nel parco la disabilita ti porta ala malinconia e anche a non aver voglia piu di uscire non ce posto x noi sotto quel albero in un parco nessuno ti acompagna ti resta la solitudine
Eh già, Franco. Ci sono pure gli anziani soli. Che non hanno affetti e compagnia. Che siedono sconsolati in una panchina di un giardinetto. Con gli occhi fissi nel vuoto. E forse (forse) non hanno né figli, né nipoti, né parenti. Non frequentano associazioni, centri anziani, ecc., non hanno hobby. Io, chissà perché, ho sempre avuto paura della solitudine e dell’egoismo che è insito in essa. Sono stato sempre un animale sociale. E’ questo il primo consiglio che darei all’anziano dei giardinetti (l’anziana sta naturalmente a casa perché lei ha sempre da fare, malgrado l’età): di aprirsi lui al prossimo per trovare simpatia e solidarietà. Anche un animale può essergli utile per fargli compagnia.
Franco vedo che anche tu hai messo il dito nella piaga,era propio di questo che ho accennato nel bosco,mi auguro che in tanti possano riflettere profondamente.In questa societa’ dove tutto corre velocemente nn vi è posto x pensare anche ai vecchi e queste dolce persone nn chiedono nulla se nn una parola e un sorriso,vi è tanta sofferenza,solitudine ma tanta dignita’in queste persone sole e a volte anche dimenticate o pacheggiate negli ospedali nei periodi estivi x giustamente come tu dici le famiglie devono andare al mare e i vecchi sono d’inpiccio.Grazie Franco,era un argomento da prendere in mano e parlarne con amore e sensibilita’come tu hai fatto,il cd mi ha commossa ha veramente cintrato il problema,,,,,