http://www.youtube.com/watch?v=fe1rZ4-_XGA

 

 

“Si tu puoi” dice Barak Obama dal Ghana, e come non pensare a quel “Times they are a changin” (i tempi stanno cambiando) di Bob Dylan che, ha forgiato nel suo piccolo un pò la nostra etica, il nostro sogno.Si è concluso il G8 de L’Aquila, la vita continua e l’Africa entra prepotentemente in casa nostra attraverso visioni di speranza sulla scia del Presidente USA.Per un attimo non abbiamo la visione di gommoni stipati di gente che tenta di sfuggire alla fame, vediamo città stipate di uomini, donne, bambini che ha fame di futuro. L’altro ieri nel messaggio al mondo B.Obama tra l’altro aveva detto “… all’Africa quel che manca non è la terra, mancano i mezzi per garantire il raccolto”. L’ho anche scritto nel mio articolo. Devo dire che nessuno dei commenti ha centrato questa frase che sembra leggera ed invece nasconde una tremenda realtà: si fanno guerre per il possesso della terra, si uccide per essa, e ci si dimentica che la terra per dare frutti va coltivata, i frutti raccolti, i semi conservati e pronti ad essere nuovamente seminati per garantire la vita.

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 Lo scetticismo ci porta a dire “le guerre non finiranno mai”, altri diranno “quanti disoccupati in più se le fabbriche d’armi chiudono”.Non è vero. L’Europa è stata travagliata dalle guerre. Oggi, nel bene e nel male, abbiamo un’Europa allargata a 27 paesi in pace. Gli stati fondatori non guerreggiano tra loro dal 1945, muri son caduti e frontiere eliminate. 
Quindi la “pace” si può costruire, e le fabbriche riconvertire. Sperare in un mondo di pace è utopia? Da secoli quest’utopia accompagna l’uomo, immancabilmente vengono riesumati scheletri che le scatenano, e a costo di ripetermi, voglio ricordare che una guerra non si fa mai per il futuro ma per il passato, per i rancori non sopiti che ci si porta appresso. Occorre estirpare le ragioni dell’odio ad ogni livello e questo può essere fatto educando i nostri figli al rispetto dell’altro, all’amore per l’altro, non importa quanto distante. Occorre mantenere cosciente che l’unica realtà è la contemporaneità con cui conviviamo su questo fragile e posente pianeta.Ecco un altro punto che ritengo importante, l’essere coscienti che noi, noi tutti viviamo contemporaneamente questo giorno, in situazioni diverse, chi gioiosamente, chi in sofferenza,in  ogni  caso, noi tutti abbiamo o abbiamo vissuto i due momenti estremamente opposti.Eppure occorre trovare sempre la forza di trarre gioia, anche dalla sofferenza. La serenità d’animo può portare a conquistare sempre la propria gioia. Occupandosi delle cose non preoccupandosene.
Yes you can, the time they are a change. (si puoi farlo, i tempi stanno cambiando).         Unisco  le due frasi simbolo di queste righe di riflessioni sperando di aver dato a chi ha letto una piccola dose di speranza condivisa.

 obama

Popof                           12luglio2009

4 Commenti a “YES YOU CAN (scritto da Popof e inserito nel blog da Semplice)”

  1. antonio2.LI scrive:

    Qual cosa sta cambiando in fatto di democrazia è stato presentato da Amnesty International il seguente elenco che fa ben sperare per il futuro.Purtroppo ancora molti paesi ne sono esclusi.Non resta che sperare:

    In Africa un solo paese, Maurizio, ottiene il massimo punteggio (+10) in tema di democrazia. Gli altri promossi sono nell’ordine: Sud Africa e Botswana (+9), Senegal (+8), Madagascar e Malati (+7), Namibia, Benin, Mali, Repubblica Centrafricana, Guinea Bissau e Mozambico (+6). Ai livelli più bassi dei paesi comunque considerati democratici figurano: Nigeria, Costa d’Avorio e Niger (+4), Ghana, Gibuti e Tanzania (+2), Zambia e Etiopia

  2. alba.ge scrive:

    vedi popof il tuo articolo sembra una pagina del vangelo aiutati che Dio ti aiuta ha predicare non è Gesù ma un uomo di colore dove il mondo a posto se sue speranze.sono passati 2000anni da allora e si può dire che per l’Africa nulla è cambiato. Forse sono pessimista ma non vorrei che Obama facesse la fine di kenedi, il buono da fastidio bisogna eliminarlo

  3. giovanna3.RM scrive:

    Sì Popof, “WE CAN DO A LOT” e sono convinta che Obama lo creda davvero! Aiutare l’Africa non significa elargire solo contributi, ma permettere a tutti gli Africani di diventare autonomi attraverso collaborazioni che permettano a quei paesi di crescere e avere la possibilità di uno sviluppo reale, ottenuto con le loro capacità.
    Certo, occorre tempo e mettere fine allo sfruttamento di quei territori, mai attuato.
    Molto bello il tuo articolo, grazie.

  4. lorenzo.RM scrive:

    Sì, l’hai data una dose di speranza condivisa. E l’articolo è un bellissimo articolo, di quelli che si conservano non solo nei ricordi ma, metaforicamente, nel comodino accanto al proprio letto. Bravo, bravissimo Popof.

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