Franco Muzzioli ci propone di riflettere e discutere su una domanda ben precisa

Il terrorismo è una malattia?

Ho letto un articolo sulla neurologa Kathleen Taylor dell’Università di Oxford dove si afferma che il fondamentalismo religioso ed altre forme ideologiche nocive alla società , potranno essere curate come malattie mentali.

La strategia anti-terrorismo futura è la neuroscienza, perché gli sviluppi nella  ricerca mostrano che saremo in  grado di controllare la nostra mente ed anche prevenire forme di convincimenti estremi ……..”Smetteremo di vedere la radicalizzazione basata su una ideologia o un culto ,come una scelta personale frutto di libero arbitrio “.  La Taylor ha dichiarato che varie forme di estremismo potranno essere considerate una sorta di devianza psicologica e quindi un disturbo mentale. La ricercatrice ha dichiarato di non riferirsi esclusivamente al fondamentalismo islamico , ma ad ogni forma di convinzione estrema suscettibile di provocare danni sociali.

Fin qui è la notizia…….personalmente sono certo che ogni tipo di fondamentalismo è la negazione della ragione ….ma mi sorgono tante perplessità. Dove finisce il raziocinio e comincia la patologia ?

Buttare cibo in quantità industriali, mentre popolazioni vicine muoiono di fame, non è forse una “pulsione” patologica che fa danni sociali ?

Votare embarghi contro le armi e contemporaneamente produrne sempre di più e più sofisticate …non è un ossimoro sociale patologico ?

Si potrebbe abbondantemente spaziare nei plagi della pubblicità, della moda, della politica…..ed in generale della “religione del consumismo”.

Non vorrei dilungarmi troppo perché  gradirei un vostro parere su di un argomento che mi pare abbastanza spiazzante.

17 Commenti a “Il terrorismo è una malattia? di Franco Muzzioli”

  1. Paola Danti scrive:

    Dire che il terrorismo è una malattia mi sembra limitato
    più che la parola malattia analizzerei
    la parola “male” che può essere un male fisico o un male psichico
    spetta a chi si occupa di “patologia” capire se il fenomeno terrosismo rientra nell’ambito delle malattie
    ma qui si tratta di religione e di sicuro il distinguo tra ciò che è male e bene si fa
    chi genera male nei confronti del prossimo di certo non può appartenere ad una religione o comunque è una visione distorta una malinterpretazione della stessa
    come tante ce ne sono già state nel passato anche per i cattolici cristiani di cui già il papa chiese scusa.
    Piuttosto perchè da molti anni questi “popoli” hanno garantito il rifornimento di armi e solo in questi ultimi tempi ci si pone il problema che forse potrebbero ledere i tranquilli cittadini come noi abituati ad essere sempre comprensivi ed educati e mai a reagire con violenza ma caso mai a porgere aiuto a chi ne ha bisogno….
    Come vivono quelle persone che a mala pena hanno da mangiare o di che vestirsi però le armi sono garantite anche ai bambini. Mentre noi siamo qui a disquisire se è una malattia il terrorismo, siamo prima in grado di capire effettivamente in che condizioni vivono quei popoli e chi li ha ridotti così? Forse fa più comodo classificarli come malati.
    Io ritengo che invece dobbiamo farci venire delle idee o proposte o sollecitare i governi europei affinchè si possa cercare sebbene una pur minima soluzione perchè possano ravvedersi e capire che è inutile continuare.
    Se lasciamo le cose come stanno limitandoci a controllare il territorio e al momento eliminando i probabili aggressori spero che il terrorismo non abbia già sortito il suo effetto.
    Non so attualmente se le famiglie italiane si sentono tanto rassicurate,tranquille, di fronte agli ultimi avvenimenti e proclami di alcuni fanatici in web.

  2. paul candiago scrive:

    Gentile Signora Sandra,

    Per favore mi conceda 5 minuti di attenzione a una triste logica giornalira.

    Veda se il pensiero che espongo e’ nel suo insieme uno specchio a cortometraggio della realta’ della Nazione.

    Molto succintamente:la magnitudine della criminalita’ organizzata (Mafia per dire) operante nel tessuto della Nazione quando paragonata ad atti terroristici e’ un paragone fra un cancro terminale e un foruncolo.
    Provato questo stato di attivita’ criminali riscontriamo che la Mafia e’ diventata parte del “paesaggio” mentre la piccolissmia testa della Medusa e l’orrore della Nazione.

    Due forme distinte di criminalita’ organizzata e di diversa perversa natura che serpeggiano nella societa’ e devono essere eliminate.
    Per una ragione o l’altra al presente sembra che la priorita’ della lotta alla criminalita’non soddisfi la semplice logica di demolire per primo la Mafia e poi devianti fanatici.

    Grazie della sua attenzione, cordiali saluti, Paul

  3. sandra .vi scrive:

    La condanna del terrorismo e’ totale ,non e; minimamente tollerabile,devono essere messi in atto tutti i mezzi possibili per combatterlo.Ci troviamo di fronte a individui che ammazzano senza pieta’ ,freddamente,hanno senz’altro subito una deviazione mentale ,e non possono che essere curati risalendo alla fonte.Credo sia quello che intende la dr.Taylor/Indipendentemente d questo penso che ,debbo essere un limite alla critica .occorre un certo rispetto delle idee e della fede degli altri.

  4. franco muzzioli scrive:

    Giusto Giuseppe…….io la vedo così : in tutti quei casi in cui il “libero arbitrio” (o “coscienza”) non entra in ballo , ci può essere un convincimento mentale indotto o un plagio che induce ad effettuare “azioni” …che possono ANCHE essere nocive verso gli altri.
    Ma voglio essere più preciso , anche un’azione volta verso il bene della comunità (ad esempio non tutte le cose che fa una dittatura sono contro gli altri), ma indotta in un contesto di mancanza di libertà di pensiero e di azione …..e supinamente accettata….è un plagio.
    Quindi..chi si fa “plagiare” è uno psicolabile che deve essere curato neurologicamente.

  5. giuseppe3ca scrive:

    Tutto è riconducibile alla psiche umana. L’educazione religiosa non è forse un condizionamento della psiche dell’individuo per uniformarla alla massa e quindi divulgare un credo che conduca al quieto vivere sociale? Probabilmente qualche educazione religiosa viene deviata per condurre l’individuo a diventare terrorista per altri fini che però, in definitiva, non sono i suoi. In questi terroristi è stata inculcata una deviazione mentale che andrebbe curata alla fonte.
    La Taylor probabilmente intende questo e, a grandi linee, possiamo essere d’accordo.

  6. franco muzzioli scrive:

    Giusto Paola..penso che avere un “credo” per molti sia una necessità vitale , l’essenziale è che questo non si trasformi in un integralismo dogmatico.
    Non essendo uomo di fede , ma di dubbio, mi è facile ascoltare le ragioni degli altri, anche se ho idee che difendo.
    Capisci però che tra idee o ideali e un “credo” c’è una grossa differenza … Quando questa “verità” condiziona totalmente la vita diventando strumento di repressione per chi non la pensa in quel modo, allora si trasforma in una patologia (questo è l’oggetto dell’articolo).

  7. Paola Danti scrive:

    Caro Franco quando scrivi “la globalizzazione dovrebbe far conoscere il pensiero degli altri che certe volte può essere migliore e quindi portarci a ragionare sulle “croste” che abbiamo sulla coscienza date da dogmi” sei convinto che l tuo messaggio venga condiviso da tutti? Io credo che lo sarà solo per persone che sono disposte a dialogare e non si offendono se tu la pensi diversamente da loro ma anzi sono disposte a dirti: “ma lo sai hai ragione su questo ma su uest’altro no” , perchè tu stesso sei disposto a metterti in discussione e mi sembra sei una persona che vuol crescere interiormente e migliorare sempre più e non hai “principi irrinunciabili o pre concetti”. Io ho un mio credo ma non desidero imporre agli altri e soprattutto ogni tanto qualche dubbio mi assale e sento che il genere umano non è sempre tutto cervello ma anche pancia

  8. Paola Danti scrive:

    Alba Morsilli scusa non avevo visto il tuo commento e ovviamente condivido appieno!!! Ciao

  9. Paola Danti scrive:

    condivido quello che hanno scritto Riccardo e Lorenzo ma è un fenomeno che non è una malattia piuttosto una condizione condivisa da quei popoli. Ciò che è successo ultimamente in Francia è perchè anche se c’è internet e siamo globalizzati non si rendono conto di essere stati addestrati fin dalla fanciullezza a credere che tutto quello che diverso da ciò che hanno imparato il corano ogni giorno, non può essere invalidato da qualsiasi altra persona che la pensa divesamente e vive diversamente, un pò come i pit bull che sono, se addestrati, dei veri cani da guerra. Sono purtroppo convinti di essere nel giusto fin dall’età scolastica all’età adulta è l’unica loro cultura ed è a senso unico. Infatti non sono disposti al dialogo perchè non sono disposti ad invalidare tutti quegli anni praticati a crederci ma soprattuto abituati a convincersi che il non crederci per loro è peggio di morire interiormente. Perciò quest’ultimo fenomeno di terrorismo andrebbe risolto da loro stessi perchè noi occidentali non verremo ascoltati solo per il fatto di essere ocidentali e ritenuti a priori incapaci di capirli, peccatori, corrotti o addirittura condannati a morte perchè blasfemi solo per il fatto che non condividiamo ….. questa non è religione!

  10. alba morsilli scrive:

    Il terrorismo non è una malattia, ma il frutto diretto dell’insegnamento che avviene nelle scuole.
    Addestrano al terrore e alla gueriglia, perciò quando noi vediamo bambini con le armi essi sono pronti ad uccidere.
    educano il fonntamentalismo.
    per loro la religione è la soluzione a tutti i problemi.
    Ci guardano in modo radicale e l’unica via d’ uscita è la distruzione dell’occidente.
    In loro vedo il fanatismo dei tedeschi

  11. franco muzzioli scrive:

    Cara Paola ..i fascismi ed i nazismi sono nati in epoche non globalizzate.
    Credo che gli isterismi collettivi si perdano nella notte dei tempi , se mai la globalizzazione dovrebbe far conoscere il pensiero degli altri che certe volte può essere migliore e quindi portarci a ragionare sulle “croste” che abbiamo sulla coscienza date da dogmi , da principi irrinunciabili e da pre concetti.
    Dobbiamo soprattutto pensare con la nostra testa e coltivare come fiore pregiato il dubbio ,ricordandoci sempre che il cervello non è la pancia.

  12. paul candiago scrive:

    ….poi ci sono quelli che sanno molto e sono a capo di nazioni e governi, a capo di eserciti e li crediamo persone equilibrate e saggie, nel frattempo hanno messo il Mondo a 3 minuti dalla distruzione globale. Ora, come l’asino di Buridano, non so decidere chi sia piu’ “cattivo” dell’altro: i fanatici, o quelli dell’ annichilimento nucleare? Paul

  13. Paola Danti scrive:

    Il problema è alla base. Non dobbiamo porci il problema del terrorismo come malattia ma se: “L’uomo moderno in quanto essere vivente è sano? o è meglio l’uomo d’altri tempi?”
    Per me la risposta è sempre la stessa, l’uomo non cambierà mai nel bene e nel male. Solo che adesso è globalizzato, perciò l’eco di un fatto ha un effetto che potrebbe essere deleterio per certi aspetti o benefico per certi altri. Di sicuro è come si riportano le notizie quale e quanta enfasi se ne ricava. Per es.: non posso essere favorevole alla pena di morte anche se tanti lo sarebbero solo perchè delle persone invasate hanno fatto una strage di 12 persone finiremo con allo stesso livello di bestialità e chi/che decide la vita e la morte sono sempre degli uomini (con i loro difetti d’imparzialità). Se essere moderni è essere sempre più condizionati ad essere opportunisti, indifferenti, corrotti sperando di galleggiare o di sentirsi meglio di qualcun altro, allora le religioni come le correnti politiche di per sé hanno delle regole perfette che ovviano a questi inconvenienti di percorso nella propria vita. Altra cosa è il fanatismo. L’anarchia è altrettanto pericolosa per una società che si reputa democratica e civile. Comunque i nostri sono semplici sfoghi e non fanno parte dei giochi politici dei “grandi” i quali già sanno come e dove condurci independentemente se noi lo vogliamo o ne siamo più o meno consapevoli.

  14. franco muzzioli scrive:

    Mi ricollego agli articoli degli altri blog …..dove a mio parere l’esempio è evidente….nel passato sono stati “lanciati” semplici messaggi ….gli ebrei erano di razza inferiore e deicidi….e si è arrivati allo sterminio di oltre 6 milioni di individui , senza che “gli altri” ,anche i non nazisti , ne prendessero le difese (a parte poche eccezioni ).
    Quindi……

  15. Riccardo scrive:

    Nessun popolo può vantare il proprio credo politico, o religioso, come il migliore, è cosi che nasce il terrorismo, la rabbia degli uni contro gli altri, per prevalere anche fisicamente, sul più debole.
    Purtroppo lo vediamo ogni giorno alla tv, o lo leggiamo sui quotidiani. fino a quando ci sarà un popolo che vuole dominare il mondo, che sia con la religione, piuttosto che con la forza delle armi, gas, e petrolio compresi, dovremo assistere a tutto questo scempio di vite innocenti.

  16. franco muzzioli scrive:

    Chi vole approfondire l’argomento può consultare (indicibile.it/wp-content/uploads/2014 ….particolarmente cap.130 neuro schiavi).
    La Taylor mi sembra abbia aperto una specie di vaso di Pandora, dove tutto possa diventare patologico …dice che “tanto più un credo ,un dogma , un preconcetto è semplice , lineare , perentorio ,tanto più è recepito dalla rete neuronale , come risposta automatica ,senza passare dalla mediazione dell’apparato conscio (coscienza)”.
    Così nascono i totalitarismi, gli estremismi dogmatici, i razzismi…..così si arriva allo sterminio di un popolo solo perchè ha una certa religione!!!!!
    Lorenzo ha detto cose giuste sulle quali vale la pena approfondire…..parliamone …

  17. lorenzo.rm scrive:

    Franco, anche a me sorgr il dubbio: malattia o malvagità cosciente? Penso che, alla fine, anche la malvagità sia una forma di malattia, di delirio. Isoliamo i violenti, di qualsiasi bandiera o credo. Si comincia da lì. Cercando, peraltro, di avere le carte in regola, senza parteggiare per nessuno Guai se si cade in contraddizione con la nostra ragione. Saremmo, in fondo, dei complici, più o meno consapevoli.

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