Riferisce Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Piero Ostellino in data 21 agosto 2009, e noi “pilucchiamo”:
“i protagonisti «vitali » del nostro capitalismo sono finanziariamente sotto pressione a causa delle inadempienze nelle spettanze (i soldi) da incassare. Sono uno spaccato della maggioranza degli italiani. Che comprende i piccoli e medi imprenditori, ora nei guai, fuori dal circuito delle complicità pubbliche e private; commercianti al dettaglio; professionisti isolati; lavoratori del settore privato; precari; giovani. Se la cavano come possono — contro gli eccessi di regolamentazione, la burocrazia, i privilegi politici, l’eccessiva pressione fiscale, la carenza di infrastrutture, la filiera di complicità — affrontando le incognite e le durezze della vita, e del mercato, con coraggio e spirito innovativo. Sono la risorsa che fa dell’Italia ancora una società «aperta» e competitiva.”.
“Salvo rare, e lodevoli, eccezioni, c’è, poi, la minoranza degli italiani: ciò che rimane della grande industria, pubblica e privata, barricata e protetta dietro la propria non contendibilità; il sistema creditizio che, di fronte alla crisi, se l’è cavata bene, molto per merito proprio, un po’ perché anch’esso protetto da una rete di interessi politici; i professionisti e i manager, inquadrati negli Ordini professionali; gli alti “commis” di Stato; i dipendenti pubblici, tutelati da un sindacalismo chiuso e miope; gli amministratori degli Enti locali attraverso i quali passa, ora, gran parte della corruzione. Nessuno di loro opera sul mercato. Sono le oligarchie che costituiscono la classe dirigente e i cui comportamenti sono ispirati al principio di conservazione. Fanno dell’Italia una sorta di «società pre-capitalistica ».”.
“Gli italiani della prima categoria sono anche la base sociale e il serbatoio elettorale del centrodestra. Ad essi Berlusconi aveva promesso la «rivoluzione liberale». Niente assistenzialismo, ma una radicale semplificazione legislativa che disboscasse la selva di leggi, regolamenti, licenze, divieti, che ne ostacolano la libertà d’azione; una forte riduzione fiscale, che lasciasse loro più risorse da destinare, oltre ai consumi, non solo alle proprie attività imprenditoriali — grazie alle privatizzazioni e alla deregolamentazione — ma anche alla produzione di beni collettivi, nella sanità, nella scuola, nei servizi, che ora, in prevalenza, lo Stato fornisce con grandi sprechi.”.
“Sarebbe bastato questo per far lievitare il Paese: ancora ieri la leader di Confindustria Emma Marcegaglia e il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo hanno previsto un «autunno difficile» in mancanza di «misure indispensabili ». Ma la «rivoluzione liberale» Berlusconi non l’ha fatta. Perché, ieri, frenato dai suoi alleati (Udc e An) e per carenza culturale sua propria; perché ha continuato a strizzare l’occhio anche agli italiani della seconda categoria che, contrari a ogni cambiamento, votano in prevalenza a sinistra; per circostanze oggettive di fatto. Così il governo—col Paese privo delle condizioni normative che, almeno in parte, li avrebbero potuti scongiurare—fa ora i conti con gli effetti della crisi sul suo stesso elettorato. E quanto di bene ha fatto finora sembra non bastare più. Forse è tardi per rimediare, ma a Palazzo Chigi e dintorni farebbero ugualmente bene a rifletterci e, passata la nottata, a provvedere.”
Fin qui Ostellino. E noi che diciamo? La critica di politica-economica sembra ben centrata. Ma non possiamo esimerci dal dire che in un sistema si fa quel che si può e conviene, e questo nel senso buono della parola. Non si può governare contro la maggioranza, e meno che mai in Italia, quando tutti i gatti sembrano neri anche in pieno giorno. Ci siamo dimenticati delle “lenzuolate” di Bersani? Ebbero un successo migliore, nel campo delle liberalizzazioni, di quello “preannunciato e non realizzato” per dirla con Ostellino, da Berlusconi?
Personalmente diffido dalle enunciazioni di principio. Tanto più se formulate in nome dello stesso elettorato dell’attuale Presidente del Consiglio. Comunque, è un buon sistema per discutere.
Lorenzo.rm 27/ 08/ 2009
Grazie, Antonio, Luciano, Giovanna. Sono contento che si sia avviato un discorso. Non è mai inutile dialogare, chiacchierare, anche se enunciando semplicemente le proprie idee. Se poi i confronti servissero anche a farsi idee comuni sarebbe l’ideale. Potremmo dire che il gruppo degli eldyani, in sè, esprime delle posizioni. Ma contentiamoci qui e ora di quello che abbiamo e di quello che saremo in grado di seminare.
Lorenzo, la situazione italiana com’è descritta da Ostellino e, la sacrosanta verità, aggiungo io per fermare la recessione della crisi mondiale con l’inesorabile risultato economico che anche l’Italia sta attraversando, Oggi più che mai c’è bisogno di più lavoro, e più mercato è questa la grande sfida che si dovrà usare per uscirne. Questo è il mio parere in merito al tuo servizio, ti saluto.
Ben tornato in Riflettiamo, Lorenzo.
Ti ringrazio di avermi permesso di fare un po’ di chiarezza sulla situazione politico-economica attuale del nostro Paese. Pur partendo dall’esposizione di Ostellino, e l’aggiunta di tue considerazioni, è pregevole il fatto di averle portate a conoscenza del colto e dell’inclita, quale sono io, in materia.
Mi auguro possano seguire riflessioni puntuali e pacate, come si conviene.
Come al solito Ostellino ha focalizzato il problema.Non vedo cosa altro si possa dire:
Ha descritto la situazione attuale, ne ha individuato le cause,ha detto cosa si sarebbe dovuto fare, ha detto cosa non si è fatto, ha spiegato di chi sono le responsabilità.Cosa ancora si può aggiungere ? Se si concorda o no. Io concordo pienamente. E se devo dire la preparazione di Bersani mi piace di più dell’improvvisazione incompetente attuale.
Ma naturalmente questo è un mio giudizio molto personale che non vuole e non deve convincere nessuno
Discutiamo allora, se non siamo troppo provati dal caldo e se ci va. Ognuno di noi può vederla come gli pare quasta nostra vicenda italiana. E ognuno può metterci qualcosa di suo. Grazie in anticipo.