Fra gli artisti che sono vissuti o hanno comunque maturato la loro vocazione a Parigi, Paul Klee, il poeta per eccellenza nella pittura del Novecento, con la cultura francese ha agganci solo secondari, mentre la sua formazione si è compiuta soprattutto a Monaco di Baviera.
Nativo di Berna (1879), ma cittadino tedesco, Klee trascorse la sua prima giovinezza fra viaggi e studi, occupandosi di musica e di disegno.
Giungerà ai primi risultati interessanti, sotto lo stimolo di grandi maestri del suo tempo, da Ensor a Matisse. Fino a quel momento Klee fu soprattutto un disegnatore, che sperimentò raramente il colore; ma, dopo un suo soggiorno a Parigi nel 1913, seguìto da un viaggio in Tunisia, sboccia, improvvisamente matura, la sua vocazione di pittore.
Ciò che fino ad allora aveva tentato di esprimere in bianco e nero – frammenti di realtà, legati fra loro da rispondenze interiori, gli esseri nel loro incessante divenire, le misteriose relazioni fra le presenze concrete della realtà visibile a quelle impalpabili, ma altrettanto vere, della realtà invisibile – trovò una forma poeticamente compiuta quando agli effetti lineari si aggiunsero quelli cromatici espressi in delicatissime e squisite armonie.
Klee è padrone di un mondo che lui solo ha potuto penetrare e portare alla luce nella sua interezza: il mondo delle sensazioni fuggevoli e di quelle durature, delle cose che si sciolgono e si ricompongono, del germoglio che si apre e del fiore che appassisce, del fumo che ondeggia e si trasforma in nuvola, dalla vita che scorre, passa e non ha fine.
Il più sensibile, il più intuitivo fra tutti, Klee estrae dalla tastiera della sua anima note sempre diverse che, insieme, compongono l’armonia del mondo.
In certe sue tele tali note appaiono a prima vista astratte o di ispirazione infantile ma, a un esame più approfondito, esse si rivelano ricche di significati reconditi, rivelazioni sorprendenti di una realtà ritrovata nella totalità delle sue molteplici sfaccettature.
Non è una scelta filosofica o letteraria che guida il pennello di Klee, ma l’ispirazione fresca del poeta e l’ingenua spontaneità del fanciullo che “vede” per la prima volta il miracolo del mondo e della vita.
Simboli e formule egli li trova sempre in sé, nella miniera inesauribile dell’immaginazione e della sua sensibilità, così come solo sue sono le invenzioni di squisiti arabeschi, di ritmi geometrici, esaltati dal colore.
Un esempio emblematico della particolare espressività di Klee, si ritrova nel dipinto: “Via principale e vie laterali”.
Accanto a una serie di rettangolini colorati, inseriti entro due linee convergenti, innumerevoli altri rettangolini di tutte le dimensioni e di tutte le sfumature di colore avanzano verso l’osservatore, poi retrocedono, poi si innalzano in verticale, richiamandosi vagamente alla struttura esterna delle piramidi delle antiche civiltà messicane.
L’effetto d’insieme è ampio e grandioso, in cui la musicalità delicata è arricchita di richiami, di ritorni, di approfondimenti continui.
Non per nulla la musica contese per lungo tempo alla pittura il primo posto nel cuore di Paul Klee.
Un’altra sua opera, dal significato intenso è: “Notte di luna”. E’ la rappresentazione magica di una chiara notte lunare: ogni particolare, il grande fiore spalancato, gli alberi ritti sullo sfondo, la casetta fiabesca con l’alto tetto a cono e le tendine bianche e gonfie; singolare il grande tondo della luna, in una immobilità silenziosa, ma vivida di risonanze poetiche: ogni singolo particolare è immerso in un’atmosfera di sogno.
Professore al Bauhaus di Weimar – Dessau (Germania), nel 1920 Klee iniziò la sua carriera di insegnante, che si protrasse sino all’avvento del nazismo.
A partire dal 1935, nelle opere di Klee prevalsero forme caratteristiche di pittura a quadratini, quasi a richiamare un certo divisionismo. In seguito, si alternarono un disegno minuto, sottile ad un’attenzione per il dettaglio, forme e composizioni fortemente influenzate dalla grave malattia che lo colpì (la sclerodermia). Il suo stile assunse toni piuttosto cupi: sfondi monocromi e pennellate scure, che riflettevano un profondo stato di depressione e di angoscia anche per le vicende della Germania nazista.
Il nazismo, infatti, giudicava la sua produzione, insieme a quelle di altri artisti suoi contemporanei, come “arte degenerata” e fu costretto a rifugiarsi in Svizzera.
Morì nel 1940, vicino Locarno. Sulla sua lapide sono incise le seguenti parole:
“Non appartengo solo a questa vita. Vivo bene con la morte, come con coloro che non sono mai nati. Più vicini di altri al cuore della Creazione”.
AFORISMI DI PAUL KLEE
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.
“Un solo giorno basta a farci un po’ più grandi, un’altra volta, un po’ più piccoli”.
“Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore”.
giovanna3.rm 17.09.2009
Ti ringrazio Titta, sei molto cara e sono contenta che ti sia piaciuto Klee.
Grazie, Giovanna, per avermi dato l’opportunità di conoscere questo artista di cui avevo solo sentito parlare; dalle tue parole traspare la passione che hai x l’arte in tutte le sue forme e per questo ti ammiro molto. Brava Giovanna!
Giovanna cara ,che dire ancora, che gli altri non abbiano già detto ,in tante altre occasioni ti ho apprezzata , tutte le volte le stesse sensazioni mi è capitato di avvertire ,hai la capacità ,sia attraverso i tuoi argomenti ,sia per come sono trattati ,di saperci accompagnare per mano , con una capacità e una bravura estrema ,Ciò che ci stai proponendo in eldy è qualcosa di eccezionale ,attraverso questo sito, così abilmente gestito ,che da la possibilità a chiunque di spaziare tranquillamente tra diversi argomenti ,di vario genere e di varia natura .L’artista che oggi ci proponi è di grande spessore artistico ,,,,leggendo quello che hai scritto mi hai riportato ,con la mente tra i banchi di scuola ,grazie ,grazie di cuore, non accadeva da tantissimo tempo ,mi sembra di vedermi li seduto ,con di fronte la nostra carissima insegnante di Storia dell’Arte .È bello poter ,almeno per brevi attimi, risalire a quei periodi di scuola ,quando si viveva con uno spirito libero ,figlio di una gioventù ormai lontana. Non mi soffermo a parlare dell’artista che noi tutti ,chi più o chi meno conosciamo ,poi ,trattato da te abbastanza bene ,forse ,una sola raccomandazione: Continua, continua nella strada intrapresa, arricchendo ancora di più la nostra conoscenza . Il tuo amico Domenico
Giulio, che dirti, sono felice di averti procurato un certo interesse per Paul Klee: anch’io ho avuto difficoltà all’inizio, ma la sua pittura mi intrigava e ho cominciato ad approfondire la visione astratta della sua produzione e il significato che intendeva attribuirgli, e me ne sono appassionata, come per Kandinskij, del resto.
Evviva il “maledetto toscano”: grazie per le belle parole.
Cordialmente.
Per Giovanna3.RM
Caspita Giovanna, hai fatto breccia nel cuore di un -Maledetto toscano. Ammetto la mia ignoranza in materia, non conoscevo questo artista, e ti dirò che ho incominciato a leggere con un certo distacco. Poi, mi hai preso per un orecchio come un somaro e mi hai accompagnato con professionalità.Tantè che sono arrivato alla fine bevendo il tutto come un bicchiere di brunel
lo di Montalcino.Grande anche Flavio46,no ! Vi leggo volentieri ma mi sedo per terra in silenzio e imparo.Grazie, una bella lezione d’Arte.
Caaaaaaaspita Gio’, sei bravissima!!!!Lo rileggero’ con + attenzione, devo approfondire alcune cose…. Gio’, io amo molto Kandinskij, e anche lui si basava sull’armonia della musica per “comporre” i suoi quadri, la stessa armonia che trovo sui quadri di klee…. GRAZIE!!!!!
Flavio, commenti come il tuo arricchiscono e spronano ad approfondire la conoscenza di ogni forma espressiva. Te ne sono grata.
Un caro saluto.
Devo ammettere che non sono stato mai un ammiratore entusiasta di Paul Klee la cui attuale trattazione di Giovanna3.rm è stata molto illuminata ed esuriente. Devo però condividere in ogni caso i pareri che riconoscono la grandezza di questo artista che ha avuto una vita difficile non solo per la malattia ma anche per la sua ostilità al nazismo che lo costrinse a lasciare l’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Dusseldorf. Persona di grandissima dignità e professionalità ebbe un ruolo di rilievo in tutti i movimenti d’avanguardia affermatisi agli inizi del secolo. Per la verità, anche se nel complesso non sono entusiasta dell’intera produzione (circa 6000 opere e 3000 disegni), so per certo che alcune sue opere sono molto belle (“la notte di luna”, citata da te Giovanna, “il paesaggio con uccelli gialli” “la luna piena” e “animali nel sottobosco”, o forse sono tutti belli e io non li apprezzo perchè resto ancorato ai nostri Macchiaioli, agli impressionisti e, perchè no, alla scuola milanese e quella di Posillipo. Penso che Paul Klee mi perdonerà per questa incoerente e supponente critica.
Devo infine mandare un saluto di grande rispetto all’autrice dell’articolo alla quale va il riconoscimento di questo timido amante dell’arte in tutte le sue espressioni.
Grazie Giovanna, SEI BRAVISSIMA.
Bene. Avete ripreso con i servizi d’arte. Io ne capisco poco ma imparo. Grazie.
Grazie Luciano, vedo che hai còlto nel segno.
Un saluto cordiale.
Giovanna, Non si può certo dire di questo grande pittore che le opere mancassero di potenzialità poetica. Un saluto