Nel cuore della notte,tra la domenica e il lunedì,alle ore 3.42, un brivido, dalle visceri della terra, sale a pelle, un brivido più forte di altri che lo hanno preceduto e che lo seguiranno, un fremito lungo 20 secondi;di solito 20 secondi sono un nulla, un tempo quasi impercettibile nella nostra corsa quotidiana e invece quella notte sono diventati un tempo interminabile.

Venti microscopici secondi che hanno fatto crollare secoli di storia, interrotto sogni, deviato progetti e cosa ancor più triste spezzate ad oggi 289 vite.

Il paesaggio cambia come una rapida sequenza cinematografica, ridenti paesini come presepi con il campanile come bandiera, superbe piazze con splendidi monumenti e chiese , vicoli antichi , strutture pubbliche (ospedale e casa dello studente)non ci sono più.

Davanti gli occhi uno scenario da post -bombardamento e … tutt’intorno polvere, pietre, lacrime, il silenzio della paura, il silenzio della morte.

Ancora una volta l’Aquila e i suoi comuni si ritrovano nella tragedia ..nella catastrofe.

La terra trema si sa, i terremoti sono fenomeni naturali , incontrollabili, imprevedibili ma perchè altrove (es. Giappone), un terremoto di eguale entità non avrebbe prodotto simili danni a cose e sacrifici umani cosi alti?

Perchè purtroppo in questo caso, forse più che in altri, vale la regola che prevenire è meglio che curare.

Se al momento di costruire, di progettare, si tenesse presente che l’Italia è un territorio a forte rischio sismico, se la sicurezza avesse la meglio sul profitto,se ci fosse una costante revisione dei centri storici, se si stimassero le stuazioni pericolose, se il governo emanasse regole inderogabili e le facesse rispettare, se, e non ultimo per importanza, il buon senso prevalesse sempre, sicuramente i danni ad ogni calamità sarebbero contenuti.

Certo non si annullerebbero tutti gli effetti di un terremoto, rimarrebbero la grande paura, lo stress che accompagna tutti i fenomeni naturali non controllabili dall’uomo, ma non ci sarebbero quantomeno morti da piangere!.

Ci sono poi morti ancora più difficili da accettare (premesso che la morte non è mai accettabile): sono gli studenti .

Come può non reggere una struttura costruita solo pochi decenni fa e deputata ad ospitare studenti fuori sede a non reggere ?….si è seduta su se stessa intrappolando vite , speranze, riscatti, realizzazioni ,sogni .

Che criteri di costruzione erano stati adottati?

Nssuno potrà mai consolare il dolore e la disperazione dei loro cari.

E così pure l’ospedale, un edificio di lunghissima gestazione edilizia, non ha retto.

Adesso cè la corsa alla solidarirtà, agli aiuti, la presenza dello stato, l’informazione …ma quanto durerà?….che succederà quando si spegneranno i riflettori ?

Serve l’impegno, la serietà.

Gli Abruzzesi sono gente forte con straordinaria volontà e speranza e con un legame fortissimo alla terra, si risolleveranno come hanno già fatto in passato, ma speriamo che l’esperienze negative possano indirizzarli ad un cambiamento e ad un maggior controllo delle opere di ricostruzione e agli aiuti (sperando che si mantengano sempre come un fiume che arriva a mare intero e non si disperda in rivoli senza via d’uscita).

Certo, l’impegno è grande, si ricostruirà, magari in sicurezza, stavolta, ma il rischio che si formino agglomerati dormitori esiste.

L’uomo ha bisogno di ritrovarsi nel tempo , nella casa dell’anima,dell’essenza, ed ecco che si deve coniugare :costruire a norma e mantenere l’essenza, l’unione della comunità.

Non semplici case sicure ma riprendere i luoghi dell’anima, della memoria perchè anche i monumenti non sono solo pietre ma rappresentano la densità della nostra storia, della nostra cultura , delle nostre emozioni.

Buona Vita Abruzzo!.

Semplice 10 aprile

4 Commenti a “Un brivido lungo 20 secondi:l’ultimo terremoto”

  1. francomuzzioli scrive:

    Riflessioni su Eldy. Occasionalmente frequento altri siti internet per anziani e non ho mai trovato la perfezione ,anche solo grafica, che si può incontrare in Eldy. Con l’avvento delle altre due stanze “riflessioni” e “il bosco”, è chiara la volontà di aprire, soprattutto culturalnmente, spazi nuovi.Già con “poesia”, vi è stata una intuizione azzeccata. Nell’arco di poco tempo,sono state prodotte composizioni degne di concorsi letterari o quantomeno di raccolte che potrebbero valere un sito permanente o un magazine e meglio ancora ,una edizione cartacea ,da porre in commercio a favore di Eldy. Noto che le stanze più frequentate , sono “piazza”, “bar” e “teatro” . In questi periodi si possono avere momenti con una trentina e più di navigatori. Evidentemente il chiacchiericcio spontaneo ,senza pensieri e freni, è quello più cercato ,perchè molti vogliono solo comunicare. Si avverte però un particolare modo comportamentale, solo sei, sette chattano ,gli altri ventiquattro, ventitre, fanno i “guardoni”. Questo potrebbe indurre col tempo alla fagocitazione della stanza da parte di pochi e alla noia da parte di quelli che solo “leggono”. Le nuove stanze , diciamo più colte, hanno frequentazioni molto basse ,credo che questo dipenda da uno sforzo partecipativo più incisivo, che molti non vogliono fare. Come ho già avuto occasione di dire, penso sia importante l’ideazione di un “moderatore attivo” , che nelle stanze più “leggere” introduca argomenti,solleciti risposte ,coinvolga tutti, senza togliere il gusto della chat per la chat e nelle stanze “più colte” crei dibattiti interattivi. Possono essere psicologi, giornalisti, critici d’arte ,politici ecc. che annunciati per tempo creerebbero anche eventi interessanti. Il rischio futuro di Eldy è quello di diventare troppo frequentata, cominciare ad avere punte di centinaia di navigatori ,rischiando il collasso! E’ necessario quindi creare altre stanze “leggere” ,come “sport”, “gastronomia”,”cuori solitari ” ecc.in modo da differenziare molto la richiesta . Poi ,come già fatto in parte, creare delle Eldy regionali ,che accomunerebbero territorilmente gli eldyni . La dr.ssa Bianco , deve scusare ,queste mie riflessioni, ma sono un convinto e fedele sostenitore di Eldy.

  2. NEMBO scrive:

    “Spregievoli vigliacchi” Vorrei iniziare cosi il mio sfogo..dopo quello che è successo,sentendo la cronaca di quello che determinate persone stanno facendo in questi giorni vorrei,esternare la mia rabbia con la parola “sciacalli” d’altra parte, non mancano mai neppure sul luogo della tragedia, dove squallidi approffittatori(che fino a qualche tempo fà avrebbero meritato la pena di morte prevista del codice militare Italiano) si sono intruffolati tra le macerie per spogliare le vittime degli anelli, dell’oro, e dei propri beni, intruffolati nelle case di cittadini feriti o sfollati per depredare i propri beni. Alcuni di questi spregevoli individui predatori infami!si aggirano di notte.Per questo che molti superstiti hanno deciso di presidiare le proprie abitazioni,che sino all’alba di lunedi 06 Aprile, erano le loro case.Perchè non ancora si è fatto un’art. di legge(c.p) appropriato per questo tipo di reato? Colpa delle leggi disattese!come sempre. Colgo altresì l’occasione per un Plauso alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco,in primis,ai militari, alla protezione civile nazionale, regionale e dei vari comuni e a tutti i volontari che si sono dati da fare e si stanno dando da fare.Per il merito d’impegno e sacrificio mettendo a repentaglio la propria vita è stato ripagato nel salvare molte vite umane.Grazie ragazzi!!!

  3. francesco8 scrive:

    Mi piace la tua riflessione che condivido. Ieri ho ritrovato alcuni contenuti in un editoriale dell’Eco di Bergamo” e ho ripensato a quello che avevi anticipato tu. E’ un comune sentire solo che rimane sepolto dalle macerie della piccolezza quotidiana.

  4. NEMBO scrive:

    oggi il giorno del dolore,del lutto, che non resti solo una cerimonia. Altre parole non servono, la coscienza di ciascuno di noi deve suggerire cosa fare.Una goccia è piccola, ma tante goccce fanno un’oceano.Oggi e domani,..ci sentiamo tutti Abruzzesi.

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