In occasione dell’8 marzo voglio ricordare una donna straordinaria, uccisa per le sue idee, proprio l’8 marzo di molti secoli fa: nel 415 dopo Cristo.
Nella galleria di donne famose del passato, delle quali si è già trattato (vedi articoli di Giovanna) occupa un posto importante una scienziata, la prima scienziata della storia dell’umanità e una delle prime martiri pagane che, non essendosi voluta piegare al cristianesimo, è stata trucidata barbaramente, ad opera dei fanatici cristiani.

IPAZIA, la donna che amò la scienza

Ipazia o Hypatia
Nata ad Alessandria d’Egitto nel 370 dopo Cristo all’epoca delle lotte di potere tra i romani e gli attivisti cristiani, Ipazia fu celebre tanto per la sua intelligenza quanto per la sua bellezza.
È ritenuta la più famosa tra le scienziate dell’antichità, addirittura la prima donna scienziata. Fu la prima a portare un contributo notevole allo sviluppo della matematica.

Suo padre Teone d’Alessandria la educò ad Atene per farla divenire un “perfetto essere umano” visto che le donne in quell’epoca non erano considerate esseri umani al pari degli uomini.
Poi, una volta tornata ad Alessandria, Ipazia aprì una scuola di filosofia e matematica, dove commentava tanto Platone e Aristotele, che le opere dei grandi matematici.
Hypatia si interessò anche di meccanica e tecnologia, disegnò strumenti scientifici tra cui un astrolabio piatto, uno strumento per misurare il livello dell’acqua, un apparato per la distillazione ed un idrometro di ottone per determinare la gravità (densità) di un liquido.

astrolabio

Ipazia divenne il simbolo della scienza per i pagani e fu il bersaglio della lotta tra cristiani e non cristiani. La sua scuola divenne un importante centro di cultura ed essendo pagana fu considerata eretica dai cristiani, come tutta la sua scienza.
Proprio in quel periodo l’impero romano si stava convertendo al cristianesimo e quando nel 412 ad Alessandria divenne patriarca il vescovo Cirillo, fu ordinata una persecuzione contro i neoplatonici e gli ebrei. Ipazia, pagana, seguace di un neoplatonismo più tollerante su base matematica, si rifiutò di convertirsi al cristianesimo e non volle abbandonare le sue idee.
Lei era la paladina della libertà di pensiero.
Ma Cirillo, a tre anni dal suo insediamento, un giorno capì che Ipazia era il vero ostacolo alla sua ambizione. Nel marzo del 415 fu assassinata in modo brutale da un gruppo di monaci eremiti e di fanatici provenienti dalla Tebaide. Venne scarnificata con conchiglie affilate e letteralmente fatta a pezzi, poi bruciata perché non restasse traccia di lei.
Rea perché pagana!
Rea perché sapiente!
Rea perché donna!
Per i cristiani fanatici Ipazia di Alessandria era colpevole tre volte: la prima scienziata della storia di cui sia stato conosciuto e documentato il contributo all’evoluzione del sapere, fu trucidata con ferocia disumana del Patriarca della città; il suo assassinio non vide mai giustizia.

Si dice che fosse l’8 marzo 415.

Questa fine così cruenta e drammatica fece di Ipazia, a partire dal Rinascimento, una martire laica del pensiero scientifico. La sua morte fu definita una «macchia indelebile». Ipazia fu celebrata in romanzi, poesie, opere teatrali, quadri e, nel 2009, dal film Agora del regista spagnolo Alejandro Amenábar (non ancora in distribuzione nelle sale italiane).

Anche Raffaello probabilmente doveva conoscere molto bene la storia di Ipazia e per questo nutriva profonda ammirazione per lei. Nell’affresco “la scuola di Atene” in Vaticano lei è l’unica donna rappresentata: è sulla sinistra, con una tunica bianca ed è l’unico personaggio dell’affresco che guarda verso gli spettatori.
Nel quadro secondo me Raffaello l’ha voluta mettere in risalto appunto perché è stata una delle poche donne che ha saputo affermare il proprio “io” in mezzo ad un universo ancora solo maschile. Io credo che per questo Raffaello ha voluto creare una sorta di comunicazione attraverso lo sguardo tra lo spettatore e la donna..
Vestendola di bianco poi, simbolo di purezza e verginità il pittore ha voluto rendere omaggio alla grande filosofa; ma anche fare un “affronto” ai prelati romani, gli stessi che mille anni prima condannarono a morte l’eccezionale donna.

“Salvaguardate il vostro diritto di pensare, perché anche pensare male è meglio di non pensare affatto” Ipazia

Paolacon   08/03/ 2010

7 Commenti a “IPAZIA 8 MARZO 415”

  1. giulia4 scrive:

    nn dimentichiamo Margherita Hack – mitica

  2. Franco Muzzioli scrive:

    Lasciamo stare Dio…che non c’entra…sempre che esista! Ma Hypatia era solamante non conforme al potere istituzionalizzato d’allora. Era una contro…non accettava di essere integrata,omogeneizzata, obnubilata…come fanno tante donne dei nostri giorni, che preferiscono essere veline, troniste, donne del “capo”, rinunciano al loro sacrosanto diritto di essere “persone”.Impariamo , ma soprattutto imparate da Hypatia a combattere tutte le verità rivelate e tutti gli assolutismi religiosi o laici e soprattutto ritornate a contrastare i maschilismi dei padri, dei mariti, dei politici e della chiesa.

  3. Giulio Salvatori scrive:

    Se si dovessero elencare gli errori che la chiesa ha fatto e che continua a fare, non starebbero in un tomo gigante. E continuerebbero a farci credere , da noi si dice – Lucciche per lanterne -In una giornata come questa, noi piccoli uomini, dobbiamo chinare il capo davanti alle nostre donne e, lottare assieme a loro, per il raggiungimento veramente , delle pari opportunità .Non si potrà mai parlare di progresso, quando in una Repubblica Democratica come la nostra, lo stupro viene condannato come colui che ruba un cesto di meloni.Perdonatemi, ma il mio, è un impasto proletario e me ne vanto.Grazie Paola

  4. antonio2.li scrive:

    Io lascerei Dio fuori da queste cose.Personalmente non sono credente ma se devo dar retta a quelli che ci credono anche Dio è un uomo almeno non l’ho mai visto raffigurato nei panni di una donna.Quindi 2+2 fa sempre 4

  5. paolacon scrive:

    Trascrivo qui il commento di albamorsilli
    alba3.ge: La donna che sia culturata o meno è un dono di Dio che ha creato quel malvagio di uomo, senza noi lui non ci sarebbe Che farebbero gli uomini senza la donna !Li avete mai visti ammalati ? loro il sesso forte con due lieette di febbre sono stracci si accasciano come dei cagnolini, La donna lo cura, lo accudisce come un bambino.La donna è il focolare della casa .Uomini amate rispettate le vostre donne !Uomini usate il cervello non la vostra forza fisica !

  6. antonio2.li scrive:

    Brava Paola. L’aver voluto ricordare Ipazia ha un significato ben maggiore dello stupido tributo che all’intelligenza femminile si fa con “il giorno della donna”, come se queste debbano essere ricordate un solo giorno all’anno e poi gettate nel dimenticatoio dell’indifferenza.Finalmente nonostante gli ostacoli che l’ignoranza e la religione ha messo sul cammino delle donne, queste si sono emancipate e fa piacere vedere delle donne che guidano dei paesi civili con sapienza e giustizia .Non sto a enumerare tutte le donne che si distinguono in questo settore ma chi ne volesse sapere di piu puo sempre visitare questo sito.

    http://www.expoelette.it/donne_mondo.html

    Grazie dell’attenzione

  7. giovanna3.rm scrive:

    Ricordare il mondo femminile e il suo modo di esprimersi nelle varie discipline è un esercizio pregevole!
    Donne meravigliose nella storia e nell’arte ve ne sono diverse, delle quali poco si parla. Vigliamo ricordane alcune, di grande talento?
    Scienziate: Ipazia, Madame Curie,Rita Levi-Montalcini, Maria Montessori, ecc.
    Pittrici: Artemisia Gentileschi, Elisabetta Sirani del ‘500, e dei nostri tempi Frida Kahlo, Marina Abramovic, ecc.
    Scrittrici: Madame de Stäel, George Sand, Matilde Serao, Simone Weil, Rosa Luxembourg, Grazia Deledda, Simone de Bouvoir, Natalia Ginzburg, Elisa Morante, ecc.
    In politica: Golda Meir, Indira Gandhi. ecc.

    Sono sono alcune rappresentanti, ma di grande calibro.
    Buon 8 Marzo, giorno di riflessione e non di “spogliarelli” maschili!!!

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