L’8 marzo festa della donna ! Quest’anno coincide anche con il centenario.

L’origine della festa dell’8 marzo risale al 1908,quando le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, scioperarono per protestare contro le terribili e disumane condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per giorni ma l’8 marzo il proprietario Mr Johnson fece bloccare tutte le porte per impedire loro la fuga, fu appiccato il fuoco e le 129 operaie impossibilitate a scappare morirono arse vive .

Nel 1909 in ricordo di questa tragedia,  Rosa Luxemburg propose questa data come giornata di lotta internazionale a favore delle donne.

In buona parte del mondo questa giornata divenne un momento di lotta, una giornata per ritrovarsi unite a rivendicare il riconoscimento di diritti politici e sociali. In Italia il suo periodo più proficuo furono gli anni ’70… poi come tutte le cose, anche l’8 marzo venne via via a perdere la sua originaria natura,  perse mordente, fu strumentalizzata e commercilizzata fino a divenire, per i più e cosa ancor più tiste per “le” più, solo un’occasione per far baldoria ..per uscire da sole una sera ..per andare a scimmiottare i peggiori comportamenti maschili ( strip-tease maschili ad es.) pensando che tutto ciò bastasse a sentirsi libere,  emancipate, realizzate. Tristi spettacoli di galline in fuga dai recinti !

Cosa c’è da festeggiare? Si può festeggiare l’emarginazione …la violenza ..la sottomissione ..la schiavitù …la non parità ?

Non datemi della guastafeste care donne mie, abbiamo mille occasioni per far festa, ma lasciamo l’8 marzo un momento di riflessione, di lotta, di propositi .

Anche se alcune o parecchie di noi sono realizzate, noi apparteniamo tutte all’altra metà del cielo, l’essere donna ci accomuna da un capo all’altro della terra, e la sofferenza o la non libertà delle altre diventano la nostra sofferenza.

E allora… se una donna su tre nel mondo è picchiata e costretta ad atti sessuali contro la sua volontà o abusata in altri modi, se il 70% delle donne vittime di omicidio sono state uccise dal proprio partner,  se 500.000 donne in Europa sono vittime della tratta o destinate alla prostituzione, se si registrano 700.000casi di violenza domestica all’anno in USA, se ogni 23 secondi in Africa c’è una violenza sessuale in donne di età compresa tra i 12 e i 17 anni,  se in India 15.000 spose vengono uccise perchè non hanno corrisposto la dote al marito,  se in Afghanistan alle donne non è riconosciuta la dignità di esssere umano, se in Italia l’80% degli strupri avvengono dentro le mure domestiche, se nella nostra civilissima Italia il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa,  se in Italia solo il 1,1% del PIL contro una media europea del 3,4% viene destinato a favore di spesa pubblica per la famiglia, la casa e l’esclusione sociale, se…se…se…infinite volte se…ecco che il mazzolino della mimosa è solo una beffa!

Il silenzio è l’alleato e il complice maggiore per mantenere invariato lo stato delle cose. Rompiamo il muro del silenzio: il silenzio della vittima, il silenzio del carnefice, il silenzio della politica, il silenzio della società, il silenzio della storia. Diamo voce al silenzio perchè certe voci non si perdano o peggio vengano ulteriormente violentate, per diventare oggetto di strumentalizzazioni o per alzare il tono dello scontro politico. Le donne aspettano… Da troppo tempo aspettano risposte concrete. Portateci pure una rosa o un rametto di mimosa, ma accompagnatelo da rispetto, considerazione,  reale possibilità, pari opportunità e…tanto amore .

mimose

Semplice                                                                                                                         8 marzo 2009

2 Commenti a “Solo mimose? no grazie !”

  1. franci scrive:

    Cara Semplice, mi permetto di esporre a te e a tutte le donne che mi leggono, il mio pensiero:
    Vedete amiche mie, per me la Festa della Donna potrebbe non esistere, nel senso in cui viene festeggiata oggi, cioe’ un’occasione per far uscire di casa migliaia di femmine strombazzanti e starnazzanti che impugnano questa ricorrenza come alibi per sottrarsi (finalmente) alla famiglia eccedendo in pietosi esibizionismi degradanti dell’essere umano.
    Non sto denigrando la categoria, alla quale peraltro io appartengo, ma purtroppo SI E’ PERSO il significato della ricorrenza. Pertanto io non festeggio MAI mentre penso che si dovrebbe festeggiare OGNI GIORNO con comportamenti che restituiscano alla donna la sua vera identita’ ma soprattutto il rispetto che LE si DEVE (senza necessita’ di feste).

  2. annamaria scrive:

    Cara Semplece,premetto che faccio parte della metà delle donne realizzate,detto questo,concordo con te che dovrebbe essere un giorno di commemorazione e riflessione da parte di tutti.L’idea di festeggiare con divertimenti vari è la conseguenza dell’averla trasformata in un evento consumistico e quindi con la classica mangiata in pizzeria,bar,ristorante e strip maschile.Sta alla nostra intelligenza viverla come meglio ci aggrada,ciao!

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE