Da Portobello road (Londra) a Porta Portese (Roma), passando da Porta Ticinese (MIlano)

tanti mercatini dell’usato nascono la domenica mattina, e per un giorno ridanno vita a cose

finite anzitempo in soffitta o in cantina.

In tante cittadine la domenica mattina entrano  auto e  furgoncini carichi di sogni usati. 
Gente che mette in mostra su banchetti colorati oggetti raccolti qua e là,  ogni cosa con

una sua storia che, se ti fermi ad ascoltare, puoi udire o, cercando dentro te,  riportare

nel vissuto.

Storie che ti vengono raccontate, magari inventate dagli espositori, gente qualunque che

impreziosisce la giornata stando in piazza ad offrire a basso costo, o scambia, cose usate,

amate, desiderate e dimenticate.

Vado spesso per mercatini la domenica mattina, mi fermo a parlare con i venditori che, ho

scoperto, in molti casi sono pensionati, che uscendo dall’APE (Aspettativa Permanente

Effettiva)(1) da avanziani (2) ridiventano protagonisti che han trovato un modo di stare

ancora attivamente tra le gente.
Offrono cose ancora in buono stato e non più utilizzate da chi l’aveva prima. Cose che a

volte riparano rimettondole in grado di funzionare.
Perchè buttare via una vecchia macchina da cucire che può raccontare a un bambino come i

pantaloni, o una gonna, una volta crescevano insieme a chi li indossava?

Trovo un’ingranditore fotografico, un grammofono, un proiettore, una macchina da scrivere:

tutti sostituiti dal computer.

Quadri che per anni hanno scaldato case infreddolite. Arnesi sconosciuti, strumenti di

lavoro che parlano da soli della fatica di tirare avanti: tutti con un storia dentro.

Bottoni, spille, bicchieri e tazze che attraverso la loro fattura  ti dicono come ci si

vestiva, come si stava insieme.
Servizi di  piatti che ti dicono in quanti ci si trovava intorno a un tavolo. Sedie, letti,

armadi, ogni sorta di cose passate in casa.

Vecchi giochi, giornali, libri, telefoni e dischi: tutti condimenti di arredo del vivere

quotidiano che ricordano un viaggio, un giorno di pioggia, un amore, un viso cancellato dal

tempo.
E infine trovi il rispetto per il pianeta che ci ospita, nel riutilizzo delle cose, nel

prolungare loro la vita, si evita di aumentare il volume delle discariche o il lavoro degli

inceneritori (almeno per un pò).

 
(1) Acronimo inventato da A.Sofri (“Chi è il mio prossimo”, pag. 254)
(2) al di là degli usi fatti sinora lo uso per indicare lo stato di chi è messo da parte

dal sistema produttivosia esso scolaro o pensionanato.

 

Francesco8bg            29aprile 2009

Un Commento a “MERCATINO DEI SOGNI USATI (scritto da Francesco8bg e inserito nel blog da Semplice)”

  1. lorenzo.RM scrive:

    Bravo all’autore. Io vado poco per mercatini ma ne subisco il fascino, come tanti. Comprare o non comprare è secondario, ma le emozioni ci sono tutte.

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