Ieri sui quotidiani italiani è apparso un video straziante indirizzato alle massime cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera, inviato da un malato di SLA che cerca di difendere i suoi diritti a vivere e morire come vuole lui e a non essere perseguitato da un accanimento terapeutico.
Paolo Ravasin, è malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e totalmente impossibilitato a muoversi, riesce ancora a parlare con enorme fatica.  Il 21 luglio 2008 aveva pubblicato un video-testamento biologico per garantire il rispetto delle proprie volontà in materia di scelte di fine vita. In particolare aveva espresso la volontà di rifiuto all’eventuale ricorso all’idratazione e all’alimentazione forzata. Oggi nell’imminenza dell’approvazione del DDL Calabrò, approvato il 26 marzo al Senato della Repubblica e di prossima discussione alla Camera dei Deputati, Paolo Ravasin si rivolge, con un nuovo messaggio audio-video, direttamente alle massime autorità dello stato italiano.
Vorrei riportare qui il testo del messaggio che  Paolo Ravasin ha affidato alla sua flebile voce. Più che un messaggio è una dura accusa, quella di un uomo molto malato che è sul punto di perdere la possibilità di decidere della sua vita.

Ravasin, il testo del videomessaggio
Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Presidente del Senato Renato Schifani
Al Presidente della Camera Gianfranco Fini
Caro Presidente,
scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese.
Nella struttura in cui ero ricoverato precedentemente la macchina che mi consentiva di respirare si staccò per 18 volte in due anni e io dovevo, in apnea, spiegare al personale – che cambiava continuamente – come fare per riattivarla. Non avevo neanche un aiuto psicologico.
Tutto questo, però, non mi ha tolto la voglia di lottare per vivere e così ho ottenuto dapprima che queste lacune fossero, almeno in parte, colmate e in seguito il trasferimento in una struttura più adatta ad accogliermi.
Tuttora sto cercando di ottenere un comunicatore simbolico che mi consenta (usando gli occhi perché non riesco più a muovere nemmeno un dito) di parlare anche nei giorni e nei momenti in cui non ho voce, anche – mediante internet – con le persone che non sono fisicamente nella mia stanza.
Tuttavia, Signori Presidenti, non è facile convivere ogni giorno con dolori continui e crescenti e con la febbre che va e viene periodicamente, con i continui trattamenti antibiotici.
Perciò un anno fa ho sentito la necessità di redigere il mio testamento biologico, che poi ho voluto fosse ripreso anche con un video affinché la mia volontà fosse conosciuta e considerata insuperabile: ho stabilito la soglia in cui non ritengo più la mia vita debba essere portata avanti a tutti i costi e ho chiesto che si avesse rispetto della mia decisione.
Con grande tristezza ho appreso la notizia dell’approvazione al Senato della legge, formalmente sul testamento biologico, ma sostanzialmente contro il testamento biologico, che rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e bere naturalmente. Queste non sarebbero più rifiutabili stabilendo, per di più, che circa le altre indicazioni, esse non saranno vincolanti per il medico ma una sorta di “consiglio”.
Io non sono, Signori Presidenti, né un medico né un giurista ma credo sia sufficiente essere una persona che si tiene informata per capire che se è vero che l’articolo 32 della Costituzione impedisce di sottoporre un individuo ad un trattamento sanitario contro la sua volontà e se è vero che, come sancito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’alimentazione e l’idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti, allora è anche vero che questa legge – che non consente a me, che sono pienamente capace di intendere e volere, di rifiutare tali trattamenti – è manifestamente anticostituzionale.
Mi viene sottratta l’unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte. Ognuno di noi alla fine dei suoi giorni è solo di fronte alla morte, ma lo Stato e la Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio.
Nel ringraziarVi anticipatamente per l’attenzione chiudo citando ancora una volta Welby: “Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita altrui”.  Paolo Ravasin (21 aprile 2009)

Si sta aprendo un nuovo caso Welby o Englaro?

Sentire le vostre argomentazioni a riguardo può essere molto interessante

2 Commenti a “Paolo Ravasin Si sta aprendo un nuovo caso Welby o Englaro?”

  1. giovanna3.RM scrive:

    Paola, credo che la nostra speranza di una legge ad hoc e veramente laica, sul testamento biologico, almeno per ora non potremo vederla. Troppi sono gli interessi che muovono il nostro Governo e quello del Vaticano ad ignorare la precisa volontà espressa, in piena consapevolezza, da un libero cittadino.Chi altro dovrebbe decidere della propria vita, come viverla e come mettervi fine, se non la persona stessa?
    Nel caso di Paolo Ravasin, come nei due altri precedenti,afferma di sopportare sofferenze inaudite, che vanno sempre più accentuandosi, e ciò fa ancora più male.
    Mi sembra che l’attuale legge, mi sembra ancora in discussione, abbia elementi di incostituzionalità, ma tant’è!
    Chissà quando riusciremo ad avere un Governo che abbia la volontà di legiferare in piena autonomia, senza ingerenze esterne!

  2. annalisa75.BG scrive:

    molto toccanti queste parole,sono se non ricordo male le stesse utilizzate da welby.credo che ognuno di noi debba essere libero di scegliere della sua vita,nel bene e nel male.Credo fermamente che tutti noi abbiamo il diritto di vivere una vita dignitosa,una dignita che a volte siamo noi a dover analizzare ,questa dignita’ puo’ venir meno la dove ci viene imposta una sofferenza come quella di eluana e welby,e in questo caso RAVASIN.Non trovo assolutamente giusto che una persona sofferente,che dipende solo da macchine che la tengono in vita ,o che nel futuro si prospetta ,la terranno in vita,non possa decidere x dignita sua (diversamente) LA VITA è SACRA, MA PURE LA RAGIONE DI UNA PERSONA STANCA DI SOFFRIRE LO è.

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