invidia_3502

Giotto si è sbizzarrito a rendere più brutta e repellente che mai questa raffigurazione piena di elementi: un sacchetto di denari, una velenosa serpe che scodinzola sulla nuca, spunta da sotto il turbante, esce dalla bocca, entra negli occhi del personaggio “invidioso”…
“In-vidia” significa cecità: non vedere o vedere tutto di “mal-occhio”.

Qualche volta filosofeggio, specie quando sono sola. Stavolta mi sono venuti in mente dei pensieri sull’invidia e li butto qui, senza alcuna pretesa di sistematicità.
L’invidia può avere radici molto profonde nella propria personalità.
Può essere causata da una mancanza d’affetto in passato, da un’eccessiva competitività o da desideri frustrati.
Alla base dell’invidia c’è, spesso, una disistima di sé e l’incapacità di vedere le cose e gli altri prescindendo da sé stessi; per tali ragioni l’invidioso è generalmente ossessivo, portato a falsificare la realtà, con pochi scrupoli e talvolta ipocrita.
Ritengo che ciascuno di noi abbia provato invidia verso qualcuno o qualcosa, nel corso della sua esistenza, sia pure nelle forme più lievi e indolori.
Il sentimento dell’invidia è sempre stato condannato dalla religione, dalla morale e dalla società, tanto da essere considerato “un vizio”. L’invidioso, infatti, ha il “vizio” di svalutare le persone che percepisce come “migliori” di sé e spesso non si limita al pensiero o alle fantasticherie di tipo aggressivo e distruttivo, ma cerca di danneggiare oggettivamente l’invidiato, ostacolandolo nei suoi  progetti o iniziative.
Esistono, poi, a mio parere, due tipi d’invidia: quella buona e quella cattiva.
L’invidia buona rappresenta, sì, un sentimento doloroso, lacerante, che si prova nel vedere qualcun altro riuscire dove e come vorremmo o avremmo voluto noi stessi ma essa non procura sentimenti negativi di odio e rancore per l’invidiato, in quanto non si cerca di ostacolarlo o di togliergli ciò che possiede. Essa consiste nel desiderio profondo di arrivare allo stesso livello dell’altro. In questo caso l’invidia potrebbe costituire uno stimolo, una motivazione verso il miglioramento di sé stessi.
L’invidia “cattiva, invece, non prevede e non auspica null’altro che il male, la sfortuna e la definitiva sconfitta dell’odiato rivale.

Aforismi sull’invidia
Complimento è la veste elegante    dell’invidia – (Ambrose Bierce)
Il silenzio dell’invidioso fa troppo rumore – (Khalil Gibran)
L’uguaglianza è l’utopia degli invidiosi – (Jules Renard)
L’invidioso non muore mai una volta sola, ma tante volte quanto l’invidiato vive salutato dal plauso della gente. – (Gracián Baltazar)
Alla resa dei conti non c’è vizio che nuoccia tanto alla felicità come l’invidia – (Cartesio)

Mi rendo conto, in conclusione, che si dovrebbe propendere per una mancanza totale di invidia nei confronti degli altri sopportando al massimo l’invidia buona. Ma non è facile, vero? Potrei avere le vostre impressioni sull’argomento?

giovanna.rm    12.05.2009

12 Commenti a “L’INVIDIA, piaga dei secoli, da padre Dante in poi (scritta da giovanna.rm, inserita nel blog da paolacon)”

  1. paolacon scrive:

    Frugando nel web e per sdrammatizzare un po’ questo tema ho trovato:
    anagrammando e giocando con la parola INVIDIA e anche per fare un po’ d’invidia, a chi non ci aveva pensato prima…
    ecco alcune idee simpatiche e spiritose…
    INDIVIA … insalata di sentimenti …viziosi
    DA’ I VINI … fornisce materia per l’ebbrezza!
    DIVI IN A … calciatori del campionato
    I DI’ VANI … i giorni senza speranza…
    I DIVANI … dove distendersi per raccontare dell’invidia allo psicanalista!
    C’è da riflettere sull’invidia. Quante cose produce anche solo la parola!

  2. domenico.RC scrive:

    L’InvidiaCon il vostro permesso vorrei inserire questa poesia, che ebbi modo di scrivere, in un periodo un po particolare ,dove per incomprenzioni avute e ,sentendomi un po bersagliato , ho cercato di rispondere cosi’: Cara amica dimmi che te preso? , perché cosi’ devi fare? ,sembra che non mi vuoi più avvicinare ,e’ mai possibile ,che sei invidiosa da non capire quanto ti voglio bene. Sono sempre io, non pensare che ti voglia trascurare ,allora dimmi perché’ fai cosi?, Che brutta cosa fare l’invidiosa , tutto nero ti fa vedere, sarebbe bello vedere un po di rosa è la vita ti sorride. Mica e’ colpa mia se simpatia riesco a dare ,non e’ certo un reato ,se cosi’ sono sempre stato , sono cosi non certo per far del male, ma per avere e donare, Perché’ sei cosi’ nauseante farti prendere dall’invidia e tormentarti . Non ti accorgi ,che tutto ti avvolge in un alone di tristezza ,non gioisci ,non godi e non ridi . Esci da questo contesto, fatti avanti tra la gente, metti in mostra un bel sorriso , ricopriti di simpatia, , e’ cosi bello amare e farsi amare , cammina a viso aperto, dai al mondo uno sguardo bello e rosa ‘e’ non fare più’ l’invidiosa (Dome)

  3. francesco8.BG scrive:

    Grazie Giovanna, mi hai fatto capire cosa sia l’invidia. Sono uno contento di quello che è, e soddisfatto di quello che ha. Senza fronzoli, senza nascondigli, con la consapevolezza di avere tanto ancora da scoprire e da imparare. Solo una cosa: l’invidia che tu chiami buona non è invidia, è ambizione in senso positivo, è desiderare ed adoperarsi per fare, e tanto più grande è il fare tanto più si ha bisogno del coinvolgimento degli altri della loro condivisione. Ho capito con la tua riflessione, con il tuo invito alla riflessione, come interagire meglio con una persona che soffre del male dell’invidia. Grazi ancora. Ciao (Popof)

  4. rosaria3.NA scrive:

    E’ vero Giovanna, l’invidia è una gran brutta bestia che incrina ogni buon rapporto e sono d’accordo con te nel pensare che almeno una volta nella vita tutti abbiamo provato questo sentimento. Per fortuna c’è, come tu stessa dici (e sono d’accordo), che ci sono due tipi di invidia: quella buona, senza malizia e senza alcuna conseguenza negativa x gli altri e quella cattiva molto + deleteria. Che dire? Speriamo che siano + quelle buone e che, se si provano, siano almeno costruttive per se stessi. Io personalmente mi sono sempre accontentata di quello che ho avuto dalla vita, ma forse qualche invidia l’ho provata anche io, per esempio mi sono spesso trovata, specie in gioventù, ad invidiare le persone alte, ma non credo che invidiandole abbia tolto loro un po’ di cm.

  5. neve.vi scrive:

    edis maria, se io scrivo di essere invidiata e tu sotto scrivi quello che hai scritto, capirebbe come l’ho capita io anche un bambino dell’asilo. Poi, il fatto che tu metta il SE su quello che ho scritto poco mi piace…..e ancora, tu non puoi sapere se ho suscitato ammirazione nel prossimo o che!! Ancora, tu non puoi dire che forse mi sbaglio, non conoscendo me e tanto meno il mio vissuto… Rovesciando la situazione, al posto tuo non mi sarei mai permesso di rispondere come hai fatto tu! Gentilezza e umiltà………..cmq da ora in poi, NO COMMENT…per me finisce qui.

  6. giovanna3.RM scrive:

    Grazie cari amici per le vostre riflessioni, puntuali e precise. Confrontarsi è sempre un fatto positivo e costituisce un arricchimento personale.
    Il raggiungimento degli obiettivi desiderati o il miglioramento delle proprie condizioni di vita da parte di amici, soprattutto se ottenuti grazie ad un impegno costante e intelligente, senza nuocere agli altri, li ho sempre considerati positivi. Direi di più: di volta in volta il confronto rappresenta un effettivo incitamento per ulteriori progressi.

  7. lorenzo.RM scrive:

    Brava Giovanna e brava Paola. Avete fatto uno splendido lavoro sull’invidia. Io vorrei aggiungere due considerazioni. Quando ero un giovane studente al liceo, il professore di italiano, ricordo, ci fece fare un tema partendo dai versi di una poesia di Enea Silvio Piccolomini “Se a ciscun l’interno affanno si leggesse in fronte scritto quanti mai ch’invidia fanno ci farebbero pietà”. Effettivamente l’invidia, vista dalla parte dell’invidiato, potrebbe essere una “sola” come si dice a Roma, nel senso che potrebbe non avere ragion d’essere. E un’altra aggiunta, stavolta dalla parte dell’invidioso: a volte, direi sempre, si vorrebbe essere al posto di un altro ma alle proprie condizioni, nel senso che si vorrebbe semplicemente prendere il suo posto. Non si riflette che quello o quella sta lì alle sue condizioni. Siamo certi che piacerebbero anche a noi? Dunque, in conclusione, misura, misura, gente. Non è tutto oro quel che riluce e in fondo stiamo meglio nei nostri panni che nei panni degli altri (se non altro per abitudine).

  8. edis.maria scrive:

    mi spiace , neve , se pensi che il mio commento riguardasse te.Io ho parlato di me , perchè questa è la mia abitudine.Se tu hai fatto tutte le splendide cose che dici, hai riportato solo ammirazione e stima nel prossimo: non penso invidia.Forse è in questo che sbagli.Ti garantisco che hai tutto il mio rispetto

  9. franci scrive:

    Non credo di aver avuto mai la capacita’ di suscitare in qualcuno, invidia nei miei confronti.
    Io invece provo invidia solo nei confronti di chi ha tanta piu’ cultura di me. Per tutto il resto non so cosa sia questo sentimento.

  10. neve.vi scrive:

    Edis maria…..non mi sono MAI sopravalutata, anzi ma forse non hai mai inquadrato bene il problema ”invidia”.
    Non ho mai capito perchè ero e sono una persona invidiata e se volgiamo proprio metteercela tutta ti posso dire che le invidie, riguardano molti aspetti della vita. Sono stata invidiata perchè ho trovato il coraggio di separarmi e tirarmi su le maniche a circa 40 anni (mentre molte donne sono rimaste comodamente sposate solo perchè diventava più comodo)…sono stata invidiata perchè ho cresciuto una figlia con buoni risultati e quasi tutto da sola…sono stata invidiata e lo sono ancora per la capacità di superare ogni ostacolo…sono stata invidiata per il mio carattere solare….non continuo la lista delle invidie…potrei passare per una persona presuntuosa e che si sopravaluta…sono ORGOGLIOSA di quello che ho fatto, se mi permetti, nonostante la vita che ho vissuto superando DA SOLA sempre tutto e togliendomi la pelle di dosso. Il provare invidia per un vestito o un’auto, queste, sono superficialità della vita ed io non sono una persona superficiale.

  11. edis.maria scrive:

    L’invidia è un sentimento deleterio sia per chi lo prova,sia per chi lo riceve.Spesso ,però, si pensa si essere invidiati a torto.Io penso di non aver suscitato spesso questo sentimento perchè non ho,nè mai ho avuto tali doti, tali comportamenti o risultati da poter pensare di essere invidiata.Spesso ci si sopravvaluta e si creano situazioni imbarazzanti.Per quanto riguarda le piccole invidie è normale che ci siano: per un abito, per la maggior possibilità di vita ecc.La gentilezza e l’umiltà sono il viatico per combattere l’invidia

  12. neve.vi scrive:

    Certo Giovanna che ne parliamo dell’invidia, forse sono la persona più adatta in quanto sono sempre stata una donna invidiata. Nel corso della vita ho fatto molto e poco, dipende dai punti di vista. Tutto quello che ho fatto è sempre stato invidiato e criticato. Purtroppo ho incontrato molte persone ”invidiose” e a volte mi chiedo se per caso ho una calamita che le attira. NO….la realtà è che ce ne sono molte di persone così. Le motivazioni che portano a diventare ”invidiosi”, sono quelle che tu hai citato. Si, certo ma…per quel che penso io, il buon Dio (così si dice), ci ha dotati di un cervello funzionante……mettiamolo in funzione! Qui sta la differenza, saper usare l’intelligenza di cui siamo dotati. Certo anch’io lo sono stata ”invidiosa” almeno una volta, ma per fotuna di quella buona e ti dico anche in quale situazione. Ogni volta che vedevo (ormai ho messo da parte questa speranza per ovvi motivi) un corpo di ballo in tv o in qualche locale. Infatti una delle mie passioni, era quella di poter ballare professionalmente ma per una ragazzina di provincia, ai miei tempi, era praticamente impossibile.
    Per quanto riguarda l’altra ”invidia”, no, non sono mai stata invidiosa di niente e nessuno, per il motivo che ho scritto sopra e scusa se pecco di presunzione ma in questo caso mi sento di potermelo permettere.
    Argomento interessante…grazie

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE