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Svelti, su, che incomincia a piovere ………………PORCA EVA!
OOHHH!!! Scusami tanto disse Noè rivolgendosi al ritratto appeso sopra la porta nel quale erano raffigurati gli zii quando, felici, vivevano nel loro giardino.
Quello sulla spalla di Adamo era Ninnolo, il loro serpente, il quale qualche tempo dopo lasciò la loro casa a seguito di divergenze di opinioni sull’organizzazione e la gestione del tempo libero, specie dopo il calar del sole.
SVELTI, FORZA!!!  fate salire gli  animali urlava.  FORZA!!!
Galline, sembrate oche! forza oche, sembrate galline!  Forza!… che tra poco qui viene giù il diluvio universale, voi siete ancora a terra e non abbiamo in dotazione salvagente per tutti.!
MALEDETTA PULCE, SCENDI SUBITO DAL MIO COLLO E CERCATI UN’ALTRA SISTEMAZIONE! RICORDATI CHE SIETE SOLO DUE!!!! VE LO AVEVO GIA’ DETTO: QUANDO SIAMO A BORDO LASCIATEMI  PERCHE’ NON POSSO FARE PREFERENZE. RAMMENTALO!
Gli altri animali, nel frattempo, continuavano a salire disordinatamente senza tanti controlli, tanto che, invece di due soltanto, salirono molti più asini, somari, maiali, iene ed avvoltoi e le conseguenze si vedono ancora oggi.
A terra c’era ancora una gran ressa di animali che si spingevano l’un l’altro e bisticciavano: qualcuno non voleva rispettare la coda.  C’era fra loro chi pensava che se fosse salito tra i  primi avrebbe avuto i posti migliori. Quel qualcuno già allora, aveva fatto qualche crociera: i leoni, quando li portavano a combattere
nei circhi,  le zebre in qualche zoo, o le pantere nelle case di qualche nobildonna.
Erano questi animali già “vissuti”che creavano il disordine.
In questa confusione nascevano anche drammi: la giraffa piangeva disperata perché non riusciva a ritrovare il suo giraffo.
L’acqua a terra intanto cominciava a salire velocemente costringendo mosche, pidocchi, le piattole, gli scarafaggi, e molti altri insetti a salire sul dorso degli animali più grandi trovando in loro nutrimento e riparo in quella che sarebbe stata la prima crociera della storia riservata esclusivamente a coppie legali.
Disordinatamente però, come tutte le volte che qualcosa non viene organizzato per tempo, gli animali lentamente si imbarcavano su quella vecchia carretta che, come diedero ampio spazio le cronache del tempo, contrariamente a quello che si era sempre creduto, non l’aveva costruita NOE’, ma pare fosse stata presa a nolo dal VATICANO e che  battesse bandiera Liberiana, cosi che  in questo modo, avrebbero risparmiato un bel gruzzolo da poter  investire nel mattone. L’operazione poi, se tutto fosse andato a buon fine, sarebbe servita per una speculazione immobiliare a lungo respiro dalle parti (pare) di Roma, per avere la possibilità di dare una casa dignitosa a San Pietro che, poverino, viveva da sempre su di  una barca della cooperativa pescatori di OSTIA.
Quando anche l’ultima coppia di animali fu a bordo l’urlo di Noè sovrastò quell’accozzaglia di belati, ruggiti, squittii, ronzii, garriti e ogni altro rumore che può fare un animale e così ordinò:
CAM, SEM, JAFHET  CHIUDETE TUTTO CHE SALPIAMO.
Da terra arrivavano urla e grida accompagnate da lanci di sassi, lattine e bottiglie vuote.
COSA SUCCEDE CAM? chiese il capitano mentre con i fratelli faticosamente issavano lo scalandrone. Cam ansimando rispose: “SONO GLI ALTRI ANIMALI CHE RIMARRANNO A TERRA. PROTESTANO.  DICONO CHE SEI UN CORROTTO E CHE HAI PRETESO DELLE TANGENTI.
UNO IN PARTICOLARE, ED E’ DIFFICILE CAPIRE CIO’ CHE DICE PERCHE’ SI  MANGIA LE PAROLE MENTRE PARLA, HA  DETTO CHE UN GIORNO ARRIVERA’ UN  “DIPIETRO” E ALLORA VEDRAI!”
“MA CHE CASPITA VOGLIONO DA ME -imprecò Noè- NON MI STIANO A ROMPERE, IO ESEGUO DEGLI ORDINI. SEMMAI, SE LA PRENDANO COL PRINCIPALE LASSU’!.
Anche i pesci di mare erano entrati nella protesta.
Stavano arrivando  dagli oceani e dai mari confinanti enormi branchi di tonni, sardine, triglie, polpi, seppie e calamari, le acciughe facendo il pallone si tenevano stretti stretti  i loro bianchetti appena nati, destinati ad una fine ingloriosa, e gli squali spalancando le loro bocche mostravano i denti minacciosamente. Molti gli slogans scanditi da quel popolo marino:
“NO ALL’ACQUA DOLCE! RIDATECI L’ACQUA SALATA! SENZA IL SALE SI MUORE, IL SALE E’ LA VITA SULLA TERRA!”
Qualcuno forse sbagliò manifestazione: si sentì chiaramente un  “NO ALLA TAV”.
Pioveva, pioveva cosi forte che sembrava il diluvio universale.
Le gocce erano tanto grosse da sembrare uova, tanto che il tergicristalli non riusciva neppure a dare un minimo di visibilità dagli oblò del ponte di comando.
Li la tartaruga, non si sa come, vi ritrovò rifugio col suo tartarugo. Erano visibilmente preoccupati. A lei, quando ancora erano in coda per salire a bordo, l’elefante sbadatamente aveva posato una zampa sulla schiena e ora poverina aveva tutta la casa allagata: un piccolo monolocale lasciatole in eredità dai genitori.
Il tartarugo cercava di ripararla ma lei gli scivolava di sotto e si ritrovò con la pancia all’aria tra l’ilarità di tutti i presenti.
E la colomba bisticciava col colombo:
T’HO DETTO DI NO, DA SOLA NON CI VAI, E’ PERICOLOSO CON QUESTO TEMPACCIO, NON AVRESTI DOVUTO ACCETTARLO QUESTO INCARICO.!
Noè faceva visiera con la mano tesa sulla fronte e guardava lontano ma non vedeva un tubo; niente,  niente di niente. Niente davanti, niente dietro, solo acqua, acqua, tanta acqua.
Acqua sotto, acqua sopra, destra e sinistra acqua.
E….. puzza, tanta puzza.
Era la stessa identica puzza di quando arrivava il Circo Togni.
Anche allora erano  tutti contenti. Meno che i bambini ai quali non gliene fregava  niente del circo, ma dovevano, almeno una volta nella loro vita,  portarci i propri genitori.
Dall’alto della testa della giraffa, la colomba ogni tanto sbatteva le ali per essere pronta al grande evento.
I rapporti col colombo si erano ormai definitivamente rotti e lui poverino cercava di rifarsi una nuova vita ma sull’arca era difficile per il motivo che erano tutti accoppiati anche se, dopo un po’ di tempo, qualche strano incrocio si vide, molto probabilmente a causa della promiscuità coatta e gli spazi esigui nonostante l’impegno costruttivo di Noè e i suoi figli.
Il colombo invece, quasi di fronte a lei, pure lui posato sulla testa del giraffo, che nel frattempo si era ritrovato con la compagna, pensava sconsolato:
QUALCHE GIORNO ANCORA E LA MIA CARA  PASSERA’ ALLA STORIA COME L’UCCELLO DELLA PACE.
ALMENO AVESSIMO UNA BUSSOLA pensò Noè, MA QUESTI BIFOLCHI NON L’HANNO ANCORA INVENTATA: VANNO CON LE STELLE….LORO.
DOBBIAMO ARENARCI SUL MONTE ARARAT COME STA SCRITTO NELLA BIBBIA…
DAI………. ARRIVATECI CON LE STELLE!!!

E venne il quarantesimo giorno.

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Le previsioni erano che cessasse la pioggia e riapparisse il sole.
Finalmente venne il momento che la colomba tanto ansiosamente aspettava.
Solo un cenno. Aspettava da Noè solo un cenno e lei si sarebbe levata in volo e da quell’istante sarebbe passata gloriosamente alla storia seguita dagli applausi dei compagni di viaggio.
Un batter d’ali e…..via nel cielo che finalmente tornava ad essere nuovamente blu.
Via, via, sbatti più forte, altrimenti l’inattività di tutto questo tempo ti farà precipitare e poi saranno affari tuoi perché tu non sai nuotare: sei una colomba tu, non un gabbiano.

ARARAT———- MONTE ARARAT,    A – R – A – R – A – TTTT,
SI SCENDEEEE,    FORZA SIAMO ARRIVATI,        C- A- P- O- L- I- N- E- A !    Urlò Noè.

Cam, aprì lo sportello, calò lo scalandrone e incominciò a far scendere
gli animali a due a due cioè a coppie cosi come era loro stato ordinato.
In molti casi fu necessario qualche calcio e qualche bastonata ai più pigri.
Soltanto dopo un po’ di tempo si constatò che dall’Arca scesero più razze di quante  ne erano salite.
Tutti i passeggeri erano scesi dall’Arca, Noè si guardò attorno, ed allora si accorse di essere rimasto solo.
Noè a quel punto si inginocchiò, alzò lo sguardo al cielo e con un gesto di sconforto allargò le braccia e sussurrando come per il timore di essere sentito, ma nel contempo con la ferma determinazione che le sue parole arrivassero a destinazione disse:
TUTTI MI HANNO ABBANDONATO
E vide per la prima volta l’arcobaleno, con la colomba che ci volava dentro, come simbolo di una pace duratura….

Alfred-Lollis     03/07/2009

http://www.youtube.com/watch?v=6NK1dBJ2CM8

12 Commenti a “IL DILUVIO UNIVERSALE (scritto da Alfred-Lollis, inserito da paolacon)”

  1. nadia4.RM scrive:

    alfred, oltre che grande regista anche bravo scrittore.complimenti davvero

  2. angelo2.SR scrive:

    Alfred veramente molto bravo,divertente e piacevole,perche’ non continuare con quache racconto sul Corano? così ci divertiamo tutti veramente.

  3. wow alfred scopro in te anche l’arte ……kiss complimenti bel articolo !!!!

  4. semplice scrive:

    Alfred, che bella sorpresa trovarti qui!sono felicissima. Ho sempre creduto in te e apprezzato le tue capacità descrittive.
    Splendido come poeta, esilarante e divertente come narratore.
    Adesso che hai preso il via …mi raccomando non fermarti!

  5. liola.VI scrive:

    complimenti alfred, sei veramente una favola, grazie della godibilissima lettura della s bibbia moderna. Dovresti farla leggere al cardinal martini o mons ravasi sorriderebbero pure loro credo.
    sinceramente

  6. popof scrive:

    Bravo Alfred: dei sani massaggi cerebrali sono quello che occorre, mi hai divertito un sacco, in particilare per i bei giochi anacronistici.

  7. luciano3.RM scrive:

    Complimenti Alfred Lollis, il diluvio Universale, così com’è scritto lo rende grazioso e divertente.

  8. giulia4.MI scrive:

    Alfred-lollis complimenti, bellissima …quante somiglianze e quante verità in questo simpatico racconto. Magari servisse a far riflettere molte persone …siamo tutti sulla stessa ARCA. Per tutti l’obiettivo principale dovrebbe essere “non farla affondare!!!”

  9. giovanna3.RM scrive:

    Alfred, sei stato molto bravo, complimenti! La tua storia mi ha divertita e mi ha fatto ricordare Orwell.

  10. flavio.46 scrive:

    E’ una piacevole, simpatica lettura.
    C’è bisogno di distrazioni in un tempo dove la trasgressione viene bandita come irriverenza verso contenuti sedicenti impegnati ma privi di quella sana ironia che è chiara manifestazione di grande civiltà e sintomo di evidente tendenza verso il sogno, verso l’armonia.
    Una volta disse un grande, uno di quelli che ne sanno molto più di noi, che niente nella vita è meglio del folleggiare.
    Grazie Alfred-Lollis, mi avete donato un sorriso, e di questi tempi non è poco.

  11. lorenzo.RM scrive:

    Anche a me è piaciuto molto. Tante affettuose congratulazioni Alfred.

  12. antonio2.LI scrive:

    Bravo Alfred hai scritto una cosa carina e spiritosa.

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