Io amo particolarmente i dialetti, non sono lingue di serie b, né devono essere ritenute utilizzabili da una stretta cerchia di persone, o relegarlo al
folklore o al ricordo. Il dialetto è un “modo di sentire” la realtà,la storia , la filosofia. In ognuno di esso ci trovi il suo profumo, io nel mio(siciliano) ci sento: zagara, sorriso, gelsomini, sale, sudore, pianto, amicizia, amore, saggezza, sole…

Scrive il Dott.Giuseppe Pitrè a proposito di dialetto siciliano:

“Nel dialetto è la storia del popolo che lo parla; e dal dialetto siciliano, così come dai parlari di esso, è dato apprendere chi furono i padri nostri, che cosa fecero, come e dove vissero, con quali genti ebbero rapporti, vicinanza, comunione.”


E così si esprimeva l’insigne filologo Ernesto Monaci:
“Si cerchi di rialzare nella coscienza del popolo l’idea del suo dialetto, persuaderlo che tutti in Italia, siccome anche nelle altre nazioni, siamo bilingui: che la favella appresa nel seno della nostra famiglia non è men degna di rispetto che la lingua da apprendersi nelle scuole. I dialetti dovrebbero avere un loro spazio nella lingua parlata e sarebbe tempo che, finalmente, se ne introducesse lo studio nelle scuole affinché quei tanti che s’affannano a far dimenticare il dialetto nativo per una lingua che non sempre conoscono, cessassero da questa loro opera disfattistica.”

Vi regalo questo video e relativa traduzione

http://www.youtube.com/watch?v=en6Yp6A7GGo

LINGUA E DIALETTU
UN POPOLO CHE RINUNCIA ALLA SUA LINGUA PERDE ANCHE L’ANIMA
(sottotitolo)di Ignazio Buttitta poeta siciliano
Un popolo
mettetelo in catene
spogliatelo
tappategli la bocca
è ancora libero.
Levategli il lavoro
il passaporto
la tavola dove mangia
il letto dove dorme,
è ancora ricco.
Un popolo
diventa povero e servo
quando gli rubano la lingua
ricevuta dai padri:
è perso per sempre.
Diventa povero e servo
quando le parole non figliano
parole e si mangiano tra di loro.
Me ne accorgo ora, mentre accordo
la chitarra del dialetto
che perde una corda al giorno.
Mentre rappezzo
la tela tarmata
che tesserono i nostri avi
con lana di pecore siciliane.
E sono povero:
ho i danari
e non li posso spendere;
i gioielli
e non li posso regalare;
il canto
nella gabbia
con le ali tagliate.
Un povero
che allatta dalle mammelle aride
della madre putativa,
che lo chiama figlio
per scherno.
Noialtri l’avevamo, la madre,
ce la rubarono;
aveva le mammelle a fontana di
latte e ci bevvero tutti,
ora ci sputano.
Ci restò la voce di lei,
la cadenza,
la nota bassa
del suono e del lamento:
queste non ce le possono rubare.
Non ce le possono rubare,
ma restiamo poveri
e orfani lo stesso.
Semplice           5luglio2009

14 Commenti a “LINGUA E DIALETTU”

  1. manuela 11.vi scrive:

    Ci sono novità, circa le proposte di fare uno spazio per parlare in dialetto? Grazie

  2. roberta8.MI scrive:

    brava manuela!!!!!!!!per me è una bella idea spero che venga accolta con untusiasmo da gli eldyani e le coordinatrici ne prendano atto

  3. manuela 11.vi scrive:

    perchè non facciamo un blog, con proverbi, detti popolari ecc: nei vari dialetti? Poi, magari raggrupparli secondo regione, può essere un’idea?

  4. manuela 11.vi scrive:

    Sono una sostenitrice del fatto che i dialetti non vadano perduti , perchè sono le nostre radici. Quando nessuno più parlerà il dialetto, già l’italiano lo parlano malamente, cosa ne uscirà?

  5. giovannimaria.bs scrive:

    NON AVEVO SCRITTO NULLA SUL DIALETTO O ALTRE LINGUE NON CONSONE ALLA PIAZZA E A ELDY. IL MODERATORE HA CANCELLATO IL MIO SCRITTO E NON MI SEMBRA DEMOCRATICO.
    MODERATORI IMPARATE PRIMA VOI E POI POTRETE RICHIAMARE ALL’ORDINE CHI SGARRA.
    BUON GIORNO A TUTTI

  6. giovannimaria.bs scrive:

    IO NON SONO CONTRARIO ALL’USO DEL DIALETTO, ANCHE SE E’ GIUSTO PER CHI SCRIVE CON TERZE PERSONE DI SCRIVERE IN ITALIANO. QUALCHE PAROLA IN DIALETTO CON PERSONE CONOSCIUTE POSSONO ESSERE USATE. RITENGO NON GIUSTO L’USO DELL’INGLESE. I MODERATORI CHE SI ATTEGGIANO A RESPONSABILI DEL SITO ELDY DOVREBBERE INTERVENIRE, COMUNQUE, PER COSE PIU’ SERIE. ESEMPIO QUANTO SI USANO TERMINI CHE SI PRESTANO A DUE O PIU’ INTERPRETA-
    ZIONI METTENDO A DISAGIO CHI ENTRA IN PIAZZA.
    COMUNQUE I MODERATORI DEVONO IMPARARE LORO AD ESSERE PERSONE SERIE. SCUSATE IO LA PENSO COSI’. BUONA LETTURA

  7. roberta8.MI scrive:

    CIAO SEMPLICE ,SAREBBE BELLO POTER SCRIVERE IN DIALETTO IN UNA PAGINA DEDICATA SOLO A QUESTO.CI SONO DEI MODI DI DIRE CHE DETTI IN ITALIANO PERDONO TUTTO IL SUO FASCINO E POI VISTO CHE TANTI DI NOI SONO LONTANI DALLA PROPRIA TERRA E MAGARI NN HANNO MODO DI POTERLO PARLARE SARà UN AIUTO A NN DIMENTICARLO E NELLO STESSO TEMPO LEGGERE I VARI DIALETTI DELLA NOSTRA BELLA ITALIA.SPERO KE TUTTO CIò SI POSSA REALIZZARE!!!!!!!!!!!!!!!!!

  8. tittati scrive:

    Conosco la poesia di Buttitta perchè , insieme ad altre in altri dialetti ,ha fatto parte di un interessantissimo lavoro svolto con i miei alunni di quinta di qualche anno fa ;i bambini sono stati talmente entusiasti ,che hanno usato il loro dialetto (molisano)per realizzare una bella rappresentazione teatrale che univa dialetto e tradizione. Complimenti, quindi, a chi ,come Eldy ,cerca di dare nuovo slancio ad una parte così importante delle nostre origini

  9. antonio2.LI scrive:

    Sarà perchè il nostro dialetto è stato assunto come lingua nazionale,sta di fatto che noi toscani non abbiamo dialetto.O meglio il dialetto lo abbiamo nel senso che abbiamo cambiato il significato delle parole per cui ne è venuto fuori una specie di slang che non è cosi facile da capire.Noi poi a livorno abbiamo eliminato le C mentre i Fiorentini le aspirano.Cosi una frase banalissima come : “non è mica mia è della amica mia” diventa un’è mia mia gl’è dell’amia mia. E’ non cito frasi che in Italiano sembrerebbero non avere alcun significato ma che invece hanno nel nostro dialetto un significato ben diverso.

  10. popof scrive:

    Amo il dialetto ma solo se intercalato alla lingua italiana, per dare colore e profumo a frasi che altrimenti sarebbero fredde.
    Lo sento spesso usare puro, per non farsi capire se non dagli intimi: varia non solo per zone geografiche, varia anche da casa a casa diventando slang.
    E’ una comunicazione in movimento e quando si è adulti non si rconoscono i termini che si usavano da bambini. Ricordo mia nonna che non capiva quel che le dicevo: parlavo un dialetto vecchio di trent’anni, e i suoni nel frattempo s’erano evoluti.
    Forse noi migranti siamo i custodi della lingua della terra, o forse ci siamo persi un pezzo.
    Inoltre molti suoni, formati dal gioco della lingua sul palato, se non li esprimi da piccolo non potrai più farlo: escono deformati.
    Poi c’è la cantilena, la cadenza del dialetto che si trascina nella lingua nazionale a rendere identificabile l’origine, è come la sigla nel cerchietto delle targhe sulle auto di oggi, che ci fa chiudere un occhio se chi ci precede va piano.
    Ritengo utile dedicare spazio ai dialetti e alle diverse espessioni usate, per aiutarci a comprenderci oltre la lingua pensata. Ricordiamoci però, che il dialetto di un medico è diverso di quello di un falegname. Il primo cura il corpo il secondo duemilaenove anni fa, cercò di migliorare le anime (mentre un altro costruiva tre croci).

  11. eldyna scrive:

    In effetti i dialetti sono molto espressivi.. ci sono termini che difficilmente si riesce ad interpretarli in italiano..Complimenti !

  12. paolacon scrive:

    grazie semplice desideravo da tempo che ci fosse una sezione per i dialetti: sono la nostra cultura, la nostra storia e le nostre radici, e, come dici tu, se si sentono parlare si sente anche l’odore di zagara, di gelsomini, di sale, di sudore, di pianto, di amicizia, di amore, di saggezza, di sole…
    Il mediterraneo è là e siamo a casa…

  13. bello semplice una cosa giusta ricordare i nostri dialetti …approvo e leggo interessata !!!!1

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