Ha assunto ormai l’aspetto di un rito. Ci vediamo sistematicamente, di mattina, in un giorno della settimana, “per fare il punto”.
Si parla del più e del meno: dalla politica alle donne, dallo sport alle disgrazie altrui. Insomma, di tutto. E siamo tutti rigorosamente uomini. D’altra parte, come si potrebbe parlare liberamente di donne se esse fossero presenti?
Amici dunque, e ci vediamo ad un  bar previo appuntamento e con l’incarico, l’uno per l’altro, di avvisarci reciprocamente.
Preso possesso di un tavolo, per lo più tondo, incomincia la rappresentazione delle ordinazioni. Si può definire avaro chi cerca di cavarsela senza pagare? Certamente no. L’avarizia è una vera malattia, un vizio capitale, un fenomeno che fa dubitare dell’equilibrio e, in fondo, della sanità mentale di chi vi è interessato. Questa perciò non è vera avarizia, è un succedaneo.
Io di solito risolvo la cosa dicendo: “Stavolta tocca a me”. Perché sono arrivato per primo o per ultimo, perché siamo al bar vicino a casa mia, perché sono il più piccolo o il più grande, ecc.
E vedeste il lampo di gioia, subito dissimulato, di qualcuno di cui non faccio il nome. L’atmosfera si disgela appena si sa chi pagherà. Tutti diventano più allegri e spensierati.
A Roma, per i pranzi e le cene  la cosa è stata risolta con il senso pratico dei romani. Si paga, infatti, alla romana, cioé ognuno per sé. Con il codicillo che, se vuoi fare una cortesia ad una signora che non sia tua moglie, pagando anche per lei, non puoi farlo. Cafonaggine assoluta.
Ma per le consumazioni al bar è escluso che si faccia alla romana. E, d’altra parte, in Italia non tutte le città sono Roma.
Dopo aver saputo chi paga, in genere l’offerente domanda che cosa ciascuno prende. Volete farli definitivamente felici? Non accontentatevi della semplice richiesta del solito caffè o cappuccino. Dite: “Ma prendi anche qualcos’altro! Un cornetto, con crema, marmellata o senza niente? Una brioche? Dei salatini?”. Vedrete espressioni sognanti, allegre più del dovuto e del credibile.
Ci siete capitati qualche volta?


erasmus  05/ 08/ 2009

Un Commento a “AL BAR (scritto da Erasmus inserito da paolacon)”

  1. lorenzo.RM scrive:

    Io ci capito qualche volta. Ma la cosa più bella è la finta disputa fra quelli che pretendono di pagare ad ogni costo pur non avendone voglia. Fanno finta. Ah birichini!

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