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Pubblico con piacere un racconto di stagione, che ci rinfreschi un po’!!!
Faccio dei chilometri, per lo più a piedi, per andare a mare. E, giunto sul posto, niente spiaggia solo scogli, c’è da fare una discesa mozzafiato, di 30-40 metri, rischiando di cadere ad ogni passo. Mi congratulo sistematicamente con me ogni volta per scamparla. Tanto più che mi piace andare solo. E, d’altra parte, chi mi seguirebbe in quei luoghi?
Arrivo finalmente giù a pelo mare. C’è una caletta, quasi un gradino circondato dagli scogli che più ripidi non si può. Ripongo i pochi indumenti che indosso su, in qualche anfratto, indosso il costume e tiro fuori gli infradito che servono anche a proteggere i piedi dalle punte maledette. Ma, pochi passi, e subito giù in mare, per ore.
Il problema è il ritorno, risalire. Perché, con tutte le condizioni del mare, anche le più favorevoli, si rischia. Non sono poche le volte che riporto ampi squarci e graffi sulla pelle. Ho detto spesso a me stesso che si potrebbe non tornare se non si ha pazienza. Ci si deve avvicinare piano e aspettare che il mare si decida ad appoggiarti allo scoglio. Se hai fretta e forzi il movimento dell’acqua non ci riesci, a toccare.
Ma anche quando l’onda ti spinge, puoi farti male. Insomma è una bella avventura. E quando si va “a sa sola”, come dicono i sardi, il pericolo incombe. Oggi, poi, il mare è praticamente in tempesta e io devo tornare, non posso rimanere più a lungo in acqua, perché sento freddo.foto_mare_18
Decido di rischiare non aspettando l’onda favorevole di avvicinamento. Mi aggrappo, mi graffio ma raggiungo lo scoglio dei vestiti. Indosso i sandali infradito, sempre utili, e guardo il mare, sempre più inquieto. Decido fra me che devo far presto perché le onde progressivamente s’ ingrossano e sbattono sempre più in alto.
Ad un tratto un’onda furiosa imbianca violentemente lo scoglio, mi copre tutto di spuma, mi fa male e si ritira facendomi correre il rischio di riportarmi in acqua. Si può sudare freddo in quelle condizioni. Sì, e ancora maggiormente mi raggelo quando mi accorgo di non avere più i sandali ai piedi.foto_mare_5064
Come aveva potuto farmi quello scherzo l’onda? Non lo so, ma ancora ne tremo di paura.
Avete avuto mai paure simili e avete voglia di parlarne?

erasmus  02/08/ 2009

2 Commenti a “MARE MOSSO (scritta da erasmus publicata da paolacon)”

  1. nadia4.RM scrive:

    QUALCHE ANNO FA ,ERAVAMO ANDATE PER LUMACHE ,IO E MIA COGNATA ,..IN CAMPAGNA ,AD UN TRATTO SI ALZA DA TERRA UNA NUVOLA DI FARFALLE …,LA PAURA NN MI è ANCORA PASSATA ……NN RIDETE CHE è VERO…..HO IL TERRORE DELLE FARFALLE

  2. lorenzo.RM scrive:

    Io progressivamente sono diventato sempre più pauroso. E saggio. Ricordo con terrore quando mi sono letteralmente addormentato in macchina. E meno male che si è fermata da sola.

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