Copio e incollo qui l’editoriale del Corriere della Sera di oggi 03 03 2010 e le scuse del direttore del CdS.
E’ un articolo del giornalista Ernesto Galli della Loggia , che non è mai stato definito da nessuno un “comunista”, ma appartenente all’area liberal-democratica e all’ispirazione nazional-patriottica. L’articolo sarebbe dovuto uscire sul Corriere della Sera cartaceo il 2 marzo, ma non s’è visto. La sera del 1° marzo alla rassegna stampa in TV se ne è parlato, e il 2 marzo è puntualmente uscito nei cartacei stranieri (Francia, Germania…)
Che strana coincidenza… adesso appare nel corriere della sera edizione nazionale, e le puntuali scuse del direttore.

LA CRISI D’IDENTITA’ DEL PDL
Il fantasma di un partito

La plastica si sta squagliando? Sembrerebbe. Certo è che coloro che si erano illusi dopo le elezioni del 2008 che il Pdl fosse diventato un partito più o meno vero, qualcosa di più di una lista elettorale, sono costretti ora a ricredersi. Non era qualcosa di più: spesso, troppo spesso, era qualcosa di peggio. Una corte, è stato autorevolmente detto.
Ma a quel che è dato vedere pare piuttosto una somma di rissosi potentati locali riuniti intorno a figuranti di terz’ordine, rimasuglio delle oligarchie e dei quadri dei partiti di governo della prima Repubblica. E tra loro, mischiati alla rinfusa — specie nel Mezzogiorno, che in questo caso comincia dal Lazio e da Roma— gente dai dubbi precedenti, ragazze troppo avvenenti, figli e nipoti, genti d’ogni risma ma di nessuna capacità. E’ per l’appunto tra queste fila che a partire dalla primavera dell’anno scorso si stanno ordendo a ripetizione intrighi, organizzando giochi e delazioni, quando non vere e proprie congiure (e dunque non mi riferisco certo all’azione del Presidente Fini, il quale, invece, si è sempre mosso allo scoperto parlando ad alta voce), allo scopo di trovarsi pronti, con i collegamenti giusti, quando sarà giunto il momento, da molti dei cortigiani giudicato imminente, in cui l’Augusto sarà costretto in un modo o nell’altro a lasciare il potere.
Da quel che si può capire, e soprattutto si mormora, sono mesi, diciamo dalla famigerata notte di Casoria, che le maggiori insidie vengono a Berlusconi e al suo governo non già dall’opposizione ma proprio dalla sua stessa parte, se non addirittura dalle stesse cerchie a lui più vicine. Al di là di ogni giudizio morale tutto ciò non fa che mettere in luce un problema importante: perché mai la destra italiana, durante la bellezza di quindici anni, e pur in condizioni così favorevoli, non è riuscita che a mettere insieme la confusa accozzaglia che vediamo? Perché non è riuscita a dare alla parte del Paese che la segue, e che tra l’altro è quasi sicuramente maggioritaria sul piano quantitativo, niente altro che questa misera rappresentanza? Certo, hanno influito di sicuro la leadership di Berlusconi e la sua personalità.
Il comando berlusconiano, infatti, corazzato di un inaudito potere mediatico- finanziario, non era tale da poter avere rivali di sorta assicurandosi così un dominio incontrastato che almeno pubblicamente ha finora messo sempre tutto e tutti a tacere; la personalità del premier, infine, ha mostrato tutta la sua congenita, insuperabile estraneità all’universo della politica modernamente inteso. E dunque anche alla costruzione di un partito. La politica, infatti, non è vincere le elezioni e poi comandare, come sembra credere il nostro presidente del Consig l i o ; è prima a v e r e un’idea, poi certo vincere le elezioni, ma dopo anche convincere un paese e infine avere il gusto e la capacità di governare: tutte cose a cui Berlusconi, invece, non sembra particolarmente interessato e per le quali, forse, un partito non è inutile.
Ma se è vero che il potere e la personalità del leader sono state un elemento decisivo nell’impedire che la Destra esprimesse niente altro che Forza Italia e il Pdl, è anche vero che né l’uno né l’altra esauriscono il problema. Che rimanda invece a caratteristiche di fondo della società italiana che come tali riguardano tanto la Destra che la Sinistra. In realtà, il verificarsi simultaneo della caduta del Muro di Berlino e di Mani pulite ha significato la fine virtuale di tutte le culture politiche che la modernità italiana era riuscita a mettere in campo nel Novecento (quella fascista avendo già fatto naufragio nel ’45). È quindi rimasto un vuoto che il Paese non è riuscito a colmare. Non si è affacciata sulla scena nessuna visione per l’avvenire, nessuna idea nuova, nessun’indicazione significativa, nessuna nuova energia realmente politica è scesa in campo. Niente.
Il risultato è che in Italia i capi politici più giovani hanno come minimo superato la cinquantina. Ma naturalmente il vuoto è più sensibile a destra, e più sensibili ne sono gli effetti negativi, perché lì la storia dell’Italia repubblicana non ha costruito nulla e dunque non ha potuto lasciare alcun deposito; che invece è rimasto solo nel centro-sinistra, erede di un ininterrotto sessantennio di governo del Paese tanto al centro che alla periferia. Così come nel centro-sinistra sono rimasti quasi tutti i vertici della classe politica che fu cattolica o comunista, portando in dote la propria esperienza e le proprie capacità. Mentre alla Destra è toccato solo il resto: a cui poi, per il sopraggiunto, generale, discredito della politica, non si è certo aggiunto il meglio del Paese.
Ernesto Galli della Loggia   03/03/2010

Per un errore tecnico, la testata on line del Corriere della Sera ha riportato ieri, per alcune ore, questo articolo di Ernesto Galli della Loggia che la direzione aveva deciso, nella tarda serata di lunedì, di rinviare di un giorno per lasciare spazio a un editoriale di Sergio Rizzo sul disegno di legge anticorruzione appena approvato dal governo. Il rinvio era stato concordato con l’autore.

Sempre per lo stesso errore tecnico, è stata inviata a Sky, nella notte di lunedì per la rassegna stampa di ieri, una bozza provvisoria della prima pagina, poi cambiata, che non è mai stata data alle stampe nelle edizioni italiane. Un numero limitato di copie è stato tuttavia stampato nelle tipografie estere. La Direzione, assumendosene la responsabilità, si scusa con i lettori e con l’autore. (f. de b.)

paolacon.rm    4 marzo 2010

3 Commenti a “La pulce nell’orecchio”

  1. munny.mi scrive:

    Commenti abilitati
    Ho letto l’editoriale di Galli della Loggia e mano a mano che scorrevo le righe provavo uno stupore al limite dell’incredulità, al punto da costringermi ad interrompere la lettura per verificare la firma dell’estensore. Non è mai troppo tardi per il ravvedimento. Ma quale evento è stato così decisivo nel mutare il giudizio, sostenuto da anni con ogni mezzo,verso la maggioranza che ci governa? Un salto all’indietro di ben 18 anni per ribadire oggi la sua analisi politica dei tempi di “Tangentopoli”. Definisce il PDL partito di plastica, e io aggiungo che non potrebbe essere diversamente visto che di plastica è il suo creatore e padrone, e mi è di conforto la cristiana speranza che non sia riciclabile. La strategia di Berlusconi di attorniarsi di gente con vaghi ideali politici e di scarse qualità morali che con naturalezza si identificano in lui legando a doppio filo il loro destino al suo, ha indubbiamente agevolato la loro sottomissione ai suoi voleri personali. Ma all’ineluttabile degrado, testimoniato dagli ultimi eclatanti casi di corruzione , non è più sufficiente opporre un’ostinata difesa basata su fantasiosi complotti orditi da chi, in realtà, si limita ad osservare gocce che colano da un partito di plastica che sta bruciando emanando un odore nauseabondo: il vento sta cambiando e dissolverà il fumo nero che da troppo tempo sta soffocando l’Italia.

  2. antonio2.li scrive:

    Ogni commento mi sembra inutile ha gia detto tutto Galli della Loggia facciamoci solo tanti auguri per un futuro migliore.

  3. Franco Muzzioli scrive:

    Carissima Paola a proposito dell’articolo da te citato di Ernesto Galli della Loggia, questa mattina è apparso ,sempre sul Corriere della Sera , una “replica” a firma di Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini .Oltre all’apoteosi di Silvio Berlusconi ,creata certamente dalla poetica penna di Bondi ,dove l’amore per il Premier ,in certi passi, rasenta la divinizzazione,ne scaturisce una fotografia di questa illuminata destra italiana,veramente spettacolare .Si dice che il Sommo ha evitata l’ascesa al potere del PC, ha sdoganato gli ex fascisti e ha salvto l’Italia dal dopo mani pulite.Vorrei farti presente che gli scriventi sono, un ex comunista, un ex fascista ed un ex socialista Craxiano.Non viene il sospetto ,ch tutto qusto amore per il Premier e queste belle elugubrazioni patriottiche ,non siano solo la strenua difesa di un cadreghino ,che in tempi normali questi signori non avrbbero mai potuto ottenere ? Se puoi ,anche per par condicio, riporta quell’articolo (Corriere della Sera di oggi 4/2 ,parte da prima pagina )

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