Il fenomeno si è sviluppato alla fine degli anni novanta, ovvero quando fu superata la soglia esocentrica, determinata dal congiungimento astrale ai piani bassi della crosta terrestre tra la lingua e la pancia.
Nell’ultimo decennio  il fenomeno tricocentrico di cui si parla nel titolo, si è andato sempre più affermando. Ci si chiederà cosa sia esattamente il tricocentrismo.  L’unica spiegazione fornita al proposito è data dall’enciclopedia on line popokedia.com, a cui pochi motori di ricerca hanno accesso, ma con un gesto inusualmente altruistico voglio parteciparvi delle spiegazioni apprese.
Tricocentrico: è quell’insieme di eventi sociali percepiti e non reali per i quali ogni pelo sembra una trave.”  Naturalmente, essendo annoverata tra le patologie sociali, ha suscitato ampi ed approfonditi studi per determinarne la reale portata e incidenza nella popolazione. Una ricerca dell’Università (…….) ha stabilito una maggior incidenza della tricocentricità nei paesi che si affacciano sull’acqua, non importa se dolce o salata, se ruscello o mare. La stessa ricerca ha determinato che i mediterranei non hanno in ogni caso un’appartenenza geografica, sono semplicemente meditabondi, in poche parole pensatori terreni.  Ma questo è argomento che si potrà approfondire in altra sede, qui porterebbe fuori tema. Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, la tricocentricità non si afferma su una capigliatura fiorente (tipica ad esempio  tra il 1965 e il 1975) ma nel capello assente e nel culto di quei pochi rimasti che, “mammamia quanto son belli”, si allungano da una parte all’altra della testa, si prendono ad esempio per quelli da trapiantare o imparrucchire, si …. (la fantasia non ha limiti, la parola si e non voglio stancare). Tornando all’argomento si è deteminato che la perdita del crine, o il suo indebolimento e progressivo sfilacciamento, è direttamente proporzionale all’età ed inversamente proporzionale all’accettazione di se. Fuori carta e penna, o fogli di calcolo, per la dimostrazione del teorema. In ogni caso vuol dire che non importa quanti capelli si hanno o quanto siano folti e lunghi, l’importante è accettarli. Infine un’annotazione, il tricocentrismo, dalla fine degli anni zero, va sempre più imponendosi come determinazione comune del percepito, o come altri dicono, nell’affermarsi del sentito dire, ovvero in un’epidemico contaggio.
 
Popof 26 marzo 2010

4 Commenti a “TRICOCENTRISMO scritto da Popof”

  1. carlotta.an scrive:

    Una satira davvero acuta e ironica, ma soprattutto vera…
    Complimenti!

  2. alfred-sandro.ge scrive:

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    Alopecia galoppante, chemioterapia, semplice calvizie, senilità, stress, gol subiti dalla squadra del cuore in successione ravvicinata, bollette di luce gas telefono, le scarpe dei ragazzi,il posto di lavoro che non c’è più, le apparizioni televisive di molto politici, il festival di S.Remo,
    Emanuele Filberto, Aldo Busi all’isola dei famosi, i continui sorrisi a trentasei denti che escono dagli schermi tv, e ce ne sarebbero ancora da elencare.
    Ma quello che i ricercatori dovrebbero studiare è quello che succede nelle teste di quei giovani che i capelli non li perdono ma se li fanno rasare. Di proposito. Lasciandone magari qualcuno sulla nuca a forma di croce uncinata. In molti lo fanno. Tanti. Poi i cultori di questa moda si riuniscono e sfliano in corteo salutando i passanti incuriositi alzando un solo braccio: il destro.
    Come spesso succede nel campo della moda torna il DEJA VU, la voglia di passato…
    Qualcuno alla finestra applaude…

  3. marc52 scrive:

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    Anni fa lessi un libercolo di Sinesio di Cirene (370-413 d.C.) “Elogio della calvizie,” fu allievo della scuola neoplatonica
    di Ipazia e vescovo di Tolemaide. Figura di intellettuale acuto
    e pensoso. Nel 396 Un calvo di quindici secoli fa lancia una sfida a Dione di Prusa (autore di un “Elogio della chioma”)e offre una consolazione.
    La sfida sta nell’invitare il lettore moderno ad abbracciare
    un pensiero originale e sottrarsi al dogmatismo estetico imperante,
    che impone rigidi canoni di bellezza.
    La consolazione è nel sovvertire le opinioni comuni sulla calvizie
    facendone, invece che un motivo di disagio, un pregio da esibire
    con orgoglio. Perché la calvizie afferma Sinesio,
    è segno di saggezza, di integrità morale, perfino di buona salute;
    la chioma, invece, di tutto l’opposto.
    Le prove a favore della sua tesi non mancano al retore, che,
    abilissimo nell’arte della persuasione sostenuta dal cuore.
    Sinesio riuscirà a far arrossire i capelluti. Oggi gareggiano le industrie cosmetiche(creme antirughe e lozioni per capelli che promettono effetti miracolosi proliferano come funghi).
    C’è chi poi se li trapianta!!!

  4. antonio2.li scrive:

    Concordo pienamente anche alla luce dei risultati commerciali delle aziende che miracolosamente offrono prodotti splendidi per la conservazione,il trattamento e la tintura del capello che poi nonostante questi meravigliosi prodotti cade regolarmente lasciando teste che sempre più assomigliano ad una palla da biliardo.A questo punto intervengono altre ditte specializzate nel trapianto,nella confezione di tuppeè o piccoli zerbini che vengono applicati sulla testa del soggetto contribuendo a dargli un aspetto ridicolo.Comunque in un momento di crisi fa piacere che almeno qualche attività continui a tirare; tra queste qielle dell’industria del capello.Viva la trico filia.
    Nota : tricos dal greco capello

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