LE MUSE (varia umanità, cultura)

Dall’1 giugno si dovrà fare a meno di molti piatti a base di pesce e di molluschi: la Commissione europea ha, infatti, approvato un regolamento che vieta la pesca di varie specialità come seppie, calamaretti e telline. Una prospettiva che mette a rischio anche le “fritture di paranza”.
Il provvedimento si chiama Regolamento Mediterraneo. Le nuove regole per la pesca nel Mediterraneo prevedono l’utilizzo di reti con maglie più larghe che rendono impossibile, la cattura dei calamaretti e dei rossetti essendo molto piccoli. Inoltre si potrà pescare a non meno di 1,5 miglia dalla costa.
Adesso molte Regioni pensano a Piani di gestione da presentare all’Unione europea, in altre parole a deroghe per maglie e distanze dalla costa che permetterebbero la cattura delle specie, messe a rischio dalle nuove disposizioni; ma anche a misure economiche in grado di alleviare i pescatori.
Alcuni giornali comunicano notizia di qualche novità per vongole e cannolicchi; una circolare del ministero delle Politiche Agricole, infatti, come rende noto la Federcoopesca, informa che è in via di perfezionamento la procedura per una deroga. Un rinvio possibile anche per le telline perché, secondo la Lega Pesca, la Commissione europea potrebbe escludere dal Regolamento Mediterraneo il divieto dei rastrelli da natante, trattandosi di attrezzi non trainati.
“Lo stop alle telline mette a rischio oltre un milione di piatti, dagli spaghetti alle zuppe, serviti ogni anno con il gustoso mollusco nelle case e nei ristoranti soprattutto nel Lazio ma anche in Puglia, Campania e in altre regioni”.
Non sono contro i regolamenti che servono a preservare e ripopolare le tante specie ittiche anzi, penso solo che chi come me abbia avuto la fortuna di assaporare molluschi crudi e sentire il loro vero sapore.
Le cozze, le vongole con l’aggiunta di limone spremuto, i datteri di mare (questi poi non ci sono più da qualche tempo) non ricordo bagno a mare, da bambino, senza una bella scorpacciata di patelle o ricci appena raccolti.
Non rimane che consolarci con i ricordi e dire: ”ai miei tempi……”


Giuliano 4.rm  giugno 2010

6 Commenti a “Addio seppie, telline e fritture scritto da giuliano 4.rm”

  1. alba morsilli scrive:

    io sono ligure eil pesce azzurro di Camogli è una specialità
    ricordo che qualche anno fà anno fu abbolito con un decreto della regione la pesca dei bianchetti future acciughe per la sua ripopolazione.
    i pescatori come sempre hanno brontolato ma poi col passare del tempo hanno dato ragione achi ha messo il divieto.
    oggi il mar ligure abbonda del suo pesce ea noi costa poco essendo abbondante la pesca.
    Non tutti i mali vengono per nuocere

  2. nadia 8 rm scrive:

    Maria ,scusami ,ma cè ben altro che sta distruggendo il mare.I pescatori col mare ci vivono.

  3. marc52 scrive:

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    Leggo da TERRA-NAUTA, riprendo in sintesi il loro articolo e lo inserisco come commento precisazione all’articolo di Giuliano.
    Come conciliare la sostenibilità degli ecosistemi con quella delle tradizionali culture locali. Una questione forse più complessa di come è stata presentata dai media, e di certo non riducibile all’immaginario del “mors tua vita mea”.
    non sarà più possibile la pesca su larga scala di cicerelli, calamaretti, cannolicchi, rossetti, bianchetti, latterini, seppie, telline e zerri.
    come conciliare la sostenibilità degli ecosistemi con quella delle tradizionali culture locali della pesca.
    Lo stesso Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ha accolto con piacere il provvedimento “da anni – ha dichiarato a Repubblica a proposito della nuova normativa europea – con Slow Fish sosteniamo progetti di pesca responsabile e invitiamo il consumatore a dire ‘no’ a pesci a rischio di estinzione”.
    Tuttavia, è la stessa associazione Slow Food che in questo caso apre la strada a una riflessione che rende più complessa l’idea di sostenibilità, cosa che spesso capita quando dalle teorie si passa alla pratica. “Il problema sta nel fatto che le nuove disposizioni comunitarie mettono a rischio le tradizionali pratiche di pesca delle telline e dei cannolicchi lungo i litorali tirrenici,
    C’è da chiedersi insomma la sostenibilità di chi sia in gioco. Se quella dei sistemi di sapere e delle tecniche di pesca locale, che costituiscono una fetta del settore ittico in Italia, o quella dell’ecosistema marino.
    Lo stesso presidente di Agci Agrital (Associazione del settore agro-ittico-alimentare dell’AGCI), Giampaolo Buonfiglio, del resto ha definito la maniera in cui le informazioni sul nuovo regolamento europeo sono circolate in questi giorni come una “campagna mediatica” che tutta votata a dire cosa sarebbe scomparso dalle tavole degli italiani – fritti di paranza e spaghetti alle telline in primis – ha un po’ snaturato gli effetti concreti delle nuove normative.
    “Non e’ vero – ha dichiarato alla stampa Buonfiglio – che l’applicazione del Regolamento Mediterraneo in vigore da martedì farà scomparire dalle tavole telline e cannolicchi, ancora pescabili con rastrelli da natante e a mano, e diverse altre specie. Potranno diminuire i quantitativi, e le taglie più piccole di diverse specie,che lo strascico non riuscirà più a catturare”.
    Insomma, la sfida politica che provvedimenti come quello appena entrato in vigore chiamano in causa, la tutela della biodiversità con quella delle preziose tradizioni e tecniche della pesca nei territori. Due patrimoni altrettanto preziosi per una società che voglia dirsi basata su principi di sostenibilità.

  4. pino1.sa scrive:

    Giuliano4.rm se è necessario per il ripopolamento il provvedimento comunitario va bene, ma vedrai che qualcuno penserà a coltivarli in mare questi prodotti e noi anche con un sapore leggermente diverso continueremo a mangarli certo che comunque troveremo il modo di dire …. eh! ai miei tempi.

  5. maria2.ud scrive:

    Commenti abilitati
    Il mare va salvato,i pescatori lo stanno distruggendo,capisco che bisogna vivere ma viva l’acquacultura!

  6. maria2.ud scrive:

    Commenti abilitati
    Salvare il mare è obbligatorio,capisco che bisogna vivere ma i pescatori lo stanno distruggendo.Viva l’acquacoltura

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