AGORÀ (attualità, politica, società)

Pochi giorni fa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza numero 215 del 9 giugno 2010, con la quale la Corte Costituzionale ha decretato un vero e proprio stop alla corsa all’atomo del governo italiano.
La legge incriminata è la numero 102, del 3 agosto 2009, conversione del decreto-legge numero 78.
Con essa, all’articolo 4, il governo apriva alle procedure d’urgenza per la costruzione di nuove infrastrutture per la produzione di energia elettrica, da leggersi più comunemente come “nuove centrali nucleari”.
Il governo aveva piena potestà esclusiva in materia di trasmissione e distribuzione e competenza congiunta con le regioni per quanto concerne la produzione e, quindi, la collocazione dei nuovi impianti.


Le nuove centrali rientravano in un piano di urgenza “in riferimento allo sviluppo socio-economico” e si stabiliva la loro edificazione per mezzo di capitali “prevalentemente o interamente privati“.
Ai fini di attuazione, il governo istituiva la figura di uno o più Commissari straordinari del governo, con poteri esclusivi e totali in tema di nuovi impianti energetici, al punto tale da poter scavalcare tutti gli enti coinvolti (comuni, regioni) per la scelta delle nuove sedi nucleari nazionali.
Sono state proprio le misure, tra “ragione d’urgenza” ed “utilizzo di capitali privati” e la privazione dei poteri decisionali delle regioni in materia, ad aver condotto la Corte Costituzionale a cassare l’intero articolo, nei commi che vanno dall’1 al 4.
Questo è quanto stabilito dalla suprema corte di giustizia italiana, “trattandosi di iniziative di rilievo strategico, ogni motivo d’urgenza dovrebbe comportare l’assunzione diretta, da parte dello Stato. Invece la disposizione impugnata stabilisce che gli interventi da essa previsti debbano essere realizzati con capitale interamente o prevalentemente privato, che per sua natura è aleatorio, sia quanto all’anche al quantum“.

Inoltre, per quanto concerne la depotenziazione delle regioni in materia, la Corte Costituzionale afferma che “se le presunte ragioni dell’urgenza non sono tali da rendere certo che sia lo stesso Stato, per esigenze di esercizio unitario, a doversi occupare dell’esecuzione immediata delle opere, non c’è motivo di sottrarre alle Regioni la competenza nella realizzazione degli interventi“.
E conclude deliberando che “i canoni di pertinenza e proporzionalità richiesti dalla giurisprudenza costituzionale al fine di riconoscere la legittimità di previsioni legislative che attraggano in capo allo Stato funzioni di competenza delle Regioni non sono stati, quindi, rispettati“.
Questo è quanto ha stabilito la Consulta, nel silenzio della stampa nazionale, apre ad una vera e propria svolta in termini energetici e ostruisce, di fatto e sin da adesso, un percorso accelerato verso la creazione di nuove centrali nucleari.
Pertanto è automatico il decadimento delle ragioni d’urgenza, e determinano il ripristino automatico della facoltà degli enti locali, ed in particolar modo delle regioni, di appoggiare o rigettare integralmente le scelte operative e territoriali dell’esecutivo nazionale.
Per i governo non si prospettano tempi facili, mentre la battaglia di chi è contro il nucleare e per i ricorrenti sembra aver portato, forse,  ad una insperata vittoria.
E mi domando… perché quando presentano una legge non vi prestano attenzione sufficiente e anzi incorrono sempre negli stessi, evitabili errori  dando modo alla Corte Costituzionale di intervenire e bocciare la legge in questione?


Giuliano 21 giugno

7 Commenti a “Il nucleare italiano è ad un passo dalla fine prima ancora della sua nascita scritto da Giuliano4.rm”

  1. antonio2.li scrive:

    marco io faccio proprio cosi: leggo i commenti della stampa dei blog e di quant’altro ma poi visto che un cervello mio che vale quanto un cervello di qualunque gioenalista a nzi in qualche caso è pure meglio perchè non è sul libro pafga di nessuno scrivo il mio commento che èp tutto mio ed è farina del mio sacco.Questo voglio dire diciamo con parole nostre quello che pensiamo cosi ci conosceremo meglio.Ma come ripeto la mia non vuole essere una regola per nessuno ;ho espresso il mio modo di vedere su come dovrebbe essere a mio parere la partecipazione ai blog e con cio chiudo quello che mi sembra stia per diventare una polemica che non desidero assolutamente

  2. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Antonio,Radio 24 il Sole 24 Ore. ogni giorno fa i sondaggi!!!!
    Su qualsiesi gornale on-line ci sono i commenti!!! nei blog ci sono i commenti!!!! se io mi permetto di riprendere le notizienel mio piccolo e per informarmi /informare. Tu come fai ad in formarti e ad approfondire??? leggi diverse articoli, diversi giornali, inerenti al fatto, e concordi, o disapprovi.Poi l’articolo approfondito stimola, allarga gli orizzonti il dialogo, e moltipilca i commenti.
    P.s. Scrivi un articolo con le tue contestazioni sui commenti che non sono personali, che non devevono riprendere approfondimenti, curiosità, considerazioni, presi dalla rete. cosi lo commentiamo.

  3. antonio2.li scrive:

    Beh ora che conosciamo il parere del corriere della sera ( come se questo fosse il vangelo ) è inutile dire quello che ne pensiamo noi.
    E’ proprio quello che volevo dire: non sarebbe meglio sapere quello che pensiamo noi e non quello che un giornale che palesemente appartiene ai “poteri forti” e che di quello che pensiamo noi non gliene frega niente ?

  4. giuliano4r.m. scrive:

    Ma cosa succede con il nucleare:
    Una sentenza della Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi delle regioni sul conflitto di competenzePochi giorni fa però un’altra sentenza aveva bocciato la norma che spianava la strada a capitali privati e commissari straordinari
    La Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi presentati da alcune regioni sul ritorno al nucleare, dichiarandoli in parte infondati e in parte inammissibili. A impugnare la legge erano state Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio, Calabria, Marche, Emilia Romagna e Molise. Anche il Piemonte aveva presentato ricorso, ma una delle prime decisioni di Roberto Cota come nuovo presidente della regione era stata proprio il ritiro del ricorso da parte del Piemonte.
    In ogni caso la situazione non è ancora definita. Pochi giorni fa, infatti, la stessa Corte Costituzionale aveva accolto il ricorso presentato dalla Toscana, dall’Umbria, dall’Emilia Romagna e dalla provincia autonoma di Trento, bocciando una parte piuttosto importante del decreto legge che sancisce la riapertura delle centrali. La Corte aveva considerato incostituzionale l’articolo 4, il cui testo spiegava che il ritorno al nucleare sarebbe stato realizzato facendo massiccio ricorso a capitali privati e che il governo avrebbe potuto nominare dei commissari straordinari – con poteri straordinari – per determinare l’ubicazione e la costruzione delle centrali e dei siti dove stoccare le scorie.
    Nemmeno quella di oggi è quindi la parola definitiva: la Corte deve esprimersi ancora su un altro decreto, che nel frattempo è stato impugnato da Emilia Romagna, Toscana e Puglia. Potrebbe essere proprio quest’ultima sentenza – quella che ha come oggetto il decreto applicativo – a essere determinante: il governo potrà imporre o no la costruzione delle centrali senza far partecipare le regioni alla decisione? Qualunque sarà l’orientamento della Corte, la sensazione è che a entrambe le parti non mancheranno appigli per far proseguire la discussione sul piano giuridico e legale.
    NIENTE NUCLEARE”, ANZI NO
    Si finirà per dare ragione al sig. B che vuole abolire la Corte Costituzionale:

  5. giuliano4r.m. scrive:

    Complimenti Marc hai comletato in modo chiaro e con dati l’articolo sul nucleare.
    Sono anni che mi chiedo perchè il “Popolo Sovrano” venga chiamato ad esprimersi con i Referendum e poi non se ne tenga conto.
    Un’altra cosa che per ora non è chiara l’Italia ha firmato un contratto con la Francia per la costruzione delle centrali “Epr”,se queste non dovessereo essere più costruite ci sono delle penali?
    Se sei forte di stomaco sul sito http://www.boston.com/bigpicture
    ci sono le immagini di persone che hanno subito gli effetti delle radiazioni.
    Quelle immagini dovrebbero vederle chi dice che la centrale la vorrebbe nel suo giardino!
    Si a parole…….tutti bravi.

  6. franco muzzioli scrive:

    La propaganda elettorale è finita………ma pensate davvero che si faranno le centrali nucleari e il ponte sullo stretto , soprattutto con questi chiari di luna? E’ molto che il governo non abbia pensato anche al mausoleo Belusconi.

  7. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Questo articoletto lo inviai a Scoiattolina nel ottobre del 2009, che mi chiedeva una piccola collaborazione per dei sondaggi sul blog Bosco (non fu mai pubblicato). Adesso, rivisto, lo propongo come commento all’articolo di Giuliano. problema già affrontato se non sbaglio da Giuliano poco tempo fa. A distanza di 23 anni dal referendum abrogativo,(1987) che sancì la fine dell’energia atomica nel nostro paese , con la conseguente chiusura da li a poco delle nostre quatto centrali. Referendum voluto per i terribili fatti di chernobyl, 26 aprile 1986 e che ancora oggi se ne pagano le conseguenze. Fatti, che sconvolsero l’opinione pubblica mondiale e che cambiarono radicalmente la vita e l’economia de paesi. La situazione economica/energetica in Italia, ( probabilmente ) si sarebbe evoluta in altro modo. Oggi con i crescenti prezzi dell’energia, i timori sul riscaldamento globale ,la crescente volontà della Russia di usare il gas naturale a fini politici, il nucleare ritorna alla ribalta. E il governo con il ministro Scajola ha già delineato quale sarà la strategia del atomo in Italia, nei prossimi anni .Diversificazione delle energie ,accelerazione dei tempi di costruzione degli impianti. Riavviare in tempi brevi la costruzione di centrali di terza generazione, tenendo in considerazione la salute e la sicurezza del cittadinanza (queste in sintesi le sue dichiarazioni). I “big” dell’energia , in primis Paolo Scaroni (Eni), valutano il nucleare come soluzione non ideale per risolvere i problemi italiani. La risposta del governo è seducente: Impatto zero sull’effetto serra, meno inquinante del petrolio, non dipendente dalle forniture in zone di crisi e di conflitti. I contro: Impatto ambientale sul sito ,smaltimento delle scorie, inquinamento termico, pericolosità in caso di incidenti etc. Le leggi comunitarie lasciano libero arbitreo agli stati, la Germania ,Gran Bretagna e Svezia come noi l’anno bandita dopo il disastro di Chernobyl, la Francia continuando a produrla, e diventata, (paradosso)nostra fornitrice. Le ultime novità scrive giuliano, Corte Costituzionale ha decretato un vero e proprio stop alla corsa all’atomo del governo italiano. BENE!!! anche se è un NO giuridico. Uscito dalla porta con un referendum, il Governo Berlusconi pensava di farlo rientrare dalla finestra.Mi domando… ma noi con i referendum non contiamo proprio nulla??ci prendono per i fondelli?? Oggi aggiungo!
    Verdi, Legambiente e Greenpeace:
    «Fermate la follia nucleare»
    Sit-in e raccolte firme a Roma per ricordare il disastro di Chernobyl e dire no alle nuove centrali in Italia. Greenpeace: Il numero dei morti causati dall’incidente, il peggiore della storia, Purtroppo la stima dei morti causati dall’incidente è di oltre 200mila e nessuno di loro deve essere dimenticato.
    Propaganda filo-nucleare, afferma Greenpeace, parla di 65 morti, riferendosi a malapena al numero dei lavoratori e soccorritori morti in seguito all’esplosione.Il governo intende imporre all’Italia il nucleare e si prepara a una campagna di disinformazione sui rischi e i costi di questa pericolosa tecnologia.Le centrali francesi «Epr» che il governo vorrebbe far costruire in Italia, prosegue l’organizzazione, «sono state dichiarate carenti nel sistema di controllo dalle autorità di sicurezza francese, britannica e finlandese».
    I verdi: Tredici i siti a rischio, da Montalto di Castro (Viterbo) a Caorso (Piacenza), a Trino Vercellese (Vercelli), Borgo Sabotino (Latina). C’è anche la piccola Cernobyl, a Garigliano (Caserta), cittadina al confine tra Lazio e Campania, «dove- spiega Bonelli, negli anni in cui funzionava la centrale, si sono verificati 4 incidenti nucleari che hanno portato il livello di radioattività a un livello tale che nella zona si sono verificati numerosi casi di ciclopismo tra i bambini».
    Lega Ambiente: Lorenzo Parlati. «I cittadini sono molto attenti e sensibili al tema», ha assicurato. «Oggi abbiamo voluto ricordare il disastro di Cernobyl», perchè «ancora oggi in quel territorio si vivono i problemi della radioattività, dell’impossibilità di coltivare». Un ricordo per l’ambientalista doveroso perchè in Italia «si rischia», perchè si punta su «un nucleare pericoloso come quello di Cernobyl, perchè le tecnologie sono sempre le stesse».
    Lorenzo Parlati ha tenuto a sottolineare che undici regioni si sono già espresse per il «no» al nucleare, e per quanto riguarda il Lazio, se da una parte «Polverini in campagna elettorale ha promesso che non ci saranno centrali» nella regione, dall’altra i cittadini si stanno dimostrando contro una ipotesi di impianto sul territorio laziale. (Corriere della Sera .it Roma/cronaca 27 aprile 2010.)

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