LE MUSE (varia umanità, cultura)

Le scarpe della Madonna scritto da Alba Morsilli

L’adolescenza dove tu signorinella ti guardi allo specchio, vedi il tuo corpo che cambia forma, il seno si gonfia le tue fattezze non sono più quelle di una bimba.

Il tuo cervello non è pronto ad accettare la parte esterna del tuo corpo.

Ma senti dentro di te qualcosa come il mosto nel tino sei tutto in fermento.

Io ero così a 14anni.

Ricordate la moda di allora? la gonna a ruota, sandali bassi bianchi e calze corte rigorosamente bianche.

Si avvicinava la Pasqua le mie amiche erano già pronte con i suoi abiti eleganti per la messa delle 11;

io per farmi la gonna avevo lavorato a scaricare le pezze di stoffa (i tessuti venduti al metro sono avvolti per km si chiamano pezze) da un ambulante di mercato.

Mi mancavano i sandali, sapevo che in famiglia non potevo chiedere, lì mancava il pane.

Un giorno passando da una cappelletta dove c’è ancora oggi la Madonetta, mi è venuta una tentazione, guardavo l’elemosina e pensavo: la Madonna non cammina, non le servano i sandali.

Con impulso, senza riflettere, misi la mano dentro alla grata, che solo la mano di una bimba poteva passare tra quei ferri stretti,mi riempii le mani di monetine.

Per fortuna era di marmo la Madonetta, non parlava, non urlava

Al ladro !Al ladro!

Come un ladro scappai con il maloppo per i sandali.

So che con il tempo ho restituito tutto il denaro alla Madonetta

Era una cosa fra lei e la mia coscienza.


Alba morsilli    04/ 06/ 2010

13 Commenti a “Le scarpe della Madonna scritto da Alba Morsilli”

  1. paolacon scrive:

    Popof ha messo a fuoco un punto importante: il racconto di Alba ha stimolato i commenti di tante persone che non vedevamo da un po’ di tempo
    Ben tornate, è un vero piacere rileggervi,
    e che il diologo continui

  2. alba morsilli scrive:

    vi ringrazio dei commenti evi dico non che non è finita lì la mia vita è un romanzo eho voglia di parlare.
    marc hai dato un tocco finale a tutto da una scarpa senza valore hai saputo farne un saggio di cultura che in questo blog è indispensabile perchè esso possa essere stimolante vivo epiacevole a leggersi

  3. Giulio Salvatori scrive:

    Grazie Marc. Un bellissimo COMMENTO, ci voleva proprio

  4. popof scrive:

    Carino l’articolo Alba, ma il risultato più bello è il riavvicinarsi insieme di tanti che non incontravo da un pezzo, come se il tuo scritto/urlo/riflessione emotiva, ci avesse rimesso le scarpe per continuare un cammino attraverso i commenti, rinverdendo emozioni sopite dal tempo.

  5. franco muzzioli scrive:

    Marc…formidabile….penso che proprio questo vuole il blog(Paola) …commenti che diventano articolo.Questo sì che è comunicazione, cultura e apporto di idee.

  6. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Alba, il tuo peccatuccio adoscenziale dettato dal bisogno e da una certa vanità, penso che che sia stato perdonato dal Signore. Il clero, lo hai abbondantemente ripagato con l’8 x 1000 dalla tua busta paga. Poi queste offerte dicono …”loro” servono per aiutare le persone bisognose. Le scarpe oscuro e indispensabile oggetto del desiderio!!! Disquisiamo, informiamoci e divertiamoci, con un articolo preso e sunto da Focus sul binomio piede-scarpa.
    Perché le scarpe affascinano in modo diverso maschi e femmine? Per le donne sono l’oggetto del desiderio e irresistibili armi di seduzione. Gli uomini provano un interesse fortemente erotico. Da dove deriva il binomio tra sessualità e scarpe?
    scoprirete perché e come i piedi (e le scarpe) mandino messaggi inequivocabili. Secondo il sessuologo Emmanuele A. Jannini, in un’epoca in cui maschi e femmine rubano gli uni dall’armadio delle altre, “la scarpa è rimasta l’ultimo avamposto della femminilità”.
    Per gli amanti della tecnologia, c’è da dire che scienziati e ingegneri si stanno sbizzarrendo a creare scarpe che sono veri e propri computer.. Scarpe, sandali e stivali. Tutti con un comune denominatore: i piedi che vi sono ospitati. “Le nostre estremità”, come ci spiega A. Jannini, “sono il tipico ornamento sessuale, un aspetto del corpo determinante per la scelta del partner. Ci rivelano infatti l’età biologica della persona, e non c’è trucco o intervento estetico che regga”. Se possiamo ritoccare il viso invecchiato o rialzare un seno minacciato dalla forza di gravità, non possiamo ingannare il partner sulla nostra età se gli mostriamo i piedi. Così un piede giovane e minuto ci indica il partner fecondo e appetibile. Se dai piedi capiamo molto della persona. Nonostante le scarpe più desiderate siano quelle con tacchi che sfidano la gravità originariamente i nostri antenati pensarono solo a proteggere il piede dalle asperità del terreno, avvolgendolo in foglie intrecciate o pelli di animali, come queste ancora in uso tra gli aborigeni australiani.
    Così le prime scarpe della storia di cui abbiamo notizia risalgono a 9 mila anni, mentre quelle col tacco sono comparse molto più tardi, attorno al 1600.
    In una grotta del Missouri è stato rinvenuto un “modello” usato 8000 anni fa. Anche gli egizi usavano sandali intrecciati attorno al 3000 a.C. Inizialmente uomini e donne usavano le stesse calzature e il comune denominatore era la comodità e l’utilità. Fu alla fine del Quattrocento che cominciarono a imporsi modelli femminili e maschili di diversa foggia.
    La caratteristica tipica della calzatura da donna è il tacco. Alla fine del Seicento, Luigi XIV, Re Sole, per ovviare a una statura che non gli permetteva di dominare la sua corte “dall’alto”, introdottusse le scarpe col rialzo.
    Ora le donne non ci rinunciano facilmente per eventi mondani o particolarmente sentiti. Perché la donna si issa con stoica sopportazione su tacchi di 9 centimetri (ma anche 12 per le sfilate di moda)? La scarpa alta rende il piede piccolo ed esalta così una caratteristica tipicamente femminile. Inoltre, come ci spiega Jannelli, determina una postura che mette in evidenza il sedere attirando gli sguardi maschili.
    Nella cultura cinese questo vezzo (piede piccolo, donna bella) diventò una vera e propria tortura. La tradizione di fasciare i piedi femminili per non farli crescere troppo e farli entrare nelle tipiche “scarpe di loto” causava gravi problemi ossei, oltre che un impedimento alla mobilità. E per sfoggiare piedi degni di Cenerentola le donne sono anche disposte a ricorrere al bisturi. Un fenomeno, questo, che si è diffuso particolarmente negli Stati Uniti dove, oltre agli interventi all’alluce valgo (deformazione all’osso dell’alluce), spopolano anche smussamenti della pianta, per renderla più stretta, o delle dita, per renderle più corte. Ci si può sottoporre anche a iniezioni di collagene ogni 4-6 mesi (costo negli Stati Uniti, 500 dollari a seduta) che creano un cuscinetto sotto la pianta del piede, per resistere meglio a lunghe cavalcate sui tacchi.
    Ma i medici avvertono: la scarpa col tacco costringe la colonna vertebrale a una postura innaturale che può portare problemi a breve e lungo termine. Oggi lo stilista di scarpe più famoso è Manolo Blanhnik, originario delle Canarie. Il designer crea scarpe da collezione che non costano meno di 400 dollari al paio, dal tacco solitamente vertiginoso ma comodissimo, a detta di chi vi è salito.
    A ruba tra le dive di Hollywood, sono state celebrate dalle protagoniste della serie culto “Sex and the City”, dove la protagonista Carrie (Sarah Jessica Parker), è disposta a tutto pur di accaparrarsene l’ultimo modello. Charlotte, in una puntata, sopporta le morbose attenzioni per i suoi piedi di un commesso feticista, pur di portarsi a casa un paio di scarpe glamour ma costosissime…
    Il mito feticista del piede come oggetto del desiderio ha origini antiche. “Adoro i piedi femminili, peccato che ci siano attaccate le donne”, questo il motto del maniaco dei piedi. Lo psicanalista Sigmund Freud aveva riconosciuto come il piede, zona erogena per eccellenza a causa delle numerose terminazioni nervose, potesse diventare, con la scarpa a cui è avvolto e decorato, oggetto di morbosa attenzione. Inoltre, “non dimentichiamo che i tacchi a spillo”, precisa Jannelli, “sono piccole e affilate armi che richiamano l’equivalenza, spesso sottointesa nel sesso, tra piacere e dolore” un ristorante sadomaso, inaugurato a New York nel 1998, il cui nome “La Nouvelle Justine” è ispirato al titolo di un romanzo del Marchese de Sade. Il togliersi le scarpe è considerato da noi gesto scortese o irriguardoso, proprio perché legato alla nostra sfera più intima e privata, mentre è un gesto naturale, che indica rilassamento o rispetto, nelle culture scandinave e in quelle orientali: sarebbe impensabile non entrare scalzi in una moschea. La scarpa è al centro di molti detti popolari e credenze dal fondamento discutibile. Secondo le nostre nonne, per esempio, per sapere se ci si sposa entro l’anno basta buttare una scarpa fuori dalla finestra: se cade con la punta verso la casa, la risposta è no; se cade verso l’esterno allora il sogno si coronerà.
    Per far durare “per tutta la vita” il matrimonio, poi, vietato buttare le scarpe usate il giorno del sì…
    Se siete single e cercate l’uomo della vostra vita, invece, basta una piccola accortezza: dormire con le scarpe… sotto il cuscino.
    Se Imelda Marcos le collezionava per puro e semplice piacere edonistico (fino ad accumularne, 3000 paia o forse più), il Museo della calzatura di Manila – da lei stessa inaugurato anche con modelli appartenuti a lei – è il paradiso delle donne, che spesso hanno la mania dell’accumulo di scarpe.
    Anche a Firenze nel 1995 è stato inaugurato un Museo della calzatura intitolato a Salvatore Ferravamo, che raccoglie una selezione rappresentativa delle 10.000 calzature che compongono la collezione dello stilista. Tra queste, un paio della mitica Marilyn Monroe.
    A Vigevano (Pavia), il nuovo Museo della calzatura espone 300 paia di scarpe con cui ripercorre la storia di questi veri e propri gioielli di lusso. Oggi il mercato della calzatura in Italia è in crisi per lo strapotere dell’industria cinese che esporta grandi quantitativi di scarpe di scarsa qualità e di basso prezzo.
    Negli ultimi 10 anni le importazioni dalla Cina sono cresciute del 250 per cento e le scarpe che arrivano in Italia sono passate da 29 milioni di paia a 102.
    Anche nel resto del mondo si risente dello strapotere dell’industria calzaturiera cinese. I primi a denunciare lo sfruttamento da parte dei grandi marchi di manodopera giovanile e a basso prezzo furono i movimenti no-global. I primi a salire sul banco degli imputati sono state multinazionali come la Nike. Che recentemente ha pubblicato un mea culpa nella forma del “Rapporto della responsabilità sociale dell’azienda”. In questo documento la Nike ammette violazioni dei diritti dei lavoratori nelle fabbriche “satellite”. Sì perché se i dipendenti in senso stretto dell’azienda famosa per le sue scarpe da jogging e l’abbigliamento sportivo, sono “solo” 24.000, le persone impiegate in aziende fornitrici sono almeno 650.000. La scarpa che pensa è realtà ed è attesa a breve sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo. Avrà il marchio Adidas, ma non è la sola ad avere un microprocessore sotto il tacco, che modifica automaticamente la consistenza del cuscino d’aria tra suola e plantare a seconda dell’attività svolta.
    C’è una scarpa che ci avverte degli andamenti della borsa. Ma anche una che segnala la posizione di chi la indossa: si tratta di un sistema, progettato da una ditta di New York, che permette, grazie a un microchip inserito nelle scarpe degli atleti della maratona di Boston, di determinare in tempo reale la posizione esatta di ciascun corridore su un sito internet. Un ingegnere della Toyota presenta le sue scarpe a motore. La Borsa sale? Ti avvertono le scarpe
    Se le azioni volano o precipitano le tue scarpe se ne accorgono e ti avvertono. Potrebbe succedere presto, il prototipo esiste già, è stato svlippato da alcuni ricercatori australiani.
    Giocate in Borsa e volete tenere sotto controllo in ogni momento l’andamento delle vostre azioni? Potreste servirvi delle scarpe speciali inventate dal Nicta , l’istituto australiano per lo sviluppo delle tecnologie informatiche. Sono equipaggiate con quattro vibratori di diversa intensità, simili a quelli abitualmente installati nei telefoni cellulari, e con un microprocessore, connesso con un collegamento wireless alla Borsa australiana.
    «I quattro diversi tipi di vibrazione spiega Peter Eades, uno dei ricercatori impegnati nel progetto:” possono segnalare un calo lento o rapido oppure viceversa un aumento lento o rapido delle azioni”
    Piedone l’azionista. Per le dimostrazioni gli esperti australiani stanno usando i dati di vecchie fluttuazioni di borsa e la scarpa per ora esiste solo a livello di prototipo, in una sola misura: il 45. Ma l’esperimento è importante perché ha lo scopo di testare nuovi modi di ricevere informazioni dai computer, oltre l’utilizzo del classico monitor a cui tutti siamo abituati.
    Chiudiamo questa carrellata di scarpe lussuose e ipertecnologiche, dove la scarpa o meglio una montagna di scarpe, è la testimonianza drammatica di una tragedia. i cumuli di scarpe delle vittime ebree dei lager nazisti conservati ad Auschwitz, campo di concentramento in Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale e quelli, straordinariamente simili, delle vittime più recenti dello Tsunami che ha colpite vaste zone dell’Indonesia.

    Per saperne di più:
    Paola Jacobbi, Voglio quelle scarpe!, Sperling&Kupfer

  7. Guglielmo scrive:

    Carissima Alba eri già perdonata prima di scappare con il malloppo….(la Madonna è la mamma di tutti),queste parole cosi semplici ma piene di dolcezza ci fa capire tante cose, della nostra infanzia fatta di tante rinuncie, Alba aprezzo molto il tuo racconto grazie di avercelo fatto conoscere.

  8. Giulio Salvatori scrive:

    Brava Alba, divago un pò:-Vi immaginate una mamma, un padre che non possono dare da mangiare ai propri figli?-….Eppoi, per coloro che credono, Lieta ha spiegato il tutto.Grazie del tuo ricordo -cristallino –

  9. antonio2.li scrive:

    La domanda da farsi è:
    dovesarebbero finiti quei soldini se non li avesse presi Alba ?

  10. lieta scrive:

    brava alba la madonnina non ha bisogno del pane terreno ha quello celeste e lei te li ha dati volentieri credi è na mamma figurati sarà stata felice di darteli i soldini per le scarpette della pasqua non hai spaventato tolto nulla ad alcuno Lei è stata senz’altro felice ciao

  11. franco muzzioli scrive:

    Al di la del racconto..”bello come l’Alba” …mi ricorda quando vidi per la prima volta Anna….coda di cavallo..sottana rossa a ruota…calzine bianche corte e sandali dello stesso colore….un bel ricordo ,anche perchè sono quasi cinquantacinque anni che sono con lei.

  12. giuliano4r.m. scrive:

    Racconto di una persona sensibile,genuina brava Alba.
    A chi ha famme o pan o pâa lazagne.

  13. Lorenzo.rm scrive:

    Bello, Alba, sei una persona molto sensibile. Ma lo sapevo già.

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