Cicciotello è bello ma il cervello? Si abbassa di livello!Una volta l’essere cicciottelli era sinonimo di salute, anche per le donne in gravidanza essere sovrappeso era una cosa positiva. Il tutto e stato riveduto e scientificamente contraddetto. Con l’età avanzata il metabolismo rallenta si brucia meno caloria , le fasce muscolari si trasformano in grassi e quindi si tende a ingrassare. Subentrano problemi di circolazione ,di mobilità ,di affaticamento.  A mio parere è anche una questione di DNA di ognuno di noi, di costituzione, di genetica. Il tutto va preso con il beneficio del dubbio. Riporto un articolo da “Panorama” che mette in guardia dal sovrappeso in eta avanzata .
Adulti sovrapeso a più alto rischio di declino cognitivo
Un articolo appena pubblicato sulla rivista Journal of Gerontology Series A: Biological and Medical Sciences analizza i risultati di diversi studi sull’invecchiamento e giunge alla ferale conclusione che il sovrappeso accumulato nella mezza età possa aprire la strada non solo ai ben noti problemi cardiovascolari, ma anche a disturbi e di tipo neurologico.
Uno studio svedese, condotto da Anna Dahl dell’Università di Jönköping ha scoperto che le persone con indici di massa corporea più elevati nella mezza età presentavano abilità cognitive generali significativamente più basse e che il declino di queste facoltà era notevolmente accelerato rispetto ai coetanei più snelli nel corso degli anni. I dati sono desunti da uno studio sui gemelli che è durato quasi 40 anni, dal 1963 al 2002, e non si sono riscontrate differenze tra uomini e donne.
Vien voglia di correre in palestra e mettersi subito a pane (integrale) e acqua, ma prima di farlo sappiate che, ammesso di riuscire a tornare a un peso accettabile, è molto importante restarci. L’effetto yo-yo, che affligge soprattutto le donne, è anch’esso piuttosto nocivo. Non solo per gli eventuali strascichi antiestetici dovuti alla perdita di tonicità dei tessuti, ma anche perché, come un’altra delle ricerche analizzate evidenzia, le fluttuazioni di peso sono significativi indicatori di future possibili limitazioni fisiche e di una maggiore mortalità nella terza età.
Un team di ricercatori dell’Università di Washington a Seattle, negli Usa, ha usato i dati del Cardiovascular Health Study, contenenti informazioni su più di 3.000 individui di 65 anni o più dal 1992 al 1999. Cosa hanno scoperto? Che coloro che in passato avevano avuto più frequenti fluttuazioni di peso, una volta diventati anziani avevano maggiori possibilità (il 28 per cento in più a quanto pare) di non riuscire a svolgere facilmente da soli banalissime attività quotidiane come lavarsi, vestirsi, mangiare.
L’imperativo quindi è quello di mantenere il proprio indice di massa corporea (BMI è l’acronimo inglese per Body Mass Index) all’interno di parametri considerati salutari (una persona con indice compreso tra 18,5 e 25 è considerata normopeso) e poi cercare di mantenerlo stabile. Per calcolare il vostro BMI dovete dividere il vostro peso in chili per il quadrato dell’altezza in metri. Per esempio 77/1,76×1,76=24,8: giusto entro il limite del normopeso.
(marta.buonadonna)
(Marta Buonadonna  Febbraio 2010 “PANORMA”)

Le donne comunque vivono più a lungo sia rispetto agli uomini che rispetto al passato. “L’età media di morte per le donne nel 2008 si è attestata sugli 85 anni contro i 76 anni degli uomini. Nel 1993 per le donne era di 83 anni, 71 per gli uomini”. Tra le patologie prese in considerazione:  l’ipertensione, in aumento sia tra le donne (nel 2005 erano 10.039 le donne ipertese, nel 2008 10.783) che tra i maschi (7.618 nel 2003, 8.675 nel 2008).Invecchiamento della popolazione: un quadro nazionale
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione italiana tiene vivi
accesi dibattiti non solo perché il nostro Paese è il più vecchio
d’Europa e con il tasso di natalità più basso, ma soprattutto in
funzione di quelle che sono le preoccupanti proiezioni statistiche
dalle quali risulterebbe una presenza ultrasessantacinquenne del 25%
nel 2020 e del 37,2% nel 2040.
La tendenza in atto che pone l’Italia tra i paesi più vecchi al mondo si
spiega alla luce di pochi dati: nel 1975 vi erano 14,5 milioni di under
20enni e 9,6 milioni di over 60enni; nei prossimi due decenni si
registrerà uno scambio di cifre con una presenza 6,9 milioni di giovani
contro 17,7 milioni di anziani, con un chiaro e logico calo di
popolazione in età lavorativa. In verità la forte evoluzione del
fenomeno si è registrato già nel XX secolo quando dal 1950 al 2000 si
è generato uno scambio numerico giovani-vecchi mai verificatosi
prima nella storia dell’umanità
( DATI PRESI IN RETE)
marc52

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE