LE MUSE (varia umanità, cultura)

Non è vero… ma ci credo“, capolavoro comico di Peppino De Filippo andato in scena per la prima volta tra il 1941 e il ’42, è la superstizione. Attuale all’epoca e attualissimo tutt’oggi, come lotta disperata e perdente di chi ingaggia battaglie per combattere destino e sfortuna di chi non ha altri mezzi a propria disposizione per allontanare i colpi sinistri della sorte, se non quelli di ricorrere a sotterfugi e scongiuri.
Col termine superstizioni si indicano tutte quelle misteriose credenze popolari prive di razionalità cui molte persone danno credito e che, sia per suggestione sia per timore, mettono in atto con gesti o pratiche rituali al fine di evitare un evento negativo o per favorirne uno positivo.

Col termine originario “superstitiònem” Cicerone indicava, invece, coloro che si rivolgevano alle divinità con preghiere, voti e sacrifici, per ottenere protezione.

Perfino chi si definisce scettico, nella sua razionalità, ha qualche volta agito diversamente o dato credito a qualche piccola scaramanzia, perché come diceva Benedetto Croce: “Non è vero… ma ci credo!”, mentre per Lev Trockij “Nessuno è più superstizioso degli scettici”.


Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è lasciato andare, anche solo per gioco, a un gesto scaramantico. (uno vi dirà che non l’ha mai fatto: l’uomo che non deve chiedere mai! Non credetegli perché…mente)
Nel mondo esistono parecchie superstizioni legate a oggetti (scala, ombrello, olio, specchi…), amuleti/talismani (ferro di cavallo, quadrifoglio, coccinelle, il cornetto, un soldo bucato…), numeri (13, 17 …), a colori (viola, nero, bianco …) e agli animali (gatto, civetta…).
In Italia, ad esempio, si tocca ferro, in Inghilterra invece si usa toccare legno.
Tipico gesto scaramantico

La superstizione viene da lontano e non vi è popolo che non ne sia stato coinvolto.
Cristoforo Colombo riteneva il venerdì un giorno fortunato tant’è vero che partì e ritornò in tale giorno.
Il venerdì 17 è ritenuto sfortunato perché in quel giorno Filippo il Bello ordinò di uccidere tutti i Templari.
Il numero 17 insieme a quella del Venerdì è una delle superstizioni più diffuse che persino i quotidiani non mancano a volte di rilevarlo.
“Di Venere e di Marte non si sposa e non si parte, né si da principio all’arte” e “Chi ride di Venerdì piange di Domenica”, recitano alcuni antichi proverbi.
Nei Vangeli Venerdì è il giorno della crocefissione dedicato alla penitenza mentre la Domenica quello della resurrezione. Per i Romani il martedì era sfortunato perché dedicato a Marte dio della discordia.
Molti preferivano scrivere il numero 13 come 12+1 pur di evitarlo così come il tredici a tavola porterebbe male. Credenza nata perché nell’ultima cena il tredicesimo era Cristo che finì poi crocefisso.
Per gli Assiro-Babilonesi il 12 era un numero sacro (numero divisibile) e non altrettanto il suo successore.

Per i popoli latini il vedersi attraversare la strada da un gatto nero è sinonimo di sfortuna, per quelli d’oltreoceano è invece un buon segno.
Mai passare sotto una scala e se proprio si deve, incrociare le dita e sputarsi sulle scarpe come forma di scongiuro. (questa non la sapevate vero?)
Mentre il trovare uno spillo per terra porterebbe fortuna, non occorrerebbe mai chinarsi a raccogliere un ago che, al contrario, porterebbe sfortuna.
Di pratiche e usanze ve ne sono tantissime altre che potete (se v’interessano) trovare nel WEB.
Uno studio statunitense condotto dalla Northwestern University di Evanston (Illinois) e di quella di Austin, in Texas, apparso su Science, spiega come l’aumento dello stress e la perdita del controllo della propria vita (ad esempio per delusioni lavorative o amorose, problemi di salute o altro) favorisca paranoia e pratiche superstiziose. Adam Galinsky, uno degli autori dello studio, spiega: “Per le persone è fondamentale avere in mano le redini della propria vita e quando il controllo viene meno, ciascun cerca di ripristinare la situazione attraverso una sorta di ginnastica mentale”.

Giuliano4.rm

(Giuliano precisa: Il gatto dell’immagine non è la mia Cettina)

8 Commenti a “SUPERSTIZIONI scritto da Giuliano4.rm”

  1. lieta scrive:

    bravo giuliano, concordo

  2. giuliano4r.m. scrive:

    La frase su Dio è di:
    Youness Khalki

  3. giuliano4r.m. scrive:

    Tutti sentono che Dio esiste, molti cercano di nasconderlo.

  4. rosaria3.na scrive:

    Le superstizioni vengono considerate dai razionali e dagli scettici “sciocche e ridicole”; difficilmente si ammette di essere superstiziosi, di credere a certe “ridicolaggini”. Così si è soliti affermare con prosopopea quando si è con amici a cui si vuole mostrare la propria superiorità di fronte a simili “sciocchi pregiudizi”. Salvo poi, ìn privato, a fare i debiti scongiuri per avvenimenti o situazioni che necessitano dì un atto scaramantico.
    Chi, sia pure segretamente, almeno una volta, non ha effettuato scongiuri per propiziarsi la fortuna? E’ incontestabile che, pur fingendo di non crederci, si attribuisca a taluni elementi una particolare influenza negativa e si proceda di conseguenza con atti scaramantici se non altro x dissipare un “dubbio” e pensare….. …”mo’ evito, nun se sa mai”.
    La tradizione italiana (e non solo quella napoletana) è ricchissima di eventi e gesti scaramantici.
    La superstizione affonda le sue radici nel tempo; i primi esempi risalgono nientemeno che agli uomini primitivi. Essi infatti ritenevano che, colpendo l’immagine del bisonte, fosse più facile uccidere l’animale durante la battuta di caccia.
    Nasceva, in tal modo, la prima forma di superstizione.
    A Napoli è strettamente connessa anche al gioco del lotto e alla lettura della smorfia; questo gioco nacque, contrariaramente a quanto si possa pensare, nella città di Genova e poi, solo in un secondo momento, arrivò a Napoli.

  5. lieta scrive:

    very superstition c’era na canzon, io non so superstiziosa tranne fa o dì cose ritrite ironicamente, ciao

  6. giuliano4r.m. scrive:

    Eccoti accontentato Guglielmo:
    Che venerdì 13 fosse considerato da molte culture alla stregua del nefasto venerdì 17 è ahimé noto.

    E, puntualmente, anno dopo anno, in qualche remoto angolo della terra la sfiga si abbatte inesorabile su qualche povero sventurato. La scorsa settimana è toccato a un ragazzino di 13 anni, colpito da un fulmine mentre si trovava al Lowestoft Seafront Air Festival nientemeno che alle 13:30 di venerdì 13 agosto 2010. Il Daily Mail incalza: “Altre due persone sono state raggiunte da un fulmine” ma ora stanno tutti bene.

    Certo che, preveggenza a parte, una parata di ombrelli aperti sotto un nuvoloso e piovigginoso cielo inglese non poteva che preannunciare una qualche tragica contingenza…
    Posted in STRANO MONDO –

  7. GUGLIELMO scrive:

    Si molto dettagliato il tuo articolo Giuliano, chi non fa un piccolo gesto scaramantico prima di iniziare la giornata…?, anche per “esorcizzare la scalogna”. Prima di entrare in scena quando facevo teatro usavo sempre un piccolo rituale, non rivelo quello che dicevo.Penso che ogniuno di noi fa un piccolo gesto scaramantico che lo rivela chi per motivi varii no lo fa, ma vengono usati questi gesti. Giuliano mi è piacito il tuo articolo, se ne hai altri, forza dai facceli leggere.

  8. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Essere superstiziosi è da ignoranti,
    ma non esserlo porta male.
    (Eduardo De Filippo)

    Tutte le scaramanzie e superstizioni potrebbero dipendere, in buona misura, da un forte stress a cui siete sottoposti.
    Una ricerca condotta negli Stati Uniti dal dott.Adam Galinsky, della Northwestern University di Evanston, nell’Illinois, e dalla dott.ssa Jennifer Whitson, dell’ateneo del Texas, ad Austin, ha dimostrato che la superstizione va di pari passo con lo stress.
    Secondo i ricercatori, chi ha perso il controllo della propria vita – per un amore fallito, una delusione sul lavoro o un problema di salute, ad esempio – reagisce attaccandosi a tutti gli scongiuri e i riti scaramantici che conosce. Una reazione dovuta alla dovuta alla totale perdita di controllo che lascia spazio alla superstizione.
    Chi è molto stressato può reagire anche con un aumento delle paranoie nel tentativo di darsi una spiegazione del perché la sorte li perseguiti con eventi negativi.
    Gli studiosi americani hanno condotto sei esperimenti diversi per provare la loro teoria. In uno di essi, i volontari sono stati invitati a guardare immagini sfumate o poco chiare. Il 95% di un gruppo ha identificato senza alcun problema gli oggetti ritratti. Mentre nell’altro campione, composto da persone che si sentivano provate dalla situazione, il 43% ha visto immagini che non avevano nulla a che fare con quelle ritratte nelle istantanee.
    La superstizione, figlia dell’ignoranza di certe ataviche credenze popolari, è determinata anche dalla proiezione delle responsabilità al di fuori di sé: quando gli individui non riescono a spiegare e a padroneggiare una determinata situazione, ne spostano le cause, le interazioni e gli effetti in una sorta di “sfera magica”, esterna alla coscienza e alla responsabilità delle persone. Ciò contribuisce ad allentare la tensione cui si è sottoposti, nell’autogiustificazione che quel che accade non dipende da noi e che non si può fare niente per impedirlo.
    Dunque, oltre allo stress, fattori decisivi per chi è superstizioso sono l’ignoranza e la fuga dalle responsabilità.
    Inutile ribadire, inoltre, che le presunte “verità inconfutabili” predicate dalle pratiche scaramantiche sono del tutto prive di qualsiasi veridicità e di qualsiasi riscontro oggettivo e scientifico.

    Si tratta di un vero e proprio pathos
    “Maronna mia…sta jatta (gatta) nera proprio annanze a mme era
    passà!” “E ‘o pittore (imbianchino) proprio oggi era faticà ‘ngoppe a
    sta scala che c’aggia (ci devo) passà pè fforza pè sotto!”. Pè na strana coincidenza , poi, m’aggio scurdato ‘o
    cuorno a casa, e pè nun parlà do’ calendario, oggi è ppure venerdì 17!” . Questo è il pathos di un
    superstizioso che vive al di qua del Garigliano e che provoca le reazioni più scomposte: In un Paese come l’Italia ricco di campanilismi,
    le forme di superstizioni variano di regione in regione, ma nell’immaginario collettivo il più esilarante è il
    napoletano. A pensarci bene, la scaramanzia è trasversale a tutte le categorie sociali e di sicuro non
    direttamente proporzionale al grado culturale di chi la prova. Anche un serio musicista come il grande Stevie
    Wonder col brano “ Supersticious” ha evidenziato il suo disagio verso gli avvenimenti arcani. Lo stesso
    grande Totò era molto superstizioso. (Stralci di articoli presi in rete).

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