LE MUSE (varia umanità, cultura)

E’ uscito su Repubblica del 6 settembre un bell’articolo di Enrico Franceschini sugli acronimi, che sintetizzo.
“FL romperà con il PDL?
Come reagiranno PD, IDV e UDC?
E come finirà tra FIAT e FIOM? Che cos’è meglio tra ENPAM, INPS e INAIL? ecc. ecc.
Non è chiaro perché, ma parliamo sempre più per acronimi, forse per risparmiare qualche consonante o vocale forse perché abbiamo sempre fretta e dobbiamo essere telegrafici, se no i nostri interlocutori si distraggono. In realtà gli acronimi sono molto antichi, già i Romani avevano coniato l’SPQR (Senatus PopulusQue Romanus), ma ora stiamo veramente esagerando,  troviamo acronimi in tutti i settori : CIA (Central Intelligence Agency) oppure LASER (Light Amplification Stimulated Emission Radiation), ma potrei scriverne ancora per Km (Kilo metri) e ovviamente voi mi mandereste ad usare il WC (Water Closet). Soprattutto i giovani con gli SMS (Short  Message Service) comunicano in maniera demenziale TVTB (ti voglio tanto bene), il massimo del romanticismo. Molti nelle chat, usano nick che sono acronimi o “mezzi acronimi, si tende sempre più a semplificare la comunicazione riducendola ad una chiacchierata fra robot.
Finisco,come solito, in maniera provocatoria ed un po’ goliardica, facendovi una domanda: se la Fabbrica Italiana  Automobili Torino è stata chiamata FIAT, perché la Federazione Italiana Consorzi Agrari l’hanno chiamata Federconsorzi?

Franco Muzzioli

9 Commenti a “Acronimi che passione! scritto da franco.muzzioli”

  1. franco muzzioli scrive:

    Per meglio precisare l’acronimo rientra nella categoria delle “sigle ” nate a livello industriale o burocrtico per facilitare ed abbreviare la comunicazione. Ma anche “cantautore (cantante+autore) ,è un acronimo ,così pure “eliporto” (elicottero+porto),” digestimola ” (digestione+stimola)o uncor più complesso “postelegrafonico ” (postale+ telegrafico+telefonico), questo processo è anche chiamato anche “sincresi”. Nel linguaggio anglosassone ed in altre lingue l’acronimo nasce anche con maggior facilità e frequenza. Ma come non dar ragione a Lucy! L’italiano è una lingua che vuole tutte le parole ,che armonizza le frasi con temini musicali che finiscono quasi sempre con vocali.

  2. lucy.tr scrive:

    Vorrei tornare sull’argomento: l’uso del sostantivo “ acronimo “ spesso viene usato in modo non corretto, per indicare la nuova lingua del popolo di internet fatta di abbreviazioni, segni, sigle… che il nostro vocabolario e soprattutto la nostra mente non sempre capiscono. Se all’inizio questo linguaggio era necessario per velocizzare la comunicazione, ora è solo moda e pigrizia. Spesso a causa della fretta, unita ad una dose di esibizionismo, fa sì che questo linguaggio venga usato nella conversazione quotidiana. Tutto questo comporta una perdita di qualità e un imbarbarimento della nostra bella lingua italiana. Il dialogo ha bisogno di attenzione, rispetto, riflessione, capacità di comprensione e ascolto.

  3. carlotta scrive:

    Errata corrige : acronimo

  4. carlotta scrive:

    Interessante specchio dei nostri tempi…esilarante Marc!
    Come riempire una tela bianca con pennelli e colori…adoro scrivere con la penna su un foglio bianco…
    C’è un’acronomo che non ho mai usato, ne userò mai perchè oltre ad avere il senso del frettoloso ed infantile, risulta essere totalmente privo di contenuti affettivi… sminuente: tvb
    Quanto è bello poter scrivere un bel “ti voglio bene”…
    Non è più avvolgente??… si lo è…

  5. Giulio Salvatori scrive:

    La mia come al solito sarà una voce stonata.Questo modo incomprensibile rende ancora più difficile il rapporto con le Istituzioni in genere. E’ una stupidità collettiva di pochi al servizio di molti. Si direbbe che la fanno apposta per non farsi intendere.Poco tempo fa, ad una assemblea pubblica, l’oratore ripeteva in continuazione queste sigle, ad un certo punto, come se vi fosse stato un segnale, molti si alzarono e lo trattarono malissimo.Nessuno impedisce di mettere o pronunciare gli acronimi, ma che a fianco sia riportata l’esatta definizione. E’ un modo che ho sempre contestato anche quando ero nella Publica Amministrazione.E’ così bella la lingua italiana…Avete visto il recente servizio alla tv? Ebbene , i nostri ragazzi delle superiori, non sanno scrivere correttamente .

  6. lucy.tr scrive:

    Marc sei grande!!! Hai detto tutto quello che si poteva dire sugli acronimi….Hai citato Beppe Sergnini, GRANDE MAESTRO,non è possibile aggiungere altro….Il linguaggio è l’espressione dei nostri tempi, ricordiamolo…

  7. alba morsilli scrive:

    alla domenica mattina su rai uno c’è un prof che parla della lingua italiana e ha parlato delli acronomi declassificandoli in una grande pigrizzia degli italiani.
    in genere sono pigri in tutto anche a scrivere
    lui rimpianceva le nostre belle lettere scritte amano
    diceva che dentroc’era l’uomo non la freddura del pc e delli
    acronomi

  8. franco muzzioli scrive:

    come solito …bellissimo Marc…quello degli acronimi è veramente un mondo…spesso tutto da scoprire!

  9. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    L’uso degli acronimi si riscontra comunque anche in molti testi matematici non esplicitamente collegati alle applicazioni. Esso peraltro non può considerarsi estraneo alla tradizione matematica, ma può collegarsi naturalmente a tutta la problematica delle convenzioni terminologiche e notazionali derivante dalla primaria necessità dei cultori della matematica di servirsi in modo pratico di definizioni rigorose.
    Non sarà sfuggito ai lettori che seguono con simpatia la spumeggiante prosa di Beppe Severgnini il consiglio che il giornalista di Crema ha datoqualche tempo fa agli studenti: per scrivere un buon tema d’italiano, usate la regola del P.O.R.C.O.. Nessun refuso, ma anche niente di suino nel consiglio del fantasista del Corriere della Sera: si tratta di una sigla, anche se maliziosa. La decrittazione dell’acronimo è la seguente:
    • P sta per pensare (è necessario concentrarsi
    sul titolo, per non andare fuori
    tema, e anche decidere che cosa si
    vuol dire)
    • O sta per organizzare (è meglio, prima
    di partire in quarta, farsi uno schemino
    su quanto si vuole affermare)
    • R sta per rigettare o rigurgitare (nel
    senso che è bene, dopo le dovute riflessioni,
    stendere il testo a rotta di collo,
    senza meditare troppo)
    • C sta per correggere (dopo la stesura,
    è bene limare lo scritto con pazienza
    e puntiglio)
    • O sta per omettere (ovvero, prima di licenziare un tema o un articolo, è sempre opportuno tagliare tutto ciò che c’è di ridondante).Il P.O.R.C.O. di Severgnini non ha solo il vantaggio di farsi ricordare, ma anche quello di far ricordare le operazioni da fare: da sempre infatti le sigle e le abbreviazioni aiutano la memoria. Qualcuno ricorderà il mar-ma-lu-ot, con il quale a scuola gli insegnanti di latino insegnavano a tenere a mente i mesi del calendario romano in cui le
    None cadevano il 7 e non il 5 del mese e le Idi il 15 e non il 13. Si trattava appunto di marzo, maggio, luglio e ottobre. E Giulio Cesare, trafitto da 23 pugnalate proprio alle Idi di marzo, spirò il 15 e non il 13 di quell’infausto mese del 44 a.C.Qualcun altro – e qui siamo passati alla
    geografia – rammenterà la frase “ma con gran pena le reca giù”, imparata a memoria per non dimenticare le diverse catene delle Alpi (Marittime-Cozie-Graie-Pennine-Lepontine-Retiche-Giulie).
    Nella scienza della comunicazione è nota l’A.I.D.A., che non ha niente di egizio, né di verdiano, ma ricorda semsemplicemente
    Attenzione, Interesse, Desiderio e Azione, ovvero le fasi che caratterizzano il risultato di una comunicazioneefficace (ma anche di un atto di vendita, che si fonda sempre su una comunicazione efficace).
    Così come qualcuno avrà in mente la M.A.M.A.L.: vuol dire Motivazione, Attenzione,
    Mentalità, Aspettative e Livello, e sono le caratteristiche dell’uditorio che un relatore deve conoscere e prendere in considerazione prima
    e durante il suo discorso per poter calibrare il suo intervento in maniera adeguata.
    Per continuare il gioco di Severgnini, potremmo consigliare non un porco, ma un asino, anzi, un A.S.I.N.O., laddove la sigla sta per
    • A come Ascoltare;
    • S come Sorridere;
    • I come Informare;
    • N come Non forzare;
    • O come Orientare.
    (documentazione presa in rete)
    Da quando Internet è nata all’inizio degli anni 80 e poi evoluta con il boom degli anni 90, fino a giungere alla diffusione pressoché totale dei giorni nostri. Gli acronomi hanno avuto una larga diffusione. Vi è una lista paradossale degli acronomi usati in internet e in chat.

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