LE MUSE (varia umanità, cultura)

Questa è la domanda che vorrei porre agli amici eldyani, riflettiamo e cerchiamo di trovare una risposta.


Perché abbiamo centinaia di amici in internet, ma stiamo perdendo anche per strada i legami che contano davvero?


Un’indagine conferma che il numero dei nostri amici “reali” si è ridotto di un terzo rispetto a 20 anni fa. Oggi, una persona su quattro non ha nessuno con cui parlare di questioni importanti. Colpa di e-mail, chat, social network, che ci hanno resi analfabeti emotivi, incapaci di capire e condividere sentimenti ed emozioni.
Questo è il paradosso: siamo iperconnessi con il mondo attraverso mille strumenti tecnologici, ma non riusciamo più a creare rapporti profondi e duraturi, per i quali serve il contatto umano. Tutto ciò crea, senza dubbio, l’isolamento e la sfiducia nel prossimo, minando sempre più la coesione sociale.
C’è tanta solitudine, l’amico virtuale e l’amico di carta, sostituisce il vero amico, a tal punto che ci sentiamo più vicini e legati a lui che all’amico d’infanzia con cui abbiamo fatto un intero percorso di vita. Pronti a gioire e soffrire con lui pur non avendolo mai incontrato, fatto questo, difficile da spiegare razionalmente, la scomparsa del caro amico Antonio di Eldy ne è una prova.
A noi adulti spetta il compito di aiutare bambini e adolescenti, i “nativi digitali”a riscoprire quanto siano insostituibili la comunicazione e lo scambio faccia a faccia.

Lucy.tr  1° settembre 2010

Golconde René Magritte

17 Commenti a “amicizia in chat… scritto da Lucy.tr”

  1. BarbaraB scrive:

    Quella esposta dall’articolo è una versione un po’ troppo estrema a mio parere.Innanzitutto non credo che le amicizie “reali” risentano negativamente dell’influenza di amicizie “virtuali”. Le chat offrono per lo più un’alternativa alla solitudine, a parer mio, quindi possono essere viste con una connotazione positiva. Poi, comunque, non credo che le amicizie da chat siano superficiali. Spesso il fatto di poter parlare senza dover fare i conti con l’impatto fisico, spinge ad una conversazione più profonda. E, inoltre, generalmente le amicizie di questo tipo se vanno avanti nel tempo vedono nascere dalla chat incontri dal vivo, diventando rapporti “reali”. Secondo me, sempre e comunque con tutta la prudenza e l’attenzione del caso, incontrare persone su internet può portare qualcosa di buono.

  2. Guglielmo scrive:

    L’amicizia esiste se si è predisposti a donarla ed accertarla. Alla base della vera amicizia, proprio perchè siamo persone non perfette, ci deve essere comprensione, umiltà e grande sensibilità con una dose anche di intelligenza che non è quella che si rapporta con il sapere ovvero alla quantità di informazioni che sei riuscito da apprendere dai temi, ma è quello che ci consente di esprimere la nostra personalità nel rispetto delle altre entità. E’ proprio il respetto la componente fondamentale di una vera amicizia.

  3. ANGELOM scrive:

    Vorrei aggiungere una nota positiva su quanto è stato detto sull’amicizia. Riporto qui un sunto di un articolo pubblicato sull’Espresso di questa settimana.
    “Gli amici allungano la vita.” Poter contare su un largo giro di amicizie e su vaste relazioni sociali fa bene alla salute. Molto di più dell’attività fisica, della dieta e della riduzione del fumo e dell’ alcol. Chi può contare su solide amicizie è meno stressato, si cura di più e ha una aspettativa di vita più lunga rispetto a chi vive in solitudine. Medici e media dovrebbero quindi incentivare le relazioni sociali Concluderei affermando quindi, che l’amicizia vera e sana è sicuramente da coltivare, sia quella reale che virtuale.

  4. giuliano4r.m. scrive:

    Ho trovato questo articolo su Internet:
    Passare la notte a navigare in internet e a chattare con i propri amici sui social network più impensati: è la nuova tendenza dei giovani, che secondo un studio condotto dall’Università di Sydney può triplicare il rischio di sviluppare malattie mentali in età adulta. E’ quanto riportato dalla rivista Sleep, dove si legge inoltre che “ogni ora di sonno persa sarebbe legata a un +14% di possibile pericolo per la salute”.

    I ricercatori hanno sviluppato i test su circa 20 mila giovani di età compresa fra i 17 e i 24 anni, evidenziando come coloro che dormono meno di 5 ore a notte abbiano più probabilità di riscontrare in futuro problemi psicologici.

    “I disturbi del sonno e, in particolar modo l’insonnia, sono il monito per un successivo sviluppo di patologie come la depressione e l’ansia – ha spiegato il professor Nicholas Glozier, autore della ricerca – Molte malattie mentali vanno e vengono, ma sono quelle che non migliorano che risultano essere particolarmente interessanti. Tanti miei pazienti giovani stanno su Facebook o sul web per giocare online fino all’una o alle due di notte, ma la maggior parte di loro deve poi alzarsi alle sette della mattina”.

  5. maria.sa scrive:

    Commenti abilitati Sono stata sempre convinta che le conoscenze virtuali siano interessanti, servono ad ampliare la possibilità di scambi di opinioni. Come tutti gli strumenti di questo genere bisogna saperli dosare, non si possono addirittura sostituire alla comunicazione diretta. Quello che giustamente ci si può trasmettere de visu è impareggiabile. Sempre più spesso invece ci nascondiamo dietro i nostri monitor, per paura, pigrizia, diventando sempre più “isole”. Mi auguro, anche per me stessa, che la chat non resti l’unico mezzo di contatto sociale, ma che venga utilizzato come grande mezzo di approccio umano, fatti salvi i valori del rispetto e della correttezza.

  6. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    La comunicazione va intesa in primo luogo come un processo di trasmissioni di informazioni, con il significato di “far conoscere”, “rendere noto” un qualcosa.
    Fino a pochi decenni fa la comunicazione avveniva, principalmente, vis a vis, ovvero una comunicazione personale, in tempo reale. Questo tipo di comunicazione può essere suddivisa in comunicazione verbale e non verbale.
    La comunicazione non verbale è uno scambio di informazioni e significati attraverso le espressioni facciali,
    i gesti, le posture e i movimenti del corpo. Questo tipo di comunicazione viene
    altresì dfinito “linguaggio del corpo”
    Poi con l’avvento di nuove tecnologie si è iniziato a comunicare anche in altri modi. Una nuova teconologia che ha modificato radicalmente il modo di comuncare, senz’altro, è il telefono, prima quello fisso, poi il cellulare.
    Che dire poi dell’avvento di Internet?
    Le cosiddette comunità virtuali, hanno radicalmente modificato la comunicazione. In questo caso abbiamo un tipo di comunicazione che potremmo definire elettronica. Infatti il mezzo di trasmissione dei nostri pensieri, concetti, emozioni,etc, altro non è che un mezzo elettronico: un pc, con tastiera e mouse, e a ricevere il segnale che mandiamo un altro pc con relativi collegamenti.Una comunità virtuale o comunità online di persone interessate ad un determinato argomento comune che comunicano attraverso Internet. Tale aggregazione non è legata al luogo o paese di provenienza.
    Sono passati quasi trent’anni dalle origini della rete. La prima base, da cui deriva ciò che oggi chiamiamo internet nacque nel 1969 negli Stati Uniti per opera di scienziati e tecnici che lavoravano per l’ARPA del Ministero della Difesa degli Stati Uniti. Fin dall’inizio era chiaro che le finalità del progetto non erano solo militari.
    Nelle realtà virtuali come chat, forum o posta elettronica viene a mancare “il corpo”.
    Per chi, naviga in internet e fa parte di comunità virtuali, chat o simili c’è un altro mezzo per far apparire il proprio “corpo” e le proprie emozioni dallo schermo: le “emoticons” o “smiles”.
    I corpi possono scomparire dalle relazioni sociali ma abbisognano sempre di un’amicizia tangibile, di una famiglia ed altre forme di realtà concreta.
    Il passaggio da uno spazio di incontro fisico ad uno di tipo elettronico; il problema dei corpi che scompaiono è dunque essenziale per capire il comportamento e le attitudini di una certa società.
    Oggi ogni integrazione sociale è sempre più astratta, intangibile e fortemente condizionata dal “fattore elettronico”.
    I rapporti virtuali, anche fra soggetti che non si sono mai conosciuti personalmente, stanno dilagando ad una velocità impressionante senza tenere conto di distanze territoriali, livelli culturali e religioni, fattori che nell’epoca attuale non costituiscono più un limite alla comunicazione.
    Un fenomeno che negli ultimi tempi sembra essere sorto è quello della riappropriazione dell’immagine. Un esempio a tal proposito ci può essere fornito dalla webcam che come anche altri mezzi rendono possibile quel fenomeno noto come “body appear” (corpo apparire) nelle comunicazioni on line.
    Infatti ogni giorno, milioni di persone in ogni parte del pianeta, si collegano a internet e scambiano opinioni, messaggi, idee tramite forum, newsgruop, chat e altri mezzi telematici che abbiamo a disposizione.
    Molti ricercatori hanno posto l’attenzione sul fatto che in alcuni casi questi scambi sociali siano avvenuti basandoti su false identità e per questo internet è stato accusato di spingere le persone a vivere in un mondo fantastico sfuggendo alla vita reale.
    Altri, invece, hanno focalizzato la propria attenzione sul fatto che internet e le comunità virtuali siano democratici e ugualitari poiché questi scambi sociali si basano un interessi intellettuali e non materiali.
    Può capitare che chi intrattiene relazioni sociali tramite PC non senta lo stesso senso di responsabilità nei confronti del proprio “amico telematico” che con i conoscenti e/o colleghi che incontriamo nella nostra vita quotidiana in quella che potremmo chiamare “la realtà”.
    The Well e’ stato il primo tentativo di creare una comunità nel ciberspazio, e quello, fino ad ora, di maggior successo. John Philip Barlow, scrittore e “adepto” di questa comunità, ci spiega la sua storia e i motivi del suo successo.
    “The Well e’ iniziata come una bacheca di messaggi, fondata da Stewart Bren e Larry Brilliant nel 1985. C’erano molte persone e tutte diverse tra loro: per lo più intellettuali, che non a caso adesso sono alla guida delle più importanti riviste o gruppi di tendenza on line. Gente libera che non si sottometteva alle regole o convinta che quelle regole andassero cambiate, gente molto legata agli ideali degli anni sessanta. Ancora oggi i suoi 11 mila membri sono persone di questo tipo. La comunità e’ stata il luogo ideale per incubare un gruppo libertario come la “elettronic frontier foundation.”
    Ogni giorno il legame fra la realtà e le sue manifestazioni sta attirando un generale interesse, forse a causa del continuo evolversi delle cosi dette “tecniche di modellazione della realtà” grazie ad una tecnologia sempre più sofisticata e ad una particolare fiducia nelle aspettative future.
    Per mezzo di un tipo di evoluzione sempre più elaborata e moderna, negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un fenomeno chiamato “body disappear”
    (corpo scompare).Si tende a dividere i corpi dall’esperienza personale, si tende ad avere una mediazione, un intermediario elettronico che funga da filtro fra il corpo e la volontà del soggetto stesso.
    Quindi abbiamo una nuova forma di comunità che accomuna online gente intorno a valori e interessi condivisi e creando legami di supporto e amicizia che potevano estendersi anche nell’interazione faccia-a-faccia.
    In pratica ognuno di noi fa parte dei forum, chat, comunità con cui si sente più affine.
    Le persone accomunate dalla passione per i lavori femminili in genere si incontrano in varie comunità virtuali, ad esempio la comunità della DMC, nota marca che vende prodotti per ricamo e simili. In questa comunità le utenti possono parlare e scambiarsi idee, schemi e quant’altro.
    È interessante che in molti casi gli utenti di questi forum si siano poi incontrati per continuare la loro relazione sociale.
    Un primo modo per entrare interazione sociale con altri utenti telematici è la creazione di Home Page personali o Blog.
    In questi spazi possiamo creare una dimensione personale attraverso la quale presentarsi agli utilizzatori di Internet, possiamo inserire le informazioni che riteniamo necessarie per farci conoscere da nuovi “amici virtuali”.
    Quest’ultimi si faranno di noi l’idea che noi vogliamo che abbiano. Infatti in queste pagine saremo noi a scegliere cosa mettere, fotografie o notizie che possano fare buona impressione di noi stessi, curiosità, hobbies, e quant’altro.
    Un altro modo per socializzare in internet è prendere parte ai cosiddetti Giochi di rete. Cosa sono? Sono la creazione di ambienti virtuali in cui si svolge una certa trama (il gioco) e in cui ogni utente può interagire con gli altri per vincere.
    I forum sono principalmente dei gruppi di discussione su un determinato argomento. All’interno di un forum un utente può iniziare una discussione. Gli altri possono implementare la stessa aggiungendo osservazioni, arricchendo la stessa con aneddoti.
    Spesso, invece, si sente parlare di chat. La chat è una stanza virtuale in cui gli utenti, simultaneamente, scambiano delle chiacchere. È diversa dal forum in quanto mentre gli argomenti del forum rimangano accessibili nello stesso finchè l’amministratore per qualche motivo non li archivia, le chiacchere della chat vanno perse…. proprio come le chiacchere che facciamo tra amici intorno ad un tavolino di un bar.
    Nella chat si parla simultaneamente ad altre persone. ( sintesi da.Gruppo di Lavoro Corso di Studi RIRU Facoltà Scienze Politiche “C. Alfieri”)

  7. lucy.tr scrive:

    Soddisfatta per l’interesse suscitato dall’articolo da me proposto e per i commenti interessanti, vorrei aggiungere un chiarimento. Sono d’accordo anche io con Paola, Alba, Carlotta ,Rosaria,…..che l’uso della chat alla nostra età è un’occasione di arricchimento, sia per fare nuove amicizie, sia per consolidare quelle già acquisite. Ma l’attenzione va rivolta ai cosi detti NATIVI DIGITALI, che giovanissimi non riescono ad avere amicizie reali, non socializzano, sono sempre più lontani dalla vita reale. A loro si rivolgono sociologi, educatori e psicologi per studiarne il comportamento anomalo.

  8. giuliano4r.m. scrive:

    “Oggi, una persona su quattro non ha nessuno con cui parlare di questioni importanti. Colpa di e-mail, chat, social network, che ci hanno reso analfabeti emotivi, incapaci di capire e condividere sentimenti ed emozioni.”.
    Questa è la domanda che ci pone Lucy, non che non abbiamo amici, anzi con le varie chat sono aumentate le amicizie, ma molte sono e resteranno virtuali.
    Si ci sono stati incontri di Eldyani, si sono create nuove amicizie, altri incontri seguiranno certamente.
    Ma per parlare di una questione importante si affideranno alla chat o al prossimo incontro?
    A un amico/a che sta soffrendo o altro farebbe più piacere un gesto affettuoso, il tendere la mano, una carezza, un abbraccio o una telefonata?
    La realtà è che più la tecnologia ha reso comodo e facile il comunicare, e ha effettivamente avvicinato i continenti e le persone, più ha distrutto o contribuito a distruggere i rapporti “veri”.
    Sono d’accordo con te Lucy di aiutare gli adolescenti a riscoprire la comunicazione “Vis-à-vis “ e non solo a mezzo di SMS con tanto di scrittura facilitata e con dizionario incorporato!
    Vero è che per avere un “amico” bisogna essere disposti ad avere amici. E non tutti lo sono.

  9. franco muzzioli scrive:

    Cara Lucy sono d’accordo con te ,tempo fa in questo blog ho avuto l’occasione di stigmatizzare questo mondo fittizio, che per persone sole, depresse ed infelici ,può diventare una scatola di cristallo dalla quale è difficile fuggire. Già dissi ,che buona parte della colpa di questa, chiamiamola, fuga dalla realtà, è dovuta al fatto che molti si nascondono dietro una nik. Così si è quello che gli altri immaginano, a volte bleffando con noi stessi per vivere una vita virtuale,per apparire per quello che non siamo,per vincere anche solo una timidezza di fondo. Alcuni dicono che hanno trovato in questo “mondo” la possibilità di esprimersi,cosa che non sapevano o non potevano fare nella realtà,concretizzando anche positive amicizie, è certamente vero, ma a mio parere estremamente limitativo. Come Paola ,sono riuscito a mediare l’appartenenza al web con la vita reale,sono pieno di amici e l’essere in Eldy e una OCCASIONE IN PIU’ per conoscre gli altri .Ma il vero problema che tu poni è quello degli adolescenti ..”i nati digitali ” ,come tu giustamente li chiami. La comunità psichiatrica internazionale sta valutando la “dipendenza patologica da computer”,soprattutto per gli adolescenti ,per considerala una vera propria patologia (da curare) ed un disturbo della personalità. Quindi non è giusto, a mio parere, liquidare questo tuo rilievo con la banalizzazione delle piccole o grandi esperienze personali,

  10. carlotta scrive:

    Internet è uno strumento utile e capace di offrire all’utente molte opportunità. Su Internet possiamo fare spese, telefonare, raccogliere e condividere testi, immagini, filmati e musica, conoscere nuovi amici, fare ricerche di tutti i tipi, giocare, ecc. Per le persone che hanno problemi nei rapporti sociali però, Internet può offrire particolari opportunità che mancano nella vita reale e diventare per questo uno strumento pericoloso. Esso infatti può offrire l’opportunità di sperimentare una nuova identità, completamente differente da quella reale, di interagire con gli altri in forma anonima, di vivere in un ‘mondo di fantasia’, trovando appoggio sociale, soddisfazione sessuale, riconoscimento e potere. Internet può dunque diventare un rifugio, per evitare di far fronte alle situazioni spiacevoli della vita (es. crisi matrimoniale, problemi sul lavoro, solitudine, ecc.). La sua pericolosità nei confronti delle persone che soffrono di fobie sociali sta nella preferenza che si può arrivare a provare per la vita virtuale, a scapito di quella reale. Se ad esempio una persona nella vita non ha successo personale né lavorativo, non ha amici e non è soddisfatta di sé, mentre nel mondo virtuale vive una situazione esattamente contraria, può accadere che il soggetto, paradossalmente, si senta più gratificato dalla sua vita sul Web che dal suo ambiente reale. Di riflesso, non è così per quelle persone che con intelligenza riescono a “portare fuori” le amicizie virtuali trasformandole in amicizie reali. Ci si incontra, ci si guarda negli occhi e si scoprono le reali affinità elettive, l’empatia o, viceversa, l’incompatibilità. Alcune amicizie si consolidano, diventano parte integrante di una piacevole quotidianità, mentre altre sono destinate a finire miseramente anche sul web.

  11. alba morsilli scrive:

    Manca la componente “leggersi negli occhi”, che è fondamentale per un’amicizia solida e basata sulla fiducia.
    Si può sempre ovviare a tutto, ma ad un certo punto si incontrano scogli insormontabili, o si prendono delle cantonate.
    In entrambe, bisogna comunque essere molto attenti a chi si affidano le chiavi delle nostra intimità

  12. nadia8rm scrive:

    Personalmente,finche’non sono entrata in una chat non ho mai avuto amici nella vita reale,vuoi perche’sono una persona timida,vuoi perche’la famiglia e il lavoro mi ha assorbita molto.Entrando in chat è avvenuto il miracolo,ho sempre creduto che fossi io a non sapermi relazionare con le persone,ma ho visto che non è cosi’,tramite il computer ho trovato amicizie vurtuali che col tempo sono sfociate nel reale.Mi sono scoperta una persona spigliata e divertente…io che èro una musona,e di cio’devo dir grazie ad internet,e naturalmente a eldy.

  13. pino1.sa scrive:

    Effettivamente la problematica posta da lucy presenta varie sfaccettature e non è risolvibile con le nostre brevi osservazioni, anche se c’è del vero in ognuno degli interventi già fatti, comunque è evidente a tutti che i nostri giovani preferiscono stare tantissime ore al pc e poche ore con il contatto umano diretto, il più delle volte obbligato dalle istituzioni o dal consumismo (scuola, palestra, discoteca ecc). Sarebbero capaci di portarsi il pc portatile in piazza e chattare strada facendo, quasi evitando di guardarsi negli occhi, tenersi per mano osservare le reazioni del viso, emozionarsi, ecc. ecc. Comunque, il progresso non lo si può fermare e quindi dell’uso del computer nè accetteremo sia la forma di isolamento che effettivamente produce e sia le nuove forme di socializzazioni che esso produce senza evitare, al momento opportuno, di uscire dal pc ed abbracciarsi con l’altro vivendo anche le emozioni faccia a faccia.

  14. rosaria3.na scrive:

    Lucy, non sono pienamente d’accordo con questa indagine. Per quanto mi riguarda, oltre a vedermi di persona qualche volta o a sentirmi solo a voce, al telefono, con alcune amiche di vecchia data, devo anche aggiungere che, grazie alla chat, le mie amicizie sono aumentate. E non parlo di amicizie virtuali, ma di amicizie “in carne ed ossa” pur dividendoci spesso una distanza kilometrica. Ci siamo incontrati di persona gia’ diverse volte con alcune di esse e le ultime, in ordine di tempo, risalgono proprio a pochi giorni fa: semplice e felpan a bracciano e marcella e il marito qui a napoli, ieri; ancor prima con nadia, franci e diversi altri a vicenza. Con coloro che ho nominato, quando, ovviamente non è possibile vederci di persona, ci sentiamo al telefono e facciamo lunghe chiacchierate, come vere amiche. Quindi, secondo la mia esperienza, la chat non isola, quando la si sa usare nella maniera giusta e non la si fa diventare unico mezzo di espressione e di comunicazione.

  15. lieta scrive:

    penso che le delusioni reali, delle persone vicine che ti han magari, per la tua buona fede prevaricato, porti a cerca scambi co persone nuove co cui porti in maniera diversa e penso che parlà co persone di buon senso sia arricchimento, dia maggiori chances pe capire le diversità di sto globo umano ciao

  16. Giulio Salvatori scrive:

    Lucy, a me pare che tu sia in una posizione di equilibrista.Da un lato c’è il desiderio di ritrovare -i vecchi amici/amiche – o come dici tu, il contatto umano.Certamente le radici hanno una funzione importante.La tua città, il tuo paese, la tua gente,la tua parrocchia, la tua chiesa etc.etc.Sedersi al bar e prendere un caffè ricordando …un tempo passato .Ti riempie il cuore e l’animo. Poi, ti ritrovi a leggere per la prima volta un articolo di qualcuno sul comp., e ti senti rapita e incuriosita.Ecco che ti poni/ci poniamo un infinità di domande:-Chi è, dove abita,cosa fa…e piano piano incominci a conoscere il soggetto e, ti affezioni.(visto come ha colpito tutti la scomparsa di Antonio?) Per quanto mi riguarda , lo trovo positivo , e se nascono delle Amicizie, ben vengano.

  17. paolacon scrive:

    Quello che dice Lucy non corrisponde alla mia esperienza personale: ho molti amici reali, che ho mantenuto, pur non vivendo nella stessa città, e comunichiamo usando internet. Poi attraverso Eldy o altro, ho acquisito nuove amicizie.
    Vorrei chiedere a Lucy qual è l’indagine che ci dice che il numero dei nostri amici si è ridotto. Io credo che si sia ridotto perché siamo diventati più pigri o perché ci muoviamo meno volentieri ed è più pratico dialogare da casa via internet.
    Personalmente non penso di aver sostituito l’amico d’infanzia o gli amici reali con l’amico virtuale, a cui mi sento legata sì, ma fino ad un certo punto. Tra l’altro, una parte degli amici virtuali più cari e con cui c’è più affinità, li ho conosciuti personalmente. Non tutti, ma una buona parte.
    Per il mio carattere e per la mia personalità preferisco gli amici reali ai virtuali.

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