LE MUSE (varia umanità, cultura)

Nelle chat, dove uno è libero di usare la fantasia nel presentarsi agli altri e nell’immaginarli, non è difficile incontrare persone che dichiarino un’identità sessuale diversa  da quella reale, così come le caratteristiche fisiche, l’età, l’occupazione, l0 stato civile , ecc. Tramite un contesto non visivo, loro si esaltano e si sentono euforici. In questo modo mettono in risalto il proprio ideale dell’io.
A questo punto le ore davanti allo schermo aumentano per provare nuove emozioni. Anche se la realtà smentisce il virtuale, non per questo si ci astiene, infatti molte persone sono più nel virtuale che nel reale, riducendo i contatti reali, il faccia a faccia, indispensabile  per una vita sana.
Vi sono utenti che cambiano la propria identità per provare emozioni diverse, per ogni loro conquista  e nascondono gelosamente la loro vera identità.
Vi sono utenti abusatori, immersi profondamente nella comunità internet; grazie al web raggiungono ciò che prima non era mai riuscito di ottenere; costui avrà tanti amici, troverà sostegno, nuovi stimoli, fiducia , ecc…(MA VERI?)
Vi sono utenti dipendenti  che presentano aspetti psicopatologici. Essi hanno importanti problemi nella vita di relazione; separazioni, vedovanze, solitudine  ecc……
Il tempo che loro dedicano al collegamento è molto prolungato, interrompendo o riducendo importanti attività sociali.
É opportuno capire il proprio e eventuale problema e raggiungere coscienza.
Curioso è il ruolo degli operatori nei canali chat, essi hanno determinato potere: eliminare utenti. Il ruolo degli operatori dovrebbe essere quello di moderare il canale stesso ovvero togliere utenti che disturbano la chat: “bannare”(impedire l’accesso al canale) perché un utente debole può facilmente essere preda di insulti di minacce di ogni tipo. In una chat, infatti, la propria identità è nascosta.
Non bisogna dimenticare che si può risalire attraverso il numero IP al computer dal quale si sta chattando.
Minacciare in una chat con parole e metodi psicologici può essere perseguito.
Attraverso il log del provaiver e il log del serves si può risalire all’identità.
Perciò è facile rendersi conto di come sia vile colui che minaccia usando l’anonimato.
Non si creda quindi colui che desidera usare internet per sfogare la propria violenza repressa, agendo verso gli altri, di poterlo fare liberamente.
In realtà colui che scatta per primo è quello che sente di dimostrare che ha ragione.
Deve dimostrare al proprio EGO ed eventuali persone che assistono al “litigio”, che deve vincere.

Alba Morsilli

12 Commenti a “Dipendenza da chat di Alba Morsilli”

  1. carlotta scrive:

    Grazie a te Giulio.

  2. Giulio Salvatori scrive:

    Carlotta, lungi da me il ping-pong fra di noi. Che la tua esternazione era frutto di un’attenta analisi lo si capiva dall’inizio…però, musicalmente parlando , l’accordo è fatto da poche note…comprensibili a tutti e armoniose . Se si entra nelle distonanze etc, l’armonia dei suoni arriva solo agli orecchi degli addetti ai lavori .Grazie comunque delle tue conoscenze in materia .

  3. carlotta scrive:

    Il mio commento è parte di una relazione relativa al Convegno che si è svolto ad Ancona sulle “Dipendenze da Internet-Relative
    Dinamiche Comportamentali e Aspetti Psicologico-Sociali” unito alla personale esperienza in due anni di chat.
    Come indicato nella premessa è un quadro generalizzato del pianeta Internet e delle sue insidie. Va da sè, che in rete ci sono milioni di persone che esulano dalle dinamiche trattate, come del resto è palese che in questa chat tali dinamiche sono circoscritte fortunatamente ad un numero esiguo di utenti.
    Ma è purtroppo una realtà, come del resto evidenzia la stessa Alba, che da tempo, si desidera vedere migliorata per la serenità di tutti gli altri utenti che hanno sempre adottato e mantenuto un comportamento “corretto”.
    A Giulio vorrei invece dire che è compito del Provider, se mai, arginare, monitorare e nel caso impedire l’accesso ai “recidivi”
    non vedo perchè debbano essere gli altri a doversene andare.
    Del resto, se fosse così semplice la soluzione, non ci sarebbe il continuo e copioso lavoro della Polizia Postale per arginare il fenomeno dei pedofili, psicopatici e stalker presenti in rete
    come del resto, non sarebbe necessaria la figura del moderatore nelle chat.

  4. ANGELOM scrive:

    Su l’articolo di Alba, Carlotta nel suo commento ne ha fatto un trattato psicologico negativo, che a parer mio non richiama la vera realtà della chat. Non c’ è dubbio che bisogna saper navigare intelligentemente dentro i meandri del virtuale e non farei tutto di erba un fascio, e che non bisogna farsi intimorire da questo quadro. La chat deve essere scelta e non imposta. Esiste anche un galateo virtuale, se non dovesse essere rispettato, è opera del moderatore intervenire tempestivamente e “bannare” all’istante la persona poco gradita. Condivido l’idea di organizzare una stanza “d’elite”, in modo che si possa sapere immediatamente da dove viene il marcio.

  5. LEONARDO.CE scrive:

    MI CONGRATULO CON TE ALBA MORSILLI,PER IL TUO CONFIDABILE ARTICOLO ,INFATTI SONO L’OTTANTA PER CENTO CHE SONO SINCERI IN UNA CHAT,TU HAI DETTO TUTTO CIO’ CHE SI INCONTRA NELLE CHAT,IO PERSONALMENTE MI SONO SEMPRE PRESENTATO CON SINCERITA’E PIENA EDUCAZIONE,ANCHE SE QUALCUNO ANCORA OGGI NON MI CREDE,IO HO SEMPRE LA COSCIENZA A POSTO,INFATTI HO SCRITTO UNA POESIA SULLA MIA VITA ,NON HO PELI SULLA LINGUA,MA DICO A CHE SERVE NASCONDERSI? COMUNQUE BRAVA E MI COMPLIMENTO CON TE BRAVISSIMA

  6. lucia.tr scrive:

    Leggendo i commenti all’articolo di Alba ne escono due visioni opposte. Carlotta ne fa un quadro negativo eccessivo, demonizzando tutto e tutti sicuramente in maniera eccessiva, Giulio sdrammatizza cercando di cogliere i lati positivi della chat. I vecchi latini dicevano “ in medio stat virtus”, è innegabile che nelle chat si nascondono personalità disturbate che cercano di imbrogliare gli utenti in mille modi, ma è anche vero che spesso si riescono ad allacciare conoscenze ed amicizie valide che durano anche al di fuori di queste stanze. Restiamo dunque in Eldy, accorti e guardinghi sicuramente, siamo ormai abbastanza grandi nel percepire le cose che non vanno!!!

  7. franco muzzioli scrive:

    Bravo…bravo Giulio ! No non adartene tra le poiane del monte Altissimo rimani senza tema ….e per citare ancora Dante …” non ti curar di lor , ma guarda e passa….”

  8. Giulio Salvatori scrive:

    Mi è rimasto ancora dell’inchiostro nella penna.Leggendo alcuni commenti, mi sono ritrovato “in una selva oscura” Acc.non pensavo di camminare con il pollice pronto sul grilletto della colt.Da certi commenti sembra di essere al fronte,ma se avete questo terrore chi vi tiene? Andatevene! Cosa sono questi avvertimenti, consigli, paure, preoccupazioni-Attenti al lupo- Veramente avevo già detto altre volte che vengo da un altro pianeta e mi rimane difficile capire alcune cose.Se così fosse, mi conviene riprendere la via delle Alpi Apuane:l’unico pericolo sono le poiane , o come scriveva il Pea: “baffardelli che s’aggirano scherzosi fra le forre dei monti”.Non faccio nomi per rispetto …ma nei miei confronti ho sempre avuto apprezzamenti,simpatia . etc.etc. non ho mai trovato nessuna/o con frasi offensive o quant’altro .Forse non ho saputo leggere fra le righe

  9. carlotta scrive:

    Premessa
    Precisiamo anzitutto che, ci si riferisce all’uso di Internet ma anche al semplice uso del Computer, senza far riferimento ad una particolare attività.
    La dipendenza da Internet è una dipendenza comportamentale: una ‘dipendenza senza droga’. Non è certamente lo strumento Internet a generare la dipendenza in chi lo usa, ma ormai è risaputo che questo strumento, usato da persone che hanno già dei problemi psicologici e sociali, può portare ad una dipendenza patologica.
    Chi soffre di fobia sociale può trovare in Internet una ‘cura’ capace di alleviare i suoi disturbi: si entra così in un circolo vizioso di fuga dalla realtà, per rifugiarsi in un mondo virtuale che appare maggiormente soddisfacente.
    Conseguenze – Sintomi psicologici :
    – Incapacità di sospendere l’attività;
    – Bisogno di dedicare sempre più tempo a questa attività;
    – Negligenza: mancanza di tempo dedicato a scuola e lavoro;- Depressione, apatia e irritabilità quando non è possibile connettersi;
    – Mancanza di relazioni sociali e attività esterne.
    – ASSUNZIONE DI RISCHI NON ABITUALI, TRADIMENTO DEI PROPRI VALORI GRAZIE ALL’OPPORTUNITA’ DI RIMANERE ANONIMI;
    – Nostalgia per le attività svolte in Rete mentre si stanno facendo altre cose
    – Rifugio per i momenti di disagio, irritazione, tristezza
    Soffermiamoci su questo punto esplicativo sulle dinamiche mentali prodotte……….
    Il soggetto che nella vita reale non si è mai saputo porre o confrontare nei rapporti interpersonali in maniera costruttiva, corretta, leale e sincera tenderà ad amplificare in modo esponenziale le sue tendenze distruttive, traendone una sorta di soddisfazione “malata” spinto da un delirio di onnipotenza perché coperto appunto dall’anonimato.
    Così vediamo “soggetti” che schiavi di invidie, gelosie e voglia di rivalsa, danno libero sfogo alle loro frustrazioni e a tutta la cattiveria di cui sono capaci nascondendosi dietro a identità sempre diverse e con altalenanti e differenti modalità di comportamento:
    – ci sono quelli che se ne stanno ore e ore “appollaiati sul trespolo” a leggere le conversazioni che scorrono sul rullo.
    In questo modo acquisiscono informazioni su determinate persone oggetto del loro “malsano” interesse e ne stralciano una sorta di profilo psicologico, elencando pregi e difetti ma con una particolare e morbosa attenzione alla parte più “vulnerabile” così da rendere le loro eventuali future strategie mirate al
    raggiungimento degli obbiettivi prefissati;
    – ci sono quelli che s’inventano le più disparate professioni (medici-operatori nei servizi sociali-relatori in gruppi di ascolto-pedagogisti del Tribunale dei Minori-psicologi) con il subdolo intento di “agganciare” quelle persone che, dopo il monitoraggio di cui sopra, appaiono più fragili e quindi molto più facili da irretire e/o circuire per i propri fini;
    – ci sono quelli che fanno battute velenose e offensive in pubblico con il supporto di “gregari affiliati” dirette ad una specifica persona e con il preciso scopo di provocare una reazione, se non addirittura un litigio, che richieda quindi l’intervento di un moderatore (bannatura pianificata);
    – ci sono quelli che entrano “a gamba tesa” in pvt senza autorizzazione (succede con facilità quando si sta digitando sul rullo) che, per pura rivalsa e giocando sull’effetto sorpresa, denigrano con parole pesanti e offensive il loro
    “obbiettivo” per poi sparire subito dopo. Sono utenti che in genere hanno una grande dimestichezza dell’uso del pc e quindi sono perfettamente in grado di rientrare nel giro di pochi minuti con un’identità opportunamente cambiata.
    Sono i temerari, perfidi e privi di scrupoli;
    – ci sono quelli che condannano e demonizzano con proclami pubblici l’uso e l’abuso di identità multiple e sempre diverse ma a loro volta ne fanno un continuo e ripetuto utilizzo per lo più per dialogare indisturbati in privato nascondendosi agli altri. Alla fine sono i più innocui e, pur peccando di una
    discutibile mancanza di coerenza, fanno anche un po’ sorridere;
    – ci sono quelli che “sbandierano ai quattro venti” concetti e frasi fatte sull’amicizia, ma non ne conoscono neppure i più basilari principi: sincerità, lealtà, rispetto reciproco e, fattore imprescindibile, l’assoluta e totale privacy sulle confidenze personali ricevute e/o condivise durante il rapporto e, in modo particolare, una volta che il rapporto stesso per qualunque motivo o ragione si interrompa o finisca. A tale proposito quindi, sarebbe più saggio ricordare:

    (E’ opportuno essere amici come se si fosse, prima o poi, destinati a diventare nemici)
    Questi “soggetti” sono i più pericolosi, abili, falsi e con una radicata e perversa indole distruttiva.
    Si intrufolano in amicizie consolidate e, forti della loro comprovata predisposizione verso tutti quei meccanismi di
    subdola manipolazione, “sfoderano” un mix di atteggiamenti uniti alla tecnica consolidata di assunzione del ruolo di “povera vittima” (nelle persone poco attente, superficiali o peggio ancora opportuniste, fa sempre “breccia”) e danno il via ad un lavoro di demolizione e “sporcatura” della credibilità del/della loro antagonista, sapientemente orchestrato e ramificato.
    Tramano, mentono, s’inventano fatti mai esistiti, cose mai dette, insinuano dubbi, scalfiscono certezze, riportano ogni genere di pettegolezzo pur di “entrare nelle grazie” di qualcuno, a scapito di qualcun altro. Ma, l’astuzia più raccapricciante utilizzata in cui sono maestri, è “la richiesta di un chiarimento in privato” per poi modificare in maniera metodica i contenuti della conversazione stessa, a proprio uso e consumo. Sono totalmente privi di coscienza e dignità, aridi e gelidi dentro, incuranti e sprezzanti dei sentimenti, delle persone e in modo particolare degli equilibri che vanno a minare o peggio ancora devastare anzi, ne traggono un godimento perverso.
    Annegano in un letamaio di menzogne, colpi bassi, tradimenti, cattiverie, perfidia, falsità, capaci di negare l’innegabile. Imperterriti, continuano ad auto-celebrarsi e proclamare in pubblico il nascere di “nuove, inaspettate, vere e profonde amicizie”
    Ci si dovrebbe interrogare a questo punto su un semplice quesito e cioè, se il soggetto che a sua volta gode di questa presunta “vera amicizia” non sia cieco e sordo di fronte a simili scempi o se, alla fine, (sarà simile a colui con cui sta…)
    Concludendo, Internet non va demonizzato perché è forse uno degli strumenti più utili ed interessanti del nostro tempo.
    Ciò che deve essere prevenuto e curato è il comportamento insano e dipendente, la fuga nel virtuale come negazione della realtà e ricerca di compensazioni e gratificazioni in un mondo in cui si può essere chiunque, parlare con chiunque, amare ed essere amati da chiunque, senza mettersi in gioco realmente.
    A differenza delle persone che nella realtà tendono ad un comportamento che rispecchi e non tradisca i valori in cui credono e dunque anche “in rete” tenderanno a restarne fedeli, coloro invece che soffrono di fobie e/o disturbi del comportamento psicologico-sociali tenderanno inevitabilmente e pericolosamente a “lasciarsi prendere la mano” e a diventare quindi indiscutibilmente “soggetti da evitare…”

  10. Giulio Salvatori scrive:

    Da quando sono entrato in Eldy,non ho mai -MAI- nascosto la mia identità e, ho sempre criticato duramente coloro che si nascondono dietro a questi Nik.Ho sempre firmato i miei articoli-Giulio Salvatori – (maledetto toscano). Ormai di me sapete anche il gruppo sanguigno.Vi ho forato anche i timpani con la mia musica, diversi filmati hanno il suono del mio sax.Non mi sono mai permesso di fare discorsi stupidi o allusivi:-scherzato si, tanto, ma con garbo. Credo di aver trovato, leggendoVi (non ho skipe), persone delle quali mi fido ciecamente perchè le sento vere .Altrettanto vorrei che queste provassero la stessa fiducia in me.Leggo che la direzione di Eldy vuol fare una -stanza di Elite- ma io l’ho creata all’inizio. Bene, detto questo, voglio sottolineare che usare la chat con criteri sani e rispettosi, secondo me è come aggiungere un posto a tavola.Siamo tutti grandicelli e in grado di chiudere la porta a persone maleducate .Giulio Salvatori dalla Versilia -Querceta – Lu- Il Maledetto toscano

  11. giuliano4.rm scrive:

    L’Io appartiene alla sfera reale della vita, mentre il Virtual-Ego rappresenta il desiderio di sostituire la propria identità.
    Non importa quello che il Virtual-Ego dice di noi, non fate l’errore di lasciarvi influenzare dalle sue offese.
    Evitate sempre di cadere nelle trappole tese da chi vuole soltanto lo scontro verbale a suon di brutte parole, anche perché spesso non intendono risolvere le questioni in “scontri” leali, ma usano trucchi e strumenti subdoli. L’ignoranza, l’arroganza e il gusto per la violenza sono vicini a queste persone scorrette.

    Non bisogna dimenticare che una persona che si lascia andare in manifestazioni violente (sotto forma di aggressioni verbali) è una persona vile, con scarsa fiducia nei suoi mezzi. Deve, con molta probabilità, dimostrare al proprio ego e a eventuali persone che assistono al “litigio” che deve “vincere”.
    Comunicare: parola chiave! E’ questo il bello della chat.
    Uno svago, un diversivo, e noi…continuiamo a parlare del più e del meno: così…semplicemente.

  12. Guglielmo scrive:

    In questo oceano che sono le chat, diventimo a volte dei piccoli pesci, che qualche volta incontrano un barracuda. Come già detto in altre occasioni perchè qualche persona è dietro un monitor debba avere la facoltà più assolluta di poter agire nel modo che per lui più lo aggrada deventando agressivo.
    I motivi che lui sviluppa nel commentare con le persone, le sue paranoiche gelosie,o altro. Io faccio una domanda a questo barracuda: ma non hai altro da fare a venire nelle chat a offendere le persone?. Io non so se questa è dipendenza da chat, non sono la persona adatta per dare risposte, ma una cosa è certa dico questo: Barracuda, vai da un’analista perchè il tuo cervello a bisogno di una bella regolata, spero che lo fai presto cosi ci rompi…meno, e ci lasci divertire.

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