LE MUSE (varia umanità, cultura)

Nel Nord Europa, dove in questa epoca dell’anno il sole è un bene prezioso che si fa desiderare, molte abitudini e tradizioni sono legate alla “luce” ed anche il periodo che precede il Natale, è puntualizzato da eventi che ritmano l’attesa ed evocano, con chiara simbologia, la “luce”: sia luce di credo, sia luce reale.
A sottolineare questo, alle finestre delle case, vengono messe delle candele accese, per rendere la notte meno scura…


E si sente augurare  “buona prima o buona seconda …di Avvento” ogni domenica, per cui mi sono domandata in che cosa consistesse ed ho scoperto abitudini a me sconosciute, come le quattro riunioni familiari nelle quattro domeniche dell’Avvento e l’accensione delle candele poste sulla corona di rami di abete, una candela ogni domenica, ed i mercatini di Natale e i calendari dell’Avvento e i dolcini caratteristici e…il vino speziato e il senso della famiglia. Ma, a parte tutta l’esteriorità delle tradizioni, che cosa è l’Avvento? Che cosa rappresenta?

È una ricorrenza cristianissima che Pino ci spiega, con la sua solita chiarezza e passione, informandoci e facendoci condividere.

(Per chi ne volesse sapere di più consiglio di consultare su google la voce “leggenda della corona dell’Avvento”)

Caravaggio-Natività

L’AVVENTO

L’avvento, è il periodo di quattro settimane che precede il Natale; decorre dalla domenica più vicina al trenta novembre e fa parte delle festività del ciclo natalizio ed è un periodo di preparazione al Natale. Tale festa di preparazione, come altre feste cristiane, subentra ad una preesistente festa pagana. Ha le sue origini storiche nell’Adventus, detto parusìa, che significava la presenza annuale della divinità, oppure anche l’anniversario della visita dell’imperatore, e di qui trae origine il tema del “Cristo che viene“.

Le prime celebrazioni dell’Avvento si ebbero in Francia e in Spagna verso la fine del IV secolo. A Roma compaiono nei libri liturgici solo verso il VI secolo.

Nel corso dell’anno liturgico, l’Avvento è il tempo che non solo ci prepara a celebrare il ricordo della nascita di Gesù Cristo, ma anche il tempo che ci proietta verso la seconda venuta del Figlio di Dio, quando alla fine dei tempi “verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti”, introducendoci nel Suo regno che non avrà più fine.

Nel periodo dell’Avvento, come lo è stato nel periodo quaresimale che precede la Pasqua di risurrezione, ogni cristiano – che sempre tiene vivo, durante tutto l’anno, il rapporto con Gesù nei tempi e nei modi suggeritigli dallo Spirito – partecipa con i fratelli di fede alle adunanze ecclesiali che esaltano attraverso apposite letture:

  • la vigilanza, virtù specifica di chi vive in fervorosa attesa del Messia Salvatore; infatti come dice il Cardinal John Henry Newman(1801-1890) “… vegliare è quindi vivere liberi nei confronti delle cose presenti, è vivere nell’invisibile, è vivere nel pensiero di Cristo tale quale è venuto una prima volta e tale quale deve venire, è desiderare la sua seconda venuta, nella memoria piena di amore e di riconoscenza per la sua prima venuta.”
  • la Fede, dono dello Spirito, esprime la capacità dell’uomo che ha accolto il dono, di riconoscere Gesù vero uomo e vero Dio figlio del Padre, di affidare a Lui, unico mediatore tra noi e Dio, la nostra pochezza di vita in modo che Lui ci possa indicare la strada per ampliare la nostra capacità di accogliere le ricchezze che il Padre dona e che per nostra limitatezza non vediamo, non comprendiamo e non accogliamo.
  • la Speranza, di chi confida nell’amore misericordioso di Dio con il desiderio che l’incontro con la persona di Gesù, che già ci ha fatto nascere a nuova vita, possa completarsi al più presto, al momento della sua seconda venuta, con la risurrezione dei corpi e con la piena instaurazione del regno dell’ “Amore” dove non ci sarà più bisogno, come dice S. Paolo, delle  virtù della “Fede” e della “Speranza” perché entrambe già realizzatesi appieno.
  • la conversione dei cuori, che si esprime con l’impegno sollecito ed urgente di chi si prepara all’incontro con Cristo sia a quello figurativo (S.Natale), che ogni anno festeggiamo in ricordo di quello già avvenuto in concreto con il parto di Maria, sia a quello che avviene nella vita di ognuno di noi, con l’incontro personale, in attesa che si realizzi quello definitivo con la seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi dopo la risurrezione dei corpi.

L’Avvento è dunque il tempo propizio per far spazio a Cristo, l’unico medico che solo può guarire le nostre debolezze e consolarci con la sua presenza,  pertanto con la preghiera e lo stretto rapporto con Gesù gusteremo, anche in questo periodo, la gioia del Suo arrivo e tutti potremmo affermare: “Vieni, Signore Gesù” (Ap.22,16-20), espressione di un’attesa che si concretizza in una Persona  che ci apre, solo se noi lo vogliamo, la strada verso “l’Eternità” alla scoperta dell’infinito “Amore del Dio Padre”.

Pino.sa

http://www.youtube.com/watch?v=A1MAVr7U8qk
Frauenkirche Dresden, Concerto per l’Avvento
Mozart: Missa in c-Moll “Credo in unum Deum”

16 Commenti a “Avvento scritto da pino.sa”

  1. popof scrive:

    Tempo di Avvento, che bel tempo.
    Un tempo in cui si nasconde la primavera che verrà.
    Il calicantus sta per sbocciare, ancora una due settimane e i suoi piccoli fiori invernali espanderanno il loro profumo tra il ghiaccio, la nebbia e la neve.
    Basta guardare i rami degli alberi da vicino, per vedere dappertutto piccole gemme spuntare. Un ribollire di vita che attende il tepore che verrà.

  2. mimma1.ta scrive:

    Commenti abilitati Caro Pino x motivi che tu certamente sai, in chiesa nn vado mai ma prego in casa e in qualsiasi luogo mi trovi, come diceva Pietro nn occorre andare nel tempio x pregare xkè lo si può fare in ogni luogo ed è quello che faccio io, le festività x me nn sono , il preparare il pranzo natalizio o invitare amici, ma è avvicinarmi di + alla fede e vivere con serenità.bellissimo ciò che ai scritto Pino complimenti.

  3. Cecilia scrive:

    Carissimo Pino, ogni persona SPERA ed ATTENDE.
    Personalmente, ti assicuro che ne sono convinta.
    Nella mia vita, sin da bambina, ho visto chi negava, con determinazione (?), la presenza di Dio e, peggio ancora, maledire il Suo Nome e quello di Sua Madre.
    Ricordo che il mio cuore veniva “ferito”… da quei tristi comportamenti, eppure ero solo una bambina che di Dio, forse, poco comprendeva… Quello che mi ha stupito, col passare degli anni, è che, proprio quelle persone che sembravano tanto sicure del loro dire… al momento della loro dipartita hanno chiesto il Suo Perdono e la Sua Misericordia. E credo pure che ogni persona ha, dentro il suo cuore, dell'”oro puro” che per me vuol dire “somiglianza a Dio”. Chiedere di essere accolti nel Suo Regno, per me, vuol dire ATTENDERE ed abbandonarsi tra le “Sue Braccia”, fiduciosi che la vera Luce e la vera Vita proseguiranno in Eterno, senza più temere.

  4. pino1.sa scrive:

    Che dire, cosa aggiungere a tutto il nostro discorso?
    Intanto ringrazio tutti, a prescindere…
    Quanto desidererei che tutti scoprissero dove sono i negozi che vendono gli interruttori della luce… che tutti scoprissero la concretezza, la solidità e veridicità del Messaggio portato da Gesù agli uomini, altro che discorsi teorici, ma Gesù ha riservato per sé tale compito e solo le Sue Parole possono aprire ed affrancare i nostri cuori.
    Il cristiano non si preoccupa di far parte di una minoranza: Gesù stesso ha appellato quelli che ascoltavano la Sua Voce “Piccolo Gregge” e, sempre Lui, in altra occasione, riferiva:
    – Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
    Posso solo aggiungere qualche spunto di riflessione indicato dal Papa Ratzinger, nel breve discorso che ha preceduto la preghiera dell’Angelus di domenica scorsa: Prima Domenica di Avvento:
    – L’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza! Secondo Benedetto XVI, è proprio “dalle sue attese” che si riconosce dell’uomo la statura morale e spirituale e ci ha ricordato:
    – L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo.
    Ai pellegrini che lo ascoltavano, ha chiesto un esame di coscienza, alla luce di queste considerazioni ed, ancora, ha aggiunto:
    – Ognuno di noi, in questo tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: “Io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore?”.
    – E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa mai le accomuna?”.
    Ed infine ha concluso:
    – C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura “Piena di Grazia”, totalmente trasparente al disegno d’Amore dell’Altissimo. Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può veramente colmare”.

  5. Cecilia scrive:

    Vigilanza, Fede, Speranza, Conversione dei cuori. Tutto questo nell’Avvento prima di Natale e nell’Avvento della nostra vita: che ci prepara verso l’Eternità, in unione col Padre. Attendere la Venuta di Gesù con animo umile e aperto, percependo l’immensa gioia di accogliere il Divino. Soffermarsi a riflettere su ciò che parla di questa evento con l’entusiasmo di un bimbo, abbandonandosi alla Volontà del Signore con il desiderio di compiere il bene, nonostante le nostre continue incertezze. Infinite grazie, Pino! Lode e Gloria a Dio!

  6. Giulio Salvatori scrive:

    Ammetto che , come già detto altre volte a Pino, non sono un frequentatore della chiesa.Però, in questo periodo che si preparano i concerti natalizi, e l’orchestra suona i motivi tradizionale come:- Silent Night, Jngle Bells, Fronsty The Snovman etc, l’Armonia t’arriva al cuore e, se ve lo devo dire, anche un maledetto toscano si commuove .Grazie Pino

  7. franco muzzioli scrive:

    L’invidia non è una strada che percorro volentieri ,ma devo ammettere che sono invidioso di chi ha o chi ha riacquistato la “luce”. Una luce che non si accende con un interruttore ,perchè se un aggeggio del genere esistesse lo avrei già fatto funzionare. Il cammino del dubbio è lento ed inesorabile ,perchè più ci ragioni e più sfuggono le folli speranze delle religioni. Il mio è un perpetuo “avvento” ,attendo paziente “che anche per me si schiuda la larva del buio”……….

  8. lucia1.tr scrive:

    Trovo molto importante la scelta di proporre l’articolo sull’Avvento. L’amico Pino ha descritto in maniera ampia ed esaustiva il valore di questo periodo secondo una visione cristiana e di fede. Io mi chiederei se ancora i cristiani attendono con convinzione la venuta del Signore. In questa era, basata in prevalenza sul consumismo, si da più importanza alle cose materiali, dimenticandosi quanto sia magico questo periodo che precede il Natale, condivido l’affermazione di Lorenzo, quasi una favola! Mi vengono in mente tante tradizioni di quando ero Bambina, ogni domenica era un piccolo passo verso il Natale, a scuola s’ imparavano a memoria le famose poesie per recitare il giorno della festa, si pensava a cosa scrivere nella famosa letterina da nascondere sotto il piatto, sperando di ricevere il regalo tanto sospirato….Pino ti ringrazio per avermi riportato in un tempo che non c’è più e alla riscoperta di certi valori.

  9. alba morsilli scrive:

    Pino molto bello il tuo articolo,ma mloto teorico,personalmente mi è impraticabile io non frequento la chiesa e d ‘ora ti scrivo il perchè
    Io credo in Gesù Cristo e il suo insegnamento, ma diffido assai delle persone che usano il suo nome eil suo insegnamento con dei tornaconti per se stessi
    L’apocalisse dovrebbe iniziare su quei servi che durante l’assenza del padrone si sono prodicati per il loro interesse
    umanoe non per il funzionamento dell'”impresa”che il padrone gli ha lasciato
    W Gesù Cristo

  10. Lorenzo.rm scrive:

    Riferendomi a quanto dice Franco, questo è tempo di statistiche, sondaggi e quant’altro. Io non so quanti siano i credenti attivi, ma se sono il 10% rispetto al 97% dei registrati mi dispiacerebbe. La fede infatti si vive se è reale. Comunque, tornando all’Avvento, è una bellissima pagina del Vangelo e viverla è meraviglioso. Per me, che sono tornato alla fede dopo un sonno laico ultraquarantennale, è anche una scoperta quotidiana. Quasi una favola.

  11. ANGELOM scrive:

    L’Avvento è il tempo dell’attesa e non del riposo. Purtroppo ai nostri giorni il verbo attendere non è più nel vocabolario di nessuno, tutti hanno fretta di avere tutto subito: anche il semaforo rosso è da sostituire con delle rotonde, più veloci. Attendere è per molti una inutile perdita di tempo, ma la preghiera ci richiama a vivere una dimensione più lenta e riflessiva si riappropria del tempo Di solito non siamo abituati a badare alla direzione delle nostre giornate, specialmente se “piene” di cose da fare; altre volte non ci badiamo perché le tiriamo a destra e a sinistra, trascinandoci tra una relazione e un’altra; altre volte ancora aspettiamo chissà cosa per vincere monotonia e routine.
    In tutto questo ci scordiamo la motivazione profonda del nostro essere vivi, qui e ora: ciascuno di noi è oggetto particolare dell’attenzione di Dio, e questo ce lo ha dimostrato chiamandoci prima di tutto alla vita. L’attesa ci richiama ad essere attenti, svegli e pronti a compiere la strada che la nostra religione cristiana ci ha insegnato.

  12. franco muzzioli scrive:

    Secondo le statistiche della Chiesa il 97% degli italiani è contato come cattolico ,perchè registrato nei libri battesimali, poi una successiva valutazione sui cosiddetti “praticanti” porta ad un 35/38% ,percentuale di cattolici italiani normalmente utilizzato come punto di riferimento negli studi di carattere sociologico. Nuove indagini fanno attestare “la popolazione cattolica attiva ” a meno del 10%.
    Questo è secondo voi dovuto all’ignoranza su ricorrenze come l’Avvento o è una difficoltà del “singolo” a rapportarsi con la religione dei padri per i mille problemi sociali, interpersonali, personali ed esistenziali ?

  13. edis.maria scrive:

    Anche tutto ciò che concerne la religione , nostra o altrui, fa parte della cultura, della storia , della filosofia ecc. : insomma coinvolge tutti gli esseri umani , che fin dai primordi hanno sempre cercato un Credo. Ben ci sta , in Parliamone , un argomento sull’ Avvento , che io stessa non ricordavo se non marginalmente , e che ho “” ripassato “” con interesse. In questi ultimi anni, si parla molto delle altre religioni, approfondendole in bene o in male . E se approfondissimo anche un po’ sul cattolicesimo, anche solo per acculturarci meglio e poterne discutere con cognizione di causa? Io ho una religiosità e una fede altalenante, e forse ne trarrei giovamento . Certamente articoli che trattino solo il piano storico, non di fede, perchè , se no, temo sorgerebbero discussioni spiacevolissime

  14. alba morsilli scrive:

    finalmente !entrare in parliamone mi ha rilassato lo spirito,
    non le solite problematiche di politica o altro che turba la pace.
    Si Paola nel tuo scritto ci hai portato a conoscenza delle usanze del nord Europa e io ti sono grata per la cultura che ci esponi di qualsiasi nazione anche se noto che alcuni non l’accettano

  15. franco muzzioli scrive:

    Mi ricordo quando ero a scuola e mi capitava di copiare al vicino di banco……..” un bellissimo servizio,Pino, a prescindere.

  16. Lorenzo.rm scrive:

    Un bellissimo servizio, Pino, a prescindere.

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