LE MUSE (varia umanità, cultura)

Giulio ci regala ancora uno dei suoi bellissimi resoconti di vita vissuta; stiamo ad ascoltarlo a bocca aperta e vediamo sfilare davanti a noi gente forte ed orgogliosa, sana e semplice, che ci aiuta a dimenticare per un po’ le nostre inquietudini giornaliere.
Quanto fa riflettere questo semplice racconto, non poteva giungere in un momento migliore!
Grazie Giulio, ami fregiarti del titolo di “maledetto toscano”, ma tutto sei fuor che “maledetto” Ovvìa, su.

Tempo fa, un uomo che conosco bene, scrisse un libro dal titolo “Gli Ultimi Ferrieri”.
Tratta di una piccola comunità del comune di Stazzema, Alta Versilia e precisamente-Pomezzana, a quasi 700 metri sul livello del mare .
Qui vi è sempre stata la cultura della lavorazione del ferro. Vuoi per le vicine cave di ardesia che richiedevano utensili adatti, vuoi per altri arnesi da lavoro: forbici, coltelli, accette etc.
Vi dono, con la speranza che sia di vostro gradimento, un piccolo tassello …reale .

pomezzana

C’è una vecchia storia che mi raccontavano quando ero bimbetto, una di quelle storie che servono ad ammaestrare più di tanti discorsi e consigli.
Un contadino, sul letto di morte, avvertì i propri figli  che nel campo che lasciava ad essi in eredità era nascosto un tesoro. Il pover uomo era stato appena calato nella fossa che i figli si dettero a scavare nel campo alla ricerca del tesoro. Con la vanga rivoltarono la terra più volte e in profondità. Non trovarono quello che cercavano; rassegnati, fecero le semine come ogni anno. Quando i semi giunsero a maturazione, ebbero un raccolto così bello e abbondante che mai s’era visto al mondo.
Fu allora che capirono dov’era il tesoro promesso dal padre: nel loro stesso lavoro che prende fatica e tenacia, e premia, prima o poi, con giusta ricompensa.

Questa morale è ben nota all’operoso villaggio di Pomezzana , che da secoli onora antichi mestieri, tramandati con gelosa cura, e una tradizione che vuole sacra la terra, dove ancora si fatica a dispetto dei tempi e delle mode.
Pomezzana, è ancora un paese con un’intima saldezza che par temprata alle antiche forgie dei Milani e dei Gherardi. Un vanto, un orgoglio, che si avverte a fior di pelle, tra le stradine lastricate che convergono dai campi, dentro il cuore antico della comunità.
La gente è semplice e cordiale e ti saluta ancora, magari con un semplice gesto della testa, è la testimonianza e la cultura educata di un popolo.
Gli uomini e le donne  di Pomezzana, lungo il corso della loro storia, hanno inventato quasi ogni giorno il lavoro, il pane, l’avvenire: dalle miniere medicee e dalle magone del ferro, ai marmi pregiati che rinserra la montagna, dalle cave di ardesia alle fabbriche di archibugi e di polvere pirica. Dai telai per la canape e i lini della pastorizia, ai boschi, ai filugelli per sete preziose…
La Versilia è un po’ come quel campo, dove il tesoro nasce dalla fatica e dalla perseveranza. Pomezzana è quasi un mitico segno, un libro aperto di case e uomini dove occorre leggere e imparare.

Tratto dalla prima pagina del libro citato, in onore delle piccole comunità italiane che sono il fulcro, il cuore che ancora batte per tutti noi.

pomezzana

Bernardino del Castelletto pala altare Pomezzana

Giulio Salvatori  il solito -Maledetto Toscano-
Chi mi vuole son così, altrimenti: girate pagina.

17 Commenti a “Pomezzana un resoconto di vita scritto da Giulio Salvatori”

  1. franco muzzioli scrive:

    Agricola quindam, cum iam morituro esset, ad se arcevissit filios suos…………… evidentemente quell’uomo aveva letto questa parabola …che nei miei ricordi scolastici tradussi…haimè sessant’anni fa. Leggo sempre con piacere le tue pillole di antica saggezza ambientate in un punto d’Italia che reputo tra i più belli. Quelle strane Alpi sempre “innevate” ,anche quando le guardo sdraiato sulla spiaggia di Marinella a 35° e sono lì che quasi le posso toccare mentre sguazzo nell’acqua e mi sempra di essre in un lago della Svizzera. Guardandole poi dal bianco molo della foce del Magra ,quando quella fetta di mare e di cielo le incornicia facendole, se possibile, maggiormente risplendere.

  2. pino1.sa scrive:

    ah! una boccata di aria fresca!

  3. Giulio Salvatori scrive:

    Troppo, troppo buoni.Grazie a Tutti e un ringraziamento a Paola per le belle immagini .

  4. giuliano4.rm scrive:

    Il tuo racconto, Giulio, mi fa ritornare alla mente le mie visite in Garfagnana (Castelnuovo): anziani in piazza, donne al balcone, profumi e colori. Il tempo che scorre, ma è come se passasse più lentamente.
    Viene il desiderio di lasciare la caotica vita di città!

  5. edis.maria scrive:

    Giulio, se questo scritto è tratto dalla prima pagina del libro da te citato, immagino quanto siano interessanti e piacevoli le presentazioni che l’autore richiama nelle successive.! Se tu vorrai farcene leggere altre saranno assai gradite ed apprezzate. Per quanto riguarda il ” maledetto toscano “, quando tu sei entrato in Eldy ed hai aggiunto al tuo nik questo attributo, ho voluto rileggere il bel libro ” Maledetti toscani” di Curzio Malaparte , per vedere se , riflettevi come il Nostro carismatico scrittore e giornalista presentava i toscani . Scriveva ” Imparate dai toscani…. ecc. ecc.”””” Splendido elogio del vostro carattere in tutti i sensi. Tu , per quel poco che ho potuto conoscerti virtualmente, ne sei il prototipo. Esistono ,però , ancora tanti toscani come descritti da Malaparte o il tempo ha cambiato anche loro?? Ti saluto ” maledetto toscano!”

  6. alba morsilli scrive:

    finalmente un ventata di freschezza!
    dopo tante polemiche tu Giulio ci porti un sorriso, dove le persone si salutono anche con un accenno.
    Il rispetto di uno agli altri, cosa che noi dobbiamo imparare.
    da loro si deve prendere lezione di civiltà

  7. riccardo2.co scrive:

    Commenti abilitati Caro Giulio bel racconto mi ha fatto tornare alla mente i miei viaggi sulle Apuane,posti da poesia.

  8. GUGLIELMO scrive:

    Colui che lavora i campi, a contatto toccandola con mano la terra, il ciclo del nascere, vivere, morire probabilmente sviluppa la saggezza. Questo racconto è uno strappo di vita contadina.

  9. ANGELOM scrive:

    Il racconto di Giulio, scritto con chiarezza e di piacevole lettura, ci porta a soffermarci sugli esempi dei vecchi contadini che con la loro saggezza, cercavano di tramandare ai figli i veri valori della vita . Diamo quindi più importanza a quello che ci accade intorno, senza andare a cercare lontano le cose che ci fanno vivere meglio.

  10. nadia.roma scrive:

    Giulio,molto bello il tuo racconto,io credo che in tutti i piccoli centri(dall’estremo nord al profondo sud)si viva ancora umanamente.Anche in questo piccolissimo paese dove io vengo sovente la vita scorre tranquilla,anche qui’ ci si saluta pur non conoscendosi,ci si aiuta l’un l’altro.Anche qui’si vive prevalentemente di agricoltura,cè il rispetto per l’essere umano.La cosa piu’ importante e che mi lascia meravigliata sono gli anziani(e qui’ ce ne sono molti)anche se malati e bisognosi di assistenza si curano in casa,al contrario delle grandi citta’dove,vuoi per la vita frenetica vuoi per il lavoro ,si rinchiudono negli ospizi.Concludo dicendo che per fortuna ce ne sono ancora molti di piccoli centri nella nostra bella Italia dove la vita è a misura d’uomo

  11. novella scrive:

    e dopo un lorenzo magnifico toscano eccoci un odierno giulio magnifico ben ti sta ciao

  12. marisa scrive:

    deve essere bello visitare il paese di pomezzana io sono innamorata dei paesini ,e ancora di più se percorrendo le vie trovi,persone che ti salutano ,in questi tempi dove, ogniuno pensa a se ,bello il racconto,lo letto volentieri

  13. lucia1.tr scrive:

    Con il racconto di Giulio torniamo di nuovo alla riscoperta dei valori morali della gente semplice dei piccoli paesi della Toscana. Spesso, distratti dalla fretta e dal consumismo della vita odierna non ci accorgiamo delle ricchezze che abbiamo. Come gli eredi del saggio contadino non dovremmo cercare il tesoro nei posti più nascosti, ma guardarci intorno ed apprezzare le piccole gioie: l’affetti dei nostri familiari, le amicizie, la salute, il lavoro e tante altre piccole cose che fanno grande la nostra vita! Giulio ti invitiamo a scrivere ancora, i tuoi scritti ci fanno sempre tanto piacere.

  14. Giulio Salvatori scrive:

    Niente incensamenti, leggete, se vi va, e trasmettete a figli e nipoti la morale. Il monte superbo che si vede nella foto, è la regina delle Apuane.La Pania della Croce. 1859 slm. A sinistra, le propagini appena accennate del Monte Corchia, meta di tutti gli speologi provenienti da tutto il mondo.Vi sono camminamenti di ore e ore nella pancia di questo monte, fra canali sotterranei, laghetti , sculture di mozzafiato modellate dall’acqua…

  15. Lorenzo.rm scrive:

    Giulio, bella la storia, bella la scrittura e bella la morale. Ti abbraccio.

  16. titina.is scrive:

    Ma manco per sogno giro pagina…caro Giulio!!! Dopo tanto livore e tante parole poco carine scritte da chi, come me, si è fatto prendere un po’ la mano, ci voleva proprio un’amena pagina di vita vissuta impregnata di quella magica saggezza antica che riportava tutto negli argini di una vita normale. Pare che non siano più molto graditi i complimenti agli articolisti, ma stavolta concedetemi di dire un magnifico “bravo” al nostro Giulio!!!

  17. novella scrive:

    e pekkè gira pagina ciao giulio sax

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