Oggi nell’ambito del Racconto Domenicale vi propongo uno scritto di Pietro Vanessi.

È una piccola storia che fa riflettere, ci si domanda se possano esistere donne così, se l’esasperazione può portare a tanto, come si debba fare per raggiungere il giusto equilibrio? C’è un film, attualmente in programmazione in Italia: “il cigno nero” qualcuno l’ha visto?

Questa narrazione non ha un finale suo, sta al lettore di concluderla.

È una “storia aperta” nel senso che non dice come va a finire, ma lascia alla fantasia di chi legge di completarla. Vi va di provare questo “esperimento”?

Tutti sono invitati a farlo e a dare libero sfogo all’immaginazione. Tutti sono invitati a dire il loro parere. (pca)

Personal Beauty scritto da Pietro Vanessi

Si era laureata alla Sapienza di Roma col massimo dei voti. Poi laurea a Oxford e dottorato in ricerca negli USA.

Era una donna determinata, ottusa e caparbia. Una mente strepitosa ed aveva una carriera spianata davanti a sé. Lo studio, la ricerca e l’analisi erano la sua passione coltivata per ore e ore davanti a libri scientifici indecifrabili che si faceva importare da mezzo mondo.

L’unico suo vero problema era …il corpo.

Aveva un corpo da top model, misure perfette  (90-60-90), occhi da incantatrice e movenze da vera pantera. Non aveva fatto nulla per essere così e questa cosa la disturbava non poco.

Non c’era luogo dove non ci fossero occhi arrapati di uomini addosso.

Per altre ragazze poteva rappresentare un vantaggio ma non per lei. Questa cosa per lei era insopportabile. Uno schiaffo a quello che era dentro e alla serietà con cui aveva intrapreso un percorso che non ammetteva scorciatoie o facili opportunismi.  Una sorta di difetto imperdonabile che la faceva sentire sminuita e per nulla valorizzata “interiormente”. Per gli uomini (ricercatori, scienziati o professori che fossero) era dunque un oggetto sessuale, un animale da monta e a nessuno di loro importava delle sue idee nell’esporre teorie  o postulati appresi in tutti questi anni di duro lavoro.

Così, dopo aver consultato più di un chiururgo estetico, decise di “deturpare” scientemente parti del suo corpo, affinché si perdesse quell’interesse animalesco sul suo aspetto fisico.

Si fece sgonfiare il seno (una splendida 4a naturale), iniziò a trangugiare pane e pasta per ingrassare oltre misura e si abbruttì con ogni mezzo compreso dei piccoli ritocchi cutanei sul volto con l’acido glicolico.

Stava lentamente arrivando al suo personale concetto di “bellezza:” brutta esteriormente quel tanto per cui trasparissero meglio – e con più prepotenza – le sue altre doti finora soffocate da quel fisico mozzafiato che tanto distraeva uomini e donne. Sapeva che sarebbe stata più dura, ma se fosse riuscita ad affermarsi sarebbe stata unicamente per le sue capacità intellettive e non grazie a un maledetto corpo… …

20 Commenti a “Personal Beauty di Pietro Vanessi RACCONTO DOMENICALE”

  1. alba morsilli scrive:

    Con la protagonista non è valido il detto “Belle ma oche ”
    Lei per essereal pari di tutte distrugge ciò che madre natura
    le ha dato, fa di tutto per convincersi ad essere brutta, al punto che finisce in una clinica spisiatrica con diagnosi di paranoia

  2. ANGELOM scrive:

    Ho visto il film “Il cigno nero”, ma trovo un’attinenza discutibile con il racconto. Mentre la protagonista del film ossessionata di arrivare, ballando, alla perfezione pura, per poter interpretare il cigno nero, concede a se stessa una forma di autolesionismo fino a raggiungere i lati più oscuri della natura umana, farneticando con la sua mente. Stimolata dai suoi amici, non riesce a raggiungere quella pace con se stessa, fino ad arrivare progressivamente al dramma, in un orrore psicologico che si conclude con l’esibizione finale in una morte perfetta. Tornando al racconto, mi meraviglio, che una donna con tutte le caratteristiche di cui si parla, per non piacere ed essere valutata per quello che è, ricorra a certi espedienti, mi sembra un modo grottesco ed inverosimile, però può avvenire di tutto. Proporrei un finale felice al contrario di quello del film. La protagonista, vista la sua caparbietà e intelligenza,, non gli mancherà di certo con queste capacità realizzarsi in ambienti a lei consoni, li conoscerà un suo collaboratore, che pian piano la valorizzerà per le sue qualità e non per il suo stato fisico, s’innamoreranno e vivranno felici e contenti….L’amore non nasce solo da uno stato fisico, ma anche da quello che ti arriva interiormente.

  3. lieta scrive:

    arredamenti ad interim ad personam ahaahahaaah ciao…………

  4. paolacon scrive:

    molto interesante davvero Franco

  5. franco muzzioli scrive:

    Perchè ho fatto quel finale ? Pietro Vanessi mi pare abbia dato indicazioni precise……”era una donna determinata ,ottusa e caparbia”…… quindi inpulsiva ,l’impulsività porta a volte all’irrazionalità, unita poi all’ottusità porta a comportamenti decisamente border-line.
    ……”aveva un corpo da top-model ……e movenze da pantera….” le movenze non dipendono dal corpo ma dal cervello ,la pantera era in lei questo è chiaro.
    Proprio così, cambiandosi “l’esterno” non aveva fatto i conti con il suo “interno”….perciò!

  6. lieta scrive:

    ciao lollis, pure te me fai morì de risate ahahaahh il prunetto corto aahahah ciao

  7. alfred-lollis scrive:

    Commenti abilitati

    ne manca un pezzo.
    ……
    guardondosi compiaciuta allo specchio dice:

    ORA MI PIACI……. BRUNETTA!!!

  8. alfred-lollis scrive:

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    …ma la sua ossesione erano gambe.
    Sempre li andavano a finire gli sguardi degli uomini.
    Se li sentiva addosso gli sguardi degli uomini, se li sentiva come fossero collant, come fossero “autoreggenti”, avvolgenti come giarettiere.
    Non li sopportava più quegli sguardi che partendo dal basso, dalla caviglia, salivano su seguendo il polpaccio, la piega del ginocchio, arrivavano all’orlo della gonna e poi, su, su, su fumanti, come raggi
    laser, indagatori come spie arrivavano a soffermarsi sulle rotondità pronunciate e delle quali aveva deciso di liberarsi.
    Il dottor Brighston l’avrebbe aiutata.
    Se riusciva ad allungare le gambe ai nani sarebbe stato in grado di accorciare le sue.
    Sei mesi sono passati e finalmente felice, guardandosi allo specchio:

  9. paolacon scrive:

    davvero centrato Edis, sceglierei il secondo

  10. edis.maria scrive:

    PRIMO FINALE__- Intelligente , colta, preparata , ormai apprezzata come desiderava non per il bel corpo, ma per la mente, divenne una donna “ importante “ , direttrice di una grande società. Un giorno le fu presentato , per un colloquio di lavoro un bel giovane, occhi azzurri , chioma bionda , sorriso affascinante che le fece battere il cuore. L’aiutò nella carriera, l’affiancò nei suoi impegni professionali , si sposarono e furono “ felici e contenti!”.

    SECONDO FINALE __.Leggere sopra per non ripetere ………L’ aiutò nella carriera, l’affiancò nei suoi impegni professionali , ma,,,,,,,, un giorno avendo dimenticato una pratica in ufficio, tornò indietro e ascoltò una tremenda conversazione tra il “ bel giovane” e un altro collaboratore.
    “ Ma veramente ti piace? “ …… “ Ma non scherziamo, è talmente brutta, però è colta ed intelligente , peccato, perchè la natura non l’ha dotata di un minimo di grazia?”” Che errore , non aver compreso che la bellezza, senza ostentazione, può accompagnare l’intelligenza e la cultura!!!

  11. paolacon scrive:

    finale positivo per equilibrare quello di Franco

  12. Lorenzo.rm scrive:

    Con questo spirito si tuffò nelle sue attività, vecchie e nuove. Ricevette le consuete soddisfazioni accorgendosi che il corpo, in realtà, contava ben poco rispetto alla sua intrinseca natura. Si sorprese più volte a congratularsi con sé stessa per la decisione che aveva assunto. Pian piano incominciò ad assaporare incontri diversi da quelli cui era abituata, con uomini meno arrapati, meno interessati alle sue misure, e più ammirati delle sue doti, intrinseche ed estrinseche. Con un uomo, in particolare, cominciò ad avere lunghi dibattiti, confronti, approfondimenti. Lo metteva spesso in difficoltà, ma qualche volte anche lei rimaneva allibita in merito alle doti che Giacomo (questo il suo nome) mostrava. Allora diveniva tenera come un uccellino e avrebbe voluto posare il suo capo sul suo petto villoso. Ci arrivarono, infine, ad abbracciarsi, un giorno. E si guardarono negli occhi, e decisero di unire le loro vite. Aveva fatto bene,dunque, a limitare la sua bellezza. In fondo si era creata, ricreata, come voleva. Viveva una vita meno drammatica e difensiva e più densa di significati e traguardi. Ah, sì, era davvero felice.

  13. paolacon scrive:

    alfred ce n’è tanta di gente così, ma il finale?

  14. alfred-lollis scrive:

    Commenti abilitati

    Esiste la “canonicità” della bellezza?
    Era bella, sapeva di essere bella.
    Sapeva che gli altri la consideravano bella.
    Sapeva benissimo quale era il metro con cui la gente misura la bellezza:lo usava anche lei quel metro.
    Ma forse non era la bellezza che la ossessionava.
    Era ossessionata per non riuscire ad affermarsi come persona, come essere come “IO”.
    Non era sicura di lei stessa ed allora attribuiva i suoi successi alla sua bellezza, l’ammirazione degli altri alla sua figura esteriore e non a quello che lei avrebbe voluto che gli altri vedessero.
    Il giudizio di se stessa lo dava lei, prima ancora di ascoltare il giudizio degli altri e allo stesso tempo
    lei giudicava gli altri nella convinìzione che gli altri giudicassero lei.

  15. lieta scrive:

    ahahahhaah giulian mo capisco il primato ahahah me fai mori’ come giri le frittate furpetto, ma io so beeellla ahahah ciao tutti scherzo ahahaah

  16. paolacon scrive:

    troppo forte Giuliano ahhahah

  17. giulian.rm scrive:

    Questo avvenne circa due anni fa. Da quel momento, si sono fatti avanti diversi testimoni che erano fuori dal palazzo, dove abitava la giovane donna, e che hanno visto l’UFO, hanno visto gli esseri e hanno visto lei e gli Alieni entrare nell’UFO, quindi hanno visto l’UFO andare verso Monte Mario. Erano sul Ponte Milvio (detto Ponte Molle) o in un punto del Lungotevere Flaminio; hanno descritto esattamente, fisicamente quello che è accaduto.
    Si è trattato, certamente, di un UFO abduction (rapimento alieno). In altri casi i rapiti sono sempre riapparsi dopo pochi giorni storditi e confusi ma in questo no, della giovane non si sono avute più notizie. E’ evidente che agli Alieni interessa l’intelligenza e non il corpo al contrario dei terrestri!
    Ho ragione di credere che nei prossimi anni avverrà un contatto con gli extraterrestri… Un gruppo di alieni approccerà un gruppo scelto di uomini e donne, sia civili sia militari… ciò accadrà contemporaneamente in diverse regioni del mondo e chissà se anche la “brutta/intelligente ne farà parte!

  18. lieta scrive:

    ottusa credo poco se l’era così in gamba negli studi, prblm senz’altro di auotistima rovesciata e cmq questa è solo na storia ke solo n’omo se poteva inventà ce ne vorrà prima ke na donna co studi intelligenti arrivi sto limite scemo dei doni ricevuti, se poteva camuffà de befana senza ritocca fisicamente corpo ciao

  19. paolacon scrive:

    Finale interessante, che esprime anche il tuo punto di vista Franco, molto drammatico.
    Ce ne possono essere altri. Qualcuno anche positivo.
    Vediamo che creatività avete! Buon lavoro

  20. franco muzzioli scrive:

    La sua ottusità l’aveva portata a cancellare quello che di bello la natura le aveva regalato.
    Credette che aver eliminato la parte animalesca del suo corpo potesse aver dimostrato agli altri quante capacità intellettive aveva, finchè non lo vide ad un party.
    Era bello da mozzare il fiato, si muoveva altero sovrastando tutti con sguardi accesi e penetranti. Quegli occhi azzurri erano coltellate al suo giovane cuore,si avvicinò a lui ,non ricordando, credendo ancora di essere quella splendida donna dalle movenze da pantera.
    Lui la guardò quasi con disgusto e lei capì, capì in un attimo l’assurdità dei suoi comportamenti ,il mondo crollò come un immenso fragile cristallo.
    Solo una lacrima ,poi disperata con la determinazione che sempre l’aveva contraddistita, corse verso la grande vetrata e si lanciò nel vuoto per cancellare per sempre l’abominio fatto a se stessa.

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