PER COMPLETARE L’ARTICOLO SULLA COMPETIZIONE GIULIANO CI HA MANDATO QUESTO RACCONTINO


Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco sulla stessa pianta, che era un salice. Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l’altro in basso su una biforcazione dei rami. Dopo un po’, il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta disse: “Oh, come sono belle queste foglie verdi!”.
Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato: “Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!”.
E quello di sopra, indispettito: “Tu sei cieco! Sono verdi!”.
E l’altro dal basso con il becco in su: “Ci scommetto le piume della coda che sono bianche. Tu non capisci nulla! Sei matto!”.
Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione.
L’altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all’altro, con le piume del collo arruffate per l’ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l’alto.
Il passerotto che veniva dall’alto emise un “oh” di meraviglia:
“Guarda un po’ che sono bianche!”.
Disse però al suo amico: “Prova un po’ a venire lassù dove stavo prima”.
Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro:
“Guarda un pò… sono verdi”.

QUESTO RACCONTINO HA PER ME UN NOTEVOLE VALORE…
IN QUANTO CI INSEGNA QUANTO SIA IMPORTANTE…
PRIMA DI ESPRIMERE GIUDIZI…
CERCARE ALMENO
DI VEDERE LE COSE DAL PUNTO DI VISTA DELL’ALTRO…


6 Commenti a “I DUE PASSEROTTI (proposto da giulian.rm e trovato in rete) a seguire..l’articolo sulla “competizione””

  1. alfred-lollis scrive:

    Commenti abilitati

    Dott.a Proietti, psicologa
    “Si parla di ‘personalità multipla’ quando la personalità è scissa in due, tre (ma anche molte di più) tipologie di carattere, completamente indipendenti fra loro e a volte contrastanti, che convivono nella stessa persona”
    omissis…..
    “La personalità multipla dunque potrebbe essere definita come la conseguenza di una dissociazione di una parte dei contenuti della mente, a scopo adattivo, per gestire situazioni particolarmente traumatiche e stressanti, ommissis……”
    “La creazione di personalità multiple potrebbe essere la conseguenza di una forma elaborata di rifiuto di certi contenuti psichici, per consentire la salvaguardia di un nucleo sano del Sé, riferendo tutto il vissuto negativo ad altre persone diverse da sé. ”
    (……….psicolinea.it. personalità)
    È naturale che a livello medico e di studo vengano presi in considerazione solo i casi più eclatanti perchè col metodo del paradosso è molto più facile spiegare determinate psicologie e spicopatie.

    Queste appena esposte sono le situazioni normali di tutti i giorni in quasi tutte le famiglie.
    Riflettiamo: non è che tutti i giorni noi controlliamo se la moglie lava i calzini ma quel giorno per noi era importante e l’abbiamo preso a pretesto.
    Non è vero che siamo sempre seduti sul divano ma è evidente che lo stare seduti sul divano per quella moglie ha un significato negativo che non ha mai evidenziato fino a quel momento che per un qualche suo motivo il suo serbatoio di riserva era colmo.
    E si potrebbe andare avanti all’infinito.
    Sarebbe opportuno avere sempre presente che sia noi stessi sia gli altri che nel corso della giornata non siamo e non sono macchine ferme e immutabili. La nostra testa è un contenitore e quello che c’è dentro è dentro ma come per le palle di vetro con la neve, basta un piccolo movimento e il paesaggio cambia. Tenendo conto di questo potremmo essere tutti un po’più tolleranti nel confronto degli altri e di noi stessi.

    Libero pensiero di alfred-lollis

  2. Lorenzo.rm scrive:

    Per me il problema non è semplicemente accettare i diversi punti di vista, ma dare loro la stessa dignità nel contesto generale. In democrazia, poi, si applica correntemente il principio di maggioranza e minoranza, che indica il cammino da seguire in caso di posizioni discordi. Ma ci sono anche altri principi: il rispetto delle istituzioni, il concetto di bene comune e della comune appartenenza, ecc. Sai quante ce ne sono di regole: ma spesso non si rispettano.

  3. franco muzzioli scrive:

    Vorrei fare una successiva puntualizzazione”sull’esprimere giudizi” e “sul vedere le cose dal punto di vista dell’altro” ,anche per non essere frainteso.
    Se reciprocamente non ci si esprime non c’è comunicazione è ovvio. Il fatto di estrapolare un concetto è una espressione del nostro pensiero che può essere in contrapposizione con quello dell’altro. Qui nasce la dialettica che non deve necessariamente portare all’accettazione di uno dei due punti di vista . E’ chiaro che se uno vuol entrare nell’argomento deve necessariamente giudicare l’altro ed il suo argomentare e lo “scontro” sarà più o meno deciso in rapporto alla differenza dei punti di vista. Nel corso di uno “scontro” dialettico ci sarà la possibilità di comprensione delle idee dell’altro…ma non è detto.Le idee non sono necessariamente e per fortuna omologabili ,la libertà di pensiero le porta avanti,le migliora, le sviluppa. Molti di noi sono sposati e quante volte abbiamo avuto con i nostri partner divergenze nei punti di vista ,eppure siamo insieme da decenni e dovremmo essere sufficentemente amalgamati e conoscerci bene.
    L’importante è esprimere le nostre idee senza offendere ,giudicando, perchè è impossibile non farlo, ma con la consapevolezza che le idee dell’altro sono sacre e che di lui non sapremo mai tutto.

  4. franco muzzioli scrive:

    Vedo che da un po c’è il leitmotiv delle incomprensioni verbali, delle sopraffazioni dialettiche ,delle stigmatizzazioni dei punti di vista. E’ chiaro che ci sono foglie che da un lato sono verdi e dall’altro sono bianche ,fa parte della vita, la verità ha sempre almeno due facce. Ma se non ci fosse dibattito anche fino allo scontro delle parole tutto rimarrebbe fermo, immobile.
    Ci sono stati periodi in cui non c’erano scontri verbali perchè la verità era una sola e tutti la dovevano pensare nello stesso modo e se qualcuno azzardava “alzare la cresta” andava al confino. Penso sen’altro sia meglio il dialogo dalla scaramuccia, la conversazione dalle grida concitate, il pacifico confronto dalla diatriba offensiva ,è comunque sempre meglio la libertà di pensiero.

  5. Mariuccia scrive:

    Com’è vero Guglielmo! Ma per capire l’altro, bisogna anche saper ascoltare…e così pochi lo fanno! Come i due passerotti del racconto, bisognerebbe rendersi conto che ognuno ha il suo punto di vista e che un sano scambio di opinioni arricchisce, se si ha l’umiltà di saper imparare dagli altri….

  6. GuglielmoCa scrive:

    Spesso rifletto dove nasca il confine tra il giudicare un atteggiamento o una persona in modo obbiettivo sia positivamente che negativamente accettandolo come utile insegnamento e spinta al miglioramento… ed il violare la sensibilità e la vita personale di qualcuno…non c’è una linea immaginaria che divide questi due aspetti di una sola cosa: il parlare di qualcuno…magari conosciuto bene, addirittura un caro amico o semplicemente un conoscente…, troppe volte ci si spinge ad un giudizio senza conoscenza….questo crea violenza psitica verso l’altro…
    Quante volte veniamo giudicati noi e giudichiamo gli altri senza sapere realmente i fatti e senza conoscere realmente le sue posizioni al riguardo, il suo agire, la sua sensibilità e i suoi ideali…? sempre…! sigiudica in base a quello che si crede di sapere dell’altro, solamente guardandolo negli occhi e facendosi un idea, che molto spesso si ferma alla superficialità del corpo e non scende nel profondo dell’animo.
    Questo diventa violenza diventa violenza! diventa voler sapere tutto di una persona quando invece sapere tutte le piccole sfumature, le sensazioni e le emozioni che prova è impossibile! entrare ne cuore nel cuore di qualcuno non si può fare, ma si deve cercare di fare….e questo lato del giudizio non viene mai preso in considerazione…
    Troppe volte si soffre nel venir giudicati, sopratutto da persone che ti davano fiducia…e questo che fa male: sapere che qualcuno ha detto qualcosa in tuo riguardo di cui non aveva piena conoscenza…non lo ritengo un metro di giudizio adatto e sopratutto giusto…
    E credo che, prima di parlare di qualcuno, bisogna inanzitutto guardare se stessi nel profondo e sopratutto chiedersi se realmente le proprie convinzioni sull’altro siano reali fino in fondo o siano semplicemente voglia di prevalere, di dimostrarsi superiori anche nel regolare un pensiero altrui o sopratutto siano considerare e dare alla forma esterna che ci appare davanti, piuttosto della sostanza dell’animo altrui con tutte le sue emozioni profonde, un importanza che rispecchia l”effettiva realtà…

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