Ecco che i campi si coprono di giallo, bianco ed azzurro violaceo: sono i crocus d’autunno.
I
«crochi dagli stami d’oro»(Pascoli), antichi come il mondo, citati nella Bibbia, nell’Iliade e da tanti poeti.
Strano fiore il “crocus”: annuncia  la primavera e poi la fine dell’estate…
Per due volte nell’anno: un inizio e una fine.
Quando nei campi, soprattutto in montagna o in collina si vedono le sue delicate e variopinte  corolle si sa che l’autunno è alle porte.
Un senso di struggimento e di malinconia ci prende, così, ogni volta che qualcosa finisce;
un’altra estate è volata via; ci resta solo questo piccolo fiore.


6 Commenti a “Ancora una volta un epilogo…”

  1. alba morsilli scrive:

    la Liguria conosciuta in maggioranza per il suo mare, ma l’entroterra è stupendo ed i suoi monti arrivano ad altezze molto alte, io che per anni ho camminato su i suoi monti questi bellissimi fiori formano delle distese di un blu eletrico meraviglioso,in primavera sono affiancati dai narcisi un spettacolo che ti appaga la mente e l’animo. L’odore del erba appena nata, il silenzio che circonda la valle vivi in una altra dimensione la rinascita della nuova staggione
    è facile in autunno trovarli nelle faggete il giallo ocra delle foglie del faggio si confonde con i crocus che in maggioranza sono gialli, sembra ti trovarti in un tunel di luce
    di una giornata griggia

  2. nikodireggio scrive:

    buongiorno mi piace questo spaccato di paola e questi fiori che ho messo anche sul balcone e si la primavera ora finisce l’estate e cosi le stagioni si susseguono a volte con malinconia ma…………….arriva l’autunno

  3. lucia1.tr scrive:

    Mi piace l’idea di paragonare la fioritura del crocus ad una stagione, la seconda fioritura annuncia la fine dell’estate una stagione troppo piena di luce, di calore e colori intensi. S’ inizia fin d’ora a percepire l’arrivo dell’autunno,il crocus lo fa in maniera egregia, regalandoci gli splenditi colori delle sue corolle, c’è sicuramente un velo di malinconia per una stagione che nuore, ma l’autunno con i suoi toni pacati e colori tenui rispecchia il mio stato d’animo e un velo di stanchezza che gli anni ci fanno sentire ogni giorno di più.

  4. Giulio Salvatori scrive:

    Da noi, in dialetto , questi fiori si chiamano -bernogi- E c’è anche un detto , un vechio ma significativo saggio :- quando il bernogio nasce, la pecora mal pasce- Credo che non debba spiegare la definizione. Condivido con quanto scritto da Paola;uno strano fiore .Cambia colore e tonalità a seconda di come è esposto al sole e dall’umidità del terreno.Tappeti che degradano allegri su pendii spogli di vegetazione. Forse è il saluto di buon auspicio che la natura ci dona. Forse è l’augurio di un buon proseguimento della vita. Forse è l’ennesino dono di questa terra meravigliosa, che come un grembo materno accoglie e suoi figli. Comunque sia , se osservi bene, si riempiono gli occhi ed il cuore. E se lo dice un maledetto toscano…

  5. francesca (franci) scrive:

    La fine dell’estate è per me un momento di triste nostalgia, perchè, come sempre sostengo, io amo il caldo, il sole, il mare, sono un “animale” estivo. Questo bellissimo fiore che apre e chiude il sipario alle stagioni inebrianti di luce, colori e calore ricalca un po’ il mio modo di essere:
    “..tu apri il tuo cuore,
    “..ch’è chiuso, ch’è duole,
    “..ch’è rotto, che muore..
    “..nel sole!!”
    Io vivo nel sole e mi affloscio nel freddo ed interminabile inverno del nord, ma faremo di necessità virtu’, vero Giuliano? Tranquillo, anche la fauna, che tra poco s’impelliccerà, tornerà a rifiorire splendida e coloratissima come i crochi all’inizio di una nuova primavera.

  6. giulian.rm scrive:

    Conoscevo gli scrocchi i crucchi ma il crocus no. Allorami sono andato a documentarmi e ho scopetro che è facile imbattersi in questo fiore,in primavera,sulle montagne apuane.
    “O pallido croco

    nel vaso d’argilla,

    ch’è bello, e non l’ami,

    coi petali lilla

    tu chiudi gli stami

    di fuoco…”
    Questi sono i versi iniziali della poesia “Il croco” dalla raccolta “I canti di Castelvecchio” di Giovanni Pascoli.
    E’ vero rimane un senso di malinconia con il finire dell’estate,specialmente per me che soffro tanto il freddo,e… la fauna si copre con la pelliccia,ma ora che ho scoperto il croco mi consolerò con quello!

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