È lecito fare della satira?
La satira ha una lunga tradizione alle spalle. Nasce come forma teatrale, come componimento in versi, ironico o aggressivo, che ha il preciso intento di suscitare riprovazione e persino condanna. Ecco il potere della satira: ferire, offendere, denudare impietosamente anche chi ci appare intoccabile.
La satira costituisce la più graffiante delle manifestazioni artistiche, essendo quindi una forma d’arte, il diritto di satira trova riconoscimento nell’art. 33 della Costituzione che sancisce la libertà dell’arte. (L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento…)
Ma è una forma d’arte particolare. Il contenuto del messaggio satirico è lo sbeffeggiamento del suo destinatario, che viene collocato in una dimensione spesso grottesca. La satira mette alla berlina il personaggio al di sopra di tutti, l’intoccabile per definizione; ne esalta i difetti ponendolo sullo stesso piano dell’uomo medio. Da questo punto di vista, la satira è un formidabile veicolo di democrazia, perché diventa applicazione del principio di uguaglianza.
“La satira è l’elemento più civilizzato di cultura. È critica. È sana. Porta la gente a vedere.
Io non cerco di condurre la gente a giudicare, io cerco di renderla nervosa, perché la pongo davanti a situazioni, che sono fuori dal contesto e che permettono molteplici spiegazioni.”
Saul Steinberg (New York Times Magazine, 1964)
Edis.maria grazie per le tue parole,mi fanno piacere sentirle, ma quello che leggi nei miei interventi è solo improvvisazione, è de la cosa più genuina del popolo che ti racconta storie di amori di tragedie ecc ecc…Nel mio Rione…molti anni fa sentivo cantare in versi,chi cantava in versi erano gente del popolo,era una cosa bellissima sentirli. Queste vecchie tradizioni di improvvisazione in ottava, che purtroppo viene a mancare…, Edis il tempo corre e porta via come l’Arno in piena momenti bellissimi…non perdiamo le tradizioni popolari …che sono cultura vita e amore per la nosta terra bellissima è piana di racconti.
Grazie Alfred, mi fai sentire aria di casa.
Sono d’accordo i dialetti sono belli ma stanno scomparendo, occorre riscoprire le radici della cultura della propria terra e a questo, come sempre. ci pensa Internet.
:
Si tratta di una ricchezza culturale e storica (57%), un legame con il territorio e con le proprie radici (48%), ma anche un sinonimo d’identità (41%). E a questo appello sembra rispondere il media ”globale” per eccellenza: il web, dove sono centinaia di migliaia i siti e milioni le pagine dedicate proprio alle mille lingue locali italiane: a dominare la Sicilia, con oltre due milioni di siti e pagine dedicate al siciliano, seguita dal calabrese e dal toscano, ma non c’è una regione o una città che non “produca” siti dedicati al proprio dialetto.
Sono dati ISTAT.
Viviamo nell’era dell’informatica, con l’assunzione nel vocabolario italiano e sulla quotidianità dei giornali di moltissime parole straniere. E’ vero che ciò è segno di progresso, di miglioramento, di universalità ma è altrettanto vero che non dobbiamo porre nel dimenticatoio quello che è stato il nostro trascorso: il dialetto rappresenta uno strumento più espressivo rispetto alla lingua italiana, perché legato a evocazioni ed emozioni più profonde, legate al territorio e alla sua storia.
La SATIRA! Che argomento coinvolgente! ” Buttato lì ” senza un copione, ma sortito dal dibattito tra apprezzatori e denigratori, ne è nato uno spettacolo fornito dai lettori e dagli scrittori , simile ai teatrini di piazza di buon ricordo ,in cui tutti i presenti potevano intervenire e recitare . Lo sfociare nei dialetti rende speciale, gradevole ed intelligente ,questo ultimo tratto. Complimenti di cuore : tutto spontaneo e repentino nel tempo, senza troppi ripensamenti, lascia capire la capacità e la bravura dei poeti!!! Come si vede ” argomenti a piacere” possono nascere e fluire naturalmente e con successo
Che meraviglia la satira in dialetto…..antica…sapida …spontanea…..!
Bèlin Alfred che bel genovese!
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Oua a’ me piaxe ! e oua pari semmö
parlando co-o dialettû
alloa sci, me permettû
de’ di-i due belinate, cösci se divertimmö
‘o l’ha raxion ö Françesco
parlemmo ‘e nostre lingue
ogni ün ‘o se pœ distingue
… e sensa ‘o “romanesco”
Sön belli ‘sti dialetti,
peccou, se stan perdendö
in mezo all’invexendo.
E i nostri garsonetti
cön questi “forestieri”
che parlan in moddö strano?
ma manco l”italiano”!
imparan volentieri!
Sforsemmose un po’ tütti,
mettemmose d’impegno
tiemmo fœa l’inzegno:
nö semmö coscî brütti.
( invexendo= confusione)
alfred-sandro.ge
Poi Pasquinuccio mi sono stancato di farti il verso con un improbabilissimo romanesto…ti parlo in dialetto modenese…voglio vedere se qualcosa riesci a capire….
Sà psès sàver
cùn chi parlèr
a prèv dìt
chèr al mè amìg
vòt gnìr a bèver mèg
un bèl bìcer ed Lamròsch?
Mò cum’as fa
a parlèr con un gìaroun
Cal prètand anch
ed sèntenzièr.
Un giaroun anch’mez ràt.
” Botta ” e ” risposta” , di un’arguzia fine, ironica,graffiante, ma sempre di un’educazione eccellente e piacevole. Franco non pensavo che tu fossi così estroverso e duttile. L’argomento ti ha interessato particolarmente e sei ” fiorito ” sarcasticamente!!!!! ahahaaaah! Bravo davvero! Però, sei curioso di scoprire il vero personaggio di Pasquino. Chissà se un giorno….. ! Per me ora ” Pasquino ” è semplicemente il nik di un eldyano, come il mio è “edis.maria! Mi diverto molto a leggervi e vi ringrazio di questo siparietto divertentissimo!
Non so chi sia madama Dorè …e sinceramente non me ne cale.
Vedi caro Pasquino,io sono un “grillo parlante” ,uno spirito libero ,non abbocco ad esche…entro se mi piace ed esco se mi rompo.
Sono donchisciottescamente d’accordo con te..combatto i soprusi ed i potenti ,ma non a nome di un “popolo” non ben definito.
In questo ambito il mio”popolo” sono Paola,Lucia, Edis, Rosaria,Sco,Giulio, Lorenzo,Giuseppe Guglielmo ecc.ecc. …il “popolo” di Eldy ,dato che siamo in questo Blog e per loro scriviamo. Questi amici rappresentano molto bene quella “gente italiana” sana, intelligente, sensibile ed aperta.
Scusa Pasquino tu non sei citato nemmeno negli ecc. ecc. ….perchè”non sei!” …..eh eh …ti martellerò finchè non ti toglierai la maschera…..questa è la mia esca!
Caro Franco, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa madama Dorè e gli altri amichetti che tanto hanno strillato per le pasquinate, ora che sei entrato, a pieno titolo, nel club degli arguti.
Per merito tuo cambieranno opinione?Mi pare già di averne visto qualcuno affacciarsi…timidamente.
Ora ti confesso dentro l’esca che ti ho gettato c’era un amo bello grosso e tu subito hai abboccato.
Ma sono contento, credimi, perché sei un ottimo poeta e fine dicitore, mentre Pasquino è solo il “portavoce”del popolo e si sa il popolo è un po’ ignorante. Non sa cosa sono le terzine endecasillabe a rima incatenata; conosce solo il quartino e il mezzo litro di vino bianco dei Castelli.
Nessuna sfida al singolar tenzone cavalier Franco ma solo satira contro i potenti e prepotenti.
BENVENUTO NEL CLUB DEGLI ARGUTI.
Ora ti saluto .…devo lavorare:
Noantri lavoramo
o semo penzionati,
ma più nun je la famo…
Troppi disoccupati
e li gioveni se sa
che nun s’anno da sposà.
Quelli, li “paperoni”
(quanti so’ l’evasori?)
so’ sempre più ricconi:
barche, case, tesori…
(Tanti so’ ricercati,
ma cianno l’avvocati)
P.S. – Stiamo parlando di satira ,quindi penso che filosofeggiare sui massimi sistemi sia un filino fuori tema…poi può essere satira tutto ….anche girovagare attorno al silenzio.
Caro Paquino
la singolar tenzone
non mi rovella.
Nun so la differenza
fra l’uomo Franco
e na statua de coccio.
Quando uomo sarai
allora
potremo capir
la differenza e i pregi.
Il silenzio di labbra cucite non è silenzio,Franco Muzzioli. Si potrebbe ottenere lo stesso risultato tagliando la lingua, ma anche questo non sarebbe silenzio.
E’silenzioso colui che,pur avendo la possibilità di parlare, non pronuncia parole inutili.
Guglielmo cita un antico detto:
“Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio “.
Il silenzio è un dono che ci è stato fatto e, per questa ragione, bisogna sfruttarlo.
Non c’è silenzio intorno a noi, tutto contribuisce ad una sorta di rumore continuo. Pitagora, per citare un filosofo, credeva che il silenzio fosse una creazione della nostra mente. Diceva, infatti, che il mondo fosse pervaso da una musica eterna che, a furia di sentire, ci dimentichiamo che esista. E se un giorno riuscissimo a sentire questa melodia?
Noi siamo nella stessa situazione: il silenzio esiste ed è sempre esistito, ma ci siamo dimenticati di lui con tutti questi rumori. Se noi riuscissimo a far finta di non sentire più tutti quei suoni che ci circondano, forse potremmo trovare il silenzio e capire finalmente ciò che fa di lui un dono prezioso.
Quante volte, benché desiderosi di rispettare gli altri, non riusciamo a tacere, quante volte durante il giorno ci capita di dire qualcosa che sarebbe stato meglio tacere….
nel silenzio fa capolino anche la meditazione…..è nel silenzio che, se lo si desidera veramente, si può anche “ASCOLTARE”.
No, no e poi no, Eldyane care; ve sbajate:
me volete intignà che Franchino
è cento vorte mejo der Pasquino?
de che? ma voi ciavete le patate!
Ma nun sapete che dar Pasquino ar Franchino
ce core quanto da ‘n capello a ‘n trave?
Noo!? fatem’ er piacer’ annate a
legge bene cor lanternino
e le differenze le troverete.
Rispondo a Guglielmo con qualche adagio:
Un bel tacer non fu mai scritto.
Il silenzio è d’oro.
Chi non sa parlare taccia.
A chi parla poco basta metà cervello.
Chi parla semina e chi tace raccoglie.
Capo senza lingua non vale una stringa.
L’intelletto senza lingua pare stupidità.
Lingua muta è mal servita.
Uccello che non canta non da augurio.
Se la gallina tacesse nessuno saprebbe che ha fatto l’uovo.
Come vedi i vecchi saggi ne avevano per tutti!
Forse ci sono i momenti per parlare ed i momenti per tacere….ecco tutto!
Vi è un detto: “Le parole sono preziose,ma più prezioso è il silenzio”.Questo detto risulta profondamente vero. Più che capiamo il significato,più realizziamo questa verità. Quante volte durante il giorno ci capita di dire qualcosa che sarebbe stato meglio tacere!Quante volte disturbiamo la pace del nostro ambiente con una volontaria mancanza di silenzio.Quante volte riveliamo le nostre limitazioni,la nostra meschinità,la nostra gretezza, che avemmo potuto nascondere,se solo avessimo taciuto!Qunte volte, nenchè desiderosi di rispettare gli altri,non riusciamo afarlo, perchè non sappiamo tacere, tante volte basta una solo semplice cosa: il silenzio, il non parlare parta molto più tempo per pensare. Pensare porta più tempo ad ascoltare. Ascltare porta omore per l’immobilità, e l’immobilità era la strada per la risposta…C’è un silenzio del cielo prima del temporale, delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera, di quelli che si amano, della nostra anima, poi c’è il silendio che chiede di essere ascoltato.
Capisci? una parola efficace è una parola che sboccia dal silenzio. Una parola che porta frutto è un parola che sgorga dal silenzio ritornando a essa…Le parole sono preziose, ma più perzioso è il silenzio.
“Lo spettacolo deve continuare.
Mi si spezza il cuore. Il trucco si sta sciogliendo ,ma io continuo a sorridere.Non mi arrenderò mai.
Lo spettacolo deve continuare.” (Queen)
Speranza
Er cerone se scioglie
er nero te scende
dai tinti capelli
..o da quello che resta.
E gonfi il tuo petto
da vecchio bacucco
con l’occhio ormai spento
col flaccido trucco.
Perchè non te scarichi
patetico omino?
Perchè nun vai tosto
a dormire un pochino ?
Vai..vai….nessuno ti tiene
tra ville sontuose
tra mille sirene.
Ritorna negli agi
di mille attenzioni
e noi..ancor paghi
cantiamo canzoni
facciamo peana
di gioia e d’amore
è andato…è partito………il gran salvatore.
Molto belli e significativi i versi di Franco, esprimono il dolore e la rabbia per questa disgrazia immane,grazie per averli postati.
Giustamente , in momenti così tragici, la satira può solo tacere e lasciare spazio all’ umanità , alla fratellanza, e al compianto più sincero.
Accetto il silenzio di Pasquino…non c’è spazio per la satira quando il cuore è straziato.
Meno modesto dell’amico e indegnamente accostato alla divina Alda , voglio spander la mia voce :
Quel poco che resta
Gli occhi atterriti
come spade taglienti
nel chieder la vita
che la natura cancella.
Gli occhi colmi
delle lacrime di chi soffre
per la misera compassione
di chi solo guarda.
Gli occhi che non vedono
le mani di Pilato-lavate-
perchè la vita continui.
Gli occhi chiusi
per sempre
sotto un muro di fango
illogico scacco
a quel poco che resta di umanità.
Scusa Pasqui’,io nun so bona a fa le rime,pero’t’ascorto sempre(in silenzio),e mo che fai?,te voi azzitta’?,e si nun parla piu’manco Pasquino vordi’che er monno sè propio rivortato.
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In conseguenza di quanto sta accadendo in Liguria ,vorrei trovare parole,vorrei offrire un aiuto a costoro…ma poi…
Ho bisogno di silenzio (Alda Merini)
Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno ?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.
Che bello!! Si è aggiunto un altro interlocutore!! Tutti molto bravi ed ironici!!! Evviva!!
Amico Pasquino
mò te contraddici !
Te suoni, te canti
nun pensi a la gloria
te dici modesto
nun cerchi l’applauso,
sei solo una statua
che sputa sentenze!
Poi prosaicamente citi l’articolo 33 della Costituzione Italiana che recita …” che l’arte e la scienza sono libere”…
Rimane un dubbio…..ti reputi artista o scienziato ?
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Anch’io saluto e ringrazio i commentatori di questo Blog per tutte le opinioni espresse,pro o contro,e lo faccio sinceramente da…statua di marmo.
Caro Franco ciài raggione, ciài :
nun so’ modesto e me la sòno e canto
lo fò sicuramente pe li guai
che nàscheno s’appena ‘n po’ te vanti.
Quelli famosi nun lo fanno mai
perchè so bravi e nun essendo tanti
so’ l’antri che je dicheno semmai
che ciànno stoffa bona, da mercanti.
Siccome ammè nun lo dirà gnisuno,
pe’ na botta de grolia a basso prezzo
me lo dico da me. E, sarvognuno,
che male fo? Me vanto e ed accarezzo
l’idea d’èsse ner blogghe er sorquarcùno.
Però d’adesso un poco me eletrizzo!!!
Benvenuto sor Franco e
lasci perdere chi è
chi non è
son protetto dall’articolo
trentatre.
Il dubbio che viene
nel legger stè righe
è che nun sai bene
chi pensa e chi scrive.
Na testa de coccio ?
Er re travicello ?
Nà maschera buffa
dal fuso cervello?
Vuoi fare la satira…
che bello! Che bello!
Mè scappa da ridèè
me levo er cappello.
Ma come tu sai
da Persio a Marziale,
dal Monti a Trilussa
nel bene e nel male
cian messo la faccia
è tutto reale.
….conosci la faccia!
Francesca (Franci), grazie, per il suo simpatico commmento, la saluto con simpatia.
Bellissima questa vostra satira, Guglielmo, Pasquino e Alfred, è elegante e raffinata oltre che ironicamente intelligente. Come dice l’articolo, anche questa è una forma d’arte e io, che amo l’arte, vi dico “continuate a deliziarci con le vostre rime, noi eldyani ne avremo divertimento sublime”.
ahhhaahha me piace er giuggiolone de gugliemo
Io m’ero, abituato e migustava,
di esprimere i pensieri con l’ottava.
Ma adesso più che mai io son lieto,
usando un altro metro a viver quieto.
E’ certamente cosa grande e forte,
cotanta gente riunita a corte,
col sire e la regina, senza pari,
c’è anche il gran maestro dei giullari;
e tanti inllustri personaggi,
d’animo grande e nobili personaggi!
Alloro portiamo avanti il gran segreto
Di Pasquino libero giullare, e di vivere
se si puote, in modo quieto!.
Questa è la mia ultima rima. Grazie a tutti.
Eccolo già risanato !!! Gli ha fatto meglio una sgridata, che una ” passata” dallo scultore!!!! Le torinesi hanno le ricette efficaci!!!!!!!aahahahaha!! Ora lasciamo scrivere gli altri, se no diventa un dialogo Pasquino – Edis, e non è corretto!
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Brava fatte chiamà che intelligente sei
che tutt’er blogghe innamorato l’hai,
faressi innamorà puro di lei
pe’ quele gran gentilezze che tu ciai.
Lo so però che dispettosa sei
e de li commentatori tu pietà nun ciai.
e si pietà nun senti pe’ ‘sta pena
dirò che tu sei torinese e no romana.
Si nun senti pietà der mi dolore
dirò che in petto tuo nun porti er core.
Pasquino, adesso non fare la vittima ,oppure scrivi una satira su te stesso ,che non si accontenta della maggioranza dei commenti positivi ricevuti dalle tue satire , e dà troppa importanza ai pochi pareri, oltre il resto, scritti con garbo e democrazia ( tu ami la democrazia vero Pasquino, non pretendi che tutti siano d’accordo con te, vero?) Come vedi so anche riprenderti quando , secondo me sei in torto. I restauri forse ti hanno indebolito, ma ora ” forte e gagliardo ” come prima ti aspettano i tuoi estimatori ! Ti permetto di rispondermi ” a modo tuo”, senza offendermi per l’eventuale ironia!ahahaaaa!!!!!
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edis.maria,alfred e guglielmo.ca
G R A Z I E
con questa vostra amicizia sincera
avete fatto battere un cuore anche
se di dura pietra era.
Sono in restauro lo sapete,
a causa dei colpi di pietre
ma presto,molto presto
ritornerò ristrutturato
e allora delle belle ne vedrete.
Edis.Maria, non esageriamo,
ti prego di riporre il copricapo!
Di cuore ti ringrazio, ma, diciamo,
che son sol uno con i grilli in capo
non un poeta, non cosi mi chiamo.
A una rima ben fatta io m’arrapo
ad infilarle in serie d’otto amo,
ma come ogni altra occupazione
altro non cerco che soddisfazione
Non son poi neanche fra quelle persone
che sanno improvvisare alla leggera
sarà che sono solo un giuggiolone
ma ho bisogno ahimè della tastiera
per buttar giù,con calma,la canzone.
La vostra arte è invece quella vera
Altro che storie,e quando andate a braccio
io resto a piedi,evi guardo,e taccio.
Questo però non rappresenti un laccio:
ti son grato del tuo controcanto
gioia mi dà,ed io tesor ne faccio,
di quest’incontri sempre son contento
perciò se vuoi segui il mio canovaccio
felice son dell’accompagnamento
il questo mio sporadico versetto:
Anche su Eldy facciam fiorire il maggio.
GuglielmoCa, non sei niente male! Bravo, ti aggiungi a Pasquino ed a Alfred e me ne compiaccio. Bello questo ” combattere” a suon di versi, piacevolissimo!
Certo sei uomo tu di gran coraggio
che sa mettere insieme le parole
che di bravura ne da sempre un saggio
che sa picchiar nel dente dove duole
Fiorisce l’arte qui, come di maggio
ne campi fan le rose e le viole,
ma non s’è accorto Pasquino oppur s’è perso
che nella prima ottava avanza un verso?
Nel mio poetare adesso sono immerso
perchè tu m’risponderai per le rime
badando bene per ogni capoverso
fosse trattato bene con le lime
vedi ben che da te son diverso,
ma questo fatto certo non mi opprime
ché di parole e rime non sei avaro
e quando leggo qui, qualcosa imparo
perchè rispetto a te sono un somaro
che a malapena legge sulle carte
col cuore te lo dico e sai non baro
che d’ogni cosa tu ne fai bell’arte
dell’internette tu sei un gran faro
che può far luce qui e in qualunque parte
e anche se non sono l’Alighieri
io ti rispondo sempre volentieri.
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Se fussi un “cuccadores”
la tassa la pagherei
assai volentieri!
Ma son di marmo
e come te dici
ho gli anni
ma non l’appendici!
M’arisurta,caro amico,che oggi
compi l’anni , eccoti gli auguri
miei sinceri
L’amicizia è come un fiore,
la coltivo con amore
e annaffio ogni giorno
con tanta sincerità.
Un omaggio così apprezzato non l’avevo mai ricevuto! ahahahaahh!! Per fortuna che sei una statua di marmo ” caloroso”.Ti ringrazio e , o in romanesco , o in italiano, sarai sempre apprezzato e gradito!!!
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pasqui che fai? me fai er cuccadores?’
na statua sei, e ‘ciai puro li anni tui
ma lassa perde che se tte vvede “lui”
mette ‘na tassa ai conquistadores.
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Omaggio a un Donna, (Edis.maria)
che ho incontrato per caso in questo strano mondo del blog.
Un incontro fortuito, uno scambio innocente
e la scoperta di poter divertire.
Avrei milioni di cose da dire,
ho solo la mia sincerità da offrire.
Fuggo… ma per poter ritornare.
Il moderno Pasquino si sa esprimere anche in italiano.
Anche se di marmo sempre è!
Piacevolissimo questo dialogo satirico in versi!!!!! Che bravi!!!
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CHI FA DANNI
Benpensanti-quattromani,
scriveranno certamente
d’indignati scalzacani
che la piazza fan rovente.
Ma di loro, quanti sanno
come, quanto B. fa danno?
pasquino?????
Ti rompono Roma e tu stai a guardare?
vabbè che sei una statua e i piedi l’hai incollati
ma da lassù in alto, vedendo i disgraziati
potevi “move er culo” e scendere a menare.
Han rovinato tutto , sti quattro deficienti
del popolo indignato che li manifestava
pacifico, sereno, e a San Giovanni andava,
han rovinato tutto ed ora son contenti.
Di nero son vestiti, vorrà ben dir qualcosa
bastoni,spranghe ,caschi e tanta cattiveria
ricordano “quei” tempi, ritorna alla memoria.
La storia si ripete, non è una storia nuova.
Pasquino, sei di marmo ma al momento giusto
la tua l’hai sempre detta, il popolo ti ascolta
non la rivoluzione…… ‘na piccola rivolta,
la gente la farebbe non certo per il gusto
di fare gran casini: e chiedono non molto
lavoro, pace e infine pensare al futuro
un avvenire che appaia a tutti meno duro.
rendendoci le cose che “quelli” ci hanno tolto.
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Brava signora Sandra ,la trovo un’ottima idea e la giriamo a chi gestisce il Blog.
Quod non fecerunt barbari, fecerunt gli Eldyani!
A quattro cose nun portate fede:
sole d’inverno
nuvole d’estate
pianto de donna
carità de frate
perche’ nn sarebbe possibile iniziare chiaccherare tra noi eldyani scambiandoci conoscenze,esperienze chiedendoci vicendevoli consigli ?
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La bancaaa?
Pensa tu che brutta sorte:
uno gnomo nel kasino
perché se parlò Consorte
d’una Banca, con Fassino,
quello volle far il dritto,
ma doveva stare zitto.
Alba…E’ un po’ che gironzolo e mi ritrovo tra voi amici di questo fervente blog. Mi piace intrufolarmi tra le parole, annusare le anime dei mondi paralleli al nostro, accarezzare i disagi dei pensieri non espressi e immaginare nonché toccare con mano la preziosità dell’anima di coloro che incontro nelle mie peregrinazioni. A volte mi fermo, altre mi soffermo e spesso mi trovo in più posti contemporaneamente come un pensiero insoddisfatto della sua mente di origine che decide di visitarne altre.
Ciao Alba, benvenuta tra noi
Ecco un’altra genovese
la mia lingua è come il cinese
Tu romano padron della terra
che fai?
Or sveglia amico mio
non vedi i bastimenti
in porto pronti a salpar
per salvare la banca d’Italia
che a Roma ha i suoi tentacoli
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Ahò! Sarà fanaticheria ,ma fa proprio piacere
sentisse di certe cose.
A stà statua quà
Quanno er penziero scanza la raggione,
te pare d’avè quello che nun ciai:
sordi,salute,gioventù passione.
No speriamo bene
che nun torni er bastone.
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pasquino?
non ti scordar che tu una statua sei
e ti è concesso dire quel che vuoi
gli altri lo farebbero, …ma poi?
non tolleran giudizi dei plebei.
Qui tutto si può dire e dar consigli
per navigare al meglio su sta’ nave
rimasta dei naufragi, e cosa grave
per le porcate fatte a noi conigli.
comunque or m’affaccio un po’ al balcone
e guardo sotto attento a che succede
guardo la folla : cè ancora tanta fede
Speriamo che non torni “quel bastone”
alfred
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Scambiamoci conoscenze
e esperienze?
Si solo li matusa
come me, Alfred
nun troveno la scusa
pe nun parlà de ieri,
è segno che la storia
se fa co la memoria.
ARICORDAMOSE TUTTO !