E dopo i colori e la salute, ecco uno spazio dedicato al gusto e ai vini in particolare!
Il nostro amico e collaboratore Franco Muzzioli ci propone, con una buona dose di ironia, un altro interessante argomento, tra l’altro proprio in prossimità delle feste, liberandoci oltre che dai sensi di colpa, anche dallo “spauracchio” del colesterolo. Beviamo tranquilli, dunque, ma con moderazione e consideriamo anche “il paradosso francese”. Infatti
si dice che la Francia, consumatrice di foie gras e lardi e grassi in gran quantità, sia in realtà il paese con il più basso tasso di colesterolo dovuta al consumo “moderato” di vino rosso (infatti una delle sostanze contenute nel vino, il resveratrolo o Res, sembra avere un’azione benefica sul sistema immunitario oltre che sui processi infiammatori, al punto da inibire la formazione di pericolosi vasocostrittori)

Ecco che Franco, scherzando scherzando, ci dice la verità ed anche che è molto importante stare allegri, con o senza l’aiuto del vino.(pca)

 

Libiamo !

Se ti viene mal di testa
non far uso di calmanti

bevi ,bevi del buon chianti

ed il mal ti passerà.

Agli uomini dabbene
generoso il vin si versi

che l’acqua è pei perversi

il Giudizio lo provò.

Parto con qualche strofa di questa antica canzone popolare per introdurre un discorso “spiritoso”…

Nel Corriere della Sera vi è un articolo intitolato “l’alcool buono”, dove si afferma che da nuovi studi  sono state confermate scientificamente le proprietà benefiche del vino, un paio di bicchieri al giorno di “rosso” (ma anche di qualche bianco) aiutano a prevenire molte malattie…

“Le scoperte di volta in volta o sono sorprese o confermano scientificamente quanto già osservato in modo empirico dalla notte dei tempi e introdotto per questo tra le abitudini salutari. L’ultima ricerca, tutta italiana, conferma ulteriormente il ruolo preventivo del vino rosso rispetto all’invecchiamento in generale e rispetto al nostro apparato circolatorio”…

“Tutto questo grazie ai polifenoli del vino che proteggono gli omega 3 e gli omega 6 (che sono gli acidi grassi polisaturi che circolano nel sangue e proteggono dal colesterolo “cattivo”, favorendo un’azione anti-infiammatoria indiretta”…

Ma quanto vino bere perché faccia bene?

Stabiliscono la quantità giornaliera in circa 200 ml per le donne adulte ed in circa 300 ml per l’uomo adulto  (due bicchieri per le donne e tre per gli uomini) … (c’è chi consiglia di essere leggermente più parchi).

Quali sono i vini più indicati?  Tutti i rossi (ricchi di resveratrolo) e l’elenco è lunghissimo perché in ogni regione italiana ci sono rossi di eccellenza, vanno tutti bene … poi ovviamente subentra il gusto personale e l’abbinamento con i cibi.

Ma anche le “bollicine” (come i prosecchi) vanno bene, sono ottimi antiossidanti.

Rivolgo poi uno sguardo compassionevole verso gli astemi…”Signore perdona loro perché non sanno… quello che perdono”…..

Ovviamente scherzo e sempre tenendo presente che qualcuno sulla strada possiede un “etilometro” ….e lo fa funzionare …con la dovuta moderazione……libiamo!

A questo punto:
sarebbe simpatico sapere i nomi dei vari vini regionali per fare una mappatura del territorio.

Quindi da chi legge ci aspettiamo un aiuto.

Non a caso quando si leva il bicchiere per brindare si dice “Salute”!
Allora il vino è salute? che ne pensate?

Brindiamo orsù!!!

Santé!/לחיים Lechàim / Salud!/”Sahha” صحة /Cheers!/ zum Wohl!/ Skål!/ Salut!/ Saúde!/かんぱいKampai!

28 Commenti a “Libiamo! scritto da Franco Muzzioli”

  1. rikievans scrive:

    Commenti abilitati
    Posso solo aggiungere che le sole vigne che si sono salvate nella mia provincia, sono confinanti con il lago maggiore nella zona di Angera dove si produce una famosa grappa.

  2. rikievans scrive:

    Commenti abilitati
    Io non posso aggiungere più niente alla cartina geografica enologica compilata da chi mi ha preceduto, posso solo ricordare un annedoto tanto per non dimenticare che oltre ad essere dei grandi specialisti nella produzione dei migliori vini del mondo, siamo stati anche dei grandi vinificatori di vini in bustina, o di nomi di vini mai esistiti, o estinti fin dalla fine dell’ottocento, causa filossera, o peste delle vigne.
    Nel lontano 1970, ero a ROMA per il servizio militare, poi alla fine mi sono fermato altri due anni come autista tutto fare di una nobile famiglia Romana, un giorno in un ristorante venne loro servito un famosissimo vino Piemontese, il nobile rosso del sasso di Gavirate, conoscendo le mie origine, il mio pricipale tornando a casa mi disse se conoscessi questo pregiato vino, e se avessi avuto occasione di procurargliene una buona quantità.
    Potete immaginare il mio stupore a questa richiesta visto che io sapevo che le uve da vino dalle mie parti non esistevano più,
    al massimo nel Varesotto esisteva solo l’uva fragola o uva americana, che era stata impiantata hai primi del novecento in sostituzione di quelle morte e cosa ancora più grave che Varese è in Lomardia.

  3. franco muzzioli scrive:

    Mi sembra che questa piccola rubruchetta dei vini stia diventando molto interessante anche grazie alla cultura di alcuni. Vorrei sottolineare ancora il citato “SACCHETRA'”(Alfred),che è un patrimonio di quelle disastrate cinque terre liguri. E’ un passito celestiale ,che nasce proprio sulle scoscese terrazze che degradano verso uno dei mari più belli d’Italia.
    Sono uve che nascono a dispetto della logica e della gravità,su terre spruzzate di salmastro e maturate col sudore e la caparbia testardaggine del liguri.

  4. alfred-sandro.ge scrive:

    Parliamo anche un po’ delle politiche comunitarie ?
    ed anche della pubblicità spudorata all’alcool seguendo il discorso di Alba?
    Ricordo che, non moltissimi anni, fa il Governo iIaliano sulla spinta del governo di alcuni stati Europei ha accettato di ridurre drasticamente le quantità di viti sul territorio nazionale, incentivando gli agricoltori, adducendo il pretesto che era meglio aver una minore quantità di vino a favore della qualità.
    Questo comportò la sparizione pressocchè totale di vini, si di minor pregio, ma sempre genuini.
    Vini che si poteva trovare sfusi nelle bottiglierie e nelle osterie sottocasa e che da sempre imbandivano le tavole dei lavoratori. Oggi una bottiglia di vino non costa meno di 4 \ 5 € ( 10.000 lire! Senza contare che molti produttori sono stati costretti a cessare le loro attività mentre altri, diminuendo le loro produzioni e alzando il prezzo, hanno aumentato i loro guadagni riservando i loro prodotti a clientele d’elite.
    Per quanto riguarda la pubblicità: ci sono leggi dello Stato che vietano espressamente la pubblicita degli alcoolici in tv: vedi…

    http://acatfedericiananordbare.....degli.html
    http://www.vertici.it/servizi/.....?cod=13632
    http://www.persuasionesublimin.....olici.html
    Alla radio (radio 2 della rai) da anni va in onda una trasmissione dedicata ai giovani nella quale si decanta e si esalta il consumo di vino.
    È statisticamente dimostrato che tra i giovani l’uso di vino è enormemente aumentato assieme alla birra e a bevande apparentemente innoque ma contenti piccole quantità di alcool presentate in confezioni accativanti.

    Inoltre le limitazioni e le restrizioni in campo sanitario hanno costretto ad abbandonare coltivazioni tipiche locali dove la produzione limitata era conosciuta quasi esclusivamente dalla popolazione locale.
    La Liguria non è una grande produttrice di vini essendo stretta tra mare a monti ma i suoi vini sono conosciuti in tutto il mondo: primo il “Coronata ” coltivato alle spalle di Cornigliano, il “Pigato“, della zona dell’albenganese, il “cinque terre e la sciacchetrà” della riviera di levante.
    Nella mia zona c’erano (purtroppo non ci sono più) splendidi vini bianchi col sapore di zolfo: zolfo aggiunto alla chiusura della botte per evitare l’ossidazione a causa della bassa gradazione alcoolica. Erano il bianco di “S.Olcese, di Murta, S.Cipriano, e di tutta la Val polcevera in generale. Tutte le osterie avevano il loro ed ognuna di loro aveva il “migliore”.

    alfred-sandro.ge

  5. Ivanhoe del "fiume" scrive:

    Commenti abilitati
    Dopo questo excursus fatto dai commentatori (chi piu ne ha piu ne metta) sui vini italiani ,che dimostra, inevocabilmente, quanto sia radicata la nostra cultura vinicola, riconusciuta(possiamo “gridarlo” forte) a livello mondiale. Abbiamo oramai superato anche i francesi nella produzione di ottimi spumanti, vedi..ferrari etc.
    Aprirei un piccolo capitolo sui vini da taglio, ottenuto con il mosto di vini meridionali, in particolare, sicilani e puglesi, usati gia nell’800 per tagliare e per aumentare la gradazione alcolica dei piu famosi vini del nord e non.
    per saperne di piu:http://arte.noblogs.org/post/2.....ottocento/

    Non tralascerei i vinicoltori italiani che nei prima anni dell’800 si insediarono in California, (terra simile per clima all’italia… al meridione in particolare). Facendola diventarene negl’anni, una delle maggiori produttrici di vini nel mondo.
    per saperne di piu: http://ciaoit.com/index.asp?la.....038;tipo=0

    ultimo appunto, non dimentichiamo i vini lombardi doc.
    http://www.vinostore.it/lombardia.phpIl vino

    Gusto… con piacere il sassella vino doc valtellinese, in modo, forse, poco “ortodosso” con polenta uncia, pizzoccheri e bresavola valtellinese.Giosue Carducci, che prediligeva i vini di Valtellina, così celebrò il rosso Sassella: “E tu pendevi tralcio dai retici balzi… è bello al sole de l’Alpi mescere il nobil tuo vin cantando”.

    Il vino (dall’ebraico yine, che significa bollire, fare effervescenza) è il prodotto che si ottiene (secondo il DPR 162/65 e successive modifiche) dalla fermentazione alcolica totale o parziale dell’uva fresca, ammostata o del mosto d’uva.

    I maggiori produttori di vino sono, oltre all’Italia, la Francia e la Spagna, e negli ultimi anni anche la California, la Nuova Zelanda e l’Australia, il Cile e l’Argentina. La regione italiana con la più ampia superficie coltivata a vite è la Sicilia, mentre le più rinomate per la qualità dei loro vini sono la Toscana (con il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano) e il Piemonte con il Barolo.Continua…..
    http://www.cibo360.it/alimenta.....alcol/vino.

  6. paolacon scrive:

    Nella “mappatura del territorio” non potevano mancare i vini friulani.
    In Friuli i bianchi del Collio sono famosissimi come il “friulano” che ha dovuto cambiare nome lascindo al Tokaj ungherese il privilegio di chiamarsi così, anche se sono due vini tanto diversi. I rossi come il Merlot e il Cabernet e particolarissimi, anche se meno conosciuti, il Ramandolo,il Pignolo, lo Schiopettino, il Tazzelenghe e il Picolit.

  7. lieta scrive:

    carissima alba sei na vera forza della vita vera…………

  8. lucia1.tr scrive:

    Raccolgo l’invito di far conoscere i vini regionali e vi parlo del vino prodotto nella mia amata terra d’origine, Montefalco. Una delle massime espressioni del vino italiano è, senza dubbio, rappresentata dal vino Sagrantino di Montefalco, che non sfigura certo al paragone di nomi altisonanti. La coltivazione della vite, in particolare del vino Sangiovese, nel territorio di Montefalco, risale addirittura all’ epoca pre romana tanto è vero che, già Plinio il Vecchio vantava i pregi del vino di queste terre. Tuttavia sembra che solo più tardi alcuni frati francescani abbiano riportato dall’ Asia Minore il vitigno del vino Sagrantino, sostituendolo poi nelle vigne al vitigno del Sangiovese. E’ questa rara e preziosa uva coltivata solo nelle colline intorno al paese che rende possibile aggiungere nell’ olimpo del vino italiano il vino Sagrantino di Montefalco. Il Sagrantino nella sua versione secca è un vino italiano rosso granato con velature violacee, di aroma pieno e bouquet che ricorda l’ aroma di more di rovo, con tenore alcolico fra i 13 ed i 15 gradi, che va servito a temperatura ambiente. E’ ottimo compagno per minestre e carni leggere anche se la sua corposità lo fa scegliere anche per arrosti, selvaggina e per formaggi saporiti. Questo vino italiano nella sua versione passita è un perfetto vino da pasto con gusto speziato e caldo, al tempo stesso corposo e abboccato con tenore alcolico mai inferiore i 14 gradi e colore tendente al granato. Invito gli intenditori a gustare un bicchiere di questo vino, rimarranno sicuramente deliziati!

  9. franco muzzioli scrive:

    In Italia ci sono un milione e mezzo di alcolisti e nove milioni sono a rischio e l’alcool è il terzo fattore di morte nei paesi occidentali.
    Ma anche con le automobili vi sono 4.237 morti l’anno e 307.258 feriti (una piccola guerra)…Allora dobbiamo abolire vino ed automobili ?
    Penso di no, sono tutte e due utili, siamo noi che non li sappiamo usare.
    Poi è vero quello che dice Alba…il vino è sempre stato la “droga dei poveri”, io però spero che cultura, intelligenza e civilità ci portino ad usare questi “beni” nel modo dovuto.

  10. franco muzzioli scrive:

    Il vino citato dal sig. Caicco è il primo vino del mondo …non in ordine di importanza (anche se deve essere veramente prelibato), ma nel senso temporale…..forse quello bevuto da Noè.
    Sembra che ricercatori americani abbiano stabilito che la Capadocia o meglio il sudest dell’Anatolia sia il primo centro di addomesticazione della vite da “vitis silvetsris” a “vitis vinifera” …questa pratica sembra che risalga a circa 10.000 anni fa. Il bello è che in Capadocia ,solo una piccola parte dell’uva viene vinificata , perchè è una splendida uva da tavola e con essa si fa l'”uva sultanina” (uva secca)…..immaginatevi che vini spelndidi saranno!

  11. alba morsilli scrive:

    nella mia vita ho visto tante persone ubriache uscire dalle osterie (adesso non se ne vedono più) chi era allegro, chi non stava in piedi, chi cantava, persone che nella vita normale erano dei buoni diventavano dei violenti.
    Ho visto molte donne con i lividi alla domenica causa la sbornia del sabato. Mi ricordo di uno che aveva la vena poetica la divina commedia io allora non sapevo niente ero una bambina ma le parole “guarda e passa non ti curar di loro mi sono rimaste impresse”
    Poi si aggiungeva mio nonno materno che a lui ormai ne bastava un bicchiere per cantare “operduto il mio galletto la la “era una sinfonia che noi nipoti la conoscevamo a memoria e dicevamo “siamo a posto il nonnoè ciucco”
    forse tutte queste testimonianze mi hanno portato ad essere astemia e quelle poche rare volte che ho bevuto un goccino di moscato la mia reazione è piangere.

  12. caicco scrive:

    Signor Franco i vini turchi si possono trovare in una enoteca di RM piazza Cavuor,ma se un giorno ci dovessimo incontrare sarei lieto di fare uno scambio con lei(dico scambio ahahahah sono turco!):una bottiglia di Kocabağ (KOH-jah-bah)della Cappadocia contro una bottiglia della sua terra Lambrusco.
    Le ricordo che è sempre sotto osservazione ahahahahah.Ricorda Standard and Poos’s?
    La saluto cordialmente.

  13. edis.maria scrive:

    Francesca ha descritto con maestria e direi quasi con amore, la bellezza delle nostre vigne piemontesi che ci procurano vini squisiti e d’alto pregio. In casa mia , sia nubile che sposata, il vino non mancava mai a tavola, per cui non ricordo neanche a che età cominciai a berlo. Ora pasteggio sempre con un bel bicchiere di vino rosso, quasi sempre ,il ” modesto” Barbera, o, a seconda del cibo ,di Dolcetto. Preferisco il vino rosso al bianco, se non d’estate qualche volta. Per la salute? Mi ha rassicurata e , direi, incoraggiata il cardiologo che mi segue ,che alla mia domanda mi rispose: ” Un bicchiere di vino rosso a pasto può berlo come ha sempre fatto, ma che sia BUONO!!”

  14. alfred-sandro.ge scrive:

    Ma che bello: tutti ciucchi
    tutti i vini? proprio tutti?
    ma che dice or l’esperto?
    bevo acqua? “Mi comverto!”
    Due bichieri? Mezzo litro?
    e se poi c’è il salnitro?
    E se vado in trattoria?
    sol del Suo me lo dia.

    È frizzante, nella brocca,
    sentirà che gusto in bocca!
    Devo bere poco vino,
    ci sta fuori il “palloncino”.
    Beva poco, le fa male
    finirà all’ospedale.
    Beva vino le fa bene.
    le agevola le vene.
    Ti rinfresca, ti riscalda
    ed in estasi ti manda
    bevi per dimenticare?
    paga prima di iniziare!
    bianco, rosso, rosatello,
    pinot grigio, vin novello
    castelsardo, vermentino,
    siculiana, marzemino,
    chianti, gavi, un buon barbera
    e che sian genuini spera
    fermi,asciutti con le bolle,
    fiaschi in paglia o nelle ampolle,
    bevi il vino…….l’Italiano,
    che cosi ci diam la mano.
    Anche in Francia sono buoni……
    ma caliamo i “debitoni”
    alfred

  15. franco muzzioli scrive:

    …il vino e la passione
    di Jacques Prèvert….FIESTA

    E i bicchieri erano vuoti
    la bottiglia spaccata
    il letto spalancato
    e la porta sbarrata.
    E tutte le stelle di vetro
    della felicità e della bellezza
    scintillavano nella polvere
    della stanza mai ripulita.
    Ero ubriaco morto
    e gioioso falò
    e tu ubriaca viva
    nuda tra le mie braccia.

  16. lucia1.tr scrive:

    Pablo Neruda, da “Ode al vino”

    “Vino color del giorno, vino color della notte,
    vino con piedi di porpora
    o sangue di topazio,
    vino,
    stellato figlio
    della terra,
    vino, liscio
    come una spada d’oro,
    morbido
    come un disordinato velluto,
    vino inchiocciolato
    e sospeso,
    amoroso,
    marino,
    non sei mai presente in una sola coppa,
    in un canto, in un uomo,
    sei corale, gregario,
    e, quanto meno, scambievole.”

    PS: Aggiungerei “Il Sagrantino” di Montefalco, vanto della mia terra

  17. Ivanhoe del "fiume" scrive:

    Commenti abilitati
    (Jorge Luis Borges,Buenos Aires 1899-1986)
    Sonetto al Vino
    In quale regno o secolo
    e sotto quale tacita
    congiunzione di astri,
    in che giorno segreto
    non segnato dal marmo,
    nacque la fortunata
    e singolare idea
    di inventare l’allegria?
    Con autunni dorati
    fu inventata.
    Ed il vino fluisce rosso
    lungo mille generazioni
    come il fiume del tempo
    e nell’arduo cammino
    ci fa dono di musica,
    di fuoco e di leoni.
    Nella notte del giubilo
    e nell’infausto giorno
    esalta l’allegria
    o attenua la paura,
    e questo ditirambo nuovo
    che oggi gli canto
    lo intonarono un giorno
    l’arabo e il persiano.
    Vino, insegnami come vedere
    la mia storia
    quasi fosse già fatta
    cenere di memoria.

  18. franco muzzioli scrive:

    Se volete documentazioni specifiche andate su “lambrusco.net” sito del Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi ,dove potrete trovare l’elenco dei vini e dei maggiori produttori

  19. franco muzzioli scrive:

    Bene …dato che sono partito con l’articoletto vi elenco un pò di vini delle mie parti:
    i rossi
    Lambrusco di Sorbara DOC
    Grasparossa di Castelvetro
    Lambrusco salamino di Santa Croce DOC
    Lambrusco rosè frizzantino
    Lambrusco scuro reggiano DOC
    Gotturnio dei colli Piacentini DOC
    Bonnarda DOC
    Sangiovese di Romagna

    i bianchi
    Pignoletto dei Colli bolognesi
    Albana passito di Romagna
    Trebbiano secco ed Amabile
    Malvasia DOC di Parma
    e tanti altri minori…….sono a vostra disposizione per chiarimenti

  20. lieta scrive:

    ahahahaah alf me fai ridere de gusto ahhhahaahha

  21. franco muzzioli scrive:

    Avevo avuto notizie di ottimi vini turchi , mi pare che la produttrice fosse la Turasan…non mi vorrei sbagliare…ma in Italia dove si trovano?

  22. Ivanhoe del "fiume" scrive:

    Commenti abilitati
    Ne bevo poco (solo a tavola), ma cerco il buon vino amo il: Refosco, Bonarda, San Giovese, Montepulciano d’abruzzo,non disdegno i novelli hanno l’aroma dell’uva appena pigiata. Da bambino mia madre non faceva mai mancare a tavola il chianti nel fiasco con il collo allungato, della ruffino. Non amo molto i bianchi non mi dispiace pero il Muller-Thurgau. Mio nonno mi diceva: “bevi..bevi il vino… fa buon sangue”.

    Un vignaiuolo offre un grappolo d’uva a un beone. “No grazie!” gli fa quest’ultimo.
    “Non riuscirai mai a farmi bere vino in pillole”.

    da:http://www.probiviro.it/curiosita.htm
    Il vino è una bevanda antichissima. Sin dai tempi più antichi gli uomini conoscevano i grappoli dell’uva, e ben presto si accorsero che questa uva spremuta dava un succo molto gustoso, che dopo una misteriosa fermentazione si trasformava in una bevanda inebriante.
    Noè
    Il primo ubriaco fu Noè. Dopo il Diluvio Universale, Noè, coltivatore della terra, fece la vigna, ottenne il vino, lo bevve e si inebriò. Ce lo tramanda la Genesi, che attribuisce al vecchio patriarca l’invenzione del vino.
    Tre coppe di vino
    Dioniso (Dio Greco del vino), in una commedia di Eubulo, raccomanda:
    Tre coppe di vino non di più, stabilisco per i bevitori assennati. La prima per la salute di chi beve; la seconda risveglia l’amore ed il piacere; la terza invita al sonno. Bevuta questa, chi vuol essere saggio, se ne torna a casa. La quarta coppa non è più nostra, è fuori misura; la quinta urla; sei significa ormai schiamazzi; sette occhi pesti; otto arriva lo sbirro; nove sale la bile; dieci si è perso il senno, si cade a terra privi di sensi. Il vino versato troppo spesso in una piccola tazza taglia le gambe al bevitore.
    Vino di Maronea
    Uno dei vini più famosi dell’antichità era il vino di Maronea, che Ulisse adoperò per ubriacare Polifemo.
    Sumeri ed Egiziani
    Il vino era conosciuto dai Sùmeri, gli Egiziani lo consideravano una bevanda sacra, lo offrivano agli Dei e lo distribuivano soltanto in occasioni religiose. Lo importavano dalla Siria, dalla Palestina ed anche da Creta.
    Plinio
    Lo scrittore romano Plinio (I° sec. d.C.) classificò centonovantacinque vini elencandone le caratteristiche e mettendo al primo posto il Falerno rosso.
    Tipi di vino nell’antica Roma
    Vi erano quattro qualità di vino conosciute: albus (bianco), fulvus (biondo), sanguineus (rosso sanguigno), niger (nero).
    Il vino in Italia continua…
    AFORISMI:
    “Vino pazzo che suole spingere anche l’uomo molto saggio ad intonare una canzone”.
    OMERO – ODISSEA
    “La verità è nel vino” PLINIO
    Parliamo del vino, che m’ha percerto tocco il cuore” L. ARIOSTO (Cassaria)
    Versate ancora e sempre Finché basta si dica noi” MOLIERE
    “Mi siano i tuoi seni Come grappoli della vite Il tuo palato come ottimo vino Che scende dritto alla mia bocca”
    IL CANTICO DEI CANTICI
    “Si colmi il calice di vino eletto nasca il diletto muoia il dolor”
    G.VERDI (Macbeth)
    “E’ pur bello quando gli uomini sono ebbri Quando essi hanno qualcosa di buono
    Da bere ed i loro cuori sono felici”
    Ammonizioni di un saggio egiziano 13,9
    “et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni”
    Leonardo da Vinci.

  23. francesca (franci) scrive:

    Io che abito in una zona che produce grandi vini (il Piemonte) penso che per conoscere i vini non bastano trattati e volumi che ne parlano ma bisogna recarsi sul luogo e camminare tra i filari d’uva. Si scoprono le differenze dei terreni delle esposizoni al sole, si tocca con mano come un grappolo di “bricco” sia diverso da uno che non matura sulla sommità del colle. A colpo d’occhio si vede (per chi se ne intende, ovvio…) se è maturo il Moscato mentre il Nebbiolo è ancora verde. Dal Roero alle Langhe, dal Basso all’Alto Monferrato, dal punto di vista vinicolo è storia nobile. Prendiamo ad esempio il vino più diffuso: il Barbera. Considerato da chiunque un vino da osteria, quindi un vino senza storia, fonda, invece le sue radici già in epoca romana. Vino a due facce, una giovanile e fresca-frizzante, l’altra da invecchiamento in barrique. Proseguendo nei nobili vini di questa terra posso citare il superbo Barbaresco, l’introvabile Ruchè di Castagnole Monferrato che io considero perfetto per un connubio con le carni rosse, l’asciutto e leggermente amarognolo Grignolino, vino intrigante che si sposa perfettamente con il famoso fritto misto piemontese, l’armonico e profumato Dolcetto d’Acqui, vino camaleontico da affiancare a carni importanti e funghi. Tra i bianchi il secco Cortese, il pregiato Gavi ma soprattutto il fenomenale Arneis che non può mancare al matrimonio col pesce.
    Ora, però, il brindisi lo faccio con voi offrendovi una coppa di Brut Asti Docg che nulla ha da invidiare al cugino Champagne.
    Avrete capito che amo pasteggiare con un buon bicchiere di vino.

  24. caicco scrive:

    BIBE: VIVAS MULTIS ANNIS
    (“Bevi: vivrai molti anni”, dall’iscrizione su una coppa vitrea da vino di epoca romana).
    Oltre alla salute,il vino rosso,fa bene allo SPIRITO, perché dà piacere ed è un valore forte della cultura mediterranea.
    ALL’INTELLIGENZA, perché il vino non è mai solo una bevanda, ma ci racconta sempre un storia legata al lavoro e alla passione di uomini, al territorio da cui proviene, con la sua storia ed il suo ambiente.
    Due buoni vini rossi della mia terra natia sono:
    ANCYRA KAVAKLIDERE KALECIK KARASI ANKARA e
    KOCABAG KAPADOKYA

  25. giulian.rm scrive:

    I vini rossi, soprattutto il Carbenet Sauvignon e il Pinot Nero, contengono fino a 4 mg/litro di resveratrolo, una quantità che supera di almeno trenta volte quella contenuta nei vini bianchi. Gli effetti benefici del resveratrolo sulla nostra salute sono molteplici,tanto che ci sono studi per farne delle compresse.Una compressa di resveratrolo non potrà sostituire completamente un bicchiere di vino rosso che non solo ci aiuta a tenerci in forma ma ci procura anche piacevoli momenti nel degustarlo!
    Bere poco,ma di qualità da nord a sud l’enologia italiana offre
    ampia scelta.
    …PER TUTTI…. CIN CIN…. SALUTE A TE… CIN CIN

  26. Ivanhoe del "fiume" scrive:

    Per-bacco si parla di bacco!!!

  27. Lorenzo.rm scrive:

    Bello l’articolo, Franco. Conferma l’idea che il vino faccia bene, se usato con moderazione. Inoltre, porta allegria, che, in questi tempi, è essenziale per sopravvivere non facendoci sopraffare dai problemi. Detto questo, essendo di origini siciliane, raccomando i vini rossi dell’Etna ed il nero d’Avola. Per il dessert lo zibibbo di Pantelleria ed il famosissimo marsala.

  28. alfred-sandro.ge scrive:

    già……
    ma chi glielo spiega al mio dietologo?

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE