In questi giorni di grande freddo mi sono ricordata di una storia umana molto bella quella di un uomo straordinario e della sua tenacia. E ve la vorrei raccontare.

A volte la caparbietà, se come obiettivo ha una causa giusta, paga.

Dobbiamo tornare indietro all’inverno del 1954, a Parigi e in tutta la Francia, l’inverno era più rigido del solito e la notte si arrivava facilmente a raggiungere temperature di 15, 20 gradi sotto lo zero. Il freddo non dava scampo ai mendicanti e in generale ai senzatetto, che cercavano di difendersi con carte di giornale. E proprio in quel periodo non era stato approvato in parlamento un provvedimento sugli alloggi, per cui gli sfrattati, che non riuscivano a pagare gli affitti aumentati, erano numerosissimi. Nella notte un uomo: l’Abbé Pierre e i suoi compagni, che portavano pane, vino, minestra e coperte alla gente, cercavano di alleviare una situazione drammatica.

Ma nonostante ciò molti erano i morti assiderati, senza che si potesse fare niente.

Quando l’Abbé ricevette la notizia che una donna era morta, alle tre del mattino, assiderata, con in mano il biglietto con cui era stata sfrattata, perché non poteva permettersi gli ottomila franchi di affitto, decise di agire sollecitamente e in maniera più radicale. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, l’Abbé Pierre si rese conto che quello che faceva lui era troppo poco, l’intervento doveva essere massiccio. Dalla radio  Luxembourg, angosciato, lanciò un appello memorabile, alle ore 12 del 1° febbraio 1954, in cui chiedeva aiuto alla popolazione e che fortunatamente commosse la Francia tutta.

Mes amis, au secours! Amici, aiuto!… Ogni notte ci sono più di duemila poveri sui nostri marciapiedi che soffrono il freddo, muoiono senza cibo, senza pane, senza tetto. [… ] “Ascoltatemi. C’è bisogno di coperte, paglia, minestre ed un sorriso di gente amica. [… ] “I bollettini meteorologici annunciano un mese di gelo terribile. [… ] Da cotanto dolore, lasciate che ci venga data una cosa meravigliosa: lo spirito di condivisione della Francia. Grazie! Ognuno può aiutare questi senzatetto. Per questa notte, al più tardi per domani, ci occorrono cinquemila coperte, trecento grosse tende militari, duecento stufe catalitiche. Grazie.”

Il giorno dopo i giornali titolavano:  “inverno 1954: l’insurrezione della bontà

Il discorso dell’abate fece raccogliere 500 milioni di franchi (di cui solo 2 milioni donati da Charlie Chaplin che disse in quest’occasione : « Questi soldi non li regalo, io li restituisco, appartengono al vagabondo chge sono stato e che ho impersonato.») Fu una somma enorme per quell’epoca e del tutto imprevista. I doni in natura furono talmente tanti che ci vollero due settimane per catalogarli.

Intanto la battaglia dell’Abbé Pierre vinse su due punti importantissimi: si ottenne che le stazioni della metro non venissero chiuse durante i mesi invernali, per permettere a chi era senza dimora di ripararcisi e venne promulgata, in Francia, una legge che proibì lo sfratto, durante il periodo invernale.

Questo prete ostinato, con il basco messo di traverso, una barbetta rada, una pellegrina di lana sulle spalle, che è ricordato come colui che fu capace di abbattere il muro d’indifferenza ed egoismo e di entrare nel cuore dei francesi, diede la scintilla per scatenare “l’insurrezione della bontà” e instaurare una catena di solidarietà.

Ardente difensore dei diritti dell’uomo ed in particolare del diritto ad un alloggio, l’abbé Pierre non smise mai, in tutta la sua lunga vita, di occuparsi dei diseredati e di chi aveva bisogno.

 

[Henri Antoine Grouès  (Lione, 5 agosto 1912 – Parigi, 22 gennaio 2007), prese il nome  di Abbé Pierre nel periodo in cui partecipò attivamente alla guerra come partigiano, salvando un numero considerevole di bambini ebrei ai quali fece attraversare il confine con la Svizzera, fu un presbitero cattolico francese, un uomo politico e il  fondatore nel 1949 dei Compagnons d’Emmaüs, un’organizzazione per i poveri ed i rifugiati. Ai suoi funerali, che in segno d’omaggio nazionale si tennero nella Cattedrale di Notre-Dame, parteciparono l’allora Presidente della Repubblica Jacques Chirac, l’ex presidente Valéry Giscard d’Estaing, il primo ministro Dominique de Villepin e tutti i Compagnons d’Emmaüs] 

 

 

 

25 Commenti a “Un inverno del 1954 – “l’insurrezione della bontà””

  1. nico...b... scrive:

    Hài ragione Alfred Sandro.ge,quanto all’abate se è da ammirare per certe cose,non sono d’accordo per certe altre,il dono dell’infallibilità,se non lo hà il Papa non credo che lo abbia lui.ciao atutti.

  2. alfred-sandro.ge scrive:

    Wikipedia in rete riporta dati molto interessanti riguardo alle precipitazioni nevose nel nostro paese e in generale in tutta Europa.
    “Inverni freddi in Europa dal XV secolo Da Wikipedia,
    Sembrerebbe che il periodo in cui si iniziarono a segnare sistematicamente i dati meteorologici fu non prima degli inizi del 1700 in Europa. Localmente erano già in uso i primi termometri ma una diffusione più estesa della misurazione del tempo si ebbe col trascorrere dei decenni del XVIII secolo.”
    Per esempio risulta che il Tamigi a Londra restasse gelato per 14 settimane. Nell’inverno 1432 il Po gelò per oltre due mesi. 1498 sulla laguna di Venezia transitavano i carri. Dopo altri anni freddissimi in Francia gelò il vino nelle botti. Nellì’inverno 1490/1491
    nevicò a Bologna nel mese di giugno.
    Inverno 1492/1493 l’intero porto di Genova gelò.
    Per chi interessa approfondire vada al sito http://it.wikipedia.org/wiki/I....._XV_secolo
    Scorrendo i dati pubblicati da Wikipedia si deduce facilmente che le ondate di freddo oggi considerate eccezionali non sono poi cosi eccezionali avendo una ricorrenza quasi ciclica come per quasi tutti gli eventi atmosferici dalle alluvioni alle nevicate alle mareggiate alle siccità.
    Un vecchio contadino mi diceva sempre:
    il caldo e il freddo non se li sono mai mangiati nessuno.
    Quello che deve preoccupare è l’ottusità di chi, preposto alla nostra sicurezza , dovrebbe essere a conoscenza di queste cose ed agire di conseguenza con tempestività, competenza, onestà e soprattutto umiltà: la natura non si lascia comandare da nessuno.

  3. lieta scrive:

    Bisogna sporcarsi le mani, contagiarsi per assumere verità e bene, amore è soccorso a chi ne ha necessità per il corpo, mente, spirito, siamo un tutt’uno e spesso l’ascolto è davvero il primo gradino della scala per essere in comunione reciproca; c’è sempre da imparare da tutti, e non c’è che da ringraziare lassù, certo là c’è il vero Amore, che la malasorte finora non è stata tanto catastrofica con noi e abbiamo da imparare da chi purtroppo vive vicissitudini assurde atroci e spesso si isolano nella solitudine queste povere persone sfortunatissime …

  4. paul candiago scrive:

    A Milano, Piazza Piccoli Martiri, c’e’ un monumento ricordo ai bambini morti per causa del bombardamento della scuola. L’artista, a caratteri cubitali, scolpi’ nel piedestallo:…E VI AVEVO DETTO DI AMARVI COME FRATELLI… A ognuno di noi stabilire se progrediamo,in senso generale, nell’attitudine di Amore verso i Fratelli meno fortunati. Di tanto in tanto, mossi da pieta’ emotiva, particolarmente acuta di fronte a disastri naturali,facciamo nostri i quadri dei “I MISERABILI” e alleviamo le sofferenze ai malcapitati con una generosita’ piu’ che sorprendente. L’ondata di “mal tempo” passa e chi si ricorda piu’ di creare le necessarie leggi per la protezione dei meno fortunati in modo duraturo e permanente.Paul

  5. robertadegliangeli scrive:

    “insurezione di bontà” bellisimo modo di spiegare come semplicemente si può aiutare il proprio prossimo, io dico sempre quando vado a dare il mio piccolo aiuto. Ricevo molto da tutti… gli ospiti che con il loro vivere la poverta dignitosamente, altri con arroganza, altri con rabbia, ma alla fine della cena tutti ringraziano tutti.Gli ospiti passano e ci ringraziano per il nostro servizio, per l’amicizia che noi passiamo attraverso il cibo, noi volontari ci ringraziamo contenti di esserci ritrovati. In questi giorni ce molto da fare perche con il freddo li accogliamo tutti, questo vuol dire anche le persone… che per scaldarsi assumono bevande alcoliche, poi agiscono con violenza, cosi i volontari rimangono fuori al freddo con loro a paseggiare finche sono un po più sobri poi a nanna, finche ci sono letti poi li si fa entrare anche sulle sedie con coperte non possiamo lasciarli fuori il freddo è troppo forte. Amici se avete coperte in piu che stanno impolverandosi nei vostri armadi portatele alla caritas ,alla crocerossa o altro ente vicino alle vostre case. Grazie per avermi insegnato ancora qualcosa attraverso questa bella storia di vita dedita al prossimo.

  6. paolacon scrive:

    Già molti eldyani fanno parte di associazioni di volontariato. Potrebbero darci una testimonianza e direbbero: “ALTRO CHE REGALARE QUALCHE SPICCIOLO per mettersi la coscienza a posto”… CI DOBBIAMO RIMBOCCARE LE MANICHE, CHI PUò DEVE DARE UNA MANO, C’è BISOGNO DI TANTE MANI ED ANCHE DI TANTI SORRISI.
    L’opinione comune purtroppo è che i senza tetto abbiano scelto questa vita, niente di più sbagliato, purtroppo. Anche un piccolo aiuto serve, c’è bisogno di tante mani.

  7. giulian.rm scrive:

    Mi trovo completamente d’accordo con Edis, abbiamo pietà ma ne stiamo alla larga!
    A parole siamo tutti bravi: muoviamoci, iniziamo noi a fare qualche cosa…
    Non si risolve questo problema dando qualche spicciolo, ogni tanto, e poi via pensando di aver fatto la nostra parte. I senza tetto sono sempre di più e li abbiamo sempre più vicini.
    Le varie associazioni fanno quello che possono: offrono pasti caldi, un ricovero d’emergenza ma loro sono tanti e sparsi per tutta la città.
    Sono circa 300 quelli stroncati dal freddo.
    E NOI ???? E NOI che facciamo?????
    Grida Edis, già cosa stiamo facendo?
    Guardiamo queste notizie in TV, ci rattristiamo, un pensiero corre alla Russia sperando che non ci tagli le forniture del gas!
    Poi la TV ci parla di contratti miliardari per i personaggi dello spettacolo, dei calciatori, un tesoriere di un partito ha fatto sparire tredici mln di euro…e noi?
    Tutto dimenticato tanto ci sono le associazioni di volontariato!!

  8. Ivanhoe del "fiume" scrive:

    Gilda degli Eroi – Lago Bower – Millfields

    La gilda degli eroi è il posto in cui vengono addestrati tutti i futuri eroi di Albion. Qui i giovani più promettenti vengono addestrati in tutte le discipline. Nella grande struttura sono presenti i dormitori, un negozio, i campi di addestramento, la mensa, un bosco e una porta del demonio. Non c’è sicurezza sulla data della sua creazione, si sa solo che anticamente era atta all’addestramento di soli eroi “positivi”. Questo cambiò pochi anni addietro quando il maestro della gilda, al tempo chiamato Tessitore, rivoluzionò il sistema di indirezzamento della gilda garantendo a ogni studente di scegliere autonomamente se schierarsi con il bene o con il male. Nella gilda sono nascoste anche due delle armi più potenti di Albion: il martello di Murren, nel forziere d’argento, e la lacrima di Avo, arma benefica visibile solo ai puri di cuore.
    Universo di Fable
    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

    http://youtu.be/kHR2dWaiV1Y Il Clochard e la luna
    (figura poetica/tragica degli anni 60/70)

    Perchè si diventa Homeless
    Oltre 7000, il numero dei senza tetto presenti nella Capitale. Questo il dato allarmante che era emerso dall’indagine sociale, della Caritas Diocesana di Roma e dall’Osservatorio della Comunità di S. Egidio. Dalla ricerca emergono anche i motivi che portano tante persone a scegliere la strada
    di Marta Ghironi 20/01/2009
    (oggi 10/02/2012 dopo il peggioramento della crisi economica quanti sono????)

    Nonostante sia opinione comune che i senza tetto abbiano scelto questa vita, la realtà che emerge dai dati, meticolosamente raccolti grazie al contatto intrapreso sia dalle varie Caritas Territoriali che dalla Comunità di Sant’Egidio, è totalmente diversa, poiché oltre il 95% di questi individui si è trovato costretto a scegliere la strada, a causa di gravissime situazioni sociali, nella maggior parte dei casi, legate alla condizione di povertà. Grazie alle testimonianze raccolte si è potuta eseguire una classificazione in percentuale delle cause che hanno portato gli homeless a trascorrere la loro vita sulle vie di Roma, nelle piazze, nei giardini e, fenomeno che sta diventando sempre più rilevante, nei boschi.
    Ecco di seguito quanto emerso: il 45% dei senza tetto si è trovato a dover rinunciare alla casa e a scegliere la strada come propria dimora a causa della perdita del lavoro e del conseguente disgregamento dal sociale, il 28% si è trovato “homeless” in ragione di una fortissima dipendenza da alcool (19%) o di droghe e di altre sostanze stupefacenti (12%), il 18% invece, si è trovato a fare il clochard, a causa d’investimenti sbagliati, o di truffe economiche, alcuni con gravi episodi di usura (il 13%); il 6% è composto da individui con malattia mentale o affetti da handicap fisici o menomazione ed, infine, il 3% ha scelto deliberatamente di vivere senza una casa per la sua voglia di evasione.“
    Potrebbe interessarti: http://www.romatoday.it/cronac.....eless.html
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    http://youtu.be/9bDLQ6Tdkf8 Povertà

    http://youtu.be/PYo-feTf8n4 La ricchezza e la povertà a confronto

  9. lieta scrive:

    abbè pier è morto mi pare al di la’ della fondazione della sua opera assistenziale senz’altro lodevolissima, nella sua biografia da lui redatta pare sia uscita na vaga mancanza di rispetto per le donne, e mi è assai dispiaciuto sapè di questa sua falla ke ancora na volta ha messo le femmine in secondo piano, al rango pure di fauna leggo in eldy, assurdo…………..

  10. alfred-sandro.ge scrive:

    Una vita dignitosa non la si deve mendicare:
    ASPETTA DI DIRITTO A TUTTI
    nessuno deve avere il diritto di concedere la vita.

  11. ANGELOM scrive:

    Ricordiamo sempre i grandi, che si sono prodigati nella fame nel mondo e nelle comunità come l’Abate Pierre, un uomo di grande umanità per aiutare concretamente i bisognosi in tutte le loro esigenze , ma non dimentichiamo anche quei preti, quei volontari, e sono tanti che svolgono la loro opera nelle comunità cilili che si prodigano per questo scopo agendo nell’ombra, con modestia e spirito di altruismo e di bontà, riconosciuti solo dai loro assistiti.La povertà aumenta,famiglie al limite della sopportazione, giovani licenziaticon famiglia che si appoggiano per campare ai loro vecchi, pensionati che non riescono neanche loro a sopravvivere. Dobbiamo aspettare solo che il nostro Paese rialzi la testa, con nuove formule per l’occupazione dei nostri ragazzi e incenti per le famiglie bisognose.

  12. franco muzzioli scrive:

    Hai ragione Edis-maria cominciamo noi!
    Forse qualcuno ha già iniziato , ma non risolviamo molto se non cominciano i politici, i ricchi ed i potenti….e dato che loro non cominceranno mai cerchiamo NOI con le buone o con le cattive a metterli davanti alle loro responsabilità e alle loro coscienze (se ce le hanno ).

  13. franco muzzioli scrive:

    Caro Alfred …quando avremo dato una risposta ai tuoi perchè …avremo risolto quasi tutti i problemi . Ma temo che per alcuni perchè non ci sia neppure una risposta.

  14. Giuseppe3.ca scrive:

    Grazie Paola per averci ricordato l’Abbé Pierre e il suo grande esempio di determinazione e forza umanitaria. Oggi le necessità dei poveri, indigenti ed emarginati stanno ancora aumentando e tanto stanno facendo, anche senza tanto clamore, le associazioni di volontariato in favore dei bisognosi ma non basta. In molti casi manca un adeguato sostegno da parte degli Enti pubblici. La mia non vuole essere un’accusa ma un tentativo di sensibilizzazione per quei politici che si ricordano delle associazioni sono nei periodi di campagna elettorale, poi spariscono.

  15. edis.maria scrive:

    Si presenta l’argomento solo e sempre quando l’emergenza incombe!!!! Ci svegliamo , ci guardiamo intorno ed ecco …….. i poveri derelitti! Dove erano prima ? C’erano , ma NOI buonisti non li vedevamo! Chi se ne è occupato finora? I volontari che con il loro cuore li hanno cercati , soccorsi ed aiutati. Qui a Torino c’è l’associazione “ Bartolomeo e C.” , che si occupa dal 1979 di coloro che nella lingua comune vengono tacciati “ barboni” . Lia Varesio assistette una “ barbona” disperata, ne rimase così scossa che pensò di dedicarsi a questo. Si rivolse a tutte le strutture e ottenne aiuti. Diede il nome Bartolomeo alla associazione per ricordare un barbone morto di freddo , vicino al nostro Duomo, in una notte gelida . E’ ricordata come “” l’angelo dei barboni””. Tutte le notti con i volontari li cercava nei pressi delle stazioni dove erano abituati a rifugiarsi. Morì nel 2008 , ma la sua opera prosegue. Ora Marco Gremo , il suo successore, la ricorda così : Dissi a Lia di voler andare in Africa in qualche missione ,; Lei mi rispose : stasera vieni con me e ti dimostro che il Terzo Mondo esiste anche qui! Ed io rimasi””” Altre associazioni esistono e non dimentichiamo il Cottolengo struttura che a Torino è stata la prima. Parliamo del presente. Ormai nessuno patisce o muore di fame ,come succedeva alcuni decenni fa, perchè ci sono associazioni, religiose e laiche , che provvedono a rifocillarli Il rifugio notturno è il problema! Molti lo rifiutano per le regole che devono rispettare, ma in questi giorni di freddo a Torino tutti , più o meno bene, hanno trovato asilo. Una volta questi derelitti erano rappresentati da persone uscite dal manicomio, da vecchie prostitute, da anziani senza famiglia, ora , purtroppo sono aumentati per la crisi economica. Chi ha la possibilità di dare un a mano? Molte associazioni , il Comune, le banche, la chiesa, i privati, i volontari lo fanno . E NOI ???? E NOI che facciamo????? Abbiamo portato un maglione al “ barbone “ sotto casa? Un sorriso e un caffè in un bar senza vergognarsi ? Gli abbiamo chiesto di che cosa avesse bisogno? La mia coscienza mi dice che forse non ho fatto abbastanza e , quindi, non posso chiedere che tutto sia fatto dagli altri! Muoviamoci e andiamo incontro al prossimo per quanto possiamo!

  16. alfred-sandro.ge scrive:

    Perchè solo l’Abbè Pierre?
    Perchè solo don Gallo?
    Perchè solo don Ciotti?
    Perchè solo la Caritas?
    Perchè solo il volontariato?
    Perchè non i ricchi?
    Perchè non il “padrone”?
    Perchè non il Papa?
    Perchè non i politici?
    Perchè non lo stato?
    Perchè non gli stati?
    Perchè non Dio, Maometto, Budda, Manitou, Giove?
    Perchè solo il freddo e non anche la fame?
    Perchè solo il freddo e non anche il lavoro?
    Perchè? Perchè? Perchè? Perchè? Perchè?

  17. sandra .vi scrive:

    Per completare quello che ho detto prima,arrivammo a LOuordes alle 6 del mattino ,stanche ,assonnate e infreddolite,sognavamo un letto caldo avendo c=viaggiato in pulmann tutta la notte.L”abbe’Pierre scese fresco e con un sorriso ci invito’ a andare a dare un saluto alla grotta alla Vergine.Lo seguimmo senza osare ribattere e…nn ho mai pregato in quel modo in quella grotta nn avevo piu/ freddo,nn ero piu’ stanca…..

  18. sandra .vi scrive:

    Io ho avuto la fortuna di conoscere personalmente l’abbe PIERRE e fare con lui il pellegrinaggio a Lourdes .Sono passati molti anni, ma nn potro’ mai dimenticare la sua figura cosi’semplice , eppure cosi carismatica .
    Ho conosciuto anche don Zeno nella sua citta’dei ragazzi a Nomadelfia.il villaggio da lui creato per raccogliore i ragazzi senza famiglia\Anche don Zeno e’ stato molto osteggiato e la sua opera parecchio combattuta.

  19. Lorenzo.rm scrive:

    Sono le Grandi Persone che caratterizzano il mondo. Magari ce ne fossero di più. Tuttavia ce ne sono state e ce ne sono abbastanza come modelli a cui ispirarsi. L’Abbé Pierre è uno di essi.

  20. cactus scrive:

    Grazie Paola per il tuo articolo sull’Abbè Pierre, uscito quasi in concomitanza con la data della sua morte, avvenuta il 22 Gennaio di 5 anni fa.
    Quest’uomo è stato un testimone dei nostri tempi per cosa significhi veramente la parola “cristiano”… parola che si potrebbe benissimo sostituire con maomettano, ebreo, buddista, induista e così via. Perché ogni qualvolta una persona fa qualcosa per un suo fratello, ha poca o nessuna importanza la religione di appartenenza… ha semplicemente soddisfatto quel monito che recita: “Ama il prossimo tuo come te stesso” oppure “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
    L’Abbè Pierre ha seguito questa regola, nel modo che più gli era congeniale: affrontando il problema e cercando di risolverlo… anche se questo suo modo di fare poteva incontrare resistenze nella gerarchia ecclesiastica e dentro le istituzioni. Lui non si è spaventato: lo ha fatto!
    E come ha affrontato il problema di quell’inverno gelido, nello stesso modo ha portato avanti le sue battaglie col passare degli anni.
    Potremmo ricordare il suo impegno nel richiedere alla Chiesa un rinnovamento che portasse, tra le altre cose, al matrimonio dei preti, al sacerdozio femminile, che accettasse le unioni omosessuali dando ampio spazio alla sessualità del nostro tempo.
    Certo che non era ben visto dalle alte gerarchie ecclesiastiche!
    Come si poteva dar seguito a un uomo che “predicava” il matrimonio dei preti, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che Pietro, l’apostolo a cui Gesù consegnò la sua Chiesa, era sposato e che il celibato fu imposto soltanto due secoli dopo. E con che diritto? Dove è scritto che un prete non si può sposare? Gesù non lo ha detto!
    La Chiesa cattolica è famosa per la sua lungaggine ad apportare cambiamenti ai suoi dogmi. Questa prudenza è certamente necessaria, ma dovrebbe fare anche attenzione: uno tra i tanti dogmi si riferisce all’infallibilità papale. Penso che non siano necessari commenti, se pensiamo che più di un Papa ha avuto relazioni sentimentali, ha generato figli e ha ucciso o fatto uccidere. Mi si obietterà che quello è un “peccato” e che non deve essere preso in considerazione. Ma chi lo ha commesso era un Papa, e il dogma dice che il Papa è infallibile! Questo dimostra che un dogma può anche essere abolito e se si abolisce un dogma non vedo perché non si possa ragionare su problemi meno complessi e più attuali, come il sacerdozio femminile… ma già, dimenticavo il carattere patriarcale della nostra Chiesa, dove la donna è vista come essere inferiore al maschio e a lui soggetta.
    A volte mi domando se questi uomini di chiesa che ci parlano così saggiamente del peccato, conoscano veramente l’argomento nelle sue sfumature. Io non lo credo.
    Continuerò comunque a sperare che quando indicato dall’Abbè Pierre non venga dimenticato e che presto un Papa più liberale e conoscitore della vita, possa prendere in considerazione le sue proposte e avere il coraggio di farle sue.

    Cactus

  21. GuglielmoCa scrive:

    Paola dei poveri ci ricordimo, poco… purtroppo, in questi giorni che il freddo è stato grande e chi sa ancora per quanto tempo,durerà,non sai quanto piacere ni hai fatto ricordando questo personaggio una figura importante della carità a tutto tondo, che si è fatto carico su di lui nell’aiuto alla povera gente, ritorno su il discorso dei poveri,ero ieri al centro Caritas,e non sai le richieste, di coperte e sacchi antigelo, meno male siamo stati accorti nel fare delle scorte, di coperte, da le donazioni della gente del quartiere,con le offerte di danaro abbiamo comprato dei sacchi antigelo,ma purtroppo le richieste sono state tante e le scorte sono quasi finite. Abbiamo fatto un appello nel quartiere alle famiglie a tutti, di portare coperte, che non usano più,penso che ci sarà una grassa partecipazione del quartiere che non si tira mai indietro a questi appelli di aiuto della povera gente. Abbiamo la fortuna che i centri di accoglienza ne abbiamo, ma adesso cominciano a essere pieni o quasi allora ci vuole degli spazi, spero che le autorità cittadine si diano da fare, questa gente povera va aiutata. Faccio un appello a chi legge questo scritto anche convulso e sgrammaticato,di portare alle associazioni, delle coperte, vecchie che magari avete nel baule e non le usate, non sapete il bene che fate a dare un poco di conforto a questa povera gente, e anche del cioccalato, cosi verrà distribuito nei centri in cui dormono, spero che lo fate….Un saluto con simpatia G.

  22. lucia1.tr scrive:

    Trascivo qui il contenuto di un mio articolo già pubblicato.

    TEMPI DIFFICILI…
    Nevica, nevica e fa proprio freddo. Fortunatamente abito in una casa protetta e confortevole, i mezzi di comunicazione ci informano che il gelo ha fatto decine di vittime, in una città del centro Italia, un’albergatrice ha aperto il suo albergo ai senza tetto, ma chissà quanti ce ne sono in giro per l’Italia di barboni che battono i denti…? Senza casa, senza casa.. quanti resteranno senza casa nei prossimi anni? Oggi, dobbiamo fare i conti con le nuove povertà, fatte non solo di coperte, cibo e ripari ma di relazioni sociali e culturali con il territorio , si rischia l’isolamento sociale da parte di chi sente venir memo la propria dignità. Il tema della povertà è molto sentito nella società di oggi, il ceto medio si trova a vivere in ristrettezza e ad affrontare enormi difficoltà a causa della perdita del potere d’ acquisto e a volte del posto di lavoro. I nostri genitori ci ricordano episodi del tempo passato della miseria di quel periodo in cui il benessere faceva piccoli passi e si facevano tante riflessioni prima di spendere soldi, l’esigenze erano modeste e si dava priorità ai veri bisogni. La società odierna ha esigenze molto diverse e si vive al di sopra le proprie possibilità, dimenticando che la crisi economica ci deve far riflettere e cambiare abitudini e stili di vita.

  23. franco muzzioli scrive:

    L’articolo, oltre che dell’Abate Pierre, parla di chi soffre negli inverni rigidi come quello del 1954 e purtroppo come in quello di quest’anno.
    Ho appena letto che a Roma hanno aperto un salone di bellezza per ragazzine inferiori ai 14 anni,frequentatissimo, ho letto anche di numerosissimi saloni di bellezza per cani.
    Vorrei fare una proposta alle Autorità competenti …..perchè non mettete una tassa speciale a chi ha tanti soldi da far fare massaggini anticellulite a ragazzine di 10 anni o la permanente ai barboncini ? La somma ricavata deve servire “esclusivanente” ad acquistare coperte e derrate alimentari per le “vittime del freddo” ….non dovrebbe essere una cosa complicata ….e farebbe apparire meno scantalosi questi “saloni di bellezza”!

  24. alba morsilli scrive:

    Come sempre mi hai fatto approfondire l’articolo
    Per dirla tutta leggendo mi hai fatto innamorare di questo uomo
    Un cuore grande e smisurato,lui non guardava in faccia nessuno
    aiutava e basta.
    Ma la cosa che più mi ha colpito è la sua onesta nel parlare che ha avuto rapporti sessuali, senza mai crearsi una relazione duratura, perchè non avrebbe potuto avere la libertà di dedicarsi ai suoi poveri.
    Certo che per il clero era un prete scomodo :favorevole al sacerdozio delle donne,al riconoscimento delle coppie gay, non contrario ai preti sposati.
    La sua salma è sepolta al cimitero di Esteville in Normandia,
    non poteva esserci posto più giusto,li è avvenuto lo sbarco
    dei marins li è iniato la liberazione dalla 2guerra mondiale
    e lui da solo ha combatuto per la libertà portando tanti ebrei,al sogno proibito Alla libertà in Svizzera

  25. franco muzzioli scrive:

    Mi piace moltissimo “l’insurrezione della bontà dell’Abate Pierre , anche noi nelle nostre zone abbiamo avuto fautori di lotte per aiutare diseredati,barboni e derelitti…Don Zeno Saltini a Modena e Don Marella a Bologna.
    Vorrei ricordare però che l’Abate Pierre durante il governo Vichy ha armato parecchie formazioni partigiane per cacciare fascisti e nazisti.
    Quindi “insurrezione della bontà ,ma anche dell’indignazione”.
    Il potere non si muove se non è sollecitato anche con “le cattive”.

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