Alba Morsilli ci parla un po’ della situazione degli anziani e soprattutto in estate. Riflettiamo insieme a lei

Che le persone mature non debbano interessarsi troppo alle cose che riguardano la società in cui si vive è opinione recente. Se ben ricordo, nella storia, i vecchi erano i saggi. In questo mondo modernizzato gli anziani si trovano colpiti da pregiudizi che tendono alla loro emarginazione. Essi sono sempre malati, invalidi, poveri, infelici, insofferenti, poco svegli, riluttanti ai cambiamenti, non interessati al sesso e privi di soddisfazioni. Nel mondo moderno si tende ad esaltare il culto della giovinezza, facendo sentire inutili le persone che si ritirano dal mondo del lavoro. Tant’ è vero che si dice “la terza età” per non dire vecchio. Questo è un modo di mascherare la realtà. Le persone anziane hanno in genere poche relazioni extra familiari e quando cercano dei contatti vengono scoraggiati e derisi se tentano di mostrarsi arzilli o a la page. Allora si isolano, non per una difesa ma per scelta. Sono molte le ingiustizie che subiscono e non in quanto anziani, ma come persone. Ben vengano quindi le chat come Eldy dove, il farfugliare dei nostri discorsi, ci fa compagnia e ci toglie dalla solitudine. Non ci si ammala e non si muore solo in età avanzata… come non si ci innamora solo in età giovanile….

L’anziano in città d’estate

Leggo con grande piacere i cartelloni pubblicitari, sento in tv parlare degli animali abbandonati.
Concordo su tutto: ma al vecchietto chi ci pensa?
Ho lavorato per 40 anni in ospedale e questo era il periodo del deposito bagaglio. (si diceva così)
I figli hanno il diritto alle vacanze, e il vecchietto dove lo metto?
Il comune che è sempre in deficit non ha soldi per il sociale.
Pensate: Genova è una delle città più vecchie d’Europa insieme a Trieste; gli over 65 sono una percentuale altissima della popolazione
Per l’anziano è diventato un sogno pensare di andare in vacanza.
Gli anziani del mio quartiere si radunano tutti in un grande super mercato, lì almeno c’è l’aria condizionata.
Il capo settore con un lampo di genio ha installato macchinette del caffè, bibite, messo tavolini e sedie, fa venire il giornalaio tutte le mattine.
La voce corre e sono moltiplicate le vendite, la gastronomia si aggiorna con confezioni mini porzioni, gli anziani consumano il pasto sul posto.
A questo modo hanno almeno risolto due cose: la calura e il pranzo, questo anche di domenica.
 

Aggiungo un piccolo vissuto della mia vita inerente a non lasciare soli i nostri cari dove io ho curato mia mamma per tanti anni.

Sono stata la mamma di mia madre

Essere figli di una madre che soffre di problemi mentali significa dover svolgere anche la funzione di genitore.
Un’infanzia strappata dal dolore vissuto dalla persona che ti ha dato la vita.
Avevo 10 anni quando ho vissuto il tentativo di suicidio di mia madre, questo oltre alla povertà e alla mancanza di una casa; da lì la mia vita cambiò, divenni adulta tutto ad un tratto,vivevo di paura, non la lasciavo mai sola, non volevo che lei mi lasciasse, era la mia mamma anche se ammalata.
Ho cominciato presto a sostituirmi a lei facendo io i lavori di casa e preparando il pranzo e la cena, certo come ero capace, ma almeno qualcosa sotto i denti si metteva.
Tutto questo mentre lei giaceva in un letto gridando per le sue allucinazioni.
A volte ero frustrata per la vita che ero costretta a sopportare, a volte mi vergognavo.
Questo non mi impediva di amarla e tenerla tra le braccia quei pochi momenti di tranquillità.
Io devo molto a mio padre che un giorno mi disse “tu ora hai 18anni e hai già fatto molto per la mamma, fatti la tua vita “
Entrai a lavorare in ospedale ormai ero abituata a stare con gli ammalati, però la mia mamma non l’ho mai abbandonata.

Oggi che sono anziana e nonna, sono felice della mia vita essa è stata una grande maestra, perché è nella sofferenza che si cresce, e questo mi è servito in un altro momento molto buio della mia vita.

14 Commenti a “Gli anziani in estate di Alba Morsilli”

  1. cactus scrive:

    Commenti abilitati
    Grazie a Alba per aver parlato di un argomento che tutti noi tendiamo a dimenticare: la sofferenza di chi rimane solo e non autosufficente e che, lentamente, si lascia scivolare in un mondo fatto solo di ricordi. E non è sufficente la disponibilità economica, anche se essa aiuta a “pagarsi” un pò d’amore. Purtroppo il mondo che ci circonda è in funzione della legge del “dammi per pretendere di avere” e non è disposto, se non raramente a trasgredire a questa regola.
    Grazie anche a Volpino per la pubblicazione della lettera dell’anziana, dalla quale traspare tutta l’amarezza, dopo una vita attiva e appagante, di essere abbandonata e vista non più come una persona ma come un peso.
    Dovremmo riflettere su questo… e molto!

  2. Giuseppe3.ca scrive:

    Oh, poveri noi anziani quando perderemo la nostra autosufficienza: la famiglia sarà in grado di sostenerci e accudirci nelle necessità che improvvisamente sorgono e non si è mai preventivamente preparati ad affrontare? Ripenso ai miei anziani, nonni e genitori, che ormai non ci sono più e mi pongo ancora il problema: ‘abbiamo fatto abbastanza?’ Forse no, si poteva dare di più ma loro si accontentavano, bastava una buona parola ed erano contenti perché la loro propensione verso le esigenze dei ‘giovani’ era infinita e non hanno mai fatto pesare le ‘loro’ esigenze. Sarà così anche per noi? Personalmente cerco di trarre insegnamento dal vissuto e spero che il Buon Dio mi lasci vivere a lungo in autosufficienza proprio per non dover sacrificare la famiglia. La vita continua.

  3. alba morsilli scrive:

    ciao Volpino hai fatti bene a ripensarci e mettere per intero lo scritto di quella anziana che è molto bello. perchè reale si capisce il senso del discorso mentre prima rimanevano due righe e ti lasciavano pensare tante cose.
    grazie anche questo è un bellissimo commento pratico

  4. Volpino scrive:

    Sul tavolino di notte di una vecchia signora ricoverata in un ospizio per anziani, il giorno dopo la sua morte, fu ritrovata questa lettera. Era indirizzata alla giovane infermiera del reparto.
    Cosa vedi, tu che mi curi? Chi vedi, quando mi guardi? Cosa pensi, quando mi lasci? E cosa dici quando parli di me.?
    Il più delle volte vedi una vecchia scorbutica, un pò pazza,lo sgardo smarrito, che non è più completamente lucida, che sbava quando mangia e non risponde quando dovrebbe.
    E non smette di perdere le scarpe e calze, che docile o no,ti lascia fare come vuoi , il bagno e i pasti per occupare la lunga giornata grigia.
    E’ questo che vedi!
    Allora apri gli occhi. Non sono io.
    Ti dirò chi sono. Sono l’ultima di dieci figli con in padre e una madre. Fratelli e sorelle che si amano. Una giovane di 16 anni, con le ali ai piedi, sognante che presto avrebbe incontrato un fidanzato.
    Sposata già vent’anni.
    Il mio cuore salta di gioia al ricordo dei propositi fatti in quel giorno.
    Ho 25 anni ora e un figlio mio,
    che ha bisogno di a casa.
    Una donna di 30 anni, mio figlio cresce in fretta, siamo legati l’uno all’altra da vincoli che dureranno. Quarant’anni, presto lui se ne andrà. Ma il mio uomo veglia al mio fianco.
    Cinquant’anni, intorno a me giocano daccapo dei bimbi.
    Rieccomi con dei bambini, io e il mio diletto. Poi ecco i giorni bui, il mio marito muore. Guardo al futuro fremendo di paura, giacchè i miei figli sono completamente occupati ad allevare i loro.
    E penso agli anni e all’amore che ho conosciuto. Ora sono vecchia. La natura è crudele, si diverte a far passare la vecchiaia per pazzia. Il mio corpo mi lascia, il fascino e la forza mi abbandonano. E con l’età avanzata laddove un tempo ebbi un cuore vie è ora una pietra.
    Ma in questa carcassa rimane la ragazza il cui vecchio cuore si gonfia senza posa. Mi ricordo i dolori, e sento daccapo la mia vita e amo.
    Ripenso agli anni troppo brevi e troppo presto passati. E accetto l’implacabile realtà ” che niente può durare”.
    Allora apri gli occhi, tu che mi curi, e guarda non la vecchia scorbutica…Guarda meglio e mi vedrai.

  5. francesco10al scrive:

    Cara Alba,non ho un cappello,ma ne comprerò uno per levarmelo dinnanzi a te e alla tua illuminata chiarezza e saggezza.Grazie

  6. sandra .vi scrive:

    Grazie Alba ,per qunto hai scritto ,penso nn sia stato facile per te ,e te ne siamo veramente grati per questo spaccato di vita vissuta ,nel quale si puo’ sentire tutto il tuo grande dolore e la tua grande forza d’animo.Sei una donna notevole ,veramente ammirevole,commossa ciao cara

  7. giulian.rm scrive:

    Purtroppo non ci sono buone notizie per gli anziani con i tagli sanitari.
    Sono sempre più numerosi, sempre più emarginati, sempre più poveri, sempre più soli…
    L’essere abbandonati è sempre una grande sofferenza perché è come se ci fosse detto: “La tua vita non è importante, non servi più”. La solitudine induce la persona a morire dentro.
    La nostra società che da così tanta importanza alla bellezza (all’esteriorità) e alla produttività tende a vedere con un certo rigetto la vecchiaia e ad avere poco rispetto per la saggezza.
    Gli anziani, con certezza, possiedono delle conoscenze e esperienze maggiore di chiunque altro.
    Cara Alba per il tuo vissuto, che già ho avuto modo di leggere nel tuo bel Blog, è uno spicchio di vita da libro Cuore.

  8. franco muzzioli scrive:

    Cara giovanissima Alba ,queste nostre chiacchierate, questo interessarsi di tutte le cose della vita …l’esprimersi in maniera così completa ,”saggia” e disincantata, come hai fatto tu in questo articolo ,non è certo segno di decadimento ed obsolesenza , è indice di giovinezza di pensiero e lucida diesamina.
    Il problema degli anziani è palese ,soprattutto se si deve sopravvivere con 500 euro al mese,se la società fosse più giusta e riconoscesse a chi ha lavorato una vita un maggior sussidio vedresti che la cosa si presenterebbe in modo meno deprimente. …..poi…poi si arriverà al momento dell’acciacco finale, della scomparsa dell’intelletto , anche io sono stato per qualche anno padre di una madre meravigliosa , che a novant’anni si è fatta prendere dalla demenza senile.
    Il suo cervello era un vulcano , scriveva , componeva poesie dialettali ,si interessava d’arte e di moda….poi all’improvviso “decise” di tornare bambina ,per oltrepassare il “grande guado” senza troppo pensare ,offuscata da una benefica cortina di nebbia.
    Cara Alba ,siamo quelli del “giorno per giorno” …e credimi, se gli acciacchi non sono eccessivi e se non si deve vivere con l’ossessione dell’euro in più od in meno , la vita è bella anche a settant’anni, anzi è l’età più bella ….io ci credo!

  9. edis.maria scrive:

    Vero, il tempo della vecchiaia ha cambiato aspetto ! In certi casi in meglio. Più cure, maggiore salute, possibilità di svago più a portata di mano, abbigliamento più giovanile, presentano gli anziani ( io amo ancora definirli così , senza falsi sinonimi) più gradevoli e “ quasi “ contenti del loro stato. Ma chi lo è o chi si avvicina ad esserlo, ha questo costante cruccio : chi mi assisterà quando le mie forze non saranno più sufficienti? Ho visitato alcuni luoghi che vengono chiamati “ residence per anziani” , “ casa di cura “, “ casa di soggiorno” in cui l’angoscia era latente nell’aria. Ora , però , c’è la fortuna di avere la possibilità di affidare i nostri “ vecchietti “ ad una badante!!!! Così i figli delegano a questa persona la cura materiale dell’assistenza, senza preoccuparsi troppo delle cure morali ed affettive. “ Sai ho trovato un’ottima badante per mia madre, rumena, pensa è addirittura laureata, le somministra le medicine a tempo debito, così sono tranquilla””” Tra le mie conoscenze i casi sono molteplici.!!!! Purtroppo , ora che tutte le donne lavorano, l’assistenza agli anziani diventa problematica. Spesso ho affrontato l’argomento con i miei figli che mi hanno rassicurato( ?????) , ma penso sia meglio , per ora, prendere tutto l’amore che possono darmi, dare loro tutto l’affetto e l’aiuto che posso ancora elargire loro, e affidarmi ad un benevolo destino! Per adesso affidiamoci ai blog di Eldy!

  10. Volpino scrive:

    Se mi stai cercando mi troverai oltre il regno del nulla.
    Dietro il regno del nulla c’è un luogo dove nelle vene dell’aria scorrono i soffici semi piumosi che annunciano il più lontano cespuglio il momento della fioritura.
    Sulla sabbia puoi vedere le lievi impronte del cavaliere che è salito di primo mattino sulla collina del sacrificio rossa di anemoni.
    Dietro il nulla l’ombrello dei desideri si apre a da lì esce il canto della pioggia quando il vento della sete arriva dalle foglie fino alle radici.
    Qui si è soli e in questa solitudine l’ombra di un olmo si prolunga nell’eternità.

    Meravigliosa poesia del grande poeta e pittore persiano: Sohrab Sepehri سهراب سپهری (Kashan, 7 ottobre 1928 – Teheran, 21 aprile 1980)

    “Se mi vieni a trovare, vieni lentamente e con gentilezza per non spezzare la fragile porcellana della mia solitudine.” (scrisse lui stesso il suo epitaffio)

  11. lieta scrive:

    cara alba sei una donna fortissima, la tua esperienza rispecchia la mia, anke se in età adulta, ma dati troppi egoismi ke mi attorniavano, la mia famiglia è saltata data l’usura morale materiale fisica ke mi ha travolto, sfruttata da persone ke poi alla fine hanno portato mia madre al decesso, x me con scarse cure e disinteressi egoistici e arrivata po’ in anticipo credo la sua morte, cmq la vita è una esperienza forte e a volte travolgente ciao

  12. GuglielmoCa scrive:

    Quando arriva il tramonto,….sitira le somme della nostra vita. Esiste anche la coponente che è la famiglia molto fondamentale con cui vivi e ti rapporti ogni giorno, se attorno a te ci sono figli,nipoti,parenti con i quali doni e trai affetto,l’anziano si trova in un ambiente di accoglienza di amore,se invece non c’è quel rapporto,la vecchiaia porta verso la salitudine che è vissuta dall’anziano molte volte con drasticità.Un’anziano torna bambino,ha bisogno di attenzione e di tante coccole,che molti non hanno.Bisognerebbe ricordarsi quando siamo giovani,che anche noi un giorno saremo anziani, e allora ci potremmo domandare, quando sarò anziano,mi troverò solo o avrò accanto a me l’amore della famiglia?. Essere anziani possono entrare patologie che destabilizzano la psiche quindi a latri grossi problemi come essere nella sua totalità. nella mia città ci sono molti centri che il Comune a dato luoghi che si trovano nei quartieri, questi servizi hanno un grande impatto con la popolazione dei vari quartieri, diciamo che allontana la solitudine qualcosa funziona….ben che venga.

  13. mimma1.ta scrive:

    Commenti abilitati ALBA E BELLO LEGGERE CIO’ CHE HAI SCRITTO A VOLTE PUO’ SERVIRE A CHI NN L’HA POTUTO FARE X LA PROPRIA MAMMA.CIAO CARA

  14. Lorenzo.rm scrive:

    Alba, la tua è cronaca, storia, inchiesta, in una parola cultura. C’è da essertene grati. Adesso non siamo più vecchietti ma diversamente giovani. E guardiamo il mondo ad occhi aperti, senza paura. Ed è un mondo tecnologico, difficile ma pieno di sorprese e possibilità. Grazie, Alba.

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