Parliamo ancora di progresso o regresso, progresso o declinio.

Infatti che combinazione, ma dopo la riflessione che ci ha proposto Franco Muzzioli, riportando in parte l’articolo di Pietro Ottone dal  Venerdì di Repubblica del 14-9-12 e che tratta del “progesso o del declinio” del genere umano, ecco che, proprio sulla Repubblica di oggi, 25 novembre, appare un articolo firmato da Sara Ficocelli, e che ci dice che “il progresso danneggia l’intelligenza

Allora come la mettiamo?

Secondo uno studio dell’università di Stanford (California)  “l’uomo ha raggiunto il picco della sua evoluzione cerebrale oltre 2000 anni fa, poi la ‘rete di sicurezza’ della società ha causato l’impigrimento e la recessione dell’intelletto”

Se io ho capito bene l’articolo di Repubblica, sembra che l’evoluzione ci sia stata sfavorevole, infatti le nostre abilità cognitive si sono impigrite a causa della maggiore comodità della vita.
Gli studiosi di Stanford affermano che siamo meno intelligenti di 2500 anni fa ed una delle cause è proprio il progresso tecnologico.

Quindi siamo più stupidi.

Infatti la tesi che viene portata avanti è che l’uomo nel passato, per sopravvivere, doveva affrontare mille difficoltà e, se non era abbastanza intelligente, non ce la faceva, capitolava, per cui “pagava spesso con la vita il prezzo della propria stupidità”, in quanto bastava un piccolo errore, una distrazione banale per soccombere.
“La selezione naturale a favore dei soggetti più astuti avveniva dunque in maniera spietata e istantanea, salvo sporadici colpi di fortuna. Oggi, proprio grazie al progresso, tutti abbiamo non una, non due, ma infinite possibilità di sopravvivenza, salvo sporadici colpi di sfortuna”…

Parlando dal punto di vista della vita quello che sembra un vantaggio, in realtà è un regresso per l’evoluzione dell’intelligenza.

“Un tempo, se un cacciatore  non riusciva a risolvere il problema di come trovare il cibo, moriva e con lui tutta la sua progenie – spiega Crabtree, genetista di Stanford – mentre oggi un manager di Wall Street che fa un errore … tutto al più viene declassato.  La selezione naturale non è più così estrema”.

“In rapporto al nostro antenato di qualche migliaio di anni fa, la nostra intelligenza è sicuramente più debole – precisa Crabtree – per fortuna la società è abbastanza forte da contrastare l’effetto”.
Insomma, secondo lo studioso, è possibile che l’umanità sia sul “viale del tramonto” dato che nel passato “ad andare avanti e a riprodursi erano i più forti e intelligenti”. Intellettualmente parlando  -conclude Crabtree-  è probabile che il massimo dell’intelligenza sia stato raggiunto nel periodo della Grecia classica (circa 700/600 avanti Cristo) epoca intellettualmente molto fertile.

Insomma la vita più comoda, il cibo coltivato e facile da reperire, le risorse tecnologiche, hanno reso gli umani più stupidi.

In ogni caso, bisogna riconoscere che l’essere umano è dotato di grandi capacità di adattamento e di utilizzazione dell’esperienza, per cui si potrebbe controbattere che la teoria proposta sia un po’ troppo semplificativa e non è detto che i cambiamenti, apportati dal progresso, siano stati negativi.
E voi che ne dite? A voi la parola.

29 Commenti a “Siamo più stupidi di 2500 anni fa? Può il progresso danneggiare l’intelligenza?”

  1. franco muzzioli scrive:

    Perfetto Alfred! E’ giusto ed importante citare, ma mettiamo i virgolettati e menzioniamo sempre la fonte,questo non è solo un modo educato di scrivere , ma il non farlo, dato che siamo in un blog pubblico, potrebbe essere anche oggetto di sanzioni civili.
    …………….Nessuno ha detto che la donna ha un cervello “migliore” di quello dell’uomo , nei primordi era lei che aveva più possibilità di constatare le”particolarità” che offriva la natura , quindi è per questo che gli antropologi pensano che molte delle “prime” invenzioni/intuizioni ,siano state fatte dalle donne.
    Poi la protervia del maschio e le religioni (sempre maschiliste) , hanno relegato la donna a mero strumento di piacere e di procreazione . Fino a pochi secoli fa ,si pensava che la donna non avesse neppure l’anima , quando era mestruata era impura ed è stata soggetta legalmente all’uomo fino a poco fa…….in Italia il voto alle donne è stato “concesso” nel 1948!!!!!

  2. alfred-sandro.ge scrive:

    post scriptum:
    Constatata la ormai consolidata abitudine di riportare articoli fatti passare per commenti,copiati di sanapianta da internet senza neppure citarne le fonti, mi pare che sia decaduta la necessità e il piacere di leggere nei blog. Li si trovano in rete con relativi rimandi e completamenti.

  3. alfred-sandro.ge scrive:

    Non credo davvero che l’uomo abbia sviluppato o perso intelligenza, ha solo sviluppato nel tempo le cose imparate da altri e lasciategli in eredità.
    E non mi pare proprio il caso di contrapporre cervelli maschili a cervelli femminili: con questo metro si giustificherebbero cervelli bianchi e cervelli neri, cervelli nordici e cervelli sudisti. cervelli buoni e cervelli cattivi: ogni cervello, a chiunque appartenga, ha acquisito le cose che altri gli hanno insegnato e da li parte e progredisce.
    Oggi non dobbiamo più partire da zero per procurarci il cibo: andiamo al supermercato, altri lo hanno preparato per noi.
    Non dobbiamo preoccuparci per un riparo : altri lo hanno costruito per noi facendo tesoro delle cose apprese e migliorate nel tempo da chi lo ha preceduto.
    La testa dell’uomo quando nasce è vuota di nozioni, idee, parole. Le impara piano piano ed impara le cose che gli necessitano, le cose attuali. Per le cose passate ha i libri: non le deve sperimentare di persona ma solo apprenderle se gli servissero.
    Ad un aborigeno australiano mettiamo in mano un’auto e facciamogli vedere come funziona, la farà funzionare! Diamogli un televisore, imparerà a farlo funzionare ma non ne capirà i contenuti mancandogli il vissuto di cui il televisore parla in quel momento. Quell’uomo avrà fatto un salto di migliaia di anni… improvvisamente…con lo stesso cervello
    Un plurilaureato abbandonato nella foresta tropicale saprà forse cavarsela nutrendosi di radici e vermi: il suo cervello sarà sempre lo stesso…facendo un salto di migliaia di anni indietro nel tempo.

  4. franco muzzioli scrive:

    Giustissimo Alba…ma penso (e non solo io) che ai primordi tutte le invenzioni, intuizioni,scoperte siano state fatte dalle donne.
    L’uomo era solo cacciatore ….e le donne erano adibite a tutto il resto . Cuocevano i cibi, quindi avevano il rapporto con il fuoco , probabilmente sono state loro ad accorgersi che certe terre, certi minerali cotti o fusi potevano avere migliori applicazioni. Gettando i semi dei frutti hanno visto la possibile ricrescita della pianta e quindi hanno inventata l’agricoltura. Erano loro che lavoravano il vasellame , confezionavano le vestimenta, saggiavano i vari prodotti , classificando quelli eduli e comprendendone le capacità nutrizionali e curative.
    Forse anche la stessa ruota (considerata una delle più grandi intuizioni/invenzioni della storia) è stata pensata da una donna , che aveva l’incombenza di portare i prodotti da un luogo ad un altro.
    L’uomo forse inventò le armi …egli aveva muscoli più sviluppati , ma era la donna che aveva un cervello più attento e prolifico.
    Ed era quella che dava la vita….come la grande madre terra , non peraltro una delle statue più vecchie del mondo, certamente la più vecchia d’Italia è la steatopigia “venere di Savignano” datata intorno a 10/15 mila anni fa ….e appunto rappresenta una donna.

  5. giulian.rm scrive:

    Lorenzo io non ti ho mai considerato un nemico!Abbiamo alcune idee diverse,come ne abbiamo alcune comuni…quindi se un giorno ti dovessi incontrare non esiterei a stringerti la mano.

  6. alba morsilli scrive:

    le donne come sono evolute in questi anni? si parla di tecnologia, di comodità, dell’uomo pigro,
    ma noi donne che siamo le colonne del mondo abbiamo avuto di recente dalla scienza la superiorità del nostro essereve lo trascivo:
    Dopo anni di dibattiti, ecco la notizia ufficiale
    “il cervello femminile si adatta meglio alle difficoltà
    della vita”
    Maggiore capacità di sopportazione del dolore,
    riflessi più veloci, maggiore creatività, così
    come la capacità di lavorare “multitasking”
    in poche parole più intelligenti.
    I primi studi ebbero inizio circa 100 anni fa e solo adesso
    si è giunti a questa conclusione.
    Alla fine la scienza c’è l’ha fatta il punteggio del quoziente
    è superiore a quello degli uomini “la vita più complessa sfida il nostro cervello che si adatta ed aumenta capacità e quello delle donne è cresciuto in fretta,ha spiegato al Sunday Times lo scienziato Flynn uno dei più grandi esperti di Ql è colui che ha portato avanti lo studio.
    Flynn ha reso noti i risultati della ricerca, affermando
    che sono una” conseguenza della modernità”
    Stressate da famiglia e carriera hanno sviluppato la capacità di
    pensare e fare più cose contemporaneamente, ha proseguito
    lo scienziato.
    Dunque nessuna differenza di origine genetica.
    Secondo Flynn :In passato le donne erano più svantaggiate,
    ha precisato lo psicologo neozelandese, spiegando che le donne
    restano indietro per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo,
    a causa delle disugualianze

  7. Lorenzo.rm scrive:

    A questo punto dico francamente a Giulian che non c’è alcuna ragione per non diventare amici. Io mi ci sento già.

  8. paul candiago scrive:

    Meraviglioso Progresso se non ci mettiamo la Malizia e cosi’ l’Arte del vivere diventa sempre piu’ bello, facile, ricco ed affascinante.
    Come sempre a l’Umanita’ scegliere di usarlo per il Bene globale o autodistruggerci servendocene nel Male.
    Gioia e felicita’ di vivere a tutti in questa Era di grandi progressi e si continui ad avanzare in tutto lo scibile delle capacita’ umane. Paul

  9. Cavalcanti scrive:

    Quattro persone ricche e famose, decisero di andare a fare un safari fotograqfico in Africa. Organizzarono il viaggio con la massima cura e ogniuno di loro portò quello ceh sembrava il minimo necessario per rendere loro la permanenza il più gradevole possibile.
    Uno portò sette bauli di vestitit, perchè non potendo prevedere il clima, non voleva essere sorpresa dal ferddo o dal caldo.
    Un altro portò tre computer portatili e tre cellulari, perchè non voleva che le persone che contavano su di lui non riuscissero a entrare in contatto.
    Un’altro portò un container di cose da mangiare, perrchè non sapendo cosa si potesse mangiare in quei posti lontani, inorridiva all’idea di dover mangiare cibi strani o rimanere digiuno.
    L’ultimo portò tre casse di libri. Non poteva accettare di rimanere lontano dalle proprie abitudini, dai propri racconti, dai propri ricordi.
    Tutti e quattro pertirono alla volta dell?africa Nera, decisi unanimamente di vivere un’esperienza unica: veder e fotografare il “re della foresta”.
    Atterrati nella cittadina, si spostarono in un villaggio, dove una folla di bambini e di persone li aspettavano. Avevano ingaggiato venti portatori, tutti esperti tra i quali c’era anche il capo del villaggio. Sapevano che il viaggio sarebbe stato lungo e faticoso e non volevano rischiare: dovevano avvalersi di persone capaci ed esperte.
    Una volta tutto pronto partirono alla ricerca del leone. I portatori erano stracolmi di bagagli: Uno di loro era nel suo spendido vestito, seguito dai suoi bauli, un altro era sempre al telefono o in chat, seguito dall sua tecnologia avanzata. Un altro si guardava intorno, mangiando in continuazione merendine. L’ultimo camminava leggendo un grosso libro sui leoni.
    Ad un certo punto, arrivati in mezzo ad una radura nella savana, tutti i portatori si fermarono di colpo e cominciarono a parlare tra loro, in maniera piuttosto concitata. Guardavano e indicavano il cielo e btentando di spiegare ai loro ospiti cosa ci fosse di strano.
    I viaggiatori si gardarono l’un l’altro senza capire cosa stesse succedendo. Stavano perdendo tempo! Avevano pagato! quel meritato viaggio e volevano vedere Simba a tutti i costi. Uno di loro andò dal capo del villaggio e gli chiese cosa stesse succedendo. Egli tento di spiegare che i portatori avevano paura del Leone, perchè sapevano che viveva lì vicino.
    I viaggiatori si indignarono e strepitarono contro i portatori, colpevoli di ignoranza, scarsa intelligenza e di essere vittima delle loro paure. Tentarono di convincerli pagandoli maggiormente: 1000, 2000…3000 dollari, ma i portatori niente. Alla fine si guardarono indignati e si dissero che mai avrebbero indietreggiato dopo aver preso una decisione: questo era il loro motto e quindi decisero di proseguire da soli.
    I portatori li avrebbero aspettati, ma al loro ritorno li avrebbero pagati la metà di quanto pattuito.
    “I nostri viaggiatori hanno voluto insegniarci cosa fosse L’Intelligenza” disse il capo.
    “Certo noi abbiamo avuto paura e la paura non ti fa mangiare, ti può far rimanere nell’ignoranza, ti può far rimanere schiavo delle superstizioni, in pratica non ti fa essere moderno”
    Noi ci siamo limitati a scrutare il cielo, vedere che deglia avvoltoi stanno volando in tondo su un punto, che significa che il garnde leone è affamato e non vuole essere disturbato.
    Questo per noi è l’Intelligenza. Noi non mageremo…Ma il leone …Si.
    scritto da agratti il 04/04/2012 9.03.26 nello scaffale Fiabe

  10. giuseppe3.ca scrive:

    Personalmente ritengo che non siamo meno intelligenti ma, affidandoci all’ausilio delle nuove tecnologie (calcolatrici, PC, supporti informatici ecc.) abbiamo smesso di tenere il cervello in allenamento e ne stiamo rallentando le attività di calcolo e memorizzazione ma per fortuna lo stiamo indirizzando verso altre attività forse più piacevole ma per questo non meno importanti. Argomento interessantissimo, grazie Paola per avercelo proposto.

  11. franco muzzioli scrive:

    Scusate la mia “stupidità” , ma che cosa vuol dire …” sarei molto felice se, continuando, diventassi più stupido di ora”…è tanta l’intelligenza attuale , che fa venire un cerchio alla testa ed allora si spera in una salvifica stupidità?
    Certamente non siamo meno intelligenti dei nostri progenitori, ma come dice Locke essi…”erano come pagine bianche, privi di ogni nozione”…quindi le capacità intellettive dovevano necessariamente esser fatte funzionare in modo più completo.
    Si dice che noi sfruttiamo solo una piccola parte del nostro cervello ,specialmente ora così contornati da strumenti facilitatori, loro (per necessità) ,ne sfruttavano una parte maggiore…tutto qui!

  12. edis.maria scrive:

    Bentornato Pasquino, arrivi sempre al momento giusto!!!!!Per restare in argomento ti dico: Pasquino la tua intelligenza e il tuo tempismo sono eccezionali! Ciao

  13. pasquino scrive:

    L’amica Edis punto Maria ,con le sue freccette,coglie sempre “er centro der bersajo”.Chi vuol capire capisca altrimenti…
    Ma stavolta pure io mi sonno immerso in una ricerca per sapere cosa scrive la signora Sara Ficoncella!
    No boni calma non scrivo la sua storia ma solo un commento all’articolo “Siamo meno intelligenti di 2000 anni fa”,del professor Enzo Pennetta:
    Come sempre la distorsione della verità è ad opera del mondo neodarwinista che impregnato di ideologia non si accorge di continuare a sviluppare tesi incredibilmente “pazzesche”.
    La verità è che la nostra intelligenza non è variata, dipende da come la usiamo, da come la sviluppiamo e la teniamo attiva.

    Chi volesse sapere chi è sto prof Pennetta si faccia una bella ricerca in Internette!
    E questa è la mia definizione per cosa è l’intelligenza:
    Saper trarre il massimo dal minimo col minimo nel rispetto del tutto.

    Ma dove ve ne andate,
    povere foglie gialle,
    come tante farfalle spensierate?
    Venite da lontano o da vicino?
    Da un bosco o da un giardino?
    E non sentite la malinconia
    del vento stesso che vi porta via ?
    Trilussa

  14. giulian.rm scrive:

    Sono bastate le due righe di Lorenzo per trovarmi d’accordo con lui.
    Mi devo preoccupare?Mah!
    Vorrei dire alla giornalista che come le comodità ci rendono più pigri , non si può escludere che, quanto alle condizioni di vita, un certo progresso ci sia stato dall’epoca delle caverne all’epoca dei grattacieli, che almeno nelle scienze e nella tecnologia qualche cosa di valido si sia scoperta e inventato…da persone meno intelligenti?
    I dati statistici indicano un continuo innalzarsi della nostra speranza di vita…. cosa possiamo dire?
    E qui ci sta bene la frase di Lorenzo:
    “Sarei molto felice se, cambiando, diventassi più stupido di ora”.

  15. novella scrive:

    ho fatto prova perchè prima commento inutile, ritengo bestemmia definire progresso meno intellingenza, forse per chi ha vita superconfort in tutti sensi

  16. novella scrive:

    ciao

  17. edis.maria scrive:

    Ecco, giornalisti che ,pur di sollevare notizia falsano i veri intendimenti dei tecnici ! Non voglio impelagarmi in parolone e riferimenti letti su internet.Mi fermo al commento semplice e lineare di Sandra! Forse anche anche un po’ ironico, mi piace molto! Pensiamo al progresso degli ultimi millenni in ogni campo, che ci hanno portato benefici enormi, sia sotto il profilo della salute, delle comodità ecc. ecc.! L’UOMO è intelligente sia che faccia scoperte ed invenzioni sia che le sappia usare! E non pensiamo sempre al lucro che certe cose hanno portato a molti, ( nessuno studia, si impegna , per niente),ricordiamoci il passato in cui si ” tribulava ” di più,e ringraziamo l’intelligenza odierna, pur non dimenticandoci dei nostri predecessori che hanno tracciano la Storia delle conquiste umane!

  18. riccardo scrive:

    Si Franco con vari pseudonimi oltre ai gia citati siti sono iscritto anche il fiori di poesia, ewriters, poeti e poesia, e sono annoverato con mio grande onore che io ritengo di non meritare, da quest’anno nei poeti contemporanei dalla rivista internazionale del poeta Elio Pecora.
    Pero per tranquillizzare chi mi segue non per i miei scritti ma solo come detrattore che dal 2013 potrò fare uso di un solo pseudonimo, che è rikievans, o il mio nome e cognome.

  19. paolacon scrive:

    Riassumendo, la vita più facile e più comoda (rispetto a quella dei nostri antichi predecessori, naturalmente), meno piena di pericoli e di difficoltà, è più lunga di quella dei nostri avi. Dagli studi fatti dal genetista Gerald Crabtree e pubblicati su “Trends in Genetics” emerge un’ipotesi: il progresso ci ha reso meno atti ad affrontare le grosse avversità, meno preparati. Da qui il discorso del “meno intelligenti”.
    Noi vediamo l’intelligenza in termini di creatività, attitudini, genialità o altro, gli scienziati di questo campo, genetisti e neuro-scienziati, parlano in termini di neuroni, sinapsi e neurotrasmettitori.
    Ma siamo di fronte ad un discorso tecnico rivolto a specialisti e che i giornalisti manipolano un po’, con beneficio di inventario, per attirare pubblico e creare uno stimolo per la discussione. Ecco che ad una prima osservazione questo scambio di vedute potrebbe sembrare ozioso.
    C’è una cosa che vorrei precisare a Riccardo: non è l’uomo che ” praticava la selezione naturale”, quella è l’evoluzione ed è una legge di natura. In migliaia di anni si è prodotta una selezione naturale che ha sempre privilegiato le specie che meglio si adattavano all’habitat. Caspita la natura paragonata ad Hitler è decisamente un po’forte.

  20. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    Sinceramente… non mi sento in accordo (me tapino) con il professore Crabtree .Io,penso che il nostro cervello oggi sviluppi un’intelligenza astratta,certo, non ci moviamo più come 2500/3000 anni fa,non abbiamo più le stesse esigenze materiali.Prima… il nostro cervello, era, concreto era pratico istintivo, per sopravvivenza per esigenze personali, per fattori legati al habitat, calcolava 2+2=4. Con il passare dei millenni… si è… a mio parere, modificato, sviluppandosi secondo le esigenze conseguenti alle scoperte, al tenore di vita, alle esigenze istruttive, lavorative, sociali, economiche, se trasformato! Forse… anche chimicamente, ha cominciato a elaborare concetti in parte astrati. ha sviluppato una parte fisica diversa da quella usata prima. Una massa di materia grigia che, di fatto, non usiamo ancora nel pieno delle sue potenzialità, ancora in buona parte sconosciuta. Mi sono permesso di inserire due link, con il primo vorrei fare una prova giocando un pò. è un articolo del professore James R. Flynn. Mi sono permesso( senza presunzione), di tradurre dal New York time il testo del articolo con il traduttore della Google, essendo una traduzione molto letterale ci ho aggiunto del mio…INTERPRETANDO(ho una conoscenza dell’inglese scolastica).questo per mostrare/mostrarmi il livello di astrattismo ,elaborazione, concettuale che ha subito il nostro cervello evolvendosi. Lascio alle persone che comprendono e capiscono l’inglese di dirmi eventualmente se l’articolo è comprensibile e corretto. Premetto, che condivido in toto quello che scrive il prof. James R. Flynn.
    Il secondo, collegamento ipertestuale, è un ‘altro contradditorio all’articolo di Repubblica.
    ——————————————————————————————————-
    James R. Flynn, professore emerito di scienze politiche all’Università di Otago in Nuova Zelanda, è l’autore di “Che cosa è l’intelligenza: al di là dell’effetto Flynn”? sempre più intelligenti il IQ è in salita nel XXI secolo, “di prossima pubblicazione in agosto da Cambridge University Press.
    Aggiornato il 27 febbraio 2012, 14:37
    In un test di QI, la persona media oggi sarebbe 30 punti sopra quella dei suoi nonni, quindi non siamo piu stupidi. Ma noi “siamo più intelligenti? Questa è una idea più complicata. In realtà, è l’argomento del mio prossimo libro: “Siamo sempre più intelligenti? L’aumento del IQ nel XXI secolo “.
    Io preferirei dire che le nostre menti sono ‘più moderne’ rispetto a quelli dei nostri antenati.
    Se la domanda è “Abbiamo il potenziale del cervello al meglio al momento del concepimento(…….),” o “Se i nostri antenati erano troppo stupidi per affrontare in modo concreto la vita quotidiana”, la risposta è no. Se la domanda è “Viviamo in un tempo che pone una gamma più ampia di problemi cognitivi che i nostri antenati hanno incontrato, e abbiamo sviluppato nuove capacità cognitive e il tipo di cervello che può trattare con loro”, la risposta è sì.
    Io preferirei dire che le nostre menti sono “più moderne” rispetto a quelli dei nostri antenati. I nostri antenati vivevano in un mondo che era concreto e utilitaristico. Nel 1900, agli scolari gli si chiedeva, “Quali sono le capitali dei 46 stati?” Oggi gli si chiede: “Se i rappresentanti rurali(cittadini) venissero messi al posto di un legislatore statale, chi avrebbero messo come capitale economica?” (La risposta odierna sarebbe stata perche odiano le grande città, che avrebbero messo la capitale dello stato di Albany, piuttosto che New York City.) In altre parole,usiamo applicare la logica a situazioni ipotetiche sul serio, oltre, ovviamente giocare ai videogiochi che ci portano in mondi ipotetici e simbolici.
    Come risultato, siamo meglio preparati per conoscere la scienza, che è tutta una questione ipotetica e astratta, e anche ragioniamo meglio di etica. Se chiedevo a mio padre: ” se ti svegliassi un giorno nero,” mi avrebbe detto che è ridicolo. Ma un razzista moderno prenderebbe la questione sul serio. avrebbe potuto dire che i neri sono degni di discriminazione non solo perché sono neri, ma a causa di qualche tara genetica. Immediatamente, entra nel dibattito e lo porta ad un livello superiore.

    http://www.nytimes.com/roomfor.....cated-ways Da:New York Times
    The Opinion Pages

    DA:Corriere della Sera neuroscenze
    http://www.corriere.it/salute/.....117d.shtml

  21. sandra .vi scrive:

    Certo “homo sapiens” nn ha piu’ spazio nella nostra epoca .ora abbiamo l’homo medius’,hai ragione Franco adagiati nella routine quotidiana,nn dobbiamo sforzare molto il ns cervello.LA tecnologia piu’ avanzata e’ a ns disposizione.IO faccio lunghe addizione a mente libera,mio nipote in pochi secondi colla calcolatrice ottiene lo stesso risultato ,ed ha tempo di fare altro ,sono piu’ intelligente io o lui che sfrutta quello che la tecnologia gli mette a dispsizione?

  22. alfred-sandro.ge scrive:

    Mi pare di capire da questo e da altri articoli che la responsabilità dei danni arrecati al pianeta Terra sia attribuibile esclusivamente all’uomo. All’uomo come uomo. Come abitante della terra. Senza nessuna distinzione.
    Ma chiediamoci: è veramente così?
    Chiediamoci:
    davvero il “progresso” è il progresso che ci viene presentato? Inarrestabile, ineluttabile?
    Siamo noi uomini della terra che andiamo a chiedere, sollecitare, la produzione di prodotti di cui non conoscevamo neppure l’esistenza? Prodotti sempre più nuovi, sempre più sofisticati, sempre più inquinanti, spesso completamente inutili?
    Siamo noi che chiediamo la distruzione di foreste, la cementificazione delle coste e delle campagne, l’erezione di edifici che arrivano al cielo?
    Siamo noi che chiediamo lo schermo a led, i prodotti alimentari confezionati non si sa come, giocattoli costruiti da operai e bambini schiavizzati? Siamo noi che chiediamo il “bianco sempre più bianco”?
    O forse, al contrario, siamo noi che attratti ingenuamente, come le farfalle notturne, andiamo a sbattere contro quelle luci messe appositamente in mostra, davanti ai nostri nasi, per convincerci a comprare cose spesso inutili, inquinanti, che sostituiscono altre cose inutili che i produttori non riescono più a vendere, avendone già saturato il mercato e, di conseguenza, non guadagnano più quello che riterrebbero di dover guadagnare?
    Allo scopo si servono di martellanti pubblicità scientificamente studiate, creando in noi la convinzione dell’indispensabilità dei loro prodotti (l’odore di urina in ascensore)!
    Se le cose stanno veramente così il progresso “progredisce” soltanto nelle tasche di chi ci propone il “suo” progresso.
    E’ vero: esistono i ricercatori, gli inventori, i genii. Ma le scoperte, le invenzioni, poi, vengono commercializzate. PER LUCRO!!
    Questo si, è progresso, ma non tutti ne beneficeranno.
    Sulla terra, la nostra terra, la terra di tutti, oggi è il “2012”. Per tutti.
    E’ il 2012 per Americani, Russi, Cinesi, Europei, Asiatici, Africani, Indiani, Lapponi ed Eskimesi. E’ il 2012 per gli indiani delle riserve.
    Per i bambini con le mosche sul viso e i ventri gonfi, per i poveri della Caritas, per i disoccupati e per chi cerca un lavoro.
    Tutti viviamo nel 2012 ma con progressi e civiltà diverse:
    è davvero necessario, indispensabile a noi uomini comuni, questo tipo di progresso, oppure è un pretesto e una convenienza per pochi?

  23. franco muzzioli scrive:

    Scusa Riccardo , ma credo invece che possa interessare a noi uomini del ventunesimo secolo se abbiamo perso la capacità di comprendere la natura, di capire le stelle , di legger meglio nell’animo umano …dato che ora siamo persi nei nostri mille particulari , forse ritornare su strade più autentiche…forse primordiali…non ci farebbe male.
    E quella tua “speriamo d’esserci ancora” ..ha echi a me conosciuti…scrivi per caso su “altra musa” o su “poetichouse” ?

  24. riccardo scrive:

    Franco è vero che il mio intervento non è molto inerente allo scritto, ma io speravo che ci fosse qualcuno che leggesse tra le righe, non contesto gli o l’autore, solo che con tutto quello di più importante che c’è da discutere, non vedo cosa possa interessare se 2500 fa erano più intelligenti di oggi.
    Per mia soddisfazione so che il messaggio è arrivato, comunuqe ti ringrazio per le tue sempre precise ed educate precisazioni.

  25. franco muzzioli scrive:

    Nessuno pensa di contestare “l’evoluzione e la civiltà “, la medicina , la tecnologia, la scienza, la politica hanno certamente migliorato la vita dell’uomo.
    Nessuno disconosce il fatto che ora , soprattutto nelle società così dette progredite, l’analfabetismo si è ridotto a percentuali risibili e nessuno pensa però che l’uomo sia migliorato perchè egoismi , totalitarismi, imperialismi e razzismi ne fanno testo.
    L’articolo cercava solo di chiarire che forse “il prograsso tecnologico ha “impigrito ” le capacità inellettive dell’uomo……capacità di saper guardare “oltre” . Non confondiamo le giuste lotte sociali , le lotte contro gli assurdi integralismi e le insopportabili ingiustizie , con “l’intelligenza”.
    Poi sì …” speriamo di esserci ancora” se non dimentichiamo che viviamo su di un pianeta ….che come i nostri avi…dobbiamo rispettare e capire .

  26. riccardo scrive:

    Questo pensiero lo scrissi nel periodo del fine anno 2000
    mi sembra abbastanza indicato come commento all’articolo di Paolacon.

    Speriamo d’esserci ancora

    Parole complicate da neri tasti,
    scandite su sillabe bianche, da poeti futuristi.
    Parole dirette agli uomini del terzo millennio,
    che forti del proprio egoistico sapere
    ascoltano ipnotizzati il loro richiamo.

    Parole viaggianti su antichi tamburi,
    pronunciate da uomini semplici
    appelli diretti a noi per ricordarci
    i valori caduti nell’indifferenza
    di chi impone comunicazione confusa.

    Parole calpestate, offese,
    che il poeta raccoglie
    per riproporle quando
    sui tetti di antiche dimore
    la cicogna nera tornerà di nuovo
    ha fare il nido.

    Speriamo d’esserci ancora

  27. riccardo scrive:

    Che l’evoluzione ci sia sfavorevole non v’è dubbio la maggior “comodità” ( ma chi scrive gli articoli forse non è persona che si reca nei cantieri o nelle fabbriche tutti i giorni, e non gli andate a dire di chiamarli santi giorni) ma è sfavorevole come da sempre al povero, il ricco se ne strafrega, le nostre facoltà cognitive impigrite? Ma se solo fino agli anni 50 nel mondo era più gli analfabeti , la medicina? Che mi dite dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi decenni?
    Poi gli scienziati ci parlano di quando migliaia di anni fa viveva solo il più furbo, ma oggi non è la stessa cosa? L’onestà non ha mai pagato, l’onesto è sempre stato deriso, il furbo era preso ad esempio, non è bello oggi vedere chi muore di fame, in modo particolare piccoli innocenti che senza nessuna colpa muoiono per denutrizione, o malattie ereditate da chi del progresso ne fa bandiera, le guerre di religione sono forse progresso, tutti i giorni di donne e uomini, bambini, morti per attentati con sfondo politico religioso, senza dimenticare il nazifascismo, e le varie armate separatiste.
    Quindi direte voi ma allora che scrive questo? È il gatto che si morde la coda? Io credo di no, oggi lottiamo contro la droga, contro chi attenta non nel nome di dio, ma nel nome di chi lo predica senza distinzione di religione. Lottiamo per il lavoro, scendiamo nelle piazze per gridare la nostra indignazione .
    Come si può dire che una volta l’uomo era più intelligente perche praticava la selezione naturale? Se ammettiamo questo, ammettiamo un certo Adolf Hitler , e tanti altri che ancora oggi vogliono questo.
    Siamo più stupidi di un tempo? Ben venga ma se non altro siamo sempre in più gli stupidi che lottano contro chi vorrebbe riportarci al livello primordiale, tutto pro domo sua.

  28. franco muzzioli scrive:

    Sostanzialmente sono d’accordo con Crabtree , l’uomo di cinquemila ,ma anche di diecimila anno fa ,aveva capacità intellettive più sviluppate , perchè davanti a lui aveva solo incognite che doveva quotidianamente risolvere ed il cervello ,come se fosse “un muscolo” …si sviluppa con l’uso.
    Ora abbiamo infinite cognizioni in più, siamo maggiormente colti, più consapevoli di ciò che ci circonda , forse anche più geniali perchè possiamo applicare la fantasia alla tante nozioni che conosciamo, ma ci manca il sesto senso degli antichi , la purezza intellettiva che forse permetteva loro di comunicare meglio con ciò che li circondava: la natura, gli animali, il cosmo. E’ in quei lontani periodi che l’uomo ha “parlato con Dio”, ha creato religioni e miti iniziando il lungo cammino della civiltà.
    Ora ,adagiati nelle comodità(almeno parte di noi) e nella routine , non dobbiamo sforzare il cervello oltre le necessità quotidiane. Ci sono picchi di genialità sporadici e assolutamente fuori dal contesto generale …forse a quei tempi “la genialità” era più diffusa . Ora trionfa l'”homo medius” , più che il “sapiens sapiens” ed è forse questo il prezzo della civiltà.

  29. Lorenzo.rm scrive:

    Sono ragionamenti in fondo oziosi. Siamo come in un imbuto e, più stupidi o meno stupidi, dobbiamo darci da fare perché la situazione cambi. Sarei molto felice se, cambiando, diventassi più stupido di ora.

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