Diritti e doveri dei pazienti
 

 

Di recente mi son dovuta sottoporre ad un intervento endoscopico.

Non è della malattia che voglio parlare ma della dignità della persona, io mi sono sentita il letto numero  70e basta.

Ti ricoveri tramite l’ambulatorio, non sai chi ti opera, non conosci nessuno.

Al mattino arrivano due uomini con la barella, tu sei vestita con un camice che si allaccia dietro

come la camicia di forza.

-Salga signora!

Non importa a nessuno se ho freddo o caldo, devo solo salire e basta, mentre loro si programmano

le ferie.

Entriamo in un ascensore e di lì in sala operatoria, da un grosso finestrone che è appoggiato sopra un bancone , vengo messa su un rullo e fatta passare dall’altra parte.

Ho provato un brivido freddo come se entrassi in un forno crematorio.
 

Il bello viene con l’anestesista, premetto che quando ho fatto la visita non mi ha neppure toccata , perciò non poteva scrivere che io ho la scogliosi, mentre chi cercava di farmi la spinale era in difficoltà, tanto di mezzo c’ero io.

Dopo 5 tentativi di penetrazione con aghi lunghi 10cm era indecisa se farmi la totale.

-Pieghi la schiena signora! ma se sei storta come fai a piegare, poi un infermiere mi prende per le spalle e con il pugno della sua mano nel mio stomaco, riesco a fare la curva che voleva l’anestesista e tutto funziona.

Ma io ho ricevuto 6 buchi nella colonna con elogi per grado di sopportazione del dolore.

Mi mettono un telo blu davanti non vedo nulla ma sono lucida e vigile, tu sei solo lo strumento nessuno ti parla, l’orologio che ho davanti segna le 10, sono divisa in due parti che strana sensazione

finalmente alle 11 sento una voce: -“Tutto fatto”

-Alleluia! evviva! è finita !

Dei 5 giorni molto volentieri ricordo un medico carino e gentile che si avvicina al mio letto, porgendomi la mano mi dice: -“è andato tutto bene “

Io non conoscevo quel medico ma lui è venuto a salutare chi aveva operato, è stata un momento di rara umanità.

Qui sta il nocciolo del mio articolo.

Quegli angeli custodi delle infermiere e degli infermieri dove sono andati?

Mi dispiace ma scrivo quello che ho vissuto:

Sembrava un pollaio. Parlavano tutti delle loro cose, poi le donne truccate con la bocca rossa, e orecchini  molto lunghi, unghie rosse, e capelli al vento.

Facevo i confronti dei miei tempi essendo io una ex infermiera, quanta delusione.

Finalmente mi dicono che ci sono i capi in visita, tutti sull’attenti come tanti soldatini, sento una voce d’uomo che urla: è il prof. che si arrabbia.

Entrano nella nostra camera siamo tre donne tra cui una vecchina molto lucida e simpatica alla quale rimandano sempre l’intervento.

Siccome tutto è computerizzato non ti guarda in faccia nessuno, legge sul pc e di lì ordina.

Come era bello quando il medico si avvicinava al tuo letto ti parlava, ti passava la sua mano sui capelli, in segno di coraggio, ora siamo solo macchine.

L’articolo numero 1 dei diritti del paziente dice: il paziente ha diritto di essere assistito e curato con premura ed attenzione, nel rispetto della dignità umana e delle proprie convinzioni fisiologiche e religiose.
 

L’articolo numero 2 dice in particolare durante la degenza ospedaliera ha diritto ad essere sempre individuato con il proprio nome e cognome

Lascio a voi trarne la conclusione ………………

17 Commenti a “Diritti e doveri dei pazienti – scritto da Alba Morsili”

  1. eleonora.lo scrive:

    Commenti abilitati la mia esperienza è fresca. sono stata dimessa dall’ospedale di Lodi l’altro ieri. ricoverata in traumatologia.pronto soccorso in codice giallo. devo essere operata per fratture scomposte spalla-braccio. mi mandano a casa e mi richiamano 4 giorni dopo per il ricovero quando c’è il posto letto. ho fatto 4 giorni d’inferno per il dolore e la febbre in casa da sola.invece durante il ricovero ho avuto la massima attenzione e informazione addirittura il dettaglio su come si sarebbe svolto l’intervento in anestesia totale ed in posizione astronauta. quasi quasi mi dispiaceva tornare a casa per quanto mi sono sentita coccolata….

  2. francesca (franci) scrive:

    Dopo il racconto-esperienza di Sandro, NON HO PIU’ PAROLE..!!!

  3. alfred-sandro1.ge scrive:

    -Signor Sandro, dopodomani la dimettiamo: domattina passi nello studio dei medici cosi le diamo il foglio di dimissioni e la cura per il suo diabete. Dovrà fare una cura molto intensa perchè dal referto dei suoi esami delle urine risultano valori eccessivi!!!-
    -Dottore mi scusi ma come ha fatto a fare l’esame delle mie urine che nessuno mi ha mai fato un prelievo?-
    Ironicamente………-ho letto il Suo nome sul referto,
    Sandro L….. è lei no?-
    -Si dottore, Sandro L..sono, io ma le ripeto che le mie urine non le ha analizzate nessuno perchè non mi è mai stato chiesto un campione di urine. Me ne ricorderei!-
    -Piuttosto allora , dottore mi spieghi come possono aver fatto analisi senza aver fatto un prelievo!!!!-
    -Se non le hanno fatto un prelievo allora hanno preso le urine dal pappagallo che usa la notte dopo l’intervento.-
    -Dottore mi scusi? Mi sta dicendo che in un ospedale è possibile che facciano esami delle urine prese da un pappagallo usato da tutti i ricoverati del reparto?-
    -Si è possibile!-.

  4. Pachino scrive:

    Commenti abilitati Alba,solo adesso leggo il tuo scritto,sulle difficolta’ che hai incontato durante il tuo ricovero,per l’intervento che hai subito,purtroppo non e’ bello leggere di questi comportamenti da parte del personale in servizio negli ospedali,Anche io molto tempo fa’, fui ricoverato e subii l’asportazione di un linfoma,e anche io nel momento dell’intervento notai che il chirurgo,mentre operava,discuteva con gli assistenti di problemi sindacali,turni di lavoro e orari,ma mi resi conto che era,da parte loro,un modo per tranquillizzarmi.Devo anche dire che nn tutto il personale lo considera solo un mezzo per prendere uno stipendio,io ho una figlia che lavora in questo settore,ormai da oltre 15 anni,e sono orgoglioso di poter dire che quando purtroppo perdono un loro paziente,lei riesce ancora a commuoversi e l’ho anche vista piangere.

  5. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    A mio pare nella sanità c’è un problema indiscutibilmente tangibilmente di fondo, che riguarda la spesa Pubblica, il contenimento, i tagli, il welfare in generale. In questo siamo messi “abbastanza” male. Se… non erro, nel 2010 è stato aumentato è fatto pagare un minimo(10.00€) li dove non si pagava nulla(deficit sanitario). Poi giocano fattori come le Regioni: Le Regioni “nordiste” sono in attivo, le Regioni meridionali,(qui giochiamo con le ricchezze Regionali, sono in disavanzo! Troppi sprechi si dice! La Lombardia, la Liguria, l’Emilia Romagna, da quello che si legge sui giornali, sono le… più “virtuose”. Negli anni 70/80 si parlava(allora la Sanità era statale) di creare dei piccoli Ospedali al posto dei mega Ospedali costruiti negli anni precedenti, perché… più piccoli più gestibili(anche economicamente), cosa risultata falsa. Prima non dimentichiamoci che vi erano un sacco di lasciti di privati(le stanze, i letti, portavano i nomi dei “donatori”) . Oggi c’è anche un problema sociale, la vita si è allungata, ma… rimaniamo il popolo con più patologie! Più gente si rivolge alle strutture ospedaliere( il medico di famiglia è diventato uno scribacchino). In questi anni, si è cercato con politiche mirate, a spingere in modo serpeggiante e/o anche in modo spudorato le strutture private, facendo in modo voluto… o non… peggiorare la sanità pubblica. Il medico, l’infermiera (oggi deve avere una laurea breve, tre anni), sono facoltà UMANISTICHE si dovrebbero scegliere perché “portati”(avere un minimo di spirito di abnegazione).Una volta, esisteva l’infermiera professionale poi c’era la generica, adesso ho letto che c’è ancora una confusione di ruoli c’è ASA,OSS, la professionale la capo sala, le pulizie le fanno le cooperative.(prima, due, massimo… tre figure “professionali” gestivano tutto). Forse… troppe figure? troppa gente da… stipendiare? Oggi purtroppo con la crisi di occupazionale molti giovani si “buttano” nella sanità senza esserne portati, scelgono dove possono guadagnare, dove c’è una prospettiva di lavoro. Vale anche per i medici! C’’è ne un inflazione (in molte università c’è numero chiuso).non dimentichiamo l’organizzazione: Fatta da primari, da dirigenti medici, che… gioca molto nella organizzazione del reparto, dei loro quadri. Finisco dicendo che: “molto spesso come tutte le cose gioca la fortuna”, 1° trovarsi al posto giusto al momento giusto. Le cattive esperienze si fanno anche nelle cose più futili come… scegliere di andare in vacanza con un’ agenzia e/o con un’altra! In un Albergo invece di un altro.
    Vale sempre il vecchio detto, che… un medico bravo è un medico che” indovina” la diagnosi.

  6. mura fabio scrive:

    Commenti abilitati Mi ha incurisito la lettera scritta riguardo l’assistenza nelle strutture ospedalire,mi permetto di dire che ce’ delle carenze nei nostri ospedali e vero,ma io vi propongo il mio,anni fa ho dovuto sottopormiad un intervento,(non dico la malatia per ragioni personali)dopo aver scoperto quello che dovevo fare mi sottopopngo ai vari controlli,per primo devo ringraziere il medico di Famiglia,secondo il Policlinico di Tor Vergata di Roma,terzo L’ospedale IFO Regina Elena Di Roma dove sono stato operato,devo dire che se sono qui a scrivere non per critricare alla lettera di chi a scritto L’articolo di pagina,ma per portare un mio scritto di quanto ho vissuto,torno indietro alla mia preparativa,quando ho fatto tutti gli accertamenti dovuti a Tor Vergata al reparto ematologia io ero pronto in dieci giorni per l’operazione,non essendoci il reparto pronto sempre li A Tor vergata, la dottorwessa mi segnalo’ dove gia’ cera un suo collega All’IFO Regina Elena di Roma,presi appuntamento con un po’ altalenante,ma arriva il giorno della visita,bene la visita e statta breve perche’ avevo portato tutta la documentazione per poter fare l’operazione,questo dottore ci e sembrato non tanto cordiale nei nostri confronti,anzi quasi quasi come dire quasi seccato,finita la visita gli abbiamo chiesto quando piu’ o meno mi avessero chiamato,non ebbi nessuna risposta IN MERITO anzi a dire alzo le spalle come dire e chi lo sa’?aspettai un mese due tre,nel frattempo incomincia a dubittare,presi contatti con altri ospedali ma senza ricevere delle rispote,feci forza a me stesso,non demordo,ripensai,dato che mi era segnalato dalla Dottoressa perche’ devo cambiare?sono trscorsi tre mesi come dicevo,ed ecco che arriva la chiamata di ricovero,sempre li LL?IFO,che cosa dire,saro’ capitato bene?Si lo posso gridare a scuarciagola che sono stato bene che,anzi devo congratularmi con tutto il personale medico dal piu’ basso al piu’ alto,oggi se sono qui a scrivere qeste quattro righe lo devo a Loro,ancora oggi sono sempre assistito sia dall’IFO e dalla dottoressa di Tor Vergata,che io sia capitato in mmezzo alla gente Onesta,si lo devo dire.Con vivo sentimento ringrazio ancora Il medico di famiglia L’ematologa e l’equipe dell’urologia dell’IFO di Roma

  7. marisa8,bs scrive:

    ciao alba..nel leggere ,la tua oddisea me venuto alla mente ,qualche mese, fa ricoverata per un dolore al petto ,dopo ora di attesa al pronto finalmente hanno trovato un posto ,in unità coronaria.ti puoi immaginare la mia preoccupazione,un reparto che mette angoscia,dopo poche ore ricoverano uno a dire loro più grave di me ,mi riportano al pronto e non si fanno più vedere fino al mattino,guarda un pò ero guarita o ,miracolata,poi dicono di aver fiducia dei medici ciaooo

  8. armida.ve scrive:

    Purtroppo capita di tutto, Alba..Io ho visto molti medici, infermieri, operatori, gentilissimi e disponibili, altri invece
    arroganti e “menefreghisti”. Purtroppo dipende sempre dalla sensibilità delle persone, al di là della loro professione o qualifica. Ma chi si occupa delle persone ammalate dovrebbe sempre avere qualche attenzione in più!

  9. giulian.rm scrive:

    Sono stato “cliente” per quattro volte in strutture ospedaliere e due volte per interventi importanti, Alba, ma ho sempre ricevuto un trattamento prima come persona e poi come paziente a cominciare dal personale delle pulizie fino a chi mi doveva operare.
    Durante l’esame emodinamico in vena, i due dottori, un uomo e una donna, parlavano di busta paga!!!Vista un po’ di preoccupazione nel mio sguardo, mi rassicurarono dicendo” Guardi il monitor e se vede che vado fuori vena faccia un fischio!”. Questo per dire che anche con una battuta si può tranquillizzare una persona.
    Durante i quattro giorni trascorsi in terapia intensiva, dopo l’intervento, sono stato assistito giorno e notte da personale molto giovane e preparato. Per ringraziarli della loro umanità oltre a quella professionale scrissi una lettera a un giornale locale, che la pubblicò; e tornato in ospedale per controlli, mi portarono nel locale a loro riservato mostrandomi il pezzo del giornale incorniciato.
    Sarò stato fortunato nel trovarmi sempre in posti giusti con le giuste persone?

  10. riccardo2.co scrive:

    Commenti abilitati Non tutte le cliniche sono cosi Alba per fortuna, io ho un brutto ricordo quando nel 2009 nonostante fossi stato 10 giorni in terapia intensiva, ero poco più di un numero, nel reparto chirurgia del vecchio ospedale di Como, in aggiunta visto che mi dicevano che io non ero uno che rompeva le scatole in un mese sono stato spostato di letto e camera per 7 volte, solo per intercessione di una dott, che mi aveva preso in simpatia almeno gli ultimi giorni li ho passati in pace. ora è solo un ricordo negativo, per fortuna nel nuovo con il cambio dei reparti anche quelli che prima erano degli automi ora si sono dovuti adeguare e diventare più umani.

  11. franco muzzioli scrive:

    Purtroppo quello delle infermiere e degli inferimieri è un lavoro come un altro ….subentra l’abitudine…forse un briciolo di cinismo….siamo tanti …c’è la fretta ….anche se devo dire qualche rara eccezione si trova.
    Poi siamo nell’epoca delle macchine dei robot ….fra poco ci infileranno in una macchina che farà tutto lei …ne usciremo guariti infiocchettati ….o se no ….morti….ma …è stata una macchina …che colpa ne ha lei?

  12. sandra .vi scrive:

    E’verqamente tremendo quello che ti e’ capitato Alba ,purtroppo nei grossi centri l’ammalato e; solo un numero/Per fortuna a DESIO abbiamo un ospedale dove l;ammalatao viene seguito in modo dignitoso ,e l.infermiere preparate danno un aiuto se possono ,certo che anche qui appena stai meglio devi uscire ,i letti nn bastano mai ,un abbraccio Alba

  13. francesco 1o al scrive:

    sempre molto realista e diretta Alba,bravissima,è vero quando entri in ospedale a volte il peggio non è il mazle fisico,ma il trattamento umano e ti viene naturale pensare,spero sia l’ultima volta,meglio……….

  14. alba morsilli scrive:

    Cara Enrica ti ringrazio della tua risposta hai detto una cosa che io non ci pensavo, è vero ti dimettono quasi subito, ma vedi io pensavo alle tecnologie avanzate, al progresso in campo chirurgico, tu mi hai fatto riflettere è solo una catena di montaggio solo che i pezzi che lavorano hanno un’anima e un corpo

  15. Lorenzo.rm scrive:

    Hai dato una testimonianza struggente e quanto mai vera, Alba. Con affetto.

  16. nives1950 scrive:

    Purtroppo è così ma…esistono le eccezioni!
    A presto
    Nives

  17. Enrica.co scrive:

    tutti gli operatori sanitari,Oss, infermieri, medici, dovrebbero applicare la regola di lavorare con gli occhi con le braccia le mani ed il cuore, il personale è poco, gli ospedali sono aziende ospedaliere, e si lavora a catena,il lunedì si opera l’addome , il martedì l’ernia del disco il mercoledì le safene e in mezzo ci sta sempre qualche urgenza, tutto organizzato e preparato, si partorisce oggi e dopodomani ti dimettono e tu continui ad andare avanti e indietro perchè due giorni dopo il bambino ha il controllo, poi altri due o tre giorni e sei tu che devi fare il controllo, non hai avuto nemmeno il tempo per metabolizzare il parto o l’intervento….

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